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Racconti amore

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Amore Irraggiungibile

Anche se so che ogni storia d'amore,
è una storia che volge al termine.
Corro una gara sapendo già che sia troppo tardi,
troppo tardi per tutto.
Anche se io amo invano,
non potrò mai dire il mio nome.
Anche se io aspetterò,
saprò che non arriverà mai.

   2 commenti     di: lupen Luca


Il gioco dell'amore

Passeggio svagato per le strade di Morubio, un piccolo paese. Odore di cuoio proviene da un negozio di scarpe, odore di alimentari, odore di stoffe da una merceria Mentre cammino per la via ascolto le parole di una donna:
"Quella sera di aprile era la prima volta e io avevo messo le mutandine rosa "
I gatti si riposano sulle aie delle fattorie. Un uomo racconta ad un altro:
"Il figlio è morto di cancro. Era sano, forte e coltivava 50 campi. In poche settimane la malattia lo ridusse a uno scheletro il padre era disperato e vendette tutti i campi."
Davanti a una porta aperta sta seduta una vecchina su una seggiola e prende il fresco. Ogni volta che passo mi fermo per chiacchierare. Questo pretesto mi permette di osservare la foto posata su una mensola dentro alla saletta. È una foto in bianco e nero e raffigura una ragazza con i lunghi capelli e lo sguardo triste sullo sfondo della campagna invernale. Dalla prima volta che l'ho vista mi sono innamorato di lei e non mi stanco mai di osservarla. Successivamente ho saputo che è la figlia della vecchina. Ma la foto in cornice d'argento è vecchia di 30 anni e quando ho incontrato quella donna ho visto una signora matura, completamente differente. Ha cambiato perfino la pettinatura.
Dopo aver salutato la vecchina proseguo nella passeggiata.
Questa è la vita: un eterno cambiamento, un perpetuo fluire. Le occasioni della vita bisognerebbe prenderle nel momento in cui si presentano? A 20 anni se sposi subito il primo amore, ti costerà molti sacrifici; dopo pochi anni lei cambierà, ti troverai insieme a una donna differente e avrai fatto tanti sacrifici inutilmente. Se invece rimandi il matrimonio a quando avrai il denaro, il lavoro, la casa, allora probabilmente perderai la ragazza e resterai a rimpiangerla per tutta la vita.
La vita è complicata, veloce, incomprensibile. Quando crediamo di averla capita, allora siamo vecchi, allora è troppo tardi, allora è una conoscenza che non ci serve più.
Nella lu

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   0 commenti     di: sergio bissoli


La principessa e la zanzara.

È risaputo: le principesse sono belle, ma la principessa di questa storia è bellissima.
Ovvero: superlativo assoluto bel-lis-si-maaaaaa!!!
Si veste di nuvole, il suo sorriso è come il bagliore delle stelle ed il suo sguardo è il sole d’estate, abbagliante.
È talmente bella da essere anche intelligente.
Il suo nome è Catia.
Questa breve storia non è la sua, ma quella di una zanzara che si innamorò di lei.
Successe tutto in un attimo. La nostra bellissima principessa, si apprestava a coricarsi nella sua camera castello, indossando una leggerissima sottoveste di nuvola rosa, s’adagiò sul materasso di cielo. Dalla finestra entrava una leggera e fresca brezza notturna che accarezzandole il corpo la portò dolcemente nel mondo del sonno principesco.
I capelli d’oro formavano corona sul cuscino, il viso sereno e sorridente, gli occhi dolcemente socchiusi, la vestaglia che lasciava intravedere il profilo di quel corpo fiabesco, attirarono l’attenzione di una zanzara maschio. Passando davanti alla finestra castello, diede una sbirciatina dentro e restò (uso il maschile perché zanzara/maschio) abbagliato.
Bellissima, pensò. Il suo cuoricino iniziò a battere all’impazzata. Si posò sulla spalliera del letto principesco è restò immobile ad ammirare quella stupenda principessa. Poi con il coraggio dei temerari esclamò:
zzzzzzzhhhh, zzzzzhhh, ora le dico che mi sono innamorato e tutta la vita vorrò restare con lei. La amo, a tal punto che non volerò più via da questa casa/castello.
E sfrontatamente si avvicinò ronzando al principesco orecchio.
Zzzzzzhhh, zzzzhhh, ti amo bellissima pricipezzzzzzzzzza zzzzzzzzzhhhh.
La principessa infastidita da questo ronzare cercò di allontanarlo e nel sonno agitò vicino all’orecchio la sua delicata manina.
La zanzara maschio, non si diede per vinto, era ben conscio che non poteva farla innamorare al primo assalto. Così con tenacia e costanza continuò tutta la notte:
zzzzzzzzzzzzzzhhh, zzzzzzz

