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Racconti fantastici

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E venne la fine

E come sentendosi in dovere di avverare tutte le profezie, la fine fece per giungere. Finalmente, secondo alcuni, troppo presto per altri, ai quali sarebbe bastato arrivasse la generazione dopo. Fatto sta che quello che stava succedendo pareva proprio essere la fine, almeno agli occhi degli abitanti della Terra. Erano decine di anni che si credeva sarebbe successo: schiere di profeti avevano preannunciato la catastrofe, “solo”, dicevano, “non si può sapere con esattezza quando avverrà”. Si sapeva solo che doveva accadere, e che sarebbe accaduta, in un modo o nell’altro. Questa incertezza sul quando faceva sì che nessuno muoveva un dito per evitare il disastro, tutti si sentivano la coscienza a posto, solo speravano non sarebbe toccato a loro, assistere alla fine del mondo.
Da qualche anno la crisi economica, dovuta alla scarsità delle risorse in rapporto al fabbisogno di energia dei troppi uomini che popolavano il pianeta, stava imperversando nelle nazioni più sviluppate. Questo era un brutto segno, in quanto si sapeva che il Terzo e Quarto Mondo non si sarebbero mai sollevati dal loro stato di povertà, ma se anche nei paesi considerati ricchi si fosse presentata la crisi... Insomma, il mondo sembrava alla frutta, ma forse non era proprio un peccato, il fatto che sarebbe finito di lì a breve.
Va da sé che da qualche tempo tutte le televisioni non parlavano che dell’imminente fine del mondo: c’era un margine di errore di solo qualche ora, per quanto riguarda il momento della caduta di un grosso meteorite sulla Terra, a detta degli scienziati di un’equipe canadese, gli stessi che avevano preannunciato il triste evento un paio di anni prima. Mancava soltanto una settimana all’impatto, e già da un paio di mesi le attività economiche erano state bloccate: si era stimato che le riserve petrolifere e di beni di consumo a disposizione sarebbero state sufficienti per i due mesi che ancora c’erano da vivere, quindi tutti gli operai avevan

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   13 commenti     di: Luca Grazioli


La Pietra 1

Lo scenario del Golfo di Gaeta è una meraviglia. Al di là del promontorio, le balenottere, con Ponza che dirige l'orchestra e detta le bracciate. Consegnarsi al bello è stupendo, liberare la fantasia, poi... è sublime. In giro niente anime vive, né morte. Mah! Lo sai, tu? Mentre riflettevo sull'umorismo della tragicità della vita, avvertii una presenza insolita. Quella strana Pietra che avevo leggermente spostato, raccontò la sua storia ed io mi limitai ad ascoltare. Cos'altro potevo fare?.
" Tanto tempo fa, qui, si sguazzava e si banchettava con erbe ed animali. Alla fine della nostra esistenza, banchettavano gli altri. Sapevamo ballare e al ritmo del flon-flons, ogni fruscio era paradiso. Felicità e benessere che voi viventi non potete nemmeno sognare, ma un tragico giorno accadde l'irreparabile. Un frammento celeste si schiantò sul costone che si vede di fronte, provocando una catastrofe dimenticata. L'argilla ci ricoprì e il tempo ha steso un velo sulla nostra storia".
Afferrai, con timore, la pietra e la portai a casa. Ripulirla e collocarla in giardino furono due momenti di vita. Essendo persona rispettosa della legalità, telefonai al Ministero dei Beni Culturali. Dodici minuti per riuscire a riferire della mia scoperta e finalmente, una tizia, con voce annoiata, suggerì di rivolgermi al Museo più vicino. Altra interurbana e appuntamento con la Direttrice.
Va da sé, che non ci si incontrò. Ad onor del vero, devo precisare che fu sempre gentile e paziente, anche se non volle ricevermi. Aveva tante cose da fare la Poveretta!
La coscienza, ragione e religione della nostra condizione umana, legittimò il possesso della Pietra. Essere possessori o posseditrici non è cosa da poco.
Dondolando sull'amaca, concentrai l'attenzione sul fossile, che biancheggiava ai piedi del melograno ancora spoglio. Fossile o pietra che fosse, va detto che era, un enigma. Il muso è pronunciato e i due occhi frontali di media grandezza. La curva delle labbra ac

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   3 commenti     di: oissela


