Stavi guardando la televisione
Etta James cantava in pubblico "At last"
d'improvviso mi prendesti per mano...
iniziammo a ballare un lento.
Poi un blackout, andò via la luce
niente musica... ma continuavamo a muoverci
la tua mano scivolava lungo la schiena
e le labbra sul collo.
Come in un film, la stanza ci girava intorno
sempre più veloce
mentre noi ballavamo... da capogiro
la nostra voglia, una danza interminabile.
Miliardi di atomi nell'essenza
che si agitano euforici, piccolissimi
dentro una miscela rovente, arrotondata
puntini bianchi che vagano nell'etere
l'incandescenza si lascia sfiorare senza freddarsi
decibel che urtano le membra.
Ci fissiamo ovattati
noi, fuori...
da quest'altro universo
c'è un altro piccolo mondo silenzioso
contemplandolo ammirati
io e te guancia a guancia.
La mia vicina sta prendendo l'abbronzatura, sdraiata sul materassino in cortile. È un pomeriggio caldissimo di luglio e questa ragazza in bikini sta distesa sotto il sole.
Dal mio cortile ho la possibilità di guardarla finchè voglio poiché lei è rivolta verso la casa mentre io sto alle sue spalle. Osservo le gambe snelle e lunghe di Susanna, la curvatura del ventre, le collinette dei seni Poi, senza far rumore, mi avvicino di più alla rete che divide il mio cortile dal suo per vederla più da vicino.
È veramente una bella femmina. Ha un corpo sinuoso e pieno di curve; tiene le braccia aperte rilassate e i suoi capelli sciolti cadono sull'erba. Rimango alcuni minuti ad ammirarla, poiché lei non sa di essere guardata.
Ma improvvisamente succede un fatto imprevisto: la ragazza si alza di scatto. Appena lei si muove io mi volto e fingo di sistemare le piantine dell'orto. Ho capito cosa è successo: lei probabilmente ha visto la mia immagine riflessa sulle vetrate della sua casa. Così si è alzata per vedere se la spiavo; ma io sono stato più svelto di lei e ho fatto in tempo a girarmi verso i cespugli degli ortaggi. Sarebbe stato imbarazzante venir sorpreso, ma per fortuna mi sono voltato in tempo.
I pomeriggi dei giorni seguenti, la ragazza è ancora in bikini, sdraiata sul materassino sotto il sole. Io la guardo ogni tanto da lontano, ma evito di avvicinarmi alla rete per timore che possa vedermi riflesso sui vetri. Se sospetta di essere spiato mi guarderà ogni tanto; allora vedendo che io sto lavorando nell'orto penserà di essersi sbagliata.
Oggi io sto pulendo e oliando il ciclomotore in cortile; infatti la meccanica è la mia grande passione. Anche la mia vicina sta lavorando in giardino; Susanna con un sarchiello sta smuovendo il terreno dei roseti, vicino alla rete che ci separa. Indossa una vestaglia chiara, probabilmente perché ha preso troppo sole in questi ultimi giorni.
Io non bado a lei, ma vedendo che è molto concentrata nel suo
Sdraiata senza posa sul mio letto.. vorrei silenzio.. se non posso avere la tua voce non voglio nient'altro.. lo sguardo è attirato dalla luce che entra dalla portafinestra.. attraverso le tende arancioni entra un sole bellissimo, che scalda la mia stanza, ma non il mio cuore.. sento freddo, le mani immobili sul lenzuolo sono gelide.. rimangono immobili.. la testa voltata di lato.. si, guardo fuori e vedo quel sole.. i riflessi che da attraverso le mie tende normalmente mi rallegrerebbero.. ma niente può rallegrarmi ora.. cerco il silenzio ma sento uccellini che cinguettano felici.. vorrei pioggia, buio, oscurità.. chiudo gli occhi, li stringo forte, non devo piangere, l'ho promesso.. ma non riesco.. vorrei essere lasciata in pace, ma suona il telefono.. un colpo al cuore.. ma non sei tu, non puoi essere tu.. e allora piango..
