"Per essere perfetto mancherebbe solo una cosa.." Le sussurrò all'orecchio dopo una giravolta.
" Una ragazza più carina?" disse lei ridacchiando della proprio battuta.
"Io pensavo più a un ba
"Ciao" Anastasa sussultò quando sentì la voce di un ragazzo che evidentemente evaso dal caos di quella festa non si aspettava un'altra ragazza al freddo della campagna
a farle compagnia.
"Ciao" rispose lei di rimando.
Non si sentiva in imbarazzo, era solo un po' seccata per essere stata interrotta nel bel mezzo del racconto che aveva quasi finito di scrivere.
'TANTO NON LO LEGGERA' MAI NESSUNO ' pensò tra sè.
Non si era accorta che il ragazzo era uscito per fumare.
Era alto poco più di lei, capelli biondi e lunghi tirati all'indietro, e gli occhi di un verde foglia che, ne era sicura, alla luce del sole avevano una sfumatura color miele.
'LEGGI TROPPI LIBRI ' disse la sua vocina interiore.
' È INUTILE CHE FANTASTICHI SU QUANTO POSSA ESSERE BELLO, TANTO NON TI DEGNERA' NEANCHE DI UNO SGUARDO '
Anastasia si morse il labbro.
Ed in effetti era veramente bello.
Ma non di una bellezza come Mr Universo. Diciamo il fascino del misterioso.
Portava una giacca di pelle nera che contrastava molto con la sua pelle chiara, e dei jeans neri eleganti con delle converse bianche.
Aveva una corporatura snella ma anche gracile, cosa che lo faceva sembrare pelle ossa ma si capiva che non era così.
Gli zigomi sporgenti rendevano il volto spigoloso, cosa che aumentava non di poco il fascino dell'uomo misterioso.
E le sue labbra.
Dio che labbra.
Erano ipnotiche.
Erano fine, delicate, di un rosa chiarissimo.
Di labbra non ne aveva ma baciate alcune ( cosa a cui Anastasia non dava la minima importanza ) ma non avrebbe mai immaginato esistessero labbra così.
Anastasia si morse di nuovo il labbro e scoppiò in un violento rossore quando si accorse che quelle labbra si incurvavorono in un leggero sorriso che coinvolgeva solo un
angolo della bocca e mostrava un accen
Il foglio bianco chiama, mostra con forza il desiderio di esser colorato con parole d’amore.
È tempo che non lo faccio, è tempo che la mia anima si era asciugata, esaurita, per tutto lo sforzo profuso a vantaggio di persone che non erano in grado di comprendere l’energia profonda del grido provocato da emozioni, violente, pulsanti nelle mie più remote cavità.
Lo facci ora con Te e per Te, dopo giorni nei quali le nostre esistenze si sono unite, toccate, senza veli, senza resistenze, al limite, ed oltre, dell’incoscienza.
Come unica meta il desiderio di stare insieme.
Non io, non Tu, non noi, ma Lui.
Quel sentimento gonfio di caleidoscopiche suggestioni che trascende i nostri corpi ed ad un tempo i nostri corpi nutre e da questi è nutrito.
Quel sentimento che sia Tu che io pensavamo potesse esistere solamente in un luogo oltre i confini del tempo, dello spazio, della luce.
In un luogo del quale poeti e scrittori, i più sensibili, fantasticano cercando di farne conoscere la bellezza ed il senso di serenità dei quali è permeato.
Lo sai, esistono, quel sentimento e quel luogo esistono, sono dentro di noi e ci appaiono quando siamo vicini, quando gli occhi dell’uno danno luce agli occhi dell’altra.
Non abbiamo più bisogno di immaginarli, di cercar di scoprirli attraverso le parole di scrittori o poeti, di proiettarli su persone che faticano ad esserne o che non sono in grado di esserne travolti.
Non ne abbiamo più bisogno perché li abbiamo trovati la prima volta che ci siamo detti di noi.
Di quel momento ho un ricordo di cui non Ti ho mai detto.
Ho visto il sorriso e lo sguardo dai quali eri illuminata.
Ed ho compreso.
