Mi sveglio completamente sudata, è successo ancora, un’altra volta, e per l’ennesima volta non riuscirò a riaddormentarmi. Non capisco proprio il perché questo sogno mi perseguita, in fondo non so neanche cosa significhi. Non faccio in tempo ad alzare la testa dal cuscino e a levarmi la coperta che un vento gelido mi entra nella pelle, raggiunge le ossa, deboli, fragili, rabbrividisco e mi cingo la coperta attorno alle spalle, che buffa che sono, sembro uno di quei mendicanti zoppi che camminano squadrando tutti da capo a piedi, poi realizzo di non esserci davvero tanto lontano, ma ho imparato a fregarmene del giudizio della gente, sono solo parole e pensieri passati in una mente vuota ed egoista e buttate al vento da una bocca che non sa stare zitta neanche davanti alla pietà.
Sbadiglio e alzo la testa, le mie iridi vanno a scorgere un cielo sereno, forse il più bello dell’ultimo mese, pieno di luccicanti stelle che, piano piano, stanno svanendo nella calda e tenue luce dell’alba. Un sorriso si allarga sul mio viso, ma non uno di quei sorrisi di quando sei allegro, felice, soddisfatto della tua vita. No, un sorriso di beatitudine, perché per un momento l’hai dimenticata, la vita. mi perdo in quel cielo, nel quale vorrei svanire, ma qualcosa mi riporta alla realtà, un luce abbagliante, quella del lampione poco distante da me, sono le 5.
Raccolgo il mio cuscino sgualcito, la mia coperta rovinata e il mio zaino e mi metto in cammino, il sorriso stampato in volto, che nel corso della giornata si sarebbe spento pian piano, a ritmo dei passi dei miei piedi stanchi e infreddoliti, eppure sentivo che quel giorno sarebbe stato diverso, speciale, qualcosa sarebbe successo e avrebbe cambiato la mia vita per sempre. Giungo alla bettola, così la chiamo io, quell’osteria sudicia e malfamata, frequentata più da topi che da persone, molte volte più sordide di loro. Entro, non saluto neanche più, la risposta sarebbe in ogni caso una parolaccia, e a me non p
Amarcord del Cavaliere: l'amaro ricordo di Silvio che si dilettava con il bunga bunga mentre l'Italia affondava. Alfano e Fitto hanno preso le distanze mentre tiene (in tutta la sua bellezza!) lo zoccolo duro del Presidente: Brunetta (l'altezza è mezza bellezza), Santanché (bellezza artificiale) e Gasparri (solo bruttezza)!
Adesso se il meglio della nostra politica è rappresentato da Grillo (il portavoce del vaffanculo), da Salvini (il guardiano della Padania) e da Vendola (l'alfiere del matrimonio gay), il meglio dei nostri giorni, invece, è rappresentato dall'Isis (i tagliagole nel nome della religione), dagli Ultras (gli scalmanati nel nome del pallone) e, a parte il grillo ligure (difende la lira) e il gallo padano (difende il suo pollaio), c'è pure la Meloni, la novella urlatrice ma... Mina era tutt'altra cosa!
Intanto sempre più la politica, res publica, non è una cosa seria se, in tema di pensioni, prima votano la Fornero (l'Italia sprofondava e Silvio si dilettava!) e poi se la prendono con Renzi!
C'era una volta Silvio, leader onnipotente...
Presidente nostro,
che sei così potente in terra
sia fatta giustizia secondo la tua volontà
come in parlamento così in tribunale
secondo le leggi del tuo governo.
Dacci oggi il tuo impegno quotidiano
a risolvere i nostri tanti problemi
di sopravvivenza per la nostra indigenza
e liberaci, tu che tutto puoi...
È tempo di Silviade
Nel segno del Cavaliere c'è Vespa,
nel sogno il Nobel,
nel reale la multiproprietà
(dal vivo e in voce Mediaset!),
il suo ideale è il regno d'Italia!
In difesa del premier c'è Feltri,
in porta Ghedini,
a centrocampo Ferrara
e in attacco Belpietro.
Squadra imbattibile
di un mister invincibile.
Tra le palle del Presidente
c'è la bellezza e la superpotenza,
con le palle Letta,
sulle palle Fini,
nel pallone Bonaiuti
(monocorde zitella stizzosa),
la pallina è Brunetta.
