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Lettere e racconti epistolari

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Lettera alla mamma

Cara mamma,

70 anni e rotti, da quando hai dato la luce ai miei occhi, nel giorno in cui si sta per festeggiare in tutto il mondo "la "Festa della Mamma", mi è venuta voglia di scriverti, come facevo quando ero soldato e tu tenevi le mie lettere nello scrigno sul cassettone in camera da letto e ne parlavi con le tue amiche. Sono sicuro che leggerai queste poche righe da lassù dove, con papà, per sempre, segui le avventure della nostra vita come alla televisione, con schermo panoramico gigante, in ansiosa attesa del nostro rientro.
Come vedi, vivo solo, in quell'isoletta che ti è piaciuta tanto, che tu paragonavi alle Tremiti. Ho tanto tempo per pensare, tanti ricordi e anche tanti rimorsi.
Forse non sono stato un buon figlio, non avevo voglia di studiare, tu che volevi assolutamente il figlio laureato, perciò ti feci una promessa, che mantenni. Alla laurea provvide poi la mia cara sorellina. Quando smisi di studiare, ti giurai che sarei riuscito a fare una carriera importante da laureato; alcuni anni dopo, ricordo con commozione, che volesti per te il mio primo biglietto da visita con sù scritto: "Direttore Commerciale"; avevamo le lacrime agli occhi, quando te lo diedi.
Dopo aver cresciuto le zie e gli zii, ti era rimasto poco tempo per coccole e moine, ma nel momento del bisogno eri lì, sempre presente, con le pezzuole di acqua e aceto da posare, con una carezza, sulla mia fronte calda per la febbre. A volte, in sogno, sento ancora la tua mano fresca e ne sento il profumo di pulito.
Purtroppo quello che da te era visto come un evento felice, il mio matrimonio, alla fine si rivelò come uno sbaglio, in parte anche per colpa mia, sono sicuro che quel fallimento contribuì ad accelerare il decadimento della tua salute.
In quella triste notte in cui la tua anima candida lasciò questo mondo, si chiuse un ciclo, quando trovai il coraggio di chiuderti gli occhi.
Grazie mamma, ti ho voluto tanto bene, anche se ero molto restio a dirtelo. A presto.

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Lettera a Jopp

Cara Joop, sono molto felice di avere un'amica di penna, anche perché credo che sia importante confrontarmi con altre persone non solo a scuola e nei luoghi pubblici, ma anche attraverso le parole scritte. Prima di tutto voglio presentarmi: mi chiamo Josephine, ma tutti mi chiamano Jo. Sono una ragazza di Indole socievole, forse un po' Cocciuta, però ho tanta volontà, se non ne avessi non avrei mai preso questa carta da lettere, e non ti avrei mai parlato di me. Ho quindici anni, e si sa a questa età i genitori parlano spesso del futuro, infatti mia madre molte volte che cosa farò da "grande". Io non ho mai risposto apertamente, però ho tante idee. Se chiudo gli occhi la prima professione che mi viene in mente è la scrittrice, anche perché il mio sogno è diventare una scrittrice famosa, in seguito vorrei anche divenire una giornalista e mettere su famiglia; già mi immagino tutto... La mia scrivania è piena di fogli e penne, ci sono anche pile di libri, e le mie mani sono imbrattate di inchiostro, insomma mi immagino molto indaffarata a scrivere di tutto. La mia concentrazione viene interrotta da un gemito. Ascolto meglio e capisco che quel suono è il pianto di un bambino: è mio figlio, probabilmente avrà fame. Passo per l'Angusto corridoio, e mi dirigo verso la cameretta del piccolo. Squilla il telefono, mollo tutto e vado a rispondere: è quello Zotico del mio vicino, non fa altro che Blaterare. Dopo aver riattaccato, una pallottola di pelo mi salta addosso : è Joke, il mio cagnolino. Mi ricordo che devo spazzolarlo, vado nel ripostiglio e prendo l'occorrente.
Fischiando e battendo le mani invito il cucciolo a venire da me. Nessuna risposta. Capisco subito che si è nascosto, ormai mi ci sono abituata. Dopo un po' lo trovo, lo acchiappo dal collare e lui si arrende, ma proprio quando tutto sembra tranquillo Joke mi morde il molso, io mollo il collare e lui scappa via. Mi ha ingannato con uno Strataggemma! Sento da fuori il rumore del motore di un'

