username: password: dati dimenticati?   |   crea nuovo account

Racconti e storie sul Natale

Pagine: 1234567tutte

La cinciallegra e il pesce dorato

C'era una volta una bambina, molto carina, ma con lo sguardo triste ed una lacrima nel cuore.
Un giorno, mentre era tutta intenta nelle faccende domestiche, venne a sapere da una cinciallegra che lontano lei avrebbe trovato la felicità, se solo lo avesse voluto.
La bimba allora, senza pensarci sopra due volte chiamò il suo caro compagno di giochi e gli raccontò che la felicità si trovava molto lontano da loro, ma che se solo lo avessero voluto, avrebbero potuto raggiungerla.
Il ragazzo non si perse d'animo e rimboccandosi le maniche con un gesto che era solito fare, promise che l'avrebbe aiutata.
Prepararono le loro cose per affrontare il lungo viaggio ed al mattino presto si misero in cammino, lungo i margini della foresta.
Cammina cammina, montagne, fiumi, pianure e immense vallate arrivarono al mare. La cinciallegra li seguiva da vicino e li spronò ad avere fiducia in lei.
Attraversarono il mare per giorni e giorni. Tempeste, burrasche e bonacce segnarono il loro viaggio. Finalmente dopo molti giorni arrivarono alla foce di un fiume incantato. Un enorme pesce dorato gli si fece incontro, riconoscendoli subito. I due ragazzi presero posto sul dorso del pesce che si offrì di accompagnarli dove solo lui sapeva.
Risalirono il fiume grazie ai poderosi balzi del pesce. Dopo un estenuante giorno di viaggio arrivarono in un villaggio dove li aspettavano una vecchina ed il suo cagnolino nero. Stanchi, ma ansiosi di conoscere il motivo di cotanto viaggio, i due ragazzi entrarono nella povera casa.
La vecchina disse loro con voce gentile: " Finalmente siete arrivati. Non abbiamo mai perso la speranza di vedervi giungere da tanto lontano. Qui si custodisce il segreto della vostra felicità che con tanta cura abbiamo conservato per voi. Aspettatemi... torno subito."
I ragazzi si guardarono negli occhi... ed attesero il ritorno della vecchia signora. Dopo qualche istante la videro arrivare con un fagottello tra le braccia. Un visetto simpatico fece cap

[continua a leggere...]



Storia di Natale

È una notte senza luna e senza stelle. Peppino, spinto dal vento gelido di tramontana che spazza il vicolo stretto, arriva a mente fino allo slargo dove termina il paese. Ha la vista appannata perché ha bevuto il residuo dei fondi di bicchiere che ogni sera gli lascia da parte l'inserviente, fuori dal bar, vicino al bidone dell'immondizia. Sa d'aceto e di tappo, ma riscalda lo stesso. Alla mensa dei poveri ha trovato solo una fila interminabile. Alla fine ha rimediato pane vecchio e bucce di formaggio, ne ha messo via una parte nella busta di plastica, con gli avanzi di pollo della rosticceria e una fetta di panettone quasi intera, caduta di mano a qualche bambino distratto o capriccioso. Da dividere coi cani che gli scodinzolano dietro e lo aspettano, o per domani.
Se anche dovesse esserci, per lui, un domani. Per lui che ha visto andare in fumo tutta una vita, senza più ieri né oggi. Appena fuori dal paese ci sono le grotte scavate nel costone ripido della roccia. Nel secolo scorso ci stavano i briganti e i contrabbandieri, ora ci vivono solo i barboni. Sistema alla meno peggio i cartoni per la notte e si rincantuccia sotto la coperta di sacco.

Miriam ha viaggiato per due giorni e due notti. All'alba, quando ha passato la frontiera, le è sembrato un miraggio. È partita da sola in mezzo a tanti, nascosta nel ventre di una nave diretta in Italia. Italiani, brava gente, dicevano. Al suo paese c'erano state le suore missionarie italiane, Miriam aveva studiato catechismo con loro, ricorda tante parole d'italiano.
Ora, nel buio della stiva, vede ancora il villaggio avvolto dalle fiamme che divorano le piantagioni di mais e di zucche. Ha venduto i maiali e gli zebù della sua famiglia per pagarsi il viaggio. Non lascia nessuno, solo capanne d'argilla distrutte ai confini del deserto, e morte. Allo sterminio della sua famiglia nubiana non è sopravvissuta che lei, designata dalla sorte a custodire il vapore, il fantasma della sua gente che, si

[continua a leggere...]

   7 commenti     di: Elvira Siringo


Buon Natale

La serata era umida e fredda, mancavano ormai pochi giorni per il Natale e le vetrine erano tutte addobbate con calcomanie e luci multicolore. I negozi colmi di gente sorridente che sceglieva i doni per le feste e scambiava gli auguri con conoscenti e commessi. Le strade ed in particolare la via principale del paese erano illuminate a giorno, tra i passanti allegri babbi natale con la classica casacca rossa, cappello bianco e rosso e la lunga barba, posticcia, bianca, intonavanole tradizionali canzoni natalizie. Dalle pasticcerie si spandeva il profumo di fragranti dolci e dei torroni, era proprio bella quell'atmosfera di festa. In un angolo, seduto al bordo del marciapiede, un uomo di piccola statura con i capelli disordinatamente lunghi e dalla barba incolta, indossava una lisa camicia a quadri felpata ed un vecchio rattoppato pantalone di velluto grigio, aveva degli scarponi senza lacci, cercava di ripararsi dal freddo coprendosi con dei pezzi di cartone. Aveva accanto una lacera borsa di tela e poggiati per terra una lattina di cibo in scatola, una bottiglia di birra ed una ciotola di rame desolatamente vuota. Nessuno lo degnava d'uno sguardo, sembrava come se non esistesse. Le genti gli passavano davanti, con le grandi buste piene di spesa, con le allegre scatole di dolci, senza vederlo, o probabilmente senza volerlo vedere. Cercava di ripararsi dal freddo sfregando le mani sulle braccia e le gambe ma i brividi di freddo taglienti trasformavano la sua pelle come una buccia d'arancia. La ciotola era rimasta vuota, non aveva racimolato nemmeno uno spicciolo, non avrebbe potuto farsi neanche un bicchiere per riscaldarsi e già pensava a come avrebbe passato la gelida nottata. Vedeva tutte quelle donne in pelliccia, gli uomini con soprabiti ed eleganti giubbotti di renna, gli luccicavano gli occhi, sembrava volesse piangere. Era disperato quando vide avvicinarsi un uomo anziano che teneva al guinzaglio un vecchio cane, anch'egli dai capelli e barba lunga inco

[continua a leggere...]

   0 commenti     di: andrea


È Natale anche lassù

Fuori piove e guardando le insegne luminose che sono pronte ad augurarci un Buon Natale, ripenso a questo lungo anno che ci sta per lasciare.
Le mille emozioni, i baci dati, gli abbracci ricevuti. Le cento risate che mi hanno accompagnato in questo lungo 2010, pieno di amori, amicizie, pianti, litigi, sorrisi, pazzie fatte.
Questo 2010 passato ancora con Voi. Non era come lo sognavo, lo desideravo migliore però nonostante tutto è andato bene anche così.
Manca ormai una settimana a chiudere quest'anno, passato cosi velocemente, e noi tutti speriamo in una sorpresa, in una svolta!
In un amore passato che ritorni, in un'amicizia persa che ritorni.
Eppure ora, io vorrei solo una cosa, rivedere Te, che mi hai lasciato cosi, senza un motivo. È Natale anche lassù!!
Darei oro per riabbracciarti, per salutarti o ancora semplicemente per augurarti Un Buon Natale...
Un altro anno senza Te, sta per iniziare. Mi manchi. <3

   6 commenti     di: Sara Turco


L’angelo della Vigilia

Mancava solo un giorno a Natale e Valentina era impaziente di aprire i regali che già da qualche dì l’aspettavano sotto l’albero addobbato a festa, accanto al camino. Valentina aveva 14 anni, ma il suo cuore era rimasto quello di una bimba più piccola; credeva nella magia del Natale nel modo più naturale e semplice, proprio come ci crede una bimba non ancora condizionata dall’esperienza del tempo. La cosa che amava di più, quando arrivava il Natale, era ascoltare la voce della nonna mentre raccontava le storie d’amore che davano significato a quell’avvenimento così importante per tutti i bimbi del mondo: ogni sera, per nove sere, prima del 25 dicembre. Ogni volta, era un po’ come aprire una casella del calendario dell’avvento. Quest’anno la nonna aveva cominciato a narrare le vicende degli angeli che avevano aiutato alcuni personaggi importanti della Bibbia come Abramo, Pietro, Maria ecc., ma aveva anticipato a tutti i nipotini che avrebbe tenuto per la sera della vigilia di Natale, il racconto più affascinante, quello dell’angelo custode. Il giorno tanto atteso era finalmente arrivato! Valentina, come ogni sera si preoccupava di rendere più comodo possibile il posto dove la nonna era solita sedersi. Aveva sistemato il cuscino più morbido sulla poltrona e sollecitato il papà ad accendere il fuoco nel camino. Ma, quanto c’impiegava la nonna ad arrivare? Era in ritardo di dieci minuti che paravano un’eternità! Quando finalmente il sorriso della nonna Gina s’affacciò alla porta, Valentina si precipitò a tirarla così impetuosamente per le braccia, che la povera donna fece una gran fatica a mantenere l’equilibrio. Appena seduta, gli altri nipotini le saltarono subito addosso frugandole le tasche, infatti era solita portar loro delle barrette di cioccolato ripiene al latte.
- “Dai, nonna! Comincia a raccontare! ” - Sollecitò Valentina – “ C’è tempo dopo! Si, faremo più tardi tutto il resto! ” –
Pareva proprio

[continua a leggere...]



Pacco regalo

Strappò di netto la carta argentata, aiutandosi con i denti,
quasi inghiottendo il fiocco blu.
Con un pugno sfondò il cartone rinforzato e con il piede allargò il varco, estraendo il delicato vaso di porcellana dalla forma quasi eterea.
Grugnì soddisfatto.

   9 commenti     di: Dino Borcas


Il canto dell'umanità

Fra qualche mese ecco la ricorrenza del Natale e quella notte sarà vestita dalle attese in ogni casa che ama il sacro evento. Albero luccicante, presepe che recita ad ogni sguardo ad esso volto il magico indizio di una nascita che renderà cuori propensi ai buoni propositi di cristianità..
Spero solo che un po' di quella luce di fede divina possa riflettersi ove più scura è la malinconia per una assenza fatale, per una malattia inesorabile, per un dolore dell'anima insopportabile, per disfatte incontrollabili, per un amore sofferente di incomprensioni.. ma soprattutto per ogni bimbo o giovane o vecchio che, infelici, non riescono a sorridere più!
E forse il canto dell'umanità sarà avvertito universale di quella fiducia che ora pare sempre più persa in accadimenti di violenza, di derisioni al rispetto per ogni individuo, per ogni donna, per ogni diversità, per ogni pensiero e ogni povertà
E si andrà così avanti pensando alla vita come bene prezioso da proteggere e alla morte solo come semplice finale necessario per tutti.

   0 commenti     di: mariella mulas



Pagine: 1234567tutte



Cerca tra le opere

Racconti e storie sul NataleLa pagina riporta i titoli delle opere presenti nella categoria Natale.

Il Natale è la festività cristiana che ricorda la nascita di Gesù di Nazareth. Viene festeggiato il 25 dicembre (o il 7 gennaio nelle Chiese orientali). - Approfondimenti su Wikipedia