Rompe le palle Bossi
ma i politici che palle
tra donne, case e
"Il Mattino" di un "Giorno" del "Secolo XIX" ("Di Più"... "Di Più"...), preso "L'Espresso" ne la hall del "Grand Hotel", mi metto "Al Volante" de la mia "Auto".
A un posto di blocco "Il Carabiniere" di pattuglia mi multa perché ho le gomme delle "QuattroRuote" lisce di troppo.
Qualche minuto dopo parcheggio appena posso in "Città".
M'avvicino al chiosco de "La Stampa" locale de "Il Fatto Quotidiano".
Sbircio sul banco qualche "Giornale d'Italia", e tra un "Panorama" e l'altro di "Notizie" squadro in questi "Tempi Di Vita" un "Libero" titolo...
Con "L'Occhio" su "Il Foglio" di "Cronaca Vera" leggo:
- " Il Popolo" di "Roma" non trova "Lavoro", "Il Denaro" mancante brucia gli "Affari Italiani".
- "Nupva Enigmistica" da "Forza Sette"? Mah!
Compro "Il Giornale" e da buon "Osservatore Romano", forte de "L'Opinione" de la "Gente" commento:
- " Visto" che il governo de "La Nazione" non cava un ragno dal buco e "L'Avvenire" de la "Repubblica" di questa "Bell'Italia" è in "Discussione", tutto è... un "Mondo Sommerso" da "Due Più", manca "L'Unità" per poter andare "Avanti".
Per i viali "Anna" reclama... per l'altrui "Star Bene" mentre nella stanza, pago, balla qualche "Topolino" e "L'Umanità" va a farsi fottere.
Passo dopo passo...
Le lancette de "Il Tempo" de "La Torre" battono "Le Ore Dodici". Nel vedere il "Il Sole a Ventiquattore", confuso, rientro.
E che dire de "Il Resto Del (caro) Carlino", il titolare dell'albergo, che con "Bella" "Grazia" manna "Il Riformista" di turno a fare in c...
Non è GIOIA la mia chiusa:
- "Costozero"... ha lo sudore
per "Capital"... sol dolore!
Il Premier israeliano Netanyau che non accetta la decisione del consiglio di sicurezza dell'ONU mi ha ricordato il comandante Luis Renault di Casablanca quando offre da bere a Lazlo e Ilsa, il dialogo è più o meno così:
Permettetemi di offrire da bere ad ospiti così importanti... mettete tutto sul mio conto! - dice il comandante Renault al cameriere.
Non posso permetterlo - dice Lazlo-
Vede, chiosa Renault, non è che un gioco! Lo mettono sul mio conto, poi io straccio il conto!
Perchè di Casablanca, come del maiale non si butta via nulla!
You must remember this...
Chiedere è lecito, accettare le decisioni dell'ONU è cortesia.
E così sia.
Centodieci attualità
Se Napoli è mille colori (Pino Daniele), l'Italia ha mille voci (puntualizzando 1009 grandi elettori tra cui 630 deputati e 321 senatori), per lo più stonate, che andrebbero più che dimezzate dal momento che, a parte il costo, il loro quotidiano assillo ormai è diventato snervante, come quella del gallo padano (Salvini) che sguazza sull'immondizia e quella del grillo ligure (Beppe) che strombazza con l'insolenza.
E dopo la faccia di un Berlusconi stirato, di un Bossi stonato, di un Prodi trombato e di un Bertinotti folgorato (l'arcobaleno di colpo al tramonto!), di questi tempi la politica quantomeno si è ringiovanita con Renzi e le sue belle ministre (la Boschi te la gusti, la Moretti te la bevi e la Bindi te la scordi!) anche se abbiam dovuto fare a meno di un novantenne (il napoletano Napolitano) più lucido del gallo padano (Matteo, da buon polentone difende il suo pollaio) e del grillo ligure (Beppe, da buon genovese difende la sua lira) messi insieme (F. A. Maiello, geriatra psichiatrico o psichiatra geriatrico).
In questo generale marasma politico e con il cancro (cellulare) della società (razzismo/metaplasia, nazismo/displasia e fondamentalismo/neoplasia) che invade la terra, speriamo che il buon Dio ci mandi un altro vero Presidente visto che (profezia Maya rivelata a Maiello!) stiamo per entrare nella nuova era spirituale (ultrapallio) e l'Italia (terra dei Santi e dei Grandi) avrà il gravoso compito di traghettare il mondo intero (non solo i profughi) nell'era della pace e della luce.