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   0 commenti     di: silvia costante


Caro Amico in questo giorno

Caro Amico, in questo giorno in cui mi sorridi e mi abbracci dicendomi "sei grande", io sento la mia sicurezza franare, nasce in me la paura che un giorno potrei deluderti.

Mi abbracci e mi dici "mai"

Amico mio ti ricordo che sono fatta di testardaggine, voglio sempre avere ragione e non mi piego mai a volte posso apparire arrogante e lo so bene, altre rido amara e tu sai perché.

Certo sono fatta anche di risa, allegria e ironia, credo nelle cose impossibili e questo ti diverte molto.
Ma tu lo sai che sono anche piccola? A tratti fragile...
Cosa ti aspetti da me?
Che io abbia sempre la risposta giusta a tutto?
Che io sia sempre divertente e disinvolta?
Che la mia intelligenza non possa mai trasformarsi in idiozia?
Per favore non ti aspettare nulla di tutto questo aspettati la sola cosa che meglio mi riesce fare e darti "la mia amicizia "

Scusami per miei silenzi, scusami quando mi infiammo davanti alla tua debolezza o quando mi dici che ormai non vali nulla, che per te la corsa è alla fine, ma è solo perché ti voglio bene e c'è molto per te nel mondo se solo tu le volessi davvero "cambiare le cose".

Forse può apparire come un discorso egoistico e lo sarebbe se ti dicessi che dalla tua felicità dipende la mia ma non è cosi: io rido, io vivo, io sogno anche quando la tua testa è china e scompari per nasconderti dal mondo.

Desidero che tu possa essere felice semplicemente perché ti voglio bene.
A dispetto dei tuoi discorsi bui e sebbene la tua visione della vita è lontana dalla mia ti voglio bene ugualmente, la tua felicità può essere un valore aggiunto alla mia vita per te è invece l'essenza della tua stessa vita.



I miei bambini

Sono sette anni che vi conosco
eravate piccoli dolci angeli di appena sette anni, ricordo i vostri volti dolci sorridenti.
Ricordo i vostri pianti, i vostri strilli, le corse per raggiungere i giochi
adoravo le vostre domande innocenti ma già importanti per piccoli come voi, eravate il mio orgoglio i miei piccoli grandi bambini.
Siete cresciuti e pian piano siete dimiuiti,
ma eravate tanti ugualmnte e importanti a ugual misura anche se non più così innocenti.
Gli sguardi tra voi si sono trasformati, le parole i gesti
tutto cresciuto la vostra altezza le vostre mani,
i visi truccati, i vostri vestiti e i vostri colori.
Non siete più i miei piccoli bambini
ma grandi ragazzi ormai sulla porta d'uscita.
Siete pronti a volar via da questo cammino
pronti alla vita a diventare grandi.
Tra poco sarà il 24 di Maggio e
il mio cuore fa già un sobbalzo.
Sono triste perchè so che stò per perdervi ma
vi auguro oggi una vita di sogni, di grandi momenti.
Vi voglio bene Michela