Saresti stata, comunque, una presenza costante della mia vita, della nostra esistenza.
Ti amo, Ti amo veramente.
Quando fui sull'uscio sconnesso della bicocca ebbi una stretta al cuore. Come accade ogni volta che ci si reca ad un appuntamento decisivo, d'amore o di morte." Frank Graegorius
Ho un appuntamento con una ragazza bella e misteriosa.
Questo appuntamento mi fa un po' paura. È il mio primo appuntamento d'amore.
In questa sera fosca di aprile, andrò a casa di Lola, per la prima volta. Sembrava così facile, invece no. Mi è venuta la diarrea; l'ora stabilita (le 8 e mezza) non arriva mai, e i minuti sono ore.
La strada da percorrere per arrivare a casa sua è breve, fiancheggiata da platani e bagnata con pozzanghere; ma è così intensa di sensazioni ed emozioni che quando vi giungo sono schiantato dalla fatica.
Suono il campanello. Un lanternino giallo si accende nel buio. Lola appare bellissima dall'alto della scala:
"Vieni, entra."
"No. È tardi. Andiamo al cinema."
"Prima entra che ti presento i miei. Faremo prestissimo."
Con riluttanza salgo i gradini che portano al terrazzino. Preceduto da Lola entro in una saletta buia. Poi un salotto illuminato dove stanno i genitori della ragazza.
La mamma è una signora fine, bionda, con gli occhiali. Le do la mano e Lola mi presenta, dice il mio nome. Poi stringo la mano al padre, un signore serio e formoso. Breve presentazione: il mio nome, dove abito, il nome della mia famiglia.
Poi io e Lola usciamo. Ci segue una raccomandazione della madre:
"Non fare troppo tardi "
Esco all'aperto. Finalmente solo con la ragazza. Solo, ma incatenato alla sua famiglia, alle convenzioni del paese, agli obblighi imposti dalla Società.
Cammino nella notte, a braccetto con Lola. Sono come trasognato, istupidito. La mia anima è intasata per le troppe emozioni.
Sento il contatto del golfino di lana morbida che indossa la ragazza. Sento il suo profumo. Sento il suo chiacchierio, senza capire quello che dice. Annuisco, acconsento e sorrido come un automa. È già lei, la femmina, che guida sulla strada del matrimonio.
C'è nebbia, non si vede a pochi metri, e poi c'è anche silenzio, non so perché, nessuno parla, siamo immobili ad osservare le piste dell'aeroporto attraverso la grande vetrata di fianco all'imbarco, sembra che il nostro aereo parta lo stesso.
Io provo a distrarmi, provo a pensare ad altro, ma non è per la paura di un volo nella nebbia, cerco di allontanare il pensiero, ma non posso fare a meno di ripetere senza sosta le tue ultime parole al telefono, spero che il mio cellulare cominci a vibrare per un tuo ripensamento, un messaggio di speranza.
La prima immagine, ancora una volta il gioco della prima immagine, dimmi quale è la prima cosa che ti viene in mente e capirò chi sei, cosa sei per me, cosa sono per te: una tua foto, quella che mi hai fatto vedere a casa tua, seria, un po' di profilo, i capelli lunghi, lisci, scuri, i tuoi occhi, quella sera a casa tua, e poi il tuo seno, a pochi centimetri da me, il tuo volto nascosto dai capelli, i tuoi sospiri, mentre sei su di me e ti muovi, veloce, profonda, lenta, sospiri, sussulti, tremi, mi dici qualcosa, amore mio, chiudi gli occhi, li riapri, mi osservi attraverso i capelli, sono dentro di te, ti sfioro i capezzoli, li stringo fra le dita, sai che mi piace, ci sei, sai che basta solo un piccolo movimento, attendi, inarchi la schiena, lasci la testa cadere dietro, guardi in alto, tremi, ed allo stesso modo il tuo seno che sfioro per l'ultima volta.
Penso in maniera confusa, penso sempre in maniera confusa, sarà anche per questo che non riesco a scrivere in modo chiaro. Sono convinto che tutti in fondo pensino in modo confuso, ma qualcuno mi ha detto che la scrittura serve proprio a questo, a mettere ordine, io ho il sospetto di scrivere per vivere e rivivere.
