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Lettere e racconti epistolari

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On - Off

Non sappiamo come sarebbe stata la nostra vita insieme, non voglio neppure immaginarla. Già non voglio immaginarla perché potrebbe essere motivo di rimpianti se la immagino bella e piacevole come la tua compagnia. Non lo sapremo mai, nessuno può immaginare il proprio futuro, significherebbe non avere scelte nella vita. Spero che nulla sia scritto per tutti i poveri umani, significherebbe che qualcuno ci manovra come burattini costringendoci al suo volere. Nello stesso tempo non basta volere le cose, desiderarle fortemente, almeno non vale desiderare le persone. Per desiderarsi bisogna essere in due, non basta l'amore di uno per colmare anche quello dell'altro.
Non posso nè voglio immaginare la mia vita con te, mi piace però sentire che quei pochi istanti che ogni tanto passiamo insieme, mi riempiono di gioia. Forse è questo il segreto, passare ogni tanto un po' di tempo insieme senza impegno, senza effusioni, senza carezze. Eppure dopo le sogno le carezze che avrei voluto darti, i baci con cui avrei esplorare di nuovo il tuo corpo, le sensazioni che sono semplicemente assopite, pronto a risvegliarsi semplicemente col tuo profumo. Già il tuo profumo... ogni volta che lo sento in giro, la mia mente si offusca. Devo stare attento, certe distrazioni sono pericolose, soprattutto quando attraverso la strada.
Vorrei salutarti con un semplice... ciao amore mio, ma significherebbe farti arrabbiare perché tu lo sei per me, mentre io per te non più. Lo so, sono un paraculo, l'ho detto senza dirtelo direttamente, ma non posso farci niente. Si dice che al cuore non si comanda, eppure mi piacerebbe riuscirci. Possedere il telecomando del mio cuore, per accendere e spegnere i miei sentimenti... ON... OFF.
Ciao amichetta del mio cuore.

   3 commenti     di: clem ros


Contro l'abbandono

Caro amico,

quando siamo diventati amici ero davvero felice,
specialmente quando passavi il tuo tempo libero
giocando con me, lì mi sentivo davvero fortunato.

Ricordo,
ora che cammino su questo ciglio di strada,
le corse che ci facevamo,
quelle belle ore in cui passeggiavamo insieme tra la natura.

Bello era anche quando mi sgridavi,
magari avevo fatto qualcosa che non dovevo,
o forse eri solo nervoso e io ero la tua valvola di sfogo.

Ma ero felice di esserlo,
ero felice lo stesso perché ogni giorno
passato con te era stupendo.

Il momento che preferivo era quando ritornavo da te
per fare pace o per consolarti,
e mettevo il mio muso in una tua mano
per farti capire che c’ero,
e non ti portavo rancore,
anche se magari mi avevi sgridato o picchiato senza motivo.

Sai noi cani, amico mio,
non portiamo rancore,
amiamo incondizionatamente.

E anche ora,
che cammino qui,
su questo ciglio di strada,
sotto il sole rovente,
sopra questo asfalto che brucia come l’inferno,
penso a te amico mio,
e ti amo ancora, senza riserve.

Cerco di capire perché mi hai lasciato qui,
perché mi ha abbandonato,
forse non ti sono stato vicino quanto tu desideravi,
forse sono stato un pessimo cane,
forse quella volta che ho sporcato casa,
o quando ho masticato le tue costose scarpe…..

…forse perché ora che ti accingi ad andare in vacanza,
sono solo un peso per te.

Amico mio,
ora la mia sorte è quella di un cane randagio,
probabilmente morirò di stenti
o sotto le ruote di un autoveicolo, o
finirò chissà dove, dimenticato e privo di affetti.