Per arrivare a tanto, però, necessita inculcare ad ogni latitudine l'educazione morale a partire dalla coscienza dell'amore nella mente (pensier dell'amor nel subconscio), cellula spirituale da quella primordiale, che ci permetterà di comprendere il significato vero della vita in tutti i suoi stadi (vegetativa, animata, animale, cosciente, illuminata) sulla base delle esperienze acquisite (sensazioni, percezioni, cognizioni, emozioni, rifllessioni) e di una
Cronaca di un'ordinaria domenica mattina, il sole è tiepido asciuga le ultime lacrime di un autunno che non vuole cedere al freddo, basta poco per essere fuori, un raggio di sole, un invito ad uscire, c'è chi resta nel letto a dormire. Ho raccolto tutte le mie energie per correre incontro alla mia libertà, un paio di scarpe comode e la mia città è là mi aspetta. Ma stamattina qualcosa di strano, in via del Novecento, qui dove parla anche il vento.
Oggi tutto apparentemente calmo, eppure un'autoscala dei vigili, forse qualcuno rimasto dentro l'ascensore, una pattuglia di carabinieri e il cuore comincia a salire, e poi polizia e ambulanza. Nel giro di poco si raduna una folla di curiosi vedo nei loro occhi passare curiosità e paura. Sono lì per caso non mi piacciono queste situazioni, se la mia presenza non serve è solo d'intralcio a chi deve lavorare.
Un carabiniere nel vuoto, un poliziotto col giubbotto antiproiettile, sembra quasi di essere dentro un film, ma qui siamo dentro la realtà e li vedo sfidare la paura ed il vuoto. Per uno stipendio che non vale una vita... il loro coraggio merita di più. Le voci che girano, le domande si inseguono, hanno scavalcato il terrazzo ed ora sono dentro. Sono rimasta per istanti col cuore in gola dalla paura, il lavoro che manca qualcuno è impazzito, una coppia di anziani... non so cosa sia successo ma vedo un clima più rilassato che mi fa capire che il pericolo sia passato. Domani leggerò il giornale e spero questa volta con un lieto finale.
Allarme alle torri rientrato, ma anche questa volta vigili e forze dell'ordine hanno rischiato, per noi.
Era come lanciarsi nel vuoto... si sentiva così Ira, in questo momento. Dopo la giornata di ieri, di quelle due bambine ritrovate uccise, non era riuscito a chiuder occhio. I pensieri lo tartassavano... La testa si riempiva di domande simili a queste: "E se fossi arrivato prima?"... In quei momenti vorresti soltanto sparire dalla terra e non farti vedere più dalla madre di quelle due bambine. Ma le colpe non ricadevano su di loro... ma ricadevano sul mondo, talmente cattivo e pieno di rabbia da stupire gli occhi della gente. Si conoscono le cattiverie, eppure quando accadono, è come se fosse sempre la prima volta. Stesse sensazioni, paure simili. Ma intanto, Ira, ricoperto dalle grandi occhiaie che aveva, si lavò il viso, si vestì e poi andò direttamente al Distretto. Non aveva mangiato... Nel tempo che arrivò lì, in una frazione di secondo, venne Anna per aiutarlo a togliersi di dosso quella tristezza che aveva. "Buongiorno! Se è un buongiorno... Non hai chiuso occhio, vero?" - "si nota così tanto?" - "A dir la verità, sì... abbastanza... Io un po' sono riuscita a dormire ma non ti credere che abbia fatto una nottata leggera... Anch'io ripensavo al caso di ieri e non facevo altro che darmi delle colpe." Disse Anna. "Tu non hai colpe. Nessuno ha colpe, qui. È il mondo in cui viviamo che è sbagliato. Purtroppo non abbiamo l'onore di crearcelo da noi. E dobbiamo accettare questo che abbiamo... con tutti i suoi difetti" Parlò Ira. "E pregi... perchè se esistono ancora persone che la pensano come te, è senz'altro un pregio" Aggiunse Anna... Ira le sorrise: "Vado a prendermi un caffè, forse può risvegliarmi!" ma nel momento in cui si era mosso per raggiungere la macchinetta del caffè, venne vicino a lui una ragazza dai grandi capelli ondulati di color biondo... Era la ragazza che si era fermata a dormire al distretto. "Ciao! Vuoi un caffè?" chiese Ira non sapendo che la ragazza non rivolgesse parola a nessuno e che si era fermata a dormire al Distre
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