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   0 commenti     di: cesare righi


Ritratto di un Amore

Ha occhi grandi, verdi. Ha gli occhi di un bambino piccolo. Vede le cose in modo diverso rispetto agli altri, ha un'attenzione per le piccole cose fuori dal comune. Cammina sempre con la sua infaticabile fotocamera, per lui è tutto da fotografare, anche il camion che lo precede in autostrada, tutto ha una sua storia in mano sua, una sua ragion d'essere.
Ha un sorriso amabile, ha una risata trascinante, è sempre sorridente, solare, allegro, divertente. Ha una buona parola per tutti e quando non ne ha di buone ne ha di cattive ma con quel sorriso potrebbe dirti qualsiasi cosa... non te la prenderesti mai. È una persona disponibile, non dice mai di no a nessuno. La panettiera ha il terrore di vederlo entrare al panificio, teme ogni volta di doversi prendere l'aspettativa e dover chiudere il panificio causa "ingresso di cliente chiacchierone". Tutti lo amano, ognuno a suo modo. È piacevole averlo accanto, infonde dentro sempre un'allegria e una speranza che non credevi di avere, almeno fino a quel momento.
Dice cose assurde, a volte lo insulteresti ( e in effetti a volte lo fai!!). Poco tempo fa avevo la febbre, stavo malissimo ed ero insopportabilmente nervosa e non riuscivo a non essere antipatica perfino a me stessa. Ci siamo sentiti e lui, prima di chiudere, mi dice: "mi prometti che quando chiudiamo farai un sorrisino ogni tanto?" e io, tra l'incredula e la meravigliata gli dico: "certo, ora mi metto sotto le coperte e ogni tanto sorrido, così, come una scema, senza motivo, così se muoio almeno ho l'espressione felice!!!". Ma poi chiudo e sorrido. È fantastico, come ho fatto a trovarlo? Come fa ad essere mio?
Mi stupisce sempre. Si fa amare per le sue stranezze, per la sua voglia di vivere, per il suo eterno ottimismo. Non l'ho mai visto veramente arrabbiato, anche se ho provato a farlo arrabbiare veramente e a tutt'oggi non ci sono ancora riuscita.
Porta allegria dovunque vada e la gente lo adora. Io lo adoro. Mi regala mille sorrisi ogni giorno, mi f

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   2 commenti     di: ale ale


Ballata della ruota dentata

La stella che piange tra gli occhi cerchiati, la felce che china la testa sotto le braccia divise. Quel mascara scivolato sulla bocca, quel sorriso gettato oltre la sabbia.
Un cormorano strabuzza gli occhi al petrolio che gli impastoia l'ala destra, come a dire: roba da matti. E in fondo pensa che le auto a metano siano una gran bella storia.
Il senso ti guida la mano, il grilletto sulla linea tratteggiata.
Heidegger in visita all'abbandono, il giradischi non riesce a respirare.
Le parole sono dietro il comodino, e stasera corrono più veloci di me.