Il mio nome è Giulia

Tratta da una storia vera



Mi chiamo semplicemente Giulia
diminutivo di Giuliana anche se all'anagrafe risulto come Luciana Giuliana.
Lasciami spiegare le parole scritte.
Se per un istante Dio si dimenticasse che sono una marionetta di stoffa e mi regalasse un pezzo di vita,
probabilmente non direi tutto quello che penso, ma in definitiva penserei tutto quello che dico,
darei valore alle cose, non per quello che valgono, ma per quello che significano.
Ferma restando continuo a raccontare la mia storia.
Mi accorsi un giorno che in meno di due mesi perdevo chili e diventavo sempre più debole.
Attribuivo questa stanchezza alle numerose ore di lavoro che spesso facevo, incurante che possa essere dovuta da altri motivi.
Continuai ad andare avanti per un altro periodo, fino a che un giorno incontrai un'amica enologa ove mi consigliò di farmi una mammografia in quanto avevo superato un età e secondo lei un'esame preventivo sarebbe stato molto meglio.
Scoprì così dolorosamente di essere malata di cancro.
Fui sottoposta ad una operazione, ed in seguito alle cure di chemioterapia e radioterapia
Lottai con tutte le mie forze contro lo stronzissimo cancro, accettando una cura con effetti collaterali devastanti
La mia anima moriva lentamente come del resto il mio corpo mentre rimanevo impotente davanti alla sua mutazione
Ogni volta che mi somministravano i loro farmaci vomitavo anche la bile e quando non c'era più niente da vomitare mi limitavo ad avere conati e convulsioni.
Persi tutti i capelli, la cosa più bella della mia immagine così scelsi di vivere sotto una orribile parrucca.
Fu terribile sopportare simili tormenti a causa della malattia e della sua cura.
Mi chiedevo più volte se quando non ci fossero state più speranze , sarei stata in grado di togliermi la vita, intanto cercavo di andare avanti sottoponendomi a terribili torture, convincendomi che un solo modo per sopportare era la forza di volontà ,

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   3 commenti     di: Giulia Gabbia


La fede dei padri

Carissima, eccomi qui a raccontarti un momento della mia vita, un momento di ricordi di fanciulla che hanno ormai perso la loro autenticità. Ricordi le nostre vacanze pasquali da ragazze? le funzioni religiose a cui prendevamo parte borbottando, però era un modo per incontrare i ragazzi. Ma non era l'unico motivo:eravamo state educate nella morale, nella religiosità delle famiglie di cui facevamo parte. Tradizioni che hanno imbevuto la nostra fanciullezza, adolescenza, giovinezza e che pensavamo di trasmettere ai nostri figli. Illusione!!! io non ci sono riuscita e tu??? non sapevamo che la persona che avremmo incontrato e, che per bellezza e giovinezza di avrebbe colpito, poteva pensarla diversamente ed avversare in ogni modo quelle nostre idee. Quando ascolto per tv cosa succede a donne "non libere"e sento i ragazzi fare le loro riflessioni, racconto loro cos'era per noi l fanciullezza e la giovinezza. Ricordi? non potevamo entrare in chiesa con abiti che in estate avessero le maniche più su del gomito, il capo doveva essere sempre coperto dal velo e noi cercavamo i veli più leggeri in vendita perchè non volevamo rovinare le nostre capigliature e poi il colmo dei colmi:inginocchiarsi davanti al prete. che rabbia!! inginocchiarsi per confessarsi, inginocchiarsi per fare la comunione mentre i maschi erano in piedi... com'era fredda quella balaustra dell'altare!!! e ora??? che ci è successo??? abbiamo chinato il capo davanti ai nostri genitori, davanti alla chiesa, davanti ai nostri mariti ed ora ci ritroviamo senza genitori, senza chiesa e senza marito!!! bella vita!!! o forse no... la fede possiamo reinterpretarla e ritornare a viverla... siamo grandi... vero??? comunque ti avevo scritto per dirti altro ma la vita mi ha preso la mano. A presto rileggerci NIVES

