Dopo tanto spero di aver messo d'accordo anche l'empirismo di Locke, lo scetticismo di Hume, il criticismo di Kant, l'idealismo di Hegel (spesso chiacchiere incomprensibili) e il razionalismo di Cartesio con le sue quattro regole (evidenza, analisi, sintesi ed enumerazione) a cui sono tanto legato (per la sistemistica) e, pertanto, mi permetto di schematizzare anche il percorso neuropsichico (neurone-pensiero-verità) della mente umana che si sviluppa su questi tre livelli...
-Livello superiore (è il pensiero a far da sinapsi tra cervello e anima)
Sistema nervoso (cervello)
Pensiero (vigile, razionale, sciente, illuminato, estatico/scala conoscenza) - sinapsi
Sistema spirituale (anima)
-Livello intermedio (è l'ipotalamo a far da sinapsi tra anima e corpo)
Sistema spirituale (anima)
Ipotalamo (barriera psicosomatica)
Corpo (sistema somatico)
-Livello inferiore (è il sistema nervoso autonomo a far da sinapsi)
Ipotalamo (centralina psicosomatica)
Sistema nervoso autonomo (simpatico, parasimpatico, enterico)
Fegato (centrale metabolica)
Per scalare questi livelli, da esperto di aminoacidi, proteine ed encefalopatie, sono salito perfino sulla scala elicoidale del DNA per decifrare dal vivo il codice genetico dell'umanità (l'ho riciclato dal DNA spazzatura!) che leggerete strada facendo, mentre adesso mi permetto, a scopo istruttivo (cultura) ed educativo (comportamento), di elencare solo per i giovani (gli adulti già le sanno) le scale ascensionali, in modo da illuminare la mente per combattere alcol inebrianti, fumi obnubilanti e droghe allucinanti che rappresentano "la moda giovane" dei nostri tempi...
sarò pure all'antica
ma non certo è moderna
la gioventù tatuata
e di metalli infiltrata
seppur con abiti firmati.
Si dimena scalmanata
tra tifo organizzato,
sembra indemoniato,
e balli indiavolati
con mente obnubilata
da alcol tracannato
ancor più inebriata
per fumi inalati
ed infin allucinata
da droghe sniffate
Tra Orwell e Huxley sono sempre stato convinto che il secondo abbia visto più lontano. Anche se 1984, per la sua immediatezza e forza visionaria, è rapidamente assurto per tutto il '900 a paradigma del totalitarismo dietro l'angolo e di ciò che si contrappone all'utopia; mentre Il Mondo Nuovo, dove l'invasività del potere è più morbida e strisciante, è invece passato via quasi inosservato.
In realtà è il futuro immaginato da Huxley che si sta realizzando oggi. Attraverso un sistema talmente sofisticato da riuscire a indurre gli individui ad amare, senza accorgersene, la loro dolce schiavitù.
Ciò che mi interessa non è tanto esaltare la lungimiranza della visione di Huxley, quanto fermarmi a considerare se, alla luce di ciò che sta avvenendo, della mutazione antropologica in atto, liquidare la sua opera come distopica (o cacotopica, giusto per cambiare) sia corretto. Ma soprattutto un sentimento percepito e condiviso da tutti: vecchie e nuove generazioni.
Se è vero che fino alla fine del secolo scorso un sistema come quello descritto da Huxley, soggiogato da scienza, pubblicità e consumismo, poteva apparire eccessivo, e non desiderabile, non in quanto opposto all'utopia, ma perché in antitesi col principio di libertà e progressivo miglioramento della condizione dell'individuo, oggi ci andrei più cauto.
Chi ci dice che una società che si rende conto che un ciclo di sviluppo sta per chiudersi ed è in in grado di "rallentare" , "deviare", e "riprogrammarsi" ad uno stadio di moderato benessere diffuso; di un'aurea mediocrità di massa, sotto l'occhio vigile e discreto di poteri più o meno occulti, debba essere vissuta per forza come qualcosa di minaccioso, temibile e negativo? O non semplicemente come un prezzo equo da pagare per continuare a godere delle cose che sembrano riempire le nostre esistenze.
Se mi sforzo di pensare senza pregiudizi alle nuove generazioni, devo almeno riconoscerne le diversità. I punti di vista. Gli orizzon
Non se ne abbiano a male pupi, marionette e burattini se talvolta vengono tirati in ballo. Purtroppo citarli per definire coloro che si asserviscono, non per debolezza o paura, ma per puro tornaconto è una brutta abitudine assai ricorrente. Come dire a uno che va giù duro, senza un briciolo di scrupoli e il minimo garbo, che è un macellaio; o a un maniaco sessuale senza ritegno che è un porco. O riferirsi a una che si è venduta anche l'anima con quell'improprio appellativo che suona come lo squillo di tromba strozzato dalla sordina: troia!