Perchè quel maledetto sole non la smette di brillare e illuminare tutto.. non c'è motivo di essere felici!! Perchè devo ascoltare gli uccellini che cinguettano e ripensare a te che li ascolti con me al telefono.. e sorridi.. perchè devono essere così felici?? Tu non puoi ascoltarli adesso..!! Perchè tutto sembra non capire quanto è difficile sopportare la tua assenza, e continua a vivere nonostante tu non possa essere qui..?? Perchè solo io non riesco a sopportare tutta questa "normalità" senza di te.. non la voglio!! Vorrei solo dormire.. vorrei solo sognare di noi.. Apri gli occhi mio piccolo angelo.. aprili.. Vorrò svegliarmi solo quando avrai ascoltato la mia voce e sarai tornato a guardare a sognare.. a vivere insieme a me..
Ci sono alcune cose belle in questo mondo. Poche ma ci sono: un tramonto di agosto, una notte di luna, i meli fioriti, i campi di grano
Nella marea di brutture, ci sono alcune cose belle in questo mondo Una di queste è sentire arrivare la sera d'estate in un piccolo paese di campagna. Non è una sensazione semplicemente bella: è divina e meravigliosa.
In cielo la luce si attenua e cala il gran caldo della giornata. La piccola piazza di Bonavigo prende un colore celeste. Gli alberi frusciano, le ombre si allungano. Le grida dei bambini che giocano sembrano diverse: più acute e isolate, con un tono disperato, forse perché i giochi sono quasi finiti.
La piazza è attorniata da casette vecchie e basse, con i vasi di gerani sui davanzali delle finestre. Da dietro le tendine intravedo alcune ragazze che spiano. Occhi con sguardi furtivi, capelli lunghi, silhouette sinuose di vestaglie semitrasparenti
Intorno a me il paese vive, soffre e sogna una sua vita misteriosa e segreta che a volte, solo a tratti, io riesco a percepire.
La sera si fa più profonda, più silenziosa; la luce cala sempre di più e nel cielo ancora chiaro è comparsa la luna. Si accendono alcune lampadine. Gli alberi frusciano più forte e la brezza porta una sensazione di fresco. Odo il ticchettio dei passi di una donna sul marciapiede.
Dall'osteria provengono le grida di un ubriaco. Dalle case arriva il tintinnio leggero dei piatti e dei cucchiai.
La campana dell'orologio batte le ore. Il tempo scorre veloce. L'oscurità si diffonde per le vie e spegne i colori della piccola piazza paesana. La sera sta per finire e dilaga lentamente la notte.
Luglio 2002
"Signora, posso darle un passaggio? Sono io, sì, ricorda? Sono di strada, si accomodi. Nessun disturbo, anzi. Buongiorno. professoressa, vero? Ah, alle elementari, vabbè. Nessun disturbo. Non ho niente da fare. Non ho mai niente da fare. Mi scusi lei per l'angustia, la macchina è piccola.
Io, sì, le debbo delle scuse per qualche molestia che le ho recato, tanti anni fa. Cosa vuole, ho capito solo dopo che non avevo speranze. Troppo tardi. Lei era bellissima, non lo è oggi di meno, era colta, raffinata, elegante. Era ambiziosa. Si capiva che era destinata al successo. Io... sorvoliamo sulla bellezza, no, mi faccia dire, ero rozzo, nulla avrei potuto nemmeno prometterle. In più, ma sono certo che non fu decisivo, c'era pure la mia imbarazzante origine operaia.
Ora lei vuol dire che tutto questo non c'entra, ma io dovevo trovare motivi. Sta di fatto che lei mi disse di no.
Sono trascorsi trentaquattro anni. Era di maggio. Avrei dovuto sostenere, pochi giorni dopo, il mio primo esame universitario. Non lo feci, ma, per non dare un dispiacere ai miei, dissi che l'avevo superato. Volevo recuperare, sinceramente, appena fossi stato un po' meglio. Così per tutto il primo anno. Poi mi resi conto che era impossibile. Continuai. Sei anni dopo mio padre potè comprare la targa da esporre a fianco al portone. No, non ho fatto danni, ci mancherebbe. Non ho mai esercitato.