Victor Marinetti e la talpa dislessica

Era una notte buia e tempestosa e, quindi non era il caso di uscire. Provai ad accendere la TV. Secco su FOX-CRIME, guardai due puntate di CRIMINAL INTENT. Un serial poliziesco d'ultima generazione basato sull'indagine a posteriori, sulle spinte omicide, di persone che compiono atti inumani contro i loro simili. Quello che mi colpì quella notte, fu che la vita di questi killer, figure da cui mai ti saresti aspettato che fosse capace di un'azione del genere, era d'un'intensità invidiabile. Macchinavano, si concentravano ed agivano, con entusiasmo giovanile, solerzia, alla realizzazione dei propri obiettivi. Alla fine, indagando nei flabili meandri mentali di questi individui corrotti, gli sbirri del FBI riuscivano a trovare un movente all'assassino, a spiegarne il processo psichico. Almeno fino alla terza serie. Il detective Goren (D'Onofrio all'anagrafe (questo era il nome dell'attore che interpretava il ruolo del protagonista)), è un personaggio patologicamente coinvolto nell'affrontare i casi psicologicamente più intricati. Il suo onere lo porta a dover ragionare con la logica di questi criminali e doverne spiegare le dinamiche dialettiche. A volte resta stupito lui stesso di quanto sottile fosse il limite di separazione tra bene e male, razionalità e follia. Fotografia di un mondo corrotto nella sua essenza, nei suoi principi fondamentali, la vita di certi individui è totalmente rivolta al compimento di atti criminosi, i cui colpevoli, nella maggior parte dei casi sono degli insospettabili che vengono beccati dopo anni e anni di prolifica produzione. In che mondo vivevamo? Chi era il nostro vicino di casa? Forse si trattava di un mussulmano, magari terrorista. Ma com'è possibile, un mussulmano biondo? Ormai si conciano proprio bene. Sono dappertutto.

La TV era la sfera magica cui veniva concessa la possibilità di comunicare alla tua anima. Quanto profonda fosse la spinta e la validità dell'argomentazioni, rispondeva ad esigenze di odience principalme

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   3 commenti     di: Alfa Alfa


Album fotografico

Oggi è una domenica di pioggia e non mi sento bene. Perciò rimango in casa a riposare.
Ma dopo un po' mi annoio. Il tempo nei giorni che lavoro corre molto veloce; adesso invece sembra rallentato. Così, per svagarmi, metto in ordine libri e cartelle sugli scaffali.
Mi capita in mano un vecchio album di famiglia. È pieno di foto in bianco e nero e incomincio a sfogliarlo. Guardo le foto di quando ero bambino, cioè oltre 40 anni fa. Ci sono i nonni, gli zii, le case di allora che adesso non ci sono più Continuo a sfogliare le pagine guardando le foto che mi danno un gran senso di tristezza. Eccomi adolescente, quindicenne, con la camicia a fiori, il giubbino nero e la bici nuova. Quanti sogni avevo in quegli anni. Quanti pensieri e illusioni mi passavano per la testa.
In queste foto qui avevo venti anni e scrivevo poesie. Ero follemente innamorato di una ragazza con i capelli lunghi e soffrivo terribilmente.
In questa foto lavoravo da un meccanico. Qui sono in vacanza al mare; qui sono in campagna con il cane
Quanti lavori cambiati, quante donne, case, situazioni
Questa è la vita. Una ruota che gira e mi fa girare nel vortice degli eventi. E finchè sto girando dentro il vortice non mi accorgo del tempo che passa. Non mi accorgo dei parenti che invecchiano e scompaiono. Non mi accorgo che anch'io sto invecchiando, che tutto passa, cambia, muore, si rinnova, si sposta
Però a intervalli di anni, arriva una pausa come questa: una domenica piovosa, una malattia, un forzato riposo che mi obbliga a fermarmi e meditare. In questi momenti arriva anche la consapevolezza, terribile consapevolezza, del tempo trascorso, della giovinezza passata, del tempo fuggito. E allora rimango qui e mi domando: a cosa è servito tutto questo? Tutti questi sforzi, fatiche, perdite di tempo e di denaro, amori finiti e nuovi amori incominciati. È servito per arrivare dove? Fino a questa situazione attuale. Ma sono soddisfatto? No. È una situazione definitiva? No, ce

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   1 commenti     di: sergio bissoli



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