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Racconti di attualità

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Genetliaco

Molte cose belle accadono al freddo
le castagne, i bucaneve, il Natale stesso.
Sembra che il meglio abbia bisogno del coccolarsi autunnale per mostrarsi.
Tu non sei diversa, unisci in più il dolce al bello, il tenero alla vita, il sorriso agli occhi.
Chi non lo riconosce non ti augura nulla
chi, anche sapendolo in ritardo, lo immagina
ti manda un mondo di auguri
ed un abbraccio così grande da non poter essere contenuto in questo piccolo messaggio.
Buon Compleanno
Cherie



La marcia anti-terrorismo di Parigi

Integrazione presuppone compatibilità oppure superficialità oppure interessi comuni.
Islam è abbastanza compatibile con Cattolicesimo: in fondo il Dio unico è lo stesso, salvo alcuni fraintendimenti; i modelli sociali sono compatibili, anche se quello cattolico si è venuto progressivamente allontanando, dal medioevo in poi, dal tipo di società "tradizionale" propugnata da Maometto.
Islam non è compatibile con i valori laici della rivoluzione francese.
Islam è compatibile, invece, con gli affari che la République Française fa con l'Arabia Saudita e altri Paesi che adottano l'Islam a modello sociale rigido e indiscutibile.

Esclusa quindi la compatibilità, restano superficialità o gli interessi comuni.

Della prima c'è abbondanza, e questa abbondanza continua a farci credere nella convivenza multireligiosa e multiculturale.

Dei secondi, gli interessi comuni, ce n'è abbastanza per costituire prove e puntelli agli esiti della superficialità.

Ogni tanto, però, come stavolta a Parigi, la verità sostanziale spunta come un iceberg e gli uomini di potere si affrettano a coprirla con manifestazioni magniloquenti. La base dell'iceberg, quella della Nigeria e della Siria per intenderci, è abbastanza lontana da poter consentire la continuazione degli affari, all'insegna della sovrana superficialità che è madre dei buoni propositi di pace sociale (con annessi buoni affari, beninteso).

   8 commenti     di: Nicola Saracino


Una generazione speciale

la nostra è una generazione davvero speciale. abbiamo visto il piede dell'uomo sulla luna, la mano dell'uomo che bucava l'ozono, la faccia dell'uomo meditabonda nell'escogitare nuovi modi di fregare il prossimo.. è vero, non abbiamo visto il cervello dell'uomo quando funziona nel verso giusto, e non sappiamo cosa potrebbe produrre, nè abbiamo visto i cavalieri dell'apocalisse che ci chiamano a raccolta, ma siamo sicuri che quando verrà il momento sapremo renderci ridicoli abbastanza da incolpare di tutto il progresso.



Pappagalli verdi di Gino Strada

Sono 110 milioni i pappagalli verdi presenti in 67 paesi.
Non si tratta di dati forniti da animalisti i quali probabilmente
sarebbero soddisfatti di un numero così elevato che
salverebbe dal rischio di estinzione i curiosi e simpatici
volatili. Purtroppo non sono a rischio di estinzione i pappagalli
verdi di cui parla Gino Strada nel suo bel libro intitolato,
appunto, "Pappagalli verdi". Si tratta di mine antiuomo che, con la loro forma graziosa somigliante a un giocattolo,
attirano l'attenzione soprattutto di bambini che, appena li
toccano, muoiono, ridotti in brandelli, o restano ciechi o
perdono una gamba o tutte e due. In un istante la loro vita
se ne va o resta cambiata per sempre. Una vita passata su
una carrozzella o saltellando su due stampelle o camminando
faticosamente sulle protesi. Le mine antiuomo costano
pochissimo, per la maggior parte sono prodotte in Italia.
Per disinnescarle i costi sono altissimi e occorre molto tempo
e l'opera precisa di esperti, non priva di rischi.
Nella bellissima prefazione al libro di Strada, Moni Ovadia
definisce le mine antiuomo "fiori metallici dell'infinita infamia
umana" La conferma di questa definizione la dà una
soldatessa, una donna-cecchino di Sarajevo che aveva centrato la fronte di un bambino con il suo fucile ad alta
precisione. Intervistata nel buio di una stanza che le consente
l'anonimato, alla domanda dell'intervistatore: "Perché una
donna spara ad un bambino di sei anni?", risponde: "tra
vent'anni ne avrebbe avuto ventisei".
I luoghi in cui si muove Strada sono molti: dal Kurdistan
all'Afganistan, dall'Etiopia a Sarajevo, dal Pakistan al Perù.
Con il suo team costruisce ospedali, spesso sotto le bombe.
Arrivano morti e feriti. Il lavoro è sempre un'emergenza.
Capita anche che i feriti siano tanti e tanto gravi e il tempo così avaro da costringere il gruppo di chirurghi a fare una
scelta, il triage che è uno dei momenti più tragici di una vita
vissuta sempre a contatto con