Vorrei essere il tuo lenzuolo

Stasera sono triste, e anche molto. Non so perché, dopo che mi hai detto di non riuscire a dormire, mi sento come un nodo alla gola. Mi sento impotente, vorrei aiutarti ma non so come. Alle volte mi piacerebbe essere il tuo lenzuolo per poterti abbracciare felice e farti sentire il mio calore. Fare in modo che tu possa dormire tranquilla sentendoti protetta e abbracciata. Non so alle volte cosa mi prende, era parecchio che non ti scrivevo, e neppure ti ho mandato niente anche se ho scritto tantissimo, ma non per te. Ho scritto per me, ho una mezza idea di poesie, diverse, particolari per farne un libro. Quelle che ho scritto per te, non so se le hai trovate, oltre a mandartele, le ho pubblicate su un sito e devo dire piacciono. Ho utilizzato ovviamente uno pseudonimo.
Quelle non credo le pubblicherò insieme a queste nuove, sono troppo intime, troppo personali da poter condividere in un libro.
Oggi, o meglio stasera, ho inventato un piatto, gli ho dato il tuo nome, spero non ti dispiaccia.
Stella del mio firmamento, visto che non posso chiamarti come vorrei, lo so che chiederti di immaginarmi accanto a te, ti farebbe passare definitivamente la voglia di dormire, ma se senti un alito di vento, è una mia carezza affidatagli, per invitarti a riposare tranquilla.
Ciao.

   5 commenti     di: clem ros


La fede dei padri

Carissima, eccomi qui a raccontarti un momento della mia vita, un momento di ricordi di fanciulla che hanno ormai perso la loro autenticità. Ricordi le nostre vacanze pasquali da ragazze? le funzioni religiose a cui prendevamo parte borbottando, però era un modo per incontrare i ragazzi. Ma non era l'unico motivo:eravamo state educate nella morale, nella religiosità delle famiglie di cui facevamo parte. Tradizioni che hanno imbevuto la nostra fanciullezza, adolescenza, giovinezza e che pensavamo di trasmettere ai nostri figli. Illusione!!! io non ci sono riuscita e tu??? non sapevamo che la persona che avremmo incontrato e, che per bellezza e giovinezza di avrebbe colpito, poteva pensarla diversamente ed avversare in ogni modo quelle nostre idee. Quando ascolto per tv cosa succede a donne "non libere"e sento i ragazzi fare le loro riflessioni, racconto loro cos'era per noi l fanciullezza e la giovinezza. Ricordi? non potevamo entrare in chiesa con abiti che in estate avessero le maniche più su del gomito, il capo doveva essere sempre coperto dal velo e noi cercavamo i veli più leggeri in vendita perchè non volevamo rovinare le nostre capigliature e poi il colmo dei colmi:inginocchiarsi davanti al prete. che rabbia!! inginocchiarsi per confessarsi, inginocchiarsi per fare la comunione mentre i maschi erano in piedi... com'era fredda quella balaustra dell'altare!!! e ora??? che ci è successo??? abbiamo chinato il capo davanti ai nostri genitori, davanti alla chiesa, davanti ai nostri mariti ed ora ci ritroviamo senza genitori, senza chiesa e senza marito!!! bella vita!!! o forse no... la fede possiamo reinterpretarla e ritornare a viverla... siamo grandi... vero??? comunque ti avevo scritto per dirti altro ma la vita mi ha preso la mano. A presto rileggerci NIVES

   4 commenti     di: soffice neve


Lettera a un cuore

Non aspettarti sia io a dare inizio a quel "qualcosa"
non so farlo,
non lo farò.
Tu che non hai mai chiesto nulla
ti sorprendi che qualcuno ora ti tratti a par suo.
Non riesci a comprendere il perché di quello che ti accade
e arretri, hai paura di concederti all'unica persona che sai ti terrà testa
paura di non avere più il primato
dell'essere "l'adorato"
ma di adorare qualcuno al di fuori di te stesso.
La tua vanità m'allontana, amore.
E quanto perdi frapponendo tra noi quel lato di te che sai, non amo affatto.
La tua corazza, il tuo scudo, la tua dannazione.
Io ho spessi muri, sì,
ma le tue maschere sviliscono il sentimento,
tolgono verità all'amore che è nobile e sconfinato.
Il tuo cuore puro lo intravedo in fondo
a un pozzo nero e torbido.
Lascia che la mia mano possa raggiungerti,
lascia che i nostri tormenti svaniscano
insieme,
nel vapore di un nostro abbraccio sincero, vero.




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Questa sezione contiene una raccolta di racconti scritti in forma epistolare, diretti ad uno o più destinatari.