username: password: dati dimenticati?   |   crea nuovo account

Favole per bambini

Pagine: 1234... ultimatutte

Enrica, solo per Sophie

Ciao Sophie, sono Enrica. Ricordi? La formica un po' sciupona.

l'ultima volta ci lasciammo che, sconfitte le legionarie mi girai e...

tutte le formiche del prato mi avevano circondato: legionarie, le formiche del mio nido, c'era il Grillo Saggio, la coccinilla. Tutti insomma mi stavano guardando.
Timorosa chiesi:
-Che ho fatto?-
Il Grillo Saggio mi si avvicinò e sollevandomi urlò:
-Enrica la nostra salvatrice, urrà per Enrica-
-urrà, urrà, urrà- gridarono in risposta tutti e poi si sentì dire
- Viva Enrica, la Regina di tutto il prato-
-mettimi giù- ordinai al grillo- Io Regina?- esclamai stupita

Sì, cara Sophie, sono diventata Regina di tutte le formiche, da non crederci! Vero?
Eppure eccomi qua, in carne ed ossa... si fa per dire.
Sono già sette mesi che regno e ti assicuro che è piacevole essere Regina. Nel mio campo è pace assoluta, tutti si vogliono bene e non esistono più contrasti. C'è solo una piccola formichina che si chiama, guarda un po' che strano, si chiama Sophie, proprio come te. È una birbona, sempre in giro, non ama tanto lavorare, ma io la lascio fare. L'ho nominata agente segreto dell'ordine di sua maestà... non si sa mai...
Ah dimenticavo, tra un po' trasferiremo il nostro nido su una collinetta con vista a est... un bijoux, sei invitata all'inaugurazione.

   4 commenti     di: cesare righi


NUOVA FABULA ATELLANA

ATTO UNICO



PERSONAE

Peppe Pappo  : Il vecchio avaro lussurioso da raggirare.

Bruno Bucco :  ghiottone vanaglorioso maleducato servo.

Dario  Dossena : Il gobbo astuto perfido imbroglione.

Mario Macco : lo sciocco il balordo.



Scena prima  nel vecchio centro storico di Napoli
In un antico palazzo al secondo piano  Peppe Pappo
è a letto per un forte raffreddore.



Peppe Pappo : Mi giro e mi rigiro nel letto non riesco
a pigliare sonno  , questa influenza mi ha castigato.
I soldi miei me li sono nascosti sotto alle lenzuola,
qui al sicuro vicino a me.
Questa è una casa di mariuoli, non c’è da fidarsi
di nessuno.
Vivo circondato da ladri , di gente che campa sopra
alle spalle mie.
Aspettano che io tiri le cuoia per prendersi tutto
quello che sono riuscito a mettere da parte, lavorando, risparmiando. I miei denari non si toccano.
Figli miei, quanto siete belli.
( Conta i denari, uno ad uno) . Tutto ad un tratto lancia
un urlo impaurito  si nasconde sotto le coperte.
Con voce tremante  grida: Chi và là.


Bruno Bucco: ( Accende, la luce) Don Peppe  sono io
Bruno, dabbasso  ci sono delle persone che vogliono conferire  con lei.


Peppe Pappo : Disgraziato spegni la luce, mi vuoi vedere rovinato. a fine mese la bolletta la pago io.
Da oggi in poi mi segno sopra  un quaderno ogni volta  accedi la luce inutilmente senza il mio permesso così mi ripaghi
ciò che hai consumato illegalmente.


Bruno Bucco: ( Parlando tra sé : Quanto è brutto vecchio spilorcio ma qualche giorno all’altro ti do una mazzata
in testa, adesso mi vuole far pagare pure la luce  accesa senza il suo permesso.) 
Con aria disinvolta :Come vi sentite stamani, cosa dite l’apro la finestra, ho avete paura di sciuparvi alla luce del sole. 


Peppe Pappo  : No apri  un po’ di sole  farà senz’altro bene
a queste povere  ossa mie  infreddolite.
(Scende dal letto s’infila le pantofol

[continua a leggere...]



Un gatto affamato e il topolino

In un giorno ventoso un gatto era in cerca di cibo.

Nel suo girovagare trovò un topo che mangiava vicino a un cassonetto.
Il topolino puzzava tanto ma il gatto era molto affamato e voleva mangiarlo lo stesso, così cominciò a rincorrerlo, ma quel topolino correva troppo veloce per lui.
Il gatto inciampò in un sasso e gli uscì un bernoccolo sulla testa grande come una montagna: era un gran bel bernoccolo!

Poiché correvano intorno ad una casa il topolino, girando, ritornò dal gatto che era davvero arrabbiato.
Il gatto disse:
"Ora non hai scampo topolino!"
"Ah ah, sei un misero topolino in trappola, poverino. Ora, però ti mangio e nella mia pancia c'è davvero da divertirsi, c'è solo da mangiare!"

Il topo approfittando delle chiacchiere del gatto, però, riuscì a raccogliere delle foglie e, prendendo una folata di vento, a volare via con loro facendo restare il gatto a bocca aperta.

E a stomaco vuoto.



La Cicogna distrattosa

C'era una volta una donna che aveva espresso il desiderio al proprio marito di avere un bambino speciale, più speciale degli altri figli.
Il marito chiamò il Centro Cicogne per avere il bambino e gli descrisse come lo voleva: - più speciale degli altri bambini, biondo, bello, che avesse il nome "Tommasino".
Al centro cicogne vollero saper quanto doveva pesare, il nome dei genitori, per inserirlo nella scheda della cicogna che doveva viaggiare con il piccolo bebè. Trascrissero l'indirizzo e assicurarono che entro un mese il piccolo bimbo speciale sarebbe arrivato a casa.
La mamma e il papà iniziarono a far progetti sul nuovo figlio e nel mentre arredarono la sua stanzetta, comprarono tanti vestitini e giocattoli per essere pronti per la fine del mese.
Ma passarono i giorni, le settimane i mesi e non si vedeva ancora nessuna cicogna.
La mamma piangeva e ripeteva al papà: voglio Tommasino, dov'è il mio bambino, quando me lo porterà la cicogna?
Il papà dal canto suo non sapeva come fare, allora prese il telefono e chiamò di nuovo il Centro Cicogna.
Gli rispose una vecchia Cicogna e disse: oh, oh, mi sa che c'è stato un errore.
Tommasino risulta essere stato consegnato... oh, oh, ma è stato consegnato all'ospedale sbagliato che si trova a tanta distanza da voi... ehm, la cicogna distrattosa è famosa per i suoi errori... ogni tanto si sbaglia... ah ecco risulta che nel giorno della consegna è andata allo stadio a vedere la partita e siccome la sua squadra ha vinto lei è andata a festeggiare e sapesse come gridava alè oh oh...
Il papà tornò presto a casa e con la mamma, le gatte e gli altri figli andarono a cercare Tommasino.
Appena giunti in città scesero dalla macchina e si misero a cercare dentro l'ospedale, e tutti gridavano: Tommasino, dove sei? Anche le gattine lo chiamavano: miao miao? che significa " Tommasino, dove sei?" Ad un tratto si vide spuntare una donna con in braccio Tommasino che andava ripetendo: perché mi hanno dato qu

[continua a leggere...]

   2 commenti     di: Vincenza


Il lago dei cigni

Era una notte buia e nuvolosa, in cielo non c'era neanche una stella e anche la luna si nascondeva nell'ombra del mistero. Dopo una passeggiata Lia si accorse che stava diventando nuvoloso ed era tardi, così si avviò verso il ponte del lago per tornare a casa.
Era un grande ponte moderno con corrimano e sbarre, sotto c'era una ferrovia protetta da reti metalliche. Lei adorava quel posto pieno di ricordi, fin da piccola lo attraversava con piacere anche se prima era di legno e aveva uno aspetto più antico, ma tutto può cambiare nella vita. Osservava spesso il lago e l'acqua tranquilla le accarezzava il cuore regalandole serenità.
Si fermò un istante, appoggiò le braccia al corrimano del lago, guardando il cielo con un sorriso anche se mancavano le stelle. Dispersa nei suoi pensieri, abbassò la testa e si coprì un attimo il viso con le mani sfiorandolo e sentendosi molto rilassata. Si sentiva sola, in quel'atmosfera notturna, ma con il cuore pieno di gioia e speranza.
Nel lago c'erano due bellissimi cigni bianchi e con il becco arancione, lei non li aveva notati per il buio. Erano un maschio di nome Delì e una femmina di nome Delè. Uno davanti all'altra, piegando il loro lungo collo creavano teneramente un unico cuore e fioriva un profondo amore, immagine spettacolare della natura. Delè era molto emozionata e provava sensazioni bellissime, lui la faceva felice e l'atmosfera cambiò improvvisamente. Il cielo si schiarì, scomparvero le nuvole e le stelle risplendevano con la luna nell'immenso cielo. Se ne accorse anche Lia e si mise a contemplare con serenità.
Delì voleva rendere quel momento ancora più romantico, mostrando a lei il suo splendido volo e cercandole un pensiero.
-Aspetta qui Delè, torno subito!
-Dove vai, non mi lasciare sola
-Vedrai tornerò con una sorpesa!
Delì partì in volo e Lia lo vide subito salire verso il ponte riconoscendo che era un bel cigno, purtoppo sbagliò destinazione e finì incastrato con il corpo ne

[continua a leggere...]

   10 commenti     di: sara zucchetti


Il volto della Luna

Una bambina passava molto tempo alla finestra della sua camera. Contava le ore del giorno pregando passassero rapide, camminava su e giù per la sua stanza aspettando solo di vederla. Perchè da quella sera si era innamorata.. Era successo tutto per caso. La testa le doleva tanto, quel giorno distante, che il letto era diventato la sua gabbia per l'intera giornata. Il suo pianto dolente era il suo unico compagno mentre tutto pulsava e girava. Si sentiva sola, occhi serrati come se li avesse cuciti. Poi posò le lucide iridi al di fuori della finestra.. e quel fioco bagliore sembrò invaderla totalmente con una dolcezza infinita. Tonda e argentea, la Luna sembrò sorriderle. Rimase ammaliata e per ore seguì la sua lenta vita su quel cielo, ignorando le stelle che pullulavano attorno alla sua corona soffusa, dipingendola nella sua mente per non dimenticarla. E il dolore svanì. E imparò a sorridere cancellando forse per sempre la sua solitudine. Perchè lei, fedele, ogni volta era sempre lì, in alto a guardarla, a cullarla con la sua sola presenza.
Di giorno spariva, eppure manteneva la sua tacita promessa: sarebbe tornata. E la bambina l'avrebbe aspettata.
Ma la bambina amava troppo... e anche per questo, pur sognando ogni sua parola, non avrebbe mai chiesto alla Luna di parlare. ma la Luna era bella, così perfetta da fare male... e così lontana da essere la punizione peggiore per la piccola osservatrice. Le bastava guardarla, è vero, ma che desiderio di poterla toccare, che desiderio di poter assaporare il suo abbraccio consumava lentamente la bambina! Lei era stata sola e ora che aveva visto quell'unico vero sorriso, avrebbe voluto che la Luna sorridesse a lei soltanto. Le notti passavano e la bambina la implorava. Amava tanto da desiderare di essere l'unica, l'unico sguardo della Luna, l'unico sorriso, l'unico suo cielo. Ma la Luna era sempre silente, lontana e abbagliante, d'uno straziante candore. E a volte illuminava nuove lacrime sul volto della bambin

[continua a leggere...]

   2 commenti     di: Elena Ballarin


Una vacanza in montagna

Dopo lunghi mesi di lavoro a beccare, a camminare e a covare, quattro galline di città avevano pensato di partire per una bella gita in montagna.
“Chissà che aspetto hanno i galli di montagna?”
“Ho sentito dire che sono freddi all’esterno, ma sotto le piume sono molto caldi …”
“Una volta la comare Anna mi ha detto che le chiocce di montagna hanno i glutei cadenti …”
“Ah! Non me ne parlare! A me hanno confidato che le pollastre fanno le uova in piedi!”
Questi ed altri erano i pensieri delle giovani gallinelle.
Così in un batter baleno, le quattro gallinelle armate di bagaglio, salirono sull’auto.
L’auto si arrampicava agilmente lungo i pendii montani, finché dietro una curva a gomito apparve l’enorme bocca di un esemplare di lupo morsicano, che sembrava volesse divorarle in un sol boccone!
Lo spavento per le gallinelle fu incontenibile e non ressero al trauma: un attacco collettivo di crepacuore spense loro ogni velleità.
Peccato! Morire per un cartellone pubblicitario!
Ma forse la situazione non sarebbe accaduta a delle pollastre di montagna, abituate a distinguere un lupo vero da uno di carta.

   2 commenti     di: Fabio Mancini



Pagine: 1234... ultimatutte



Cerca tra le opere

Questa sezione contiene favole e storie per bambini e adulti, racconti con morale e allegorie

Le favole sono dei racconti breve che trasmettono un insegnamento di carattere morale o didascalico. I protagonisti sono solitamente animali antropomorfizzati che rappresentano vizi e virtù degli uomini. La presenza di un intento morale le differenzia dalle fiabe - Approfondimenti su Wikipedia