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Lettere e racconti epistolari

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Da un padre al nascituro

Ciao piccolo eroe. Ci stiamo preparando, ma è già quasi tutto pronto.
Qui c'è un sacco di gente che ti aspetta, ma ci sono anche tante persone che non sanno del tuo arrivo: alcuni saranno contenti, altri indifferenti, altri ancora si dispiaceranno. Io e la mamma cercheremo di insegnarti a riconoscere tutte queste categorie di persone, sebbene certe volte sia difficile distinguerle anche per noi che abbiamo trent'anni.
Quante notti trascorreremo a vegliare sul tuo sonno, sui tuoi lamenti; quanti giorni dedicheremo a te, a sorreggerti e a trasmetterti l'amore di cui siamo capaci, un amore indescrivibile. La vita sembra una cosa complicata ma in realtà se sceglierai l'amore come insostituibile guida, vedrai che tutto sarà più semplice. Pensa che ogni giorno c'è un tramonto, e poi qualcuno osa parlar male della vita... non ascoltarli mai quelli lì... nel mondo ci sono tante persone arrabbiate che cercheranno di confonderti le idee, ma tu non crederci, ascolta papà e mamma e vedi che loro ti daranno il consiglio giusto; ci vorranno degli anni prima che tu possa capire di chi ti devi fidare oltre la soglia di casa... non è per spaventarti, è per prepararti ad affrontare le cose per tempo!
Non stufarti mai di giocare, è una delle cose più belle, il gioco stimola la fantasia e rende allegri, ingredienti fondamentali per raggiungere lo scopo! Cos'è uno scopo?, è un obiettivo da conseguire; in ogni cosa che farai dovrai pensare di arrivare ad un punto prestabilito... uno degli scopi fondamentali della vita è quello di essere felici, il secondo è quello di rendere gli altri felici. Credimi non è complicato, bisogna soltanto individuare il mezzo giusto per raggiungere l'obiettivo, se no il percorso sarà più lungo... ah, occhio che la strada è piena di ostacoli che cercheranno di farti cambiare direzione, ma tu devi perseverare sempre, e ti dovrai attrezzare di alcuni trucchi per aggirare gli ostacoli... sì, la magìa esiste, è dentro ognuno di noi, ba

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Voce che ti chiama

Alla luce soffusa di una lampada guardo pagine bianche... Ho la malinconia tra le dita che fremono al risuono del cuore che ti chiama...
Decido di scriverti, e immagino così di parlarti come se tu fossi accanto.
Carissimo, il tuo silenzio ormai è lapide di un sentimento che solo io avverto.. ma mi chiedo perché certe emozioni sembrano più dure a svanire, o semplicemente non si riescono ad accantonare in quei remoti di vissuto che poi si confondono di contorni di realtà se ti vengono alla mente, per caso.
E ogni giorno scorre nell'indizio di un'attesa che non ha origine in nessun spazio e tempo reale... solo nel testardo mio cuore.
E così ti penso, soprattutto nei languori silenziosi dell'anima, e ti vedo nei passi decisi, ti sento nelle frasi che conquistano, e ti sorrido nell'ombra.
Oggi, come ieri, altrettanto domani io ancora sono qui a vederti, a sentirti e a sorriderti... come necessità di non interrompere il flusso delle tenerezze ascoltate, perché sei sogno accarezzato, amore idealizzato, fantasma nei pensieri e convivo di ore di nostalgia con te anche se tu mai lo saprai.
Ovunque l'amore ti porti con sé, in mistero di nuove sensazioni, vi è antico ancora il mio che ti sfiora tra sguardi di cielo, tra volti incrociati, tra frasi allegre o tristi, tra notti che t'amano o t'addormentano...
Io sono qui, anche in queste righe che non mentono, io sono in ogni parola solitaria che ha unica voce ma che ti chiama... ti chiama, amore mio!