Una ragazza si aggira nervosa, ripete al suo compagno che preferisce non partire, non gliene frega niente di tornare a casa, preferisce mille volte rimanere lì per un'altra notte piuttosto che rischiare la vita. L'ultimo incidente è solo di pochi g
Nelle sere d'inverno a volte vado all'osteria per giocare a carte. Ed è qui che ho conosciuto Adriano.
È uno scapolo cinquantenne che vive in una fattoria in campagna e ogni tanto viene in bicicletta. Questa sera Adriano arriva emozionato e dice:
"Ho conosciuto una donna, una donna separata dal marito; è gentile e le piace stare i compagnia "
"Smettila di raccontare balle!" gli risponde il mio amico.
"È la verità, vi dico. È stato mio cugino corridore a portarmici la prima volta."
"Dove abita?"
"A Porto."
"Come si chiama?"
"Myriam."
"Ma sarà racchia quanti anni ha?"
"Ha 32 anni ed è un gran bella figliola "
"Senti, se ce la presenti, noi ti paghiamo da bere."
"Va bene. Prendo un bicchierino, solamente un bicchierino "
Io e altri due amici sospendiamo la partita e usciamo fuori insieme a Adriano. È una sera fredda, ventosa e stavo meglio dentro all'osteria. Ma penso che una donna nuda sta aspettando in un letto Uno della compagnia mette a disposizione la macchina e partiamo.
Arrivati a Porto posteggiamo l'auto e raggiungiamo a piedi le vie strette della parte vecchia del paese. Adriano ci conduce in vicoli oscuri e acciottolati, con muri decrepiti, pieni di inferriate da dove esce odore di vecchie cantine. Adriano sembra incerto, guarda i nomi dei vicoli, le targhette dei campanelli. Gli amici diventano impazienti:
"Ma non ti ricordi più il posto?"
"Ero venuto di sera e c'era la nebbia, la volta scorsa. Con un po' di calma troverò il posto c'era un barbiere, una pompa per l'acqua "
Percorriamo un vicolo che si biforca; al centro sorge un edificio alto e stretto. Da un portone esce luce fioca. C'è un carretto carico di mobili e un paio di facchini che scaricano. Qualcuno sta facendo trasloco. Chiediamo agli operai dove è la casa di Myriam, ma nessuno sa niente.
Più avanti incontriamo una vecchia; ha i capelli bianchi, il grembiule nero e sta depositando la spazzatura nel bidone. Ci avviciniamo e chiediamo a lei. Ma è sorda, non
Ricorda quel che ami!
Ricorda quel che senti!
Ricorda quello che mai è esistito fra di noi!
Ricordati la nebbi del nostro primo incontro,
ed il sangue che gelava grazzie al mio sguardo!
Ricordati di me!
Della mi impulsività,
e del mio passetto strambo che ti faceva tanto ridere!
Ricordati quel sogno che tu hai definito strano!
Ricorda che ti Amo!
Ricordati la storia che il vecchio ci ha narrato!
lui ama un'altra, ma quell'altra non sei mai tu. ti odi, ci stai male, perchè vedi cose che non vorresti vedere, e intanto c'è qualcuno che prende il tuo posto, e quel qualcuno è una persona che vuoi bene. ti cade il mondo addosso quando vedi con i tuoi occhi che sta salutando, ma girandoti verso dietro, vedi che non sei tu quella che salutava, ma semplicemente lei! e vorresti parlargli, dirgli quello che provi, ma non c'è la fai, tutto ti scivola addosso, ma solo dopo vedi che hai ferite profonde. l'amore è sofferenza, è dolore, è compassione, è sapersi anche arrendesi davanti all'evidenza che per lui non sei lei e non lo sarai mai! sapere andare avanti non è da tutti, e non è neanche da me, perchè io voglio questo amore, anche se fa male e non posso smettere di sanguinare, ma io voglio ferirmi, perchè ti voglio amare, nonostante io non sono lei!
La pagina riporta i titoli delle opere presenti nella categoria Amore.