Avrei voluto scriverti le mie emozioni stringendo la tua anima...
Ma ultimamente sento di aver perso i sogni!
Cerco l'amore ovunque.
Uno sguardo, una carezza e poi confondo,
Cammino sola senza meta, alla ricerca di un sorriso!!
È difficile scrivere d'amore se poi non sò cos'è!
L'amore mio per te sembra uno strano girotondo o un eterna danza che non capisco!
Mi svuota e tu fantasma... mi rubi l'anima...
Mi hai preso i sogni!! Portati via!! Sogni banali di cose piccole, attimi e sei sparito un giorno dietro una porta!
E quel rumore e l'aria gelida di fuori scuotono ancora i miei capelli che se li pettino tra i riccioli ci trovo ancora un po' di te...
Del tuo profumo riempi i miei vestiti che a volte li carezzo per sentirti qui, addosso a me, qui sulla pelle!!
Avrei voluto scriverti le mie emozioni, ma forse non sò farlo più..
Dirti ti amo sembra quasi banale, perchè è difficile scrivere d'amore se poi non sò cosè!!
E intanto giro sola, in girotondo, liscio i miei capelli così tra il pettine non trovo te a fissarmi!
Lavo continuamente i miei vestiti, ma più li lavo e più ci trovo te.
Non apro più la porta per non sentire quel rumore
... esco dalla finestra!!
Sai, ultimamente ho perso i sogni e i sogni miei eri tu...
Avrei voluto scriverti le mie emozioni...
Stringere la tua anima...
Ma ultimamente sento di aver perso i sogni, dietro una porta son fuggiti via! a volte li ritrovo tra i capelli o tra i vestiti...
i sogni miei eri tu...
Avrei voluto scriverti le mie emozioni...
Stringendo la tua anima...
.. forse non sò farlo più...
solo una cosa:
I SOGNI MIEI ERI TU!
Dopo un’ intensa e calda giornata di lavoro, Luca Dei Medici, rientrò a casa verso le 19. 00.
Lasciò l’auto in garage ed entrò a casa utilizzando la scala interna. Iniziò a liberarsi dagli abiti sudati lungo le scale e quando giunse all’interno dell’abitazione aveva addosso soltanto un boxer nero.
Attraversò a piedi scalzi il parquet del soggiorno, e dopo una doccia rigeneratrice, aprì il frigo del mobile bar e prese una bottiglia ghiacciata di “Tennent’s”, la sua preferita.
Uscì sul terrazzo, sedendosi sulla sdraio sotto il gazebo di legno.
Stava portando la bottiglia alle labbra pronto ad ingurgitare una sorsata di birra, quando sentì suonare alla porta.
Si alzò e scese per andare ad aprire. Non aspettava nessuno, l’unico poteva essere Vasco, che talvolta, la sera passava a trovarlo, per fare due chiacchiere e bere una birra insieme.
Aperta la porta, con grande sorpresa, si trovò invece, di fronte ad una figura femminile molto familiare.
Erano trascorsi già due anni dall’ultima volta che si erano visti e non avrebbe mai pensato che lei sarebbe tornata.
Alice sorridente, lo invitò a fare due passi.
Accettò senza riserve l’invito. Quella sorpresa fuori programma era bastata a cancellare in un attimo la fatica di quella lunga giornata afosa.
Luca si vesti rapidamente, e quando fu pronto, trovò Alice ad aspettarlo seduta nella sua auto, una peujeot 307 cc, posteggiata di fronte all’ingresso di casa con la capote abbassata.
Luca dopo aver osservato l’auto, disse con tono sarcastico, “bella macchina”.
Poi si allontanò dirigendosi verso il garage. Infilò una mano nella tasca del jeans e tirò fuori un piccolo telecomando. Azionò uno dei due pulsanti e la saracinesca del garage iniziò a sollevarsi. Le luci all’ interno si accesero automaticamente, facendo risplendere le vernici delle auto e le cromature delle moto.
Alice che lo aveva seguito all’interno del garage, ebbe un col
Fu così che, mentre era assorto a seguire le scaramucce di due ragazzini adolescenti che due ombrelloni più in là si becchettavano su chi era più forte tra "Goku e Vegeta", percepì nell'aria un profumo delicato e intenso, un misto di zagare e cocco con note di mandarino e gelsomino.
