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Racconti sulla nostalgia

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Struggimento

io, quando vedo le cose che non servono, mi viene come.. come quando.. quando sei piccolo e ti svegli e non trovi la mamma... e ti senti solo e triste e provi pena per te, e per tutto l'universo... si chiama struggimento, che è la voglia di qualcosa che non c'è o che hai perduto.
provo questo quando vedo le cose che non servono.. non perchè sono vecchie ma pewrchè sono nuove, ma non usate. in casa mia ci sono molte cose così. provo pena per esse.
come per cose che non sono amate...



IL '68 di MARA

Mara si trovava dietro un alto finestrone dell'Università. La vetrata nella parte superiore era quasi opaca per la polvere ma in basso si riuscivano a scorgere con chiarezza tutti i dettagli del palazzo di fronte.
Sul cornicione numerosi uccelli svolazzavano di qua e di là.
Un piccione aveva appena pulito col becco il suo bel piumaggio iridescente ed ora stava compiendo numerosi giri di corteggiamento attorno ad una femmina.
Questa, dal testino più dolce e corpo snello, fingendo indifferenza si postavacontinuamente ma appena l'altro si distraeva cercava di interessarlo tubando
Mentre era così attenta ad ammirare quello spettacolo, Mara fu colpita da un vociare nel cortile sottostante.. Un folto gruppo di studenti parlava piuttosto animatamente.
Presa dalla curiosità scese e si fece spazio per capire cosa stesse accadendo.
Si discuteva di occupazione
A Nantes in Francia c'erano state già le prime agitazioni, la Sorbonne era stata occupata. Anche in Italia stavano scoppiando le prime proteste universitarie.
Tutto sembrava così strano ed eccitante a Mara abituata ad una scuola dogmatica ed autoritaria. Sotto certi aspetti si sentiva fuori luogo là ma voleva capire, interessarsi a
quel nuovo fenomeno che cambiava le sue certezze.
Nella sua vita scolastica non aveva nemmeno mai sentito parlare di scioperi! E così la sera restò là, all'interno dell' Università con gli altri, a vedere, a capire.
Iniziarono serate straordinarie e diverse per lei : riunioni politiche tra il fumo di sigaretta, il suono di chitarre, l'odore del ciclostile.
Si fumavano le Nazionali Blu senza filtro perché ricordavano le più nobili "Gouloises" francesi e per nobilitarle scherzando si erano soprannominate "N bleu".
Si passava la sera a scrivere e disegnare tatzebao da affiggere ai muri con i compagni.
Mara era così presa da quelle novità che di

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   5 commenti     di: MD L.


A Natale nasceva Gesù Bambino!

Meno di 25 anni fa ero solo una bambina.
Fa un certo senso dire “25 anni”. È un periodo così lungo eppure sembra proprio qui dietro l’angolo.
Nei giorni dell’Avvento, non appena faceva buio, dal campanile della chiesa si spandevano le note delle più classiche canzoni di Natale: “Tu scendi dalle stelle”, “Bianco Natale” …. Merry Christmas si cantava solo in TV.
Mi piaceva stare ad ascoltarle sul balcone di mia nonna, seduta su una piccola e vecchia sedia impagliata ed intanto annusare l’aria foriera di neve o forse solo di freddo.
A volte la neve arrivava davvero ed era uno spettacolo. Fuori in strada a giocare e poi dentro al caldo, gote rosse e mani gelate!
In classe si faceva il presepe con il muschio vero che si prendeva nel bosco e ognuno di noi portava una statuina. Chi voleva una pecora vicino alla capanna, chi la voleva ad abbeverarsi vicino al laghetto di carta stagnola, chi invece la voleva addirittura nella capanna insieme all’asinello ed al bue così il bambino si scaldava di più …… cosicché, prima ancora dell’inizio delle vacanze, pastori e pecorelle avevano già visitato tutto il presepio … Qualcuna, vagabonda, sconfinava anche nella zona desertica dedicata ai Re Magi che, da lontano, si accingevano ad attraversare il deserto per portargli oro, incenso e mirra e non i torroncini della Condorelli. Anche il deserto era preparato con cura, vera sabbia di mare conservata dalle ultime vacanze per l’occasione.
La recita scolastica, le canzoni cantate in coro, chi era bravissimo imparava anche una poesia e l’ultimo giorno di scuola si tornava con il lavoretto per i genitori preparato in classe.

La mattina di Natale sveglia in fretta per vedere i doni che aveva portato Gesù Bambino!
Già Gesù Bambino, proprio quello del presepe, quello della messa cantata di mezzanotte, quello che nasceva al freddo e al gelo in una capanna di Betlemme, con solo il bue e l’asino a riscaldarlo. Me lo immaginavo, poverino,

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   0 commenti     di: Silvia Frigerio


1 - Un Venerdì. Inizio Agosto.

Sono quasi le 6 e 30 e l’autobus sta arrivando al casello. È Venerdì e la faccia di Guido lascia trasparire tutta la stanchezza della settimana: barba incolta, occhiaie, vestito un po’ stropicciato. Sono 4 anni che lo conosco e ogni volta quando arriva questo periodo non parliamo la mattina: troppi turisti, troppe valige. Tutti preoccupati di arrivare per tempo a Roma, tutti con la testa già in vacanza, già presi dalle loro mete.
Guido invece è la, con la sua 24 ore poggiata in verticale sulle gambe, sguardo un po’ perso nel vuoto, ma comunque sempre gentile, non manca mai un “buongiorno” oppure un “prego”. Anche oggi lo aspetta una dura giornata di lavoro. Io invece sono fortunato ho le mie due corse preferite: quella di stamattina e poi il ritorno delle 17 e 30, ciò significa che approfitterò per godermi un po’ Roma.
Ok, