Ayako Kobahiashi era intenta a scrivere il suo romanzo "I fantasmi giapponesi".
Erano le 6:00 di mattina e ormai aveva le borse sotto gli occhi, decise di abbandonare la stesura del racconto e posizionò la penna sul foglio bianco.
Decise di andare a letto, si spogliò e si mise a letto: nella sua testa aveva dei pensieri orribili: secondo alcune legende giapponesi chi muore in un certo posto, in modo innaturale, continua a vagare per l'eternità.
Mentre dormiva sentì un tonfo provenire dall'esterno e si trovò davanti una scena terribile: una donna in un kimono sporco di sangue che prima guardò Ayako e poi cominciò a urlare "Spiriti della terra e dell'inferno, datemi la forza di uccidere questa donna che vuole far conoscere al mondo i nostri segreti!" Ayako scappò su per le scale di marmo ma per un caso sfortunato della sorte vi sbattè il mento: da esso cominciò a zampillare del sangue caldo e denso.
Ayako corse in bagno e si tamponò la ferita con una garza sterilizata.
Mentre chiudeva l'armadietto dei medicinali vide riflesso nel vetro un altra donna: stavolta era bianca come un lenzuolo ma scomparì dopo un secondo.
Ayako pensò " devo essermi sognata tutto, torniamo a letto che è meglio..".
Si svegliò alle 10:00 di mattina, si fece una doccia, si vestì e uscì per andare a trovare sua madre Chitose e appena arrivò alla prefettura Mizuki (da ricordare ai lettori che in giappone non esistono vie e numeri civici) girò a destra e parcheggiò la macchina: mancavano ancora due ore prima che sua madre tornasse e lei si dedicò al suo libro.
Prese la penna e cominciò a scrivere: " una delle entità più temute su questa terra è il fantasma, ma i fantasmi giapponesi sono conosciuti per la loro indole violenta e vendicatoria, ma io non ci credo": quandò posò la penna apparve sul libro una scritta "davvero?" e poco dopo una mano spuntò fuori dal libro e la trascinò dentro il libro.
In ogni caso nessuno sa che fine abbia fatto Ayako:
La storia che mi accingo a raccontare è il resoconto di un'esperienza terribile che vissi io con la mia defunta moglie più di 20 anni fa. Nonostante non vi siano rimasti testimoni vivi in grado di confermare quello che sto per dire, io c'ero. Credetemi, o prendetemi per pazzo: ciò è accaduto veramente.
25 Ottobre 1989. Io e Mary stavamo attraversando le foreste dell'Oregon, sulla strada per il confine con il Canada: volevamo andare a trovare dei nostri amici a Vancouver. Eravamo partiti da Los Angeles di mattina. Ormai era tarda notte su quell'autostrada, e speravamo di incontrare un vicino Motel dove fermarci. Ma non c'era nulla sulla strada, nemmeno una stazione di servizio. Andavamo a rilento, guardardonci intorno nella speranza di leggere qualche indicazione utile a trovare un luogo in cui passare la notte. Quando improvvisamente la macchina si sbilanciò verso destra, e sentimmo un fischio. Feci per frenare, ma non avevo il controllo del veicolo: l'auto sbandò verso destra, Mary gridò:frenai più che potei, finchè non sbattemo su un cartello, e ci fermammo bruscamente. Mary era ancora un po' sconvolta, ma si era calmata. Le dissi: "Scendo, a controllare, tu resta in macchina". Vidi la ruota anteriore destra dell'auto complemente sgonfia: "Qualcosa deve averci bucato la gomma!" le dissi ad alta voce. Eppure l'asfalto era liscio, e non mi pareva di aver visto ne un sasso ne qualche altro oggetto sulla strada. Feci per tornare in macchina, quando la mia attenzione si spostò verso il cielo: era strano, sembrava che delle nuovole scure si stessero avvicinando molto, ma molto velocemente:non avevo mai visto qualcosa del genere. Improvvisamente dalle nuvole sbucarono 3 luci rosse molto vicine tra loro: sembravano muoversi verso di me, e più si muovevano, più la loro intensità aumentava. Non riuscii a muovere un dito, rimasi fermo a guardare. Mary scese dalla macchina, anche lei impietrita, con lo sguardo rivolto verso l'alto. A un certo pu
(Da un breve scritto, in rozza calligrafia, ritrovato sul letto di un paziente dell' ospedale psichiatrico "St. Germain" di Imperial Burg, in Germania.)
Le vicende che mi appresto a scrivere risalgono a circa 12 anni fa, nel 1980, quando all'epoca dei fatti avevo poco più di vent'anni; questo manoscritto è da intendere come ultimo resoconto tangibile di ciò che accadde in quella notte, la notte in cui fui arrestato con l'accusa di duplice omicidio, mutata poi in singolo omicidio, e che si concluse con la mia dichiarazione di "mentalmente instabile e soggetto ad allucinazioni".