Inspirò quel profumo morbido e penetrante e girò la testa di lato per cercare di capire da dove provenisse.
Poi la vide, da quella nuvola di profumo si materializzò una donna, il lungo caftano bianco aveva due profondi spacchi ai lati e ad ogni passo si intravedevano le gambe lunghe e abbronzate, leggermente trasparente nulla lasciava all'immaginazione, il bikini nero disegnava le pieghe delle sue morbide forme, il seno voluttuoso, il ventre morbido e i fianchi torniti.
Il viso era nascosto dalla tesa larga di un cappello di paglia nero, e i grandi occhiali da sole nascondevano lo sguardo ma le sue labbra carnose e turgide quasi imbronciate e ombreggiate dal cappello erano più di un richiamo e Mauro non potè fare a meno di seguirla con lo sguardo.
Raggiunse il suo ombrellone e si accomodò sul lettino si spogliò e a Mauro non sfuggì un che di sensuale nei suoi gesti mentre lentamente si sfilava il caftano, poi tirò via anche il cappello e scrollando leggermente il capo assestò i biondi capelli tagliati a caschetto che le incorniciavano il viso dolce e aggraziato.
Mauro non riusciva a distogliere lo sguardo era come ipnotizzato non solo il profumo lo inebriava ma c'era qualcosa di magnetico... un'aura sottile che emanava da lei, un che di accattivante, sensuale e animalesco insieme e finalmente capì, ammirandola, il significato esatto della parola sex-appeal.
Era così assorto nei suoi pensieri che non si accorse che il piccolo Filippo aveva cominciato a piangere.
Mentre interveniva a sedare la piccola lite tra i suoi due cuccioli adorati per una paletta contesa Mauro pensava a lei.
Il desiderio di avvicinarla era forte, doveva trovare una scusa per avvic
La neve cade a un metro e cade dritta,
e sento di poter governare la tempesta che ho sempre schivato.
Mi batte in testa, picchia addosso,
rosso vivo come l'unghia dentro il sangue... ma non la temo.
Lei provoca e io sfido, mi rivesto di verde come carta su panno, e gioco la partita senza nulla da perdere, non ho nulla da perdere adesso!
Ma Dio, perché soltanto adesso è tutto chiaro?
Solo adesso guardo in faccia alle responsabilità, al pudore, ai quadrati, ai prefissi, alle intenzioni, alle previsioni.
A te che mi guardi e che sai chi sono.
A me che mi ostino ad essere ciò che vedi.
A me, sotto la tempesta, ma con un piede al riparo, troppo saggio per saltare, troppo stupido per capire, troppo complicato per guardare e non interpretare, guardare e soffrire, così...
Sotto. Dentro.
Non di fianco.
Sono alla finestra calma, tranquilla. Guardo il cielo ed è strabiliante, spettacolare.
Vedo sul fondo roseo della sera le nubi che assumono figure strane. Ecco, vedo un cavallo quasi tutto nero o forse blu che rincorre una grande foglia di platano e poi poco distante un profilo di donna, una Dea, forse del mare o della notte, quasi vicina.
È bella questa emozione che sento dentro di me. In questi momenti sono contenta di essere viva in questo mondo, ciò mi ripaga di tante emozioni dolorose provate nel tempo vissuto. L'emozione di questi momenti è unguento per le mie ferite, è musica per le mie orecchie che hanno ascoltato parole come frecce avvelenate, è sorriso per il mio pianto.
Poi mi volto a guardare la stanza e ci sei tu, piccino mio, amore incondizionato.
I tuoi occhi neri e belli e luminosi sono ancor più belli di questo cielo; mi chiami, mi vuoi vicino a te e ti fidi di me, perché senti che ti amo.
Amorino mio tu sei il regalo più bello che mi ha dato mia figlia, mi ripaga di tante pene che comporta la maternità., dura guerra tra noi due, ma tu sei riuscito a creare quel legame tante volte invocato ma sempre disatteso.