   4 commenti     di: soffice neve


Lettera a Joop

Cara Joop, sono molto felice di avere un'amica di penna, anche perchè credo che sia importante confrontarmi con altre persone, non solo a scuola e nei luoghi pubblici, ma anche attrverso le parole scritte. Prima di tutto voglio presentarmi: mi chiamo Josephine, ma tutti mi chiamo Jo. Ho quindici anni, e sono di indole buona, forse un po' cocciuto però ho tanta volontà, se non ne avvesi non avrei mai preso questa carta da lettere e non ti avrei mai parlato di me. Come ti ho già detto (o meglio scritto), ho quindici anni e si sa a quest'età i genitori parlano spesso del futuro, infatti mia madre spesso mi chiede cosa farò da "grande". Io non ho mai risposto apertamente, però ovviamente ho tante idee. Se chiudo gli occhi la prima professone che mi viene in mente è la scrittrice, anche perchè il mio sogno è quello di diventare una scrittrice famosa, in seguito vorrei divenire una giornalista e mettere su famiglia; già mi immagino tutto... La mia scrivania è piena di fogli e penne, ci sonoa nche pile di libri, e le mie mani sono imbrattate di inchiostro, insomma mi immagino molto indaffarata a scrivere di tutto. La mia concrentrazione viene interrotta da un gemito. Ascolto meglio e capisco che quel gemito è il pianto di un bambino: è mio figlio, probabilmente avrà fame. Passo per l'angusto corridoi e mi dirigo verso la camera del piccolo. Squilla il telefono, mollo tutto e vado a rispondere: è quello zotico del mio vicino, non fa altro che blaterare. Dopo aver riattacato, una pallottola di pelo mi salta addosso: è Joke, il mio cagnolino. Mi ricordo che devo spazzolarlo, vado nel ripostiglio e prendo l'occorrente. Fischiando e battendo le mani invito Joke a venire da me. Nessuna risposta. Capisco subito che si è nascosto, ormai mi ci sono abituata. Dopo un po' lo trovo, lo acchiappo dal collare e lui si arrende, ma proprio quando tutto sembra tranquillo Joke mi morde il polso, io mollo il collare e lui scappa via. Mi ha ingannato con uno stratagemm

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   1 commenti     di: silvia costante


Lettere mai scritte

Dear...
è molto tempo che penso e riepnso a tutte le cose che avrei voluto dirti e non te le ho dette, tante di quelle cose che volevo farti fare, vedere o anche immaginare ma niente. non ho mai avuto il coragigo di dire cio che provavo e provo veramente. ogni volta che ti vedo andare via, beh, mi si stringe il cuore perchè vorrei fermarti e dirti tutto... ma sono troppo timido per farlo quindi vedo solo la tua bellissima forma sgretolarsi a ogni passo che fai.
probabilmente sono io lo stupido o semplicemente cieco da non aver capito prima quanto potessi amarti... in questo periodo mi piacerebbe averti vicino a me per colmare quel senso di vuoto con cui vivo da sempre e che solo con pochi prescelti riesco a colmarlo. e una di questi sei tu...
spero che un giorno tu venga da me come quando ci siamo visti la prima volta...

   1 commenti     di: luca serrani


Lettera alla Democrazia

Cara Democrazia,
sono anni ormai che Ti guardo da lontano, Ti vedo all'orizzonte, certi giorni sembri più vicina, altri Ti allontani; Ti ho scritto più volte, Ti scrivo ancora una volta, Ti scrivero' sempre; insieme a chi come me ancora Ti cerca, Ti ha sempre cercato e Ti chercherà ancora, ho urlato il Tuo nome a squarciagola nelle piazze; Ti ho letto in mille modi, stampata sulla carta di un libro, spruzzata nel muro di una scuola, dipinta su un cartellone, scritta con i fiori e coi palloncini colorati; sento parlar di Te da famiglie giovani che non arrivano in fondo al mese; vieni invocaTa da chi subisce torti e ingiustizie; i nostri nonni Ti lodano con ancora negli occhi i ricordi freschi di una dittatura recente; Ti vedo sventolata in tv da quattro politicanti privi di cultura, grassi e arricchiti, che nel Tuo nome si nutrono di diritti già acquisiti dal popolo in un passato turbolento.
Alla tv si parla di scontri, manifestazioni, gente che perde il lavoro, vedo politici che vorrebbero fare i comici e comici che vorrebbero fare i politici; mi affaccio alla finestra, guardo l'orizzonte e nn ci sei più, torna presto.
Francesco




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Questa sezione contiene una raccolta di racconti scritti in forma epistolare, diretti ad uno o più destinatari.