   1 commenti     di: Marhiel Mellis


Alle mie figlie

Mie piccole stelle, con le lacrime agli occhi scorro l'album dei ricordi, le nostre fotografie. Due angeli le mie stelline! Rivivo la nostra vita, i vostri primi vagiti, le pappine, che spargevate sul mio viso ed io presa tra due fuochi ridevo dei vostri dispetti, i vostri primi passi. Meravigliose creature, spesso capricciose ma sempre allegre, due piccole pesti le mie stelline, il vostro sorriso era il mio, eravate la luce dei miei occhi, eravate il raggio di sole in un giorno di primavera, contagiosa la vostra gioia di vivere. Ricordo le sere d'inverno tutte e tre sul mio lettone, quando eravate voi a rimboccarmi le coperte e le favole da voi inventate per farmi addormentare senza incubi. Allora facevo finta di dormire e voi vi addormentavate al suono del mio respiro. Il tempo passa e voi, dolci pulcini, siete cresciute, la scuola, i primi esami, la maturità, i primi amori e adesso l'università. Mai ansiose e sempre con tanta grinta avete superato le avversità della vita, la mia omosessualità non vi ha mai spaventate.
Avete accettato la mia compagna che per voi fu subito mamma, confidente, amica, compagna di giochi, maestra di vita, complice.
Alla sua morte una sola domanda : mamma... "PERCHÉ ".
Sono così' orgogliosa di voi figlie mie! Avrei voluto vedervi diventare Donne, mamme.


Cucciole di donna,
voi:
parole e melodie,
purezza e rispetto,
leggiadria e sensualità,
incanto e simpatia,
angoscia e amore,
spensieratezza e nostalgie.
Sono stanca, voi mi date la forza di vivere, voi sarete le eredi del mio vissuto, chissà forse adesso è arrivato il mio tempo e, se questa notte fosse l'ultima mia notte, ricordate che vi ho tanto amate e che sempre vi amerò oltre la mia vita. Nelle notti buie la mia mano accarezzerà le vostre paure, i vostri sogni. Io sarò sempre la vostra mamma e voi le mie piccole stelle.



A mio padre

Ciao Papà..

Ho preso un foglio di carta bianca, una penna... e stò scrivendo una lettera... Una lettera per te... Chissà quante volte nei tuoi pensieri, nelle tue giornate scure, aspettavi con la speranza un mio ritorno, un abbraccio o semplicemente un foglio di carta con scritto " Ti voglio bene".. Intanto i giorni passavano e con esso anche gli anni, ma la speranza del mio ritorno, nel riabbracciarmi, o di quel semplice foglio di carta, non ti passava mai. Ti sentivi tradito nel cuore di papà .. Non accettavi la ferita, ti rimproveravi, dove avevi sbagliato.. mentre rivedevi e pensavi (anche solo per poco) tutti i giorni trascorsi. Hai gettato via, in silenzio, il tuo orgoglio, accettando di perdonarmi, senza aggiungere alcuna parola... Hai lasciato che fosse il tempo, a farmi capire dove sbagliavo. non voglio strapparti altre lacrime, i tuoi occhi hanno già pianto troppo. Adesso sono io.. ad essere senza parole.. A tenere questa penna in mano, cercando nel mio inconscio le parole giuste.. Come posso scrivere tutto quello che provo dentro? Il rimorso, la paura e forse anche un po' di vergogna. Nel mio silenzio cerco il tuo perdono per essermi allontanata da te.. cercando il giorno o il futuro che ci farà ancora ritrovare insieme, come allora. Anche domani potrebbe succedere. Perchè no!.. non sai quanto lo desidero.. Ti chiedo perdono se sono stata un 'egoista, per non averti capito subito. Perchè tutto ciò che un padre vorrebbe per la propria figlia è , salute, fortuna, felicità, ed una famiglia serena., Anche nella povertà, hai dato tutto quello che potevi, il tuo grande amore. Ed io in cambio cosa ti ho dato?.. Nulla!. Ho cercato come figlia di coniugare solo, il lavoro, l'essere madre e donna, dimenticando i veri valori che ci hai insegnato.. Pensavo solo a cosa fosse stato meglio per me e per il mio futuro,, non cosa avresti voluto tu.. Chiedevo al Signore, di non farmi soffrire, di aiutarmi sempre, di non abbandonarmi.. non mi rendevo conto

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   8 commenti     di: Giulia Gabbia


Decollo

Stai iniziando a decollare, i motori sono accesi e tu cominci a planare a braccia larghe. Dirigi come il vento un amore senza rumore e le ali ti aiuteranno mentre sorvoli i cieli a rimanere anche per un solo istante, in equilibrio e non ti spaventare se per caso il tuo veivolo, per incertezza rallenta e sprofonda nell'abisso, l'oceano riporta sempre a galla, i suoi relitti.
Ma tu sono sicura che con la tua forza, ti tufferai e quando l'ultimo momento ti sembrerà perduto, ecco che con il tuo respiro a bocca a bocca, riprenderà fiato e allora, le vostre mani si spingeranno sui corpi, insinuandosi, fra le pieghe della pelle...