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Arrabbiatissima

Carissimi amici di PR vi posto questo articolo del giornale-IL fatto quotidiano-per mettervi a conoscenza di questa orrida decisione ministeriale, che mi ha lasciato basita e profondamente indignata

"Gli autori meridionali del '900 sono stati eliminati dai banchi di scuola perchè stralciati dalle indicazioni curriculare dell'ex ministro Mariastella Gelmini. Una commissione di studio nominata appositamente dall'ex ministro, ha eliminato dai programmi didattici autori meridionali quali Gesualdo Bufalino, Elio Vittorini, Leonardo Sciascia, Domenico Rea, Salvatore Quasimodo, Matilde Serao, Anna Maria Ortese, con gravi ripercussioni sul piano culturale. Uno dei tanti danni del peggior ministro dell'istruzione della Repubblica Italiana. In tal modo viene proposta agli studenti una visione viziosa ed incompleta della letteratura italiana visto che, a parte Verga, Pirandello ed Elsa Morante, sono ben 17 gli scrittori meridionali che, non essendo presenti nelle indicazioni ministeriali, sono trattati nei libri di testo e dagli insegnanti sicuramente in modo minoritario, palesandosi una netta esclusione di un pezzo significativo della cultura del nostro Paese. Per questo con una risoluzione in commissione chiediamo al Governo e al Ministro Giannini di ripristinare la dignità degli autori del sud e l'equilibrio nei percorsi di studio e speriamo che si facciano portavoce di questo appello anche i personaggi della cultura e dell'informazione del Paese" -Commissione Cultura M5S-



La politica della medicina (1a parte)

A cambiare il mondo, forse, non ci riuscirò ma a moralizzare la medicina e a depurare la politica, state certi, ci riuscirò anche se in famiglia ho dovuto deporre le armi per andarmene a vivere da solo. Ma questo si spiega col fatto che i miei familiari, come me, hanno tutti la presunzione di educare, con qualcuno, però, che insegna male ed inculca la morale utilitaristica (a suo stesso danno perché i figli prima o poi se le daranno) senza la minima cognizione dell'anima e della coscienza universale.
Dopo questo inciso familiare (starmi contro è da pazzi perché i panni sporchi li lavo in casa e li asciugo all'aperto!), con la medicina della politica che ha portato noi medici di famiglia a dibatterci tra note, piani, appropriatezza prescrittiva e prescrizione indotta (si fa più in fretta per un atto di proprietà dal notaio!), adesso ci sarà la rivalsa dei medici contro i politici e, pertanto, si passerà dalla medicina della politica (feudo clientelare) alla politica della medicina, non certo clientela per far soldi.

La figura del medico di famiglia rappresenta, ormai, la figura centrale della vita quotidiana se a lui è demandato ogni tipo di certificato e poi, per i pazienti in età avanzata, deve compilare l'attestato sulle sue funzioni cognitive, che prima si chiamava scheda geriatrica mentre ora si è passati alla scheda di fragilità... mentale! E in tema i nostri politici lasciano molto a desiderare se, a parte gli anziani (non parlo di Berlusconi che si fece deridere anche dalla Merkel e da Sarkozy), ultimamente anche i giovani ci fanno fare brutte figure all'estero (povera Italia dei Grandi) con Salvini che si fa riprendere (sempre presente in tv) al parlamento europeo (mai presente in aula) come fannullone dal belga Tarabella, di poi alla Duma in Russia scatena risa e applausi ironici per la sua maglietta bianca con su scritto "No sanzioni".
Che se ne freghi di povera gente che muore per mare è risaputo ma non aver pietà neanche di gente che

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Salva con nome

"Ho fatto un disegno sul computer e l'ho salvato!" mi disse Alberto quando aveva quattro anni.
"Come hai fatto?"
"l'ho disegnato e poi salvato."
"Sì, ma se non sai dove è inutile..." - Alberto non sapeva leggere - "Ogni cosa va messa al suo posto, come con i giocattoli in casa, se non sai dove metti le cose non le ritrovi " - Gli dissi con l'intenzione anche di fargli la morale.
"Se vuoi trovarlo, devi fare una nuova cartellina e salvarcelo col nome altrimenti come lo recuperi?"

"Così!" - Mi rispose sicuro.
Andò sul menù principale, selezionò "cerca", mise il nome del file "aaaaaaa"
Invio.
C'era un solo file.
Il suo.




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