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Racconti di attualità

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Santa Claus

Babbo Natale, ovvero Santa Claus, ovvero San Nicola, è certamente il santo più amato e più atteso dai bambini di tutto il mondo. In questi giorni, anche se manca ancora un mese al suo fatidico giorno, la sua effige è dovunque, sui giornali alle tivù, nei manifesti, sui gadget, nelle icone di facebook, ecc. Per non parlare poi delle persone travestite da Babbo Natale, che già incontriamo per strada e nei negozi. Il Babbo Natale come lo vediamo noi, con l'aspetto da anziano signore bonario, sempre vestito in rosso e pericolosamente soprappeso, è una "ricostruzione" abbastanza recente e porta la data dell'inverno del 1931. Come l'attuale era un periodo di recessione e nell'America Settentrionale, per la precisione ad Atlanta, nella stanza dei bottoni di un palazzone di centoventi piani, lo stato maggiore della Coca-Cola s'interrogava su come rilanciare il consumo della mitica bevanda che anch'essa stava subendo gli effetti della recessione, per la prima volta dopo la sua nascita. La scelta su quello che noi oggi chiameremmo un creativo, cadde sul disegnatore americano Haddon Sundblom, di origini svedesi e noto come forte bevitore. A lui fu affidata la missione di creare una campagna pubblicitaria per rialzare le vendite che stavano cadendo in picchiata. Haddon Sundblom era un genio delle trovate pubblicitarie, e così si mise alla ricerca di un testimonial. La sua palese incoscienza, anche alcolica, lo portò ad una scelta quanto meno azzardata: niente meno che San Nicola, l'ex vescovo di Myra, vecchio di quasi mille anni che aveva la nomea di portar doni ai bambini. San Nicola era già stato messo in versi da Dante nel Purgatorio (XX 31-33) ed era noto agli storici perché le sue ossa furono trafugate dalla Turchia da un manipolo di marinai per poter offrire alla città di Bari un patrono che a lei mancava. La nomea di gran dispensatore di doni che l'accompagnava da sempre aveva anche colpito il Nord Europa ove il nostro San Nicola vestiva per l'occasione i pan

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Undici due undici

Fumano le bocche nell'aria fredda di un mattino di febbraio, si è svegliato intorpidito un timido raggio di sole che disgela un sorriso, fra le ciglia d'erba una margherita, non abbassa la testa, neanche a quella brina.

Come noi che scalpitanti aspettiamo di salire sul pulman, la corsa per sedersi davanti, vicino al finestrino, stringendoci dentro le nsotre giacche... destinazione futuro.

No.. non è una gita scolastica e non siamo studenti, siamo lavoratori e pensionati accomunati in questo viaggio, ognuno con la propria storia, ma tutti con le stesse quotidiane esigenze: sopravvivere... E armati di fischietti e tanta buona volontà decolliamo là dove forse qualcuno potrà ascoltare il nostro girdo... SIAM VENUTI A MORIR PEL NOSTRO LIDO!
Magari non siamo trecento, non siamo neanche tanto giovani e forti e amiamo la vita.
Magari solo farci ascoltare da chi troppo spesso si dimentica di noi, gocce di questo oceano che chiamano vita...

Scorre dietro il finestrino il nastro argento della strada, si inseguono i segni bianchi della carreggiata, ma non si raggiungono mai. Chiacchiericcio di voci, suoni acuti, dolci.. velati... inseguiamo i nostri aquiloni nel vento i nostri sogni lontani e vicini, la vita, il lavoro. Io ho scelto il mio angolino e scrivo, qualcuno mi guarda... chissà cosa pensa... Cullata da questo mormorio e dalle onde che gli ammortizzatori imprimono a questa nave.

Viaggio sospesa fra le nuvole, sul mare dove spesso ci sentiamo come naufraghi alla deriva. Adesso sono il capitano... avanti tutta verso l'isola che forse non c'è... ma a noi piace sempre crederci e sperare, l'importante è non arrendersi mai.

Un raggio di sole si riflette nel finestrino, una carezza, si rispecchiano le mie speranze, tepore di una culla, ma qui c'è troppo chiasso, nessuno ascolta.

Qualcuno urla "TERRA!" E infatti si intravede già il parcheggio dove sostano altri pulman.