   6 commenti     di: augusta


A Lillian

Carissima Lillian,
prima di partire dovevo salutarti.
Ti starai chiedendo dove me ne devo andare, non ti risultava che io dovessi partire.
Dove vado è un luogo da cui non potrò ritornare, non ho avvisato del mio arrivo, ma sono certa che troveranno un posto anche per me.
Sarà un viaggio breve, credo, non so ancora bene, non vi sono stata mai.
Partirò alle prime luci dell'alba, quando ancora il sole, con i suoi raggi, invaderà la vallata. Sai quello è il momento che preferisco del giorno. Tutto assume un aspetto fatato, i colori sono tenui e dolci anche i più cupi, si sentono i primi uccelli col loro canto mattutino, se si è fortunati, si vedono anche piccoli caprioli che brucano l'erbetta fresca, poi sul suo punto di vedetta appare il piccolo falco che scruta tutto con la sua eleganza.
Non saranno necessarie valige piene di roba che puntualmente riportiamo da ogni viaggio sottoutilizzato, con la paura di lasciare a casa qualcosa che ci possa servire. Dove vado, non servono vestiti, creme, profumi o scarpe. Si dice che tutto sia etereo e che dunque non si badi molto a quello che s'indossa. Non vi è né caldo ne freddo, non piove e mai neppure nevica, o almeno credo.
Sai le fonti su quel luogo sono molto incerte, ha mille nomi e diverse descrizioni, ma nessuno è mai potuto tornare per raccontare ciò che ha veduto.
In genere si viene chiamati per andarci. Spesso ti fanno una bella improvvisata, forse per questo non serve portare nulla, quando ti chiamano non si ha tempo per preparare le cose, tante volte non si ha tempo neppure per salutare le persone più care.
Poi ci sono le persone come me, che invece da maleducate si autoinvitano, ma sia sono molto tolleranti e non si arrabbieranno molto, almeno spero.
... cosa dici? Sono una vigliacca?
Lo so hai ragione, non è di certo questo il modo di fare, ma lo sai io non sono mai stata capace di lottare, soprattutto quando la battaglia è già persa alla partenza.
Amica mia non sono triste e neppur

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   8 commenti     di: stella luce


Addio

Per un instante ho trovato la pace del mio silenzio tra le tue braccia. Le tue carezze, i tuoi baci, il tuo affetto profondo in quella sera, erano veramente magiche. Il piacere enorme che o trovato tra le tue braccia, mi facevano pensare che quel momento era l'essenza della mia vita. Avevo gettato ogni pudore di fronte a te. Credevo di aver trovato l'uomo della mia vita, che lo sempre cercata, e sei apparso al improvviso, ma purtroppo sei sparito in un instante, per non so quale ragione. La veste del mio corpo era completamente aperta aspettando il tuo ritorno in solitudine per risentire le tue carezze, emozioni, sensazioni, brividi. Mi tormenta il pensiero di aver sbagliato nei tuoi confronti. Questo silenzio mi uccide, dimmi qualcosa, giustifica il tuo comportamento, abbia coraggio e dimmi la verità. Eppure eri te che volevi a tutti costi conoscermi, sei stato tu folgorato alla prima vista. Io invece conoscendoti ( quel poco che mi hai fatto vedere ) mi sono sentita avvolta dal tuo bel carattere, dalla tua bontà, dalla tua intelligenza, dalla tua voce. Ti sembrerà strano, pazzesco, ma quando ci siamo presi per mano, per la prima volta mi sono sentita profondamente tua e ti sentivo profondamente mio. Mi sono lasciata andare, ho seguito il mio istinto, perché dovrei sentirmi in colpa per questo? Non ho il coraggio di portarti questa lettera, quindi non credo che leggerai mai tutto ciò. Mi spiace tanto, mi piange il cuore pensando di aver perso l'occasione di conoscere meglio una persona meravigliosa come te. Quando mi parlavi in macchina se ti ricordi, mi dicevi come avresti voluto che fosse la donna della tua vita, e come avessi visto la vita accanto a lei. Mi venivano i brividi, ed ero molto entusiasta, mi sentivo nel settimo cielo perché era tutto quello che avrei voluto fare io per l'uomo della mia vita. Credevo che non esistessero più uomini cosi e mi sentivo privilegiata in tutti i sensi. Questa sarebbe stata una lettera di addio, mi farò una ragi

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Questa sezione contiene una raccolta di racconti scritti in forma epistolare, diretti ad uno o più destinatari.