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La Rivolta di Atlante

Eddie Willers pensò ad un giorno d'estate di quando aveva dieci anni. Quel giorno, in una radura del bosco, l'unica compagna preziosa della sua infanzia gli aveva detto quel che avrebbero fatto da grandi. Le parole erano state decise e brillanti, come la luce del sole. Lui aveva ascoltato, ammirato e sbigottito. Quando gli aveva chiesto cosa avrebbe voluto fare, aveva risposto: «Quel che è giusto. » E aveva aggiunto: «Tu dovresti fare qualcosa di grande... voglio dire, noi due insieme. » «Che cosa? » aveva domandato lei. E lui: «Non so. È questo che dobbiamo scoprire. Non solo quel che dici tu. Non solo affari e un modo per guadagnarsi da vivere. Cose come vincere battaglie, salvare la gente dalle fiamme o scalare montagne. » «A che servirebbe? » aveva detto lei. E lui aveva risposto: «Il sacerdote, la scorsa domenica, ha detto che dobbiamo cercar sempre di raggiungere il meglio in noi stessi. Cosa pensi che sia il meglio in noi due? » «Non so. » «Dobbiamo scoprirlo. » Ma lei non aveva risposto. Stava guardando lontano, verso le rotaie della ferrovia.

Eddie Willers sorrise. Aveva detto: «Quel che è giusto» ventidue anni prima. Da allora aveva mantenuto fede a quella dichiarazione. Le altre domande si erano sbiadite nella sua mente; aveva avuto troppo da fare, per proporsele. Ma ancora pensava che bisognava fare quel che era giusto; non aveva mai capito come la gente potesse fare il contrario. Sapeva solo che lo facevano. E gli sembrava ancora semplice e incomprensibile: semplice che le cose dovessero essere giuste, incomprensibile che non lo fossero. E sapeva che non lo erano.

 


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3 commenti    

3 commenti:

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  • rosaria esposito il 12/05/2011 21:02
    semplice che le cose devono essere giuste, incomprensibile che non lo sono.
  • il 17/11/2010 21:01
    bella... la penso come Maria Elena Rossiello
  • il 03/02/2010 11:27
    Quello che più di tutto mi ha colpita di questo stralcio, sono le ultime riflessioni di Eddie Willers. La sua determinazione nel voler fare la cosa giusta ed inseguire un ideale più grande, un sogno più vero di quelli rincorsi dalla maggior parte degli esseri umani. Il prodigarsi per rendere questo mondo un posto migliore, un luogo in cui a tutti sia concessa la possibilità di sognare ed essere felici. Ciò che Eddie pensa è un po' lo specchio di quello che ho sempre pensato anch'io: sarebbe così semplice in verità fare la cosa giusta, ma nessuno la fa mai, e come sempre ci si ritrova da soli a lottare contro l'indifferenza e l'ingiustizia che regnano sovrane nel mondo. Ma non bisogna mai arrendersi: sono persone come Eddie Willers (che in questo caso è solo il personaggio di un racconto) che rendono reale la speranza.