LE cronache della spada d'argento

Viaggiare per il continente di Ramadax come cantastorie è un lavoro generoso e pericoloso. Generosità e pericolosità in questo paese sono le facce di una stessa medaglia. Erano ore ed ore che Saaius camminava per la strada maestra, polvere e serpenti furono i suoi unici compagni per molte miglia fino a che non incominciò ad incontrare numerosi carridi artigiani. Guardava incuriosito una tale moltitudine di gente che come tante formiche si dirigevano in qualche imprecisato posto. Ad un tratto, sentì per caso una accesa litigata tra due artigiani per accaparrarsi il miglior posto alla fiera annuale della città della Rosa d'Argento. Una fiera solitamente è un buon posto di lavoro per i cantastorie, in particolare quando si celano nel proprio cuore oscure ed intriganti leggende da narrare.
Violenti flash di sogni passati di magia oscura, incominciarono ad assalire lamente del cantastorie, ma decise di accantonarli per evitare spiacevoli rimembranze.
Il peso della sua viola incominciava a farsi sentire e siccome Saaius non avevamolte corone d'avorio, decise che stanotte uno spiazzo d'erba avrebbe ospitato le sue stanche membra.
Trovato uno spiazzo lasciò i bagagli. Saaius si mise in cerca della legna di alberi asciucar, la miglior legna eternamente secca adattissima ad accendere fuochi per un bivacco. Preparato il tutto mise ad arrostirequel poco di carne che aveva e si distese a guardare le stelle. Le lune rosa e verdi formavano in cielo un caleidoscopio di colori magici e fantastici e le nuvole rosa con forme di draghi intessevano una danza di poesia antica e dimenticata. Il suo ventre affamato conil suo tuonare lo richiamò dal suo universo fantastico, ricordandola sua umanità e dopo averla saziata, si addormentò.
Saaius, sognò cose davvero singolari. Era a cavallo di un drago rosso fuoco e congli artigli d'argento, vedeva che il drago sputava fuoco supersone, animali, case ed infine vide temuti scenari di guerra. Mentre era in volo, un fulmine a forma

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   0 commenti     di: Mattia Sorrenti


Il babau-parte seconda

Nella bieca oscurità di quella casa fatiscente Alder stava rintanato a rimuginare non riuscendo a capacitarsi di cosa potesse aver fermato la sua mano, anzi le sue affamate fauci. Quel bambino era nelle sue mani, poteva agevolmente mangiarlo e prendere il portagioie, ma qualcosa glielo aveva impedito, non qualcosa di esterno perchè il ragazzino era del tutto indifeso, era stato qualcosa che veniva da lui, da dentro, una specie di sensazione mai provata prima.
Improvvisamente una voce terribile lo richiamò: era il re delle ombre che gli ricordava che il nebbioso e freddo inverno stava per terminare, poi il sole di primavera avrebbe reso più difficile il suo compito, perciò doveva sbrigarsi oppure sarebbero stati guai per lui. Allora Alder preoccupato interrogò la scatola dei presagi, un vecchio talismano che rivelava i segreti e ne udì il responso: tu in tutto questo tempo, simulando un comportamento paterno ti sei divertito a nutrirti dell'amore del ragazzo, perchè come una droga ti da un senso di euforia e grandezza. Ma questo sentimento ora combinandosi con i tuoi poteri, ti sta crescendo dentro come un cancro finchè non si impadronirà completamente di te e ti tramuterà in ciò che hai imitato: un essere umano con dei sentimenti.
Al sentire ciò Alder ebbe un brivido di terrore.
Taglia corto con questo gioco è pericoloso, concluse la scatola, elimina subito il ragazzino.
Il giorno dopo Alder chiamò di nuovo Marc con l'intento di attirarlo nella vecchia casa, ma il fanciullo gli venne incontro con un album di foto di famiglia e incominciò a sfogliarlo.
Alder notò che era intriso di emozioni, sentimenti, ricordi, amore e non resistendo allo stimolo non potè fare a meno che prenderlo in mano e assorbire quelle energie che lo pervasero completamente. Così anche quella giornata trascorse tra piccole magie, giochi e svago e alla fine Marc tornò a casa sano, salvo e divertito.
Ma di notte Alder si intrufolò in casa di Marc ed entrò nella camer

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La Prima battaglia

Tutto era pronto, tutto era in attesa dell'inizio. I due stregoni si ergevano potenti e invicibili uno di fronte all'altro, a dividerli i loro Eserciti.
Creature figlie della loro sapienza e del loro essere, pronte anche loro a morire per il proprio padrone. Creature del Bene e del Male, pronte per l'ennesima volta a duellare per il proprio scopo, il potere. La enorme e irreale nave che sosteneva tutti, vaccillava tra le onde del mare e tra gli scogli. Fedor era agitato. Benchè avesse imparato con il tempo e l'esperienza acquisita, a restare calmo in ogni siutazione, quella era la sua prima vera Battaglia da stregone e li sarebbe morto o sopravvissuto al titanico scontro.
Una sottile pioggierellina iniziò a cadere, insinuandosi anch'essa nella Grande Battaglia.
Lampi e tuoni creparono improvvisamente il cielo notturno, la pioggia cadde così insistente.
-è arrivata l'ora, la tua vita da stregone sta già per concludersi, qui, su questa nave e sotto questo cielo burbero e tempestoso- urlò Oposan il Malignio del Mare

-hai paura?- aggiunse dopo qualche secondo

Fedor non rispose, era troppo concentrato sulla Battaglia, non aveva tempo di stuzzicare il suo nemico.
Solo prima dell'impatto violento tra i due eserciti, che sarebbe venuto tra qualche minuto, intravide la sua vita fino a li, partendo da Lofar, la sua città natale. Ripensò a Baldino, a Lekion, ai compagni stregoni deceduti in guerra. Chiuse gli occhi, tirò un sospiro, e poi tutto iniziò.