Come è difficile a volte intendersi tra madre e figlia e quanto dolore c'è per le parole non dette e abbracci non dati.
Ma ora il mio tramite sei tu, amorino mio, e, come se fossi un angelo, ti chiedo di prendermi per mano e portarmi dalla tua mamma perché ho bisogno del suo amore e di darle tanto coraggio ed amore, io, che sono la sua mamma.
<< Aspettami, aspettami! Non te ne andare!>>
Tic tac tic tac... gli stivali di Nancy, sporchi di fango, correvano all'impazzata dietro al suo sogno che stava svanendo nella pioggia...
Come poteva averla lasciata li da sola? Lei non lo aveva deluso... era stato solo un incidente... si, tutto si sarebbe risolto soltanto con una piccola operazione...
<< Drake, fermati, avevi detto di amarmi... metterò tutto a posto... non abbandonarmi!>>
Ma il suo sguardo ormai era diventato di ghiaccio e il suo viso era ricoperto dalle tenebre...
Ecco, all improvviso si volta, i capelli di mogano al vento e un ghigno beffardo sul viso...
<< Spero che tu riesca a trovare una soluzione o non mi vedrai mai più, lo sai che ti amo ma io non voglio responsabilità e lo sai bene...>>
<<Io.. ho paura... ho bisogno di te... dici di amarmi ma come puoi essere così freddo?>> disse lei, mentre le sgorgavano copiose lacrime d'alabastro sul viso...
Ecco... riesce a raggiungerlo... fa freddo...
<< Fidati di me... sistemerò tutto... e di quest'incubo non rimarrà che un ricordo>>
Solitudine... amarezza... speranza...
Lui l'abbraccia, la guarda negli occhi:
<< Si, vedrai è la scelta migliore... inoltre lo sai che...>>
<<Shtt,,, stai zitto e baciami>>
Lacrime, amore e incertezza... Nancy potrà davvero fermare la nuova vita che sta crescendo nel suo grembo?
Nadia mi piace. È una biondina con poche amiche e senza fidanzato. Sono sicuro che se la corteggerò riuscirò a diventare suo amico. E dopo, questa estate, potrò portarla in gita, in piscina e forse riuscirò a fare l'amore con lei.
In realtà il mio compito è facile, poiché ci conosciamo da quando eravamo bambini. Adesso anziché limitarmi a salutarla quando la vedo, mi fermo, le chiedo come va e resto un po' a parlare con lei.
Oggi è una bella giornata di primavera, incontro Nadia per strada e mi intrattengo a parlare più del solito. La ragazza si è già accorta dell'interesse che io provo per lei; le donne, si sa, sono grandi esperte in situazioni d'amore. Ma non importa; ormai ho deciso di dichiararmi, è arrivato il momento di dirle che mi piace. Dopo i soliti convenevoli, dopo i complimenti per il suo vestito, arrivo alla mia richiesta:
"Vuoi venire domenica insieme a me a Minerbe? Conosco un locale dove si mangiano pizze e gelati sotto il pergolato."
"Grazie per l'invito, ma non posso venire."
Non mi aspettavo questo rifiuto. Comunque provo a insistere:
"No? Beh, se vuoi potremo andarci la domenica successiva "
"No. Non è proprio possibile, sai. Il mio fidanzato è molto geloso e non mi lascia andare insieme ad altri ragazzi."
"Fidanzato? Non sapevo che tu avessi un fidanzato. Ti vedevo sempre da sola e pensavo "
"Sì, lui a volte è molto impegnato col suo lavoro e allora non viene. Ma non potrei mai fargli un torto."
"Ah! Beh, quando è così Ma, scusa se te lo chiedo, chi è il tuo fidanzato?"
"È Davide, quello che lavora alla Knorr."
"Oh! È quel fortunato ragazzo "
Stavo per dire quel deficiente, ma mi sono trattenuto in tempo. Davide infatti è un bamboccio che sfoggia sempre bei vestiti ma è completamente vuoto interiormente. È un manichino che cammina; metodico, abitudinario, senza anima e privo di sensibilità. Lavora in ufficio, alla sera gioca a carte al bar e alla domenica va allo stadio a vedere la partita. Ques
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