È vero, sì, poi mi sono sposato. Quella ragazza mi stava intorno da tanto tempo. Successe all'improvviso. Vinsi al totocalcio, con un tredici, più di novecento milioni. Ci sposammo e diedi tutto a lei. A proposito, non so nemmeno se è rimasto qualcosa. Non me ne sono mai interessato. Ma i patti furono chiari dall'inizio. Il ragazzo, appunto. Non è mio. Perchè, insomma, io non ho mai avuto un rapporto sessuale. Volevo averlo. Con lei. Non è stato possibile. Perchè accontentarmi d'altro? È andata così. Non lo so chi sia il padre. Non mi interessa. Dà tanti problemi alla madre, ha las
Mi guardo allo specchio, e non mi vedo. O meglio: vedo la mia corazza, solo quella.
Ma io non sono quel bel corpo sodo che arpeggia fra seni e natiche e si fa avvolgere da corti capelli biondi come la cenere. Io sono altro. Di più, anzi oltre. La barriera della decenza l'ho superata che ero bambina, quando ho sognato di incontrare "l'uomo". Sapete amiche mie cosa vuol dire incontare
"un uomo"?
Lui non è gli uomini, quelli che puoi trovare dentro uno squallido bar di Cuneo, o anche davanti all'università del mio sacro cuore del cazzo... cosa ci fai lì, vuoi dare lezioni di stile e poi piangi in mezzo alle gambe della prima che ti assangua, professore?
No, lui è quello che mi fa sentire vestita come una principessa anche con due straccetti e mi fa girare nuda in mezzo alla gente: così mi sento quando appoggia la sua calda mano sul mio fianco nervoso, mentre passeggiamo in centro.
La cortina di ferro della negazione sessuale l'ho saltata a piè pari, insieme al mio uomo, mentre ci amavamo in piedi al cinema del dopolavoro ferroviario, dove andavo a trovarlo. Mi faceva prendere fuoco con quelle dita affusolate, e con la lingua umida di voglia mi spediva direttamente nella voragine del piacere. Io entravo in quel grande vuoto blu e sentivo di esserne assorbita, proprio come un inchiostro viene asciugato dalla carta assorbente.
Ecco, quello era un uomo. Con quegli occhi riusciva a dirmi: sei la mia vergine, l'angelo illibato senza sesso. Poi mi toccava le corde giuste e sapeva farmi sentire porca; con le ali, però.
Volavo sul suo fiore e lui sul mio, il suo odore di tabacco e vino si fondeva con il mio piacere e i miei umori. Era come salire sul treno dei desideri, diretto in cielo su binari curvi come le montagne russe.
Sapeva violare la mia intimità con una delicatezza e una decisione che solo chi alla maniera del samurai destraggia bene una spada, può fare; e il nostro duello era talmente dolce e perverso da farmi toccare, come massima vetta del piac
Cammini tranquilla, senza problemi, senza sapere di possedere qualcosa di speciale, qualcosa che mi fa tremare, ogni volta che pronunci quella semplice parola: ciao. Il tuo volto ai miei occhi è perfetto, ogni lineamento sarebbe l'ideale per una carezza ed ogni gesto per un complimento. La tua voce dolce e leggera l'ascolterei per ore, senza stancarmi mai, senza distogliere l'attenzione un secondo, per poterla ricordare meglio quando ti sogno. I tuoi occhi sono infiniti, e forse al loro interno si rispecchia qualcuno che non ti merita, qualcuno a cui in realtà non fai lo stesso effetto che fai a me, che forse non potrà mai darti l'amore che potrei darti io. In quei pochi secondi in cui mi rivolgi la parola il mio cuore batte più forte, il mie occhi non vedono che te, potrebbe succedere qualsiasi cosa accanto a me, ma finchè non vai via esisti solo tu. Ciao. Chissà se sai l'effetto che provochi in me salutandomi, semplicemente dicendo ciao.
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