Come si può pensare di offendere con simili accostamenti il professionista che ci permette di gustare una succulenta fiorentina; o insultare il divin porcello, martire ed elargitore di tante prelibatezze? O addirittura gettare discredito sulla sua compagna, abusando del suo nome comune? E, a maggior ragione, come si possono associare all'odioso servilismo i fantasiosi protagonisti del teatro popolare della nostra infanzia?
Bisognerà forse, per definire questi rifiuti umani, fare appello alla suddivisione sciasciana? Troppo onore bollarli con definizioni così acute e ricche di sfumature. E poi non credo nelle intenzioni fossero rivolte anche al gentil sesso.
Più semplicemente, suggerisco di definire i servili protagonisti di tanta parte della storia e in particolar modo della scena italiana dell'ultimo ventennio, che hanno fatto scempio della dignità umana, violenza al linguaggio e ingannato il volgo per riverire e compiacere un padrone e alimentare il suo ed i loro interessi, con un semplice dispregiativo: merdacce! Merdacccce! Con quel pizzico di compiacimento eufonico sulla seconda parte della parola. Come se l'appellativo uscisse dalla procace bocca della signorina Silvana, quella che faceva slinguare di lussuria il ragionier Fantocci...
Come nasce una merdaccia? Perché di certo lo saprete: merdacce si nasce non si diventa! Come mafattori del resto. La merdaccia, in genere, eredita ques
Mentre tutti parlano di furto e abuso di dati e dei possibili attacchi alle nostre fragili e traballanti democrazie, credo in realtà che il vero pericolo rappresentato da fb sia che alla lunga possa diventare come Infinite Jest, il film annichilente e mortifero che semina piacere e nello stesso tempo terrore e vittime nel romanzo di D. H. Wallace.
Anche qui, la dipendenza è Il grande tema che percorre tutte le pagine del romanzo. Dalle droghe dichiarate a quelle occulte come l'intrattenimento di massa, nelle sue varie forme (mass-media, advertising e show-business).
Il film Infinite Jest, che dà il titolo al romanzo, ben sintetizza la propensione dell'americano medio e oggi - in questo mondo sempre più globalizzato - di tutti gli uomini, di massimizzare il piacere immediato e minimizzare la sofferenza, la tristezza, la disperazione, l'alienazione e la solitudine.
Insomma Infinite Jest rappresenta una sorta di intrattenimento perfetto e, insieme, di subdola consolazione letale.
Purtroppo D. H. Wallace ha deciso di lasciarci prima che il nuovo mostro prendesse forma. Forse non aveva fatto in tempo a prevedere il grande pericolo dei social. In ogni caso, è difficile non cogliere nel suo romanzo, soprattutto alla luce dei recenti avvenimenti, una forte relazione, più che con The Truman Show, come ho di recente scritto, con la ( per molti versi mostruosa ) creatura di Zuckerberg.
Tenetelo a mente, perché avremo presto modo di riparlarne.
Il plico arrivò nella tarda mattinata, assieme al postino che rideva sotto i baffi.
Un certo Monsieur Jourdain, Presidente della M. B. G.&Company di Anversa, voleva ncontrarmi per affari.
Un tuffo nel mio sito preferito e un bel racconto da rileggere:
" Sottigliezze Spregiudicate."
Quant'è carino, lo leggerei tutti i giorni!
Mi accinsi a commentarlo, era veramente bello.
Lo squillo del telefono merita, spesso... la galera.
Una certa Nilde, comunicava che ero atteso a Ginevra e che centomila euro erano stati versati sul mio conto corrente bancario.
A me piace scherzare e quando sento parlare di soldi, divento un amicone.
Serio serio e con garbo risposi che se avessero aggiunto all'offerta una bella Mercedes SLK ultima generazione, non sarei mancato all'appuntamento richiesto.
Pronta, la risposta: "Quale è il colore che preferite?"
Risposi che amavo il bianco, pensando alle frittelle di neve che in primavera si squagliano.
La chiacchierata mi aveva messo di buon'umore e per fare quattro passi, andai in banca.
Chiesi l'estratto conto e sorpresa delle sorprese vi erano stati accreditati i soldini.
Il Direttore, specificò che era roba mia e che potevo farci quello che mi pareva.
Come se non bastasse, alcuni giorni dopo arrivò la Mercedes SLK, di colore bianco.
Deliziosa e adorabile, come solo la moglie di un magnate dei mass-media sa essere, la signora Nilde mi inquadrò dalla testa ai piedi.
Sul sofà, mi feci piccolo, piccolo, mentre gli occhi stampavano le sue leggiadre forme.