L'autista si ferma a dormire e noi scendiamo come sbarcati da un'

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   6 commenti     di: laura marchetti


L'arretratezza (armi e muri) di Trump

-L'educazione morale (alla giustizia, coscienza della verità) per una patria comune (dalla polis allo stato ideale) senza confini territoriali (i muri di Trump): l'attualità di Platone (La Repubblica, la cosa pubblica a salvaguardia dei poveri e a garanzia dei ricchi).


-La giustizia è in funzione della verità connaturata (coscienza) o della conoscenza acquisita (scienza).


-La politica di Trump: armi per la difesa personale, muri per la difesa territoriale e soldi per la difesa sanitaria!


-Le armi negli USA: vietarle ai civili, vietare le armi facili ai poliziotti e... chiudere le industrie
belliche!


-Negli Usa non è folle chi commette le stragi ma chi permette le armi.


-La civile convivenza va presidiata dall'educazione morale (rispetto reciproco) e non dalle armi!


-Il ciclo vitale: dalla nascita (materializzazione spirituale in virtù dell'amore) alla rinascita (spiritualizzazione materiale in virtù dell'anima).


-La verità è la certezza che Dio esiste con la coscienza dell'amore nella mente.


-La giustizia è la coscienza della verità.


-Macron: il presidente giusto contro muri (Trump), nazionalismi (Le Pen) e populismi (Salvini)!



La lezione e la canzone di Sanremo

Sanremo da ribalta musicale a palcoscenico sentimentale (Luca era gay), sensuale (la farfallina di Belen) e quest'anno, in tema sociale e con tanti problemi che abbiamo (tagliagole alle porte!), si è cantata la finestra di Platinette (da sempre a cuore a Maurizio, a Maria e alla Di Michele) alla ricerca della sua vera identità e qui basta la dignità!
Il nostro problema attuale, pertanto, è Platinette alla finestra e i tagliagole alle porte con Salvini in casa e Grillo nelle orecchie!


La canzone del sesso

Il sesso è bello
quando la morale vuole,
la coscienza non duole
e la legge vola.
Soltanto questo
è ciò che vale
per un mondo migliore.
Lo realizzeranno
i nostri giovani
con il fanatismo
del solo amore.
È il sesso cosciente
che trasmette la vita,
enfatizza l'amore
e tramanda la specie
nel modo migliore.



Il governo di giusta intesa, Letta (+ Gianni) e Alfano (- Silvio)

Seppur la politica sia uno di quei campi in cui non mi piace entrare (son certo che somatizzerei i problemi del mondo intero e già non dormo per quelli familiari!) non essendo all'altezza di capirla, da come evolvono gli eventi, però, speriamo che si arrivi finalmente ad un governo di chiara intesa (altro che larghe intese) tra due politici dalla faccia pulita, non avanti negli anni (senza problemi di arteriosclerosi) e bravi padri di famiglia.

Naturalmente sono Letta (+ Gianni) e Alfano (-Silvio), al momento il meglio dei due poli, con il programma comune di ridare all'Italia, in primis, il prestigio che le compete da patria dei Grandi e non certo dei viveur da strapazzo per esser derisi, finanche, dall'angelica Merkel e dall'arrogante Sarkozy, dimentichi che da sempre siamo i poeti dell'amore dall'odi et amo di Catullo all'ars amatoria di Ovidio per non parlar di Dante e Petrarca.
Bisogna ammettere, però, che l'Italia da tempo ha toccato il fondo soprattutto perché ha perso di vista i veri obiettivi, concentrando tutto, dalla politica alla giustizia, dalla satira ai talk show (la vespa ronzante e il santo d'oro pontificante!), su Berlusconi al punto che, anche quando sembrava finito, il Santo d'oro (o Santoro), l'affarista dell'audience pagato a peso d'oro, ha compiuto il miracolo di farlo risorgere dalle ceneri.

A me il Presidente Silvio Berlusconi mi è davvero tanto simpatico, perché mi somiglia molto finanche per l'altezza fisica e maniacale, con la differenza che lui è pompato dal basso (i soldi) mentre io dall'alto (sole e stelle), ma bisogna ammettere che lui mi sopravanza solo per il numero di ville e non certo per l'esaltazione.
Questa nostra comune patologia si chiama disturbo bipolare, ma il sottoscritto, da medico, la tiene a bada con le giuste medicine, mentre lui paga anche i medici per non prendere farmaci antidepressivi e neurolettici sin troppo costosi!
Anch'io, come lui, a parte il calcio, ho un gran debole per le donne, ma a quest

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Il codice della vita (2a parte)

E qui, con l'ebraismo vittima del nazismo, ahimè, siamo sempre in tema di razzismo, termine nefasto a radice etimologica latina (generatio/natura) e greca (ismòs/classificazione), con cui si cerca di classificare e differenziare l'uomo, quando questo è il prodotto del genotipo con l'ambiente e con il comportamento (fenotipo).
Giustamente si dice "nessuno nasce imparato" e l'homo sapiens necessita, pertanto, volente, nolente, dolente o gaudente (vale per Berlusconi), di una corretta educazione (per la vera conoscenza) da parte di genitori degni di tal nome (Silvio deve trasmettere prima la morale e poi le televisioni!) e di maestri all'altezza di tale compito.

Questa grande fortuna l''ho avuta e qui, per inciso, mi permetto di ricordare la mia trama fatale che mi vede figlio primogenito di un Angelo di nome (all'anagrafe) e di fatto, che si firmava Angelo Raffaele ed era conosciuto come "don Raffaele ai quattro palazzi" (piazza Nicola Amore a Napoli), commerciante di maglie di qualità (marchio Domenico Servodio!) in via Duomo di fronte a Serpone (arredi sacri).
Passando, poi, a mia madre (afflato vitale), epatopatica di lunga data e alla mia musa ispiratrice (rinascita spirituale), epatologa di classe, sono nate entrambe il giorno di San Giustino, primo apologista cristiano ( patrono dei filosofi) ed infine, dopo segni lampanti (clamorose perdite al gioco) e segnali lampeggianti (movimento di sole e coreografia di stelle), le transaminasi (con l'acido glutammico, per lo stress, a darmi ideazione) furono scoperte all'Università di Napoli, proprio dai miei professori (De Ritis, Coltorti e Giusti).
Per questa strabiliante trama fatale, il povero sottoscritto, sottratto al gioco del calcio, si vide costretto a risvegliare la madre dall'encefalopatia epatica mentre adesso, estromesso dal gioco del totocalcio (con allucinanti eventi), cerca di risvegliare le menti dall'encefalopatia morale.

In virtù di tanto, all'alba di questa nuova era spirituale (ultrapa

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Tutto per caso

Walter 40 anni, giovane di età e vecchio di presenza, capelli e barba lunga, sporco a non finire. Abbigliamento e scarpe estive, perché tutte rotte, come primo e secondo lavoro, fa il barbone. Chiede l'elemosina alla stazione termini. Regala sorrisi, sia a chi gli lascia delle monete e sia a chi non gliele lascia. Ha un certo fascino anche da barbone. Lui che prima faceva il modello per una agenzia di moda, legato a certi modelli di uomo che era obbligato a rispettare.
Ora, libero come l'aria si sposta da una parte all'altra della piazza, per passare il tempo. Ogni tanto gli passa davanti qualcuno di sua conoscenza, ma è troppo sporco per puzzolente per essere guardato attentamente e riconosciuto. Livia una ragazza maggiorenne di anni 38, che di mestiere fa l'infermiera professionale. Bella presenza, seno e sedere pronunciato, capelli mori a caschetto, alta 1, 75 m, incontra per la prima volta Walter mentre viene picchiato da un suo collega di strada, per aver erroneamente scambiato una busta piena di stracci.
Lui è a terra mentre il suo aggressore, diventa latitante. Lei, vede tutta la scena da lontano. Lei sta percorrendo uno dei tanti sotterranei kilometrici della stazione. Lei, osserva che nessun passante, anche tra i testimoni oculari si degna di un minimo sguardo al malcapitato barbone con un sopracciglio sanguinante e umiliata per essere una persona normale. Si avvicina a Walter e gli tende la mano, in segno di solidarietà e comprensione.

Lui timido si rifiuta di essere aiutato, ma Livia, determinata a rappresentare l'uomo civile, lo prende per la barba e lo costringe a girarsi. Dopo aver curato la ferita con un fazzolettino umido e fermato il sangue, lo tiene sotto controllo a finché la terapia del ghiaccio non abbia la sua efficacia e fa rientrare il trauma. Dopo circa una mezzora di intervento sul barbone, Livia pensa di medicare un sordo muto, in quanto non lo ha sentito nemmeno lamentarsi.

Orgogliosa della sua prestazione Livia sal

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   1 commenti     di: cadoni angelo



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