L'ultimo governo su terra uno

Ecco che il primo ministro si siede, nel suo vestito elegante e il suo volto imperturbabile, alla sua destra il Ministro degli affari rognosi che ci vuol le bastonate, alla sinistra il Ministro della falsa gentilezza che te lo mette lì. Sta per iniziare la conferenza stampa, stiamo trasmettendo con una telecamera a tubo curvo, dal cesso di palazzo Madamadorè in quanto ai giornalisti non rispettosi delle parole ovvero dei messaggi che i componenti dell'attuale governo di Tuttopappato esprimono da circa quattro anni, non sono ammessi nella salae noi siamo tra questi.

Tutti i giornalisti della sala sono accreditati e hanno una lingua che striscia in terra, noi ci siamo finti camerieri della bouvette, e grazie a questa telecamera con microfono di dimensioni come uno spillo riprenderemo e commenteremo le parole del ministro che in questo momento fa la prova del microfono e dice: per favore in silenzio è? Una domanda per volta per alzata di mano, naturalmente solo le domande nel foglio che Vi è stato consegnato all'entrata.
Sentiamo bussare, occupato! Ecco cerchiamo di bisbigliare per non farci sentire, altrimenti siamo davvero nei guai.

La nostra televisione apartitica che ha denunciato un complotto massonico e neo-nobiliare, che tutti i componenti del governo sono così, o nobili o massoni, ci ha provocato non pochi problemi, e nonostante la frattura al braccio destro, provocata durante l'incendio della nostra sede, durante uno sciopero in cui c'erano infiltrati dei servizi segreti vestiti da "Ti bloc io con tante mazzolate", hanno provveduto al danno con certosina opera chirurgica, mazzolando anche me ma eccomi qui. Il ministro parla. Occupato!

Il governo che doveva essere tecnico oramai può considerarsi politico, per le scelte che ha compiuto, i sacrifici a cui ha sottoposto i cittadini, le categorie economiche, i sindacati. D'altronde la storia insegna, in momento di crisi.. ecco l'intervento del Ministro affari rognosi: giù mazzolate a destra e sin

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   0 commenti     di: Raffaele Arena


Bioanalizzatore

Harvey fu svegliato dal bioanalizzatore alle 7, con una dolce musica classica, ne era impostata una per ogni giorno della settimana, quella la amava particolarmente, anche se non ricordava chi fosse l'autore, non era scritto nel bioanalizzatore.
Sua moglie era già sveglia, il bioanalizzatore l'aveva svegliata 30 minuti prima, cosicché potesse preparare la colazione al marito e al figlio.
Andrew, si sarebbe svegliato a minuti, il bioanalizzatore aveva reimpostato un allegra canzone di un cartone particolarmente in voga al momento, dopodiché sarebbe variata con la sua crescita accompagnandolo gradualmente.
"Tutto in regola Harvey" La voce femminile del bioanalizzatore era piacevolissima, ricordava quella delle antiche addette ai call-center;aveva visto un video nel museo nazionale, e la cosa l'aveva fatto sorridere.
"Già"Chissà come si sarebbe comportato se avesse scoperto qualche variazione non gradita, di solito era tutto in regola, anche se osservando la proiezione sul muro, aveva notata un incremento della "PAURA" niente di cui preoccuparsi seriamente era solo uno 0. 25% , era ancora lontano da valori critici;il resto era nella norma, nessuna variazione, la televisione diceva che solitamente la paura e l'eccitazione aumentassero congiuntamente, non doveva preoccuparsi il bioanalizzatore l'avrebbe aiutato ad abbassare quello 0. 25%.
Arrivo anche il bambino in tavola, uno splendido ometto biondo di otto anni.
Il bioanalizzatore aveva programmato per tutta la famiglia la dieta più adeguata da seguire, seguendo i dati che riceveva mensilmente dal chip presente su ogni soggetto.
Era nella spaziosa cucina, la casa era moderna, bianca, classificata di tipo A1, il migliore dopo quelle speciali;aveva un vasto giardino che una volta a settimana veniva usato per un barbecue con i vicini.
"Andrew, vagone"Seguito da un leggerissimo allarme, svegliò di colpo il bambino, che si diresse verso il bagno;il primo allarme avvisava il bambino di affrettarsi, il seco

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