Che silhouette... e che voce!
Le mie orecchie di ( e non da) mercante si aguzzarono.
"Caro Signore, siamo disponibili a darle un assegno in bianco, in cambio dei suoi servigi, gradite un tè o un carcadè?"
Roba da pazzi, optai per un caffè amaro e... ovviamente senza zucchero.
"Noi della M. B. G. & Company vogliamo essere informati intorno alla quantità
di tempo che viene sperperata nei vari Siti Letterari, al fine di deliberare adeguate contromisure uti
LA PROFEZIA DAI MAYA A MAIELLO!
Profezie sul 21 dicembre 2012
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Il 21 dicembre 2012 è la data del calendario gregoriano nella quale secondo alcune credenze e profezie, prive di qualsiasi rilievo scientifico, si dovrebbe verificare un evento, di natura imprecisata e di proporzioni planetarie, capace di produrre una significativa discontinuità storica con il passato: una qualche radicale trasformazione dell'umanità in senso spirituale...
LA LUCE DELL'ANIMA è il libro natalizio della nuova era secondo la profezia Maya rivelata a Maiello che scrive il bene (l'amore) per leggere il bello (alla luce della coscienza) e credere il vero (della Mente Suprema)!
E pertanto il 21 dicembre 2012 inizia l'era spirituale (ultrapallio) con l'uomo cosciente che prenderà il posto del rimbecillito homo sapiens (neopallio)! La luce dell'anima è il nuovo libro che, con le sue poesie istruttive e scale cognitive (www. francescoandreamaiello. it), introdurrà la nuova era alla luce dell'anima (triplice coscienza) che è certezza di vivere (cogito ergo sum - pensiero), consapevolezza di amare (amo e sempre sarò - amore) ed eleganza di vivere con la coscienza morale (gnothi sautòn - coscienza).
L'AngeloRaffaele editore (081/5721385)... scrivere il bene, leggere il bello per credere il vero!
Il libro narra anche l'incredibile storia dell'angelo (trama di eccelsa regia) disceso in terra sotto mentite spoglie. Per chi non è soddisfatto c'è il rimborso con gli interessi, a chi non piace c'è... l'inferno (Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtude e canoscenza)!
LA LUCE DELL'ANIMA di Francesco Andrea Maiello, distribuito dalla casa editrice Medusa di San Giorgio a Cremano (pp 300 x euro 10 da leggere d'un fiato!) è in libreria dal 12/11/2012
LA LUCE DELL'ANIMA è "la novella" arca di Noè per traghettare il mondo nell'era della luce. Da tempo lo Spirito Vitale, di prepotenza ma
Il mio nome è Elisa. Elisa Gi.
Nasco femmina, almeno credo, e continuo ad esserlo, con alti e bassi. Ma degli uomini conservo una blanda invidia; quella che un ormai obliato Freud non esiterebbe a definire "invidia del pene". Il loro cervello infatti non mi interessa, che raramente riesco ad attivarlo anche io e non ho neppure invidia da prestazione perché come tutte le donne, volendo, mi presto molto molto meglio di un uomo; ma vorrei sperimentare il gusto delle "gare di minzione", così diffuse nel mondo maschile.
Mi è capitato, del tutto casualmente, di assistervi non vista perché lavoro di notte e il mio lavoro è atipico nei tempi e nei luoghi, ma pur sempre a diffusione progressivamente maggiore.
La caparbia determinazione al mantenimento del mio nomadismo, mi ha portato ad una variabile solitudine e alla sperimentazione della vita di artista di strada. Ho provato l'equilibrismo e nonostante i primi apprezzabili risultati, ho rimediato in due anni contusioni di ogni genere e la frattura composta del metatarso destro in una occasione, e in un'altra - nella quale mi ero distratta a causa di due occhi dal colore indistinto ma dal desiderio ben distinto - una commozione cerebrale che mi ha lasciato esanime per una ventina di minuti. Nessuno strascico; solo la decisione di dedicarmi a un lavoro diverso. Così ho provato i trampoli, ma l'altitudine mi provocava la nausea. Con la giocoleria ho rotto gli occhiali ad un cieco e per miracolo sono riuscita a sfuggire alle sue grinfie. Mi aveva quasi afferrata, ma togliendo le scarpe e non respirando per un buon minuto, sono riuscita ad eclissarmi! Col fuoco ho carbonizzato il parrucchino di un passante che indossava uno splendido "panama": incredibilmente il cappello si era solo vagamente annerito, mentre i capelli sintetici avevano preso fuoco in un istante. Per tacere delle lame: mentre il mio assistente mi introduceva allo sparuto pubblico di una splendida località turistica, inciampavo nel lunghissim
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