Ho detto "ultimo resoconto tangibile" perchè di fatto, tutte le mie dichiarazioni alla polizia e in sede del processo furono distrutte, in quanto considerate "vaneggiamenti post-traumatici" e quindi pura invenzione del sottoscritto. Eppure, i poliziotti che allertai e videro lo scempio di quella notte, sanno di aver commesso un'ingiustizia: anzichè ringraziarmi per l'orrore che distrussi, mi relegarono qui, all'ospedale di igiene mentale St. Germain.
Finalmente, dopo dodici anni in cella d'isolamento, son stato trasferito ieri nel reparto 5B, al quinto piano: e finalmente posso sbarazzarmi degli incubi per cui non ho più dormito da quella notte; una volta concluso questo mio "testamento", mi getterò dalla finestra che ho scardinato dopo il passaggio dell' infermiera di turno. E se la fortuna, o dio, o qualunque cosa superiore all' uomo, vorrà, potrò finalmente riposare in pace.
Avevo 21 anni quando i miei genitori tornarono da un viaggio in Indonesia, coronando un sogno che avevano da tempo; ma il destino beffardo aveva fatto contrarre a mio padre una strana malattia locale, che lo portava, giorno dopo giorno, al stare peggio, presentando sempre più pustole e vesciche sul corpo.
Dopo alcuni mesi di falsa speranza e pronostici negativi da parte dei medici, mio padre spirò nel sonno, a detta di mia madre, che preferì non svegliarmi mentre veniva portato via,
È ora di andare.
Le chiavi della mini, come sempre non riesco a trovarle.
"Dove cazzo sono le mie cazzo di chiavi?!?"esclamo ad alta voce. La vicina di fronte deve aver ascoltato il mio francesismo.
"Bene ci voleva anche la vecchia"bisbiglio piano.
"Salve signora Sadler, come sta?". La vecchia mi fa un sorriso forzato e tira le tende.
Ecco vattene a fare in culo vecchia impicciona! Eureka! Finalmente vi ho trovate!
Ora posso andare al college. Spero di riuscirmi a controllare di più oggi.
L'ultima cosa che voglio è dare nell'occhio. La cosa peggiore sarebbe essere additato come quello strano. Il che non sarebbe tanto sbagliato, dopotutto è vero sono strano, sono diverso da loro comuni mortali. Così fragili, così subdoli, così precari, carne putrefatta attaccata a deboli quanto piccole ossa.
Ecco ci siamo. Sono in leggero ritardo ma sono sicuro che il professore deve ancora iniziare la lezione.
Oggi parlerà della guerra civile. Ah è davvero divertente, devo ammetterlo, ascoltare tante teste di cazzo che ti parlano di cose che non hanno vissuto, di cose che non sanno con il loro fare da saccenti.
Già è buffo ascoltarli per uno come me che in pratica ha vissuto in prima persona molte guerre.
Il corridoio dell'ala est è praticamente vuoto. Sono tutti nelle classi, ma che bravi studenti modello. Seguo la scia lontana di qualcuno di loro, riesco a percepire i loro pensieri. Sarah, la migliore amica di Adam, il leccaculo della professoressa Fitz, ieri notte ha scopato con un certo Sam o Chris. Oh la situazione si fa interessante! Non ricorda con chi dei due sia stata. E brava la biondina! E pensare che tutto sembra tranne una troietta facile. Buon per i ragazzi che le girano intorno, peccato che l'unico realmente interessato a lei, e parlo di un interesse che va oltre quello fisico, non avrà mai la fortuna(se così la si può definire)di finire nel letto delle biondina.
Sì, parlo di Adam il frocetto. E pensare che Sarah è davvero con
L'universo spirituale vibra di scintille e di colori. L'Oltremondo è percorso da correnti di luci variegate, fluttuanti, pulsanti, apportatrici di conoscenza e di bellezza.
Qui la pace è dinamismo, gioia, creatività, potenzialità. Qui hanno origine molte cause in un armonioso susseguirsi di onde attraverso le dimensioni.
E dimensioni misteriose e sublimi si profilano ancora più in alto, ancora più aldilà della mia capacità di comprensione e intuizione.
Sopra tutto e dentro tutto si riflette l'Energia Primordiale vivificatrice e tessitrice di questo multiforme schema.
I pensieri degli altri interlocutori fluiscono attraverso me apportando scambi di informazioni e di esperienze. Uno fra gli altri, che mi ha accompagnato e guidato durante il percorso dell'evoluzione, adesso mi parla:
"Tu hai completato il lungo e doloroso ciclo delle incarnazioni. Un cammino di luce si stende ora davanti a te in dimensioni spirituali sempre più sottili e perfezionate. Questa è l'ultima possibilità che hai di ridiscendere nella materia, non più come uomo ma come avatar, oppure di abbandonare la materia per sempre. Che cosa scegli?"
Una parola si irraggia vibrante dal mio essere:
"Avatar. Sarà un piacere diventarlo, poiché ora sceglierò di nascere nella ricchezza".
"Sarebbe una incarnazione sprecata! Per poter vivere intensamente la tua incarnazione, per avere più sensazioni, più esperienze, ti conviene rinascere nella povertà. Perché vuoi discendere ancora una volta fra la miseria, l'ignoranza, le malattie?"
"La compassione per gli incarnati, per tutti gli incarnati, mi spinge a farlo".
"Gli incarnati non ti riconosceranno. Se insegni a loro, essi non ti crederanno. Se acceleri la loro evoluzione essi ti ostacoleranno. Se li guarisci essi ti odieranno. Solo dopo la tua morte, solo molto tempo dopo, alcuni incarnati godranno dei tuoi doni e ti riconosceranno. Vuoi tu dunque?..."
"Avatar. Poiché adesso ho la certezza che tutta la materia è solamente illusio
Tre Settembre
La bambina cantò uno strano ritornello quando suo padre entrò nella stanza.
"Il sogno nel sogno mi disse: non sarò il tuo incubo peggiore ma quello che ti Farà più male. Nel sogno al sogno io dissi:
non sarò il tuo risveglio peggiore, ma quello che ti farà svanire...
"Il sogno nel sogno mi disse: non sarò il tuo incubo peggiore ma quello che ti Farà più male. Nel sogno al sogno io dissi:
non sarò il tuo risveglio peggiore, ma quello che ti farà svanire... "
Poi si interruppe.
Jacob la osservò; le prese la mano e la baciò.
"Come stai oggi amore?" Gli chiese.
"Bene! Meglio insomma! Posso tornare a scuola? Domani" Domandò allegra.
Il padre fece un gesto di diniego con il capo.
"Perché no? " Chiese e poi abbassò lo sguardo come chi conosce le sue colpe e non vuole ammetterle.
"Amore! Due giorni fa hai picchiato una tua compagna di classe!"
"Lo so! Papà! Ma lei " Non concluse.
"Non importa! Hai commesso un gesto sbagliato! Inconsiderabile! Le hai rotto il naso!" Disse ammonendola!
"Papà! Tu non capisci!" Alys cercò di scusarsi.
"Allora spiega! Spiegami per bene perché lo hai fatto!" Rimase poi in silenzio.
"Non so se è giusto!" Non so!" Disse la bambina.
"Perché non deve esserlo? Sono tuo padre! A me non puoi dirmelo?"
"Solo che voi; dopo il colloquio con quel amico di mamma pensate che io sia stramba!" Poi sorrise.
"Amore! Noi; io e tua madre abbiamo ascoltato ciò che ci ha detto il dottor Swan; ma non crediamo che tu sia stramba! Oppure posseduta! Come ha detto lui.!" Finì e le diede un altro bacio sulla guancia.
Poi continuò:
"Allora me lo dici perché l'hai picchiata? Lo sai che i tuoi compagni adesso hanno paura di te?"
"Lo so! Prima era diverso!" Rispose.
"Prima di quando?"Chiese Jacob.
"È colpa mia! E" colpa mia!" Alys iniziò a piangere.
Jacob l'abbracciò.
"Va bene! Va bene! Non voglio che tu pianga! Non importa! Se non mi vuoi dire il motiv
È bello stare a prendere il sole, comoda, sotto questo cielo al quale mi sembra di essere appesa. Certo, ci si scalda e la mia pelle, giorno dopo giorno, si è arrossata; sì, la mia pelle, così spessa fino a poco tempo fa, bianca, quasi diafana, tanto che ero diventata verde dalla rabbia. E io sempre lì ad attendere l'arrivo dell'estate, con il suo caldo a volte soffocante, ma che mi dà tono, mi fa sentire più matura. Ora la mia pelle è liscia, vellutata,
tanto che mi fa sembrare più desiderabile.
Tutto il giorno resto a immobile per assorbire anche l'ultimo raggio e passo il tempo a guardarmi intorno; ci sono altre come me, ma non sono così belle, non hanno un colorito così ben uniforme, e soprattutto non hanno una linea invidiabile come la mia, tutta curve sinuose che, non per vantarmi, rasentano la perfezione.
Penso proprio che più d'uno potrebbe dire che sono un bel bocconcino e direbbe semplicemente la verità; al riguardo sono ancora vergine, ma comincio a sperare che un giorno o l'altro di questa lunga estate possa venire per me l'occasione propizia, quella che sognano anche le altre che mi stanno intorno.
Intanto, continuo a godermi questo dolce far niente, a guardare il panorama semplicemente meraviglioso, con una vista mozzafiato sulle montagne coperte di pini che cambiano colore più volte nel corso della giornata: azzurrine all'alba, nelle ore centrali verde chiaro, che diventa scuro all'imbrunire. Per me è diverso, perché il mio rosso è sempre uguale, sia di giorno che di notte.
Questa mattina mi sono risvegliata un po' frastornata, probabilmente per l'incubo che ho avuto; ho sognato che venivo ghermita da un vecchio peloso e bavoso, un essere viscido e strisciante. Cercavo di sfuggirgli, ma era tutto inutile, tremavo come una foglia e poi poi per fortuna la luce dell'alba mi ha risvegliata.
Ora mi sono calmata, anche se il cuore, ogni tanto, batte più forte; beh, bando alle chiacchiere e vediamo di cominciare la quotidiana sedut
Questa sezione contiene storie dell'orrore, racconti horror e sulla paura