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Racconti amore

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L' Edera e la Quercia

Era già mattina inoltrata, quando il molo cominciò pian piano ad affollarsi.
Lei però, era in giro da un pezzo; esattamente da quando pensò che i colori dell'alba non erano mai uguali. In un certo senso questa riflessione la rassicurò e produsse una specie di brivido che solleticò il suo spirito.
Era sempre la stessa... sempre la stessa.
Di iniziativa ne aveva sempre avuta abbastanza, ma mai quanto il suo perdersi nei pensieri più disparati e insonni... che avevano le stesse sfumature di tutte quelle albe.

Oggi si sentiva decisamente meglio, l'ultima volta per una folle disattenzione, con quella caviglia rotta era stato un vero tormento. Ma grazie al suo ingrediente magico, e alla tenacia di sempre, si era ripresa alla grande.
Era in anticipo e continuò a godersi il sole ingiallito da quell'estate inoltrata, ormai impostosi sulla banchina umida di odori di cime bagnate e lucide bitte.
Ma insomma... si parte o no. Altra caratteristica onnipresente in lei; l'impazienza.
E proprio questo suo pregiodifetto, le fece vibrare i piedi portandola con una certa autorità, vicino ad uno degli addetti all'imbarcazione. Si, finalmente poteva salire.

Subito felice, dopo aver verificato che il suo posticino preferito era libero e incustodito, ne prese immediatamente possesso, poggiandovi il suo bagaglio come segno tangibile di quella gerarchia a cui era da sempre abituata.
Un po' di brezza cominciava a farsi largo attraverso le poche e povere imbarcazioni del porto. D'altra parte dalla prua era inevitabile, ma il suo istinto non si sbagliava mai ne tantomeno quel leggero scompiglio dei suoi ricci...

Non se ne accorse nemmeno quando la nave prese il largo. Era come se in quel momento l'unico senso attivo fosse la vista.
Il tramestio degli uomini sul molo, la rampa che saliva pesante per poi richiudersi con un tonfo, gli ingranaggi degli argani, la sferragliante catena dell'ancora nel pozzetto...
Niente... Silenzio.
Solo lo schiumare del mare sotto

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   7 commenti     di: Sophie DMF


Fare l'amore e il sesso

Fare l'amore è un intreccio, un unione di anime. La donna è un velo da sposa trasparente, dove delicatamente viene portata via dal vento... Il vento è l'uomo: e lui, ahimè, se innamorato, è capace di abbandonarsi in quegli occhi per un intera vita.
Definirei l'amore, come una carezza su un corpo che non è mai stato toccato prima. Una carezza che avvolge con sé un bene così profondo... che dal momento in cui ti sfiora, già ne hai bisogno una seconda volta in abbondanza. Ripara, ciò che è stato distrutto.
È un amore che si dichiara alla luce del sole; Sono due corpi d'angeli che fanno del silenzio, un'opera d'arte. L'amore non ha niente a che vedere col Sesso... Il sesso sarebbe capace di interrompere, di rovinare e distruggere milioni di visi umani... é un ossessione, che può trasformarsi anche in violenza, se non si ha il controllo giusto. Non saresti mai sazio con quello e ti impedirebbe di vivere normalmente una vita che non sarà mai soddisfacente ai tuoi occhi. Allora dimmi... Che differenza c'è tra far l'amore e fare del sesso?
Fare l'amore è pura magia... Ti avvolge dolcemente, come una coperta. Più la coperta la stringi a te, più senti il calore. Più non sei solo.
Fare del sesso è scaricare addosso ad un'altra persona, delle violenze. Scaricare addosso un pensiero che il giorno dopo non ha più un posto fisso nel cuore dell'altra persona. È come una mano che scende dietro la schiena, per andare a scavare nell'anima e per rubare qualcosa di buono che non ti restituerà più. Il sesso, se usato tutta la vita, ti farà rimanere da solo/a. Sarà come una persona imprigionata nel proprio mondo, che non s'accorgerà che in altri mondi c'è qualcosa di migliore... che vale più del sesso.
L'amore di una donna... L'amore di un uomo, non hanno niente a che vedere col sesso. Sono due strade che portano a due direzioni completamente opposte e diverse.
Il sesso potrebbe suscitare desiderio, potrebbe ''incuriosire''... ma fare L'amore, oh beh

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   1 commenti     di: Martina Di Toro


Come in una favola amore mio

C'è un luogo molto speciale in cui mi rifugio quando il mio cuore ha bisogno di esprimersi.
Questo luogo nascosto non potrà mai essere raggiunto da nessuno, è lontano unico e fantastico,
quando ci vado mi adagio sempre vicino a quel castello abbandonato.
Il castello dei miei sogni e delle mie speranze abbandonato da tutti ma non dalla mia mente e dal mio cuore,
da lì posso vedere un paesaggio fantastico, il paesaggio della mia vita, tutto appare chiaro e ben definito.
Dall'orizzonte vedo te, a pochi istanti da me, in questo luogo nessuno può toccarmi e mai nessuno potrà farlo.
Lì accanto a quel castello sto crescendo, in questo angolo di mondo, dove la luce è vita.
Un angolo perduto dove nessuno è come non vuole essere, dove l'aria che si respira è pura.
in questo giardino eterno dove tutto è splendido, io immagino te!
Ogni giorno che passa mi rendo conto di quanto tu sia speciale per me.
Me ne accorgo quando ti vedo, quando non ci sei, quando sono sereno o quando sono nervoso,
quando faccio cose serie o quando faccio stupidaggini. Quando la notte mi addormento e ti vedo di fronte a me, poi mi sveglio e mi accorgo che tu non ci sei.
sei entrata nella mia vita velocemente, come un'onda che vedi partire da lontano, placida sorniona, e tu la contempli affascinato ma assurdamente consapevole che non arriverà mai fino a te.
alla fine ti travolge, ti copre e ti trascina in un turbine di emozioni da cui diventa difficile liberarsi,
ma addirittura impensabile volersi liberare. Sembra così facile, osservarti silenziosamente dietro ad un cristallo, mentre ti sento ogno giorno più "Mia"
respiro odori di fiori che colorati, giocano attreverso i tuoi vestiti, raccolgono quei piccoli momenti che ti fanno donna
cammino contando i tuoi passi da bambina che saltellano verso prati colorati.
Sei un fiore di rugiada attraversata da mille petali di una rosa, non senti che il soffio leggero di baci dolci attraverso i miei sguardi?
Rimango solo in s

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La pioggia e gli Amanti

Le tue braccia mi avvolgono completamente, salde ed accoglienti, senza procurarmi alcun
senso di costrizione. Ho la testa appoggiata sul tuo torace, che si alza e si abbassa
impercettibilmente al ritmo del respiro tranquillo, con l'orecchio sinistro sento i battiti del tuo cuore e non riesco a fare a meno di auscultarli professionalmente: toni validi e ritmici, direi una settantina di pulsazioni al minuto. Riesco quasi a visualizzarlo mentalmente, questo muscolo meraviglioso che si contrae per tutto il tempo che ci è concesso vivere.

Chiudo gli occhi intanto che accolgo il calore che il tuo corpo trasmette al mio, incollati come siamo, le gambe intrecciate una nell'altra.
La tua pelle calda emana una fragranza che si mescola alla mia e resta sospesa tutto intorno a noi. Il nostro odore sale lungo le mie terminazioni olfattive e va a depositarsi da qualche parte nell'encefalo, associandosi per sempre ad una sensazione estremamente gradevole di totale rilassamento.
Il silenzio è quasi sacro e parlano per te le tue mani, una delle quali scende lungo la mia schiena e poi torna e ritorna. Sono felice di essere donna, di avere la pelle delle donne, quella che sembra creata al solo scopo di ricevere decine di carezze. A volte scendi pigramente a sfiorare i muscoli più grandi che abbiamo nel corpo: i glutei. Non sono carezze lascive o erotizzanti, non c'è possesso o brama: sono parte integrante dell'abbraccio.
Ti bacio il petto, con piccoli baci a labbra socchiuse. Salgo fino alla tenera epidermide della gola, ti assaggio piano, quasi avessi fame di te.
Il tempo non esiste: finalmente sembra sospeso, immobile fra un respiro e l'altro.
Sento che mi sto addormentando e non voglio. Non voglio perdere neppure un attimo di
questi momenti.
Mi infili una mano sotto il mento alzandolo con delicatezza e vieni a cercare la mia bocca con la tua.
Sorrido dentro di me: mi fai sentire come una zuppiera di fragole.. ogni tanto ti vien pensato di assaggiarne una.
Non h

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   2 commenti     di: Angela


sempre per sempre

Amore mio, questa è la nostra storia, una bella storia come ce ne sono tante altre, ma forse è un po' speciale, speciale quanto sei tu per me.
Quante volte ci siamo detti "chissà quante altre persone sono nella nostra situazione..." e ci piacerebbe raccontare al mondo questo nostro amore grande, forse per non sentirci tanto soli, e io ci provo anche solo un pochino...
Ho risposto tanti anni fa ad un annuncio sul giornale, eri tu amore mio che cercavi amicizia, e io amicizia te ne ho data... da sempre siamo stati amici di penna molto particolari, tutto era in sintonia tra noi, ci siamo scritti per anni e poi la vita fa il suo corso, ci siamo salutati e lasciati, ma il mio cuore era sempre vicino al tuo... anche quando non potevamo più scriverci io sapevo che tu da qualche parte stavi pensando a me e in silenzio siamo rimasti appesi ad un filo invisibile, per lungo tempo... fino a quella sera.
Amore mio, io non so se è stato un bene o un male che io ti abbia cercato quella sera, abbiamo smesso da tempo di chiederci quello che è giusto e quello che è sbagliato, so solo che quella sera il ricordo tuo era troppo insistente... e così è stato..."Ma sei proprio tu? Non posso crederci..." e da quella sera la nostra vita è cambiata.
E così eccoci di nuovo a confidarci, io e te come una volta, solo che l'amicizia ha lasciato subito il posto all'amore... e io mi sono innamorata di te, forse da "sempre", chi può dirlo?
So solo che sto bene con te, sei il mio primo pensiero quando mi sveglio e l'ultimo prima di addormentarmi, so solo che se passa un giorno senza che io ti senta mi sento persa...
Il nostro amore è tanto bello quanto disperato, un amore soffocato, un amore che non si può dire, un amore che non si può fare "perchè non sta bene".
Io ho la mia vita e tu la tua, lo sai vero amore che non avremo mai una vita insieme? Lo sappiamo e questo è il dolore più grande e sempre per amore abbiamo scelto di lasciare tutto così, ogni scelta ha

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   9 commenti     di: Luce...


Amore conteso

Erano circa le tre di notte quando Livia si avvicinò al marito che beatamente dormiva nel letto. Lo guardò con rabbia, sentendo dentro di sè un vortice indefinito di sentimenti che si alternavano. Si sedette ai piedi del letto e rimase a fissarlo a lungo pensando a quello che avrebbe dovuto dirgli una volta sveglio. Rabbia, gelosia, umiliazione. Aveva trovato nel telefono del marito una lettera abbastanza eloquente. Abbassò la testa e la lesse ancora una volta, quasi non volesse credere a ciò che aveva scoperto:

Amore mio,
scusa se ancora ti chiamo così, ma per me resti il grande amore della mia vita. Non ti scrivo per chiederti, o meglio supplicarti, di non abbandonarmi. Adesso che hai deciso so benissimo che niente e nessuno potrà farti cambiare idea. In questa lettera, è la prima volta in cui tolgo la mia corazza, avrei dovuto farlo prima ma non ci sono riuscita, o meglio non ho voluto farlo perché sapevo che sarebbe finita e avevo paura di mettere a nudo le mie debolezze.
In questo momento sto piangendo, non te lo dico per farti sentire in colpa, ma vorrei sapessi che anche questa è una cosa che faccio quando sono sola; mio padre è morto in un incidente quando avevo 18 anni, anche allora ho pianto da sola, il mio dolore è solo mio.
Oggi dopo il tuo sms ho rivissuto tutta la nostra breve storia. Dalla prima volta che ci siamo visti il 5 novembre all'ultima volta che ti ho sognato, ieri notte. Ricordo il primo sms che mi hai inviato alle 6:30 del mattino il 13 dicembre, in quel momento mi sembrava avere tutto il mondo ai miei piedi, che bello. Già da quel momento entrambi sapevamo che sarebbe stato difficile andare avanti.
Io lunedì 14 avevo tagliato con Roberto perché era troppo grande il mio amore per te e non volevo sporcarlo in nessun modo, tu non avresti mai lasciato tua moglie con le tue sicurezze, lo sapevo benissimo. Avevi ragione! con questa donna, la madre dei tuoi figli, avevi diviso 30 anni della tua vita, i miei 3 mesi al confr

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   1 commenti     di: Vincenza


Vecchiaia

<<È arrivato l'inverno, lento e invisibile come la vecchiaia. Ieri le guance erano lisce, oggi sono piene di rughe. Chi avrebbe pensato che sono passati i giorni; chi avrebbe pensato che sono passati gli anni.>> Ivan Cankar

Passando per una strada di campagna, vedo il mio vecchio amico Luigi affacciato alla finestra della sua casetta. Ha lo sguardo vuoto di una persona annoiata, ma appena mi vede mi sorride e mi invita a entrare.
Luigi ha 80 anni e parla con voce affaticata:
"Mi mancano le forze e non riesco più fare niente "
Dentro alla sua casa trovo tutto lo squallore della vita: la tavola con i resti dei cibi, il divano con le coperte aggrovigliate Sopra una sedia c'è un cagnolino bianco, che è vecchio pure lui. Mentre lo accarezza Luigi commenta:
"I miei parenti sono tutti morti, eccetto due fratelli che abitano lontano. Mi è rimasto il cane che mi fa compagnia; spesso parlo e lui mi capisce "
Dentro alla stanza ho difficoltà a riconoscere il mio amico di una volta, l'uomo che mi portava a donne quando ero un giovane inesperto. Adesso Luigi è smagrito, i capelli sono tutti bianchi e la dentiera si muove quando parla:
"Sono stufo di vivere. Vorrei uscire dalla vita. Sto andando verso il peggio. Mi mancano le forze, ho dolori alle gambe e le medicine mi fanno mal di stomaco. Non voglio andare a marcire in un letto di ospedale. Il brutto è che non vedo una soluzione ai miei problemi. Solo la morte è la soluzione, ma come raggiungerla senza soffrire?"
"No, no, non dire così " vorrei aggiungere qualcosa altro, vorrei dirgli che il futuro può ancora portare delle sorprese piacevoli, ma non riesco a dirlo. Davanti a quel corpo debole, magro e logoro, comprendo che per lui non esiste la possibilità di un futuro piacevole.
E Luigi riprende a parlare:
"La vita è terribile! La vita è brevissima. Quando uno è giovane ha l'amore e la vita sembra bella. Per amare una donna bisogna dimenticare il proprio corpo per dedicarsi al corpo della com

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   1 commenti     di: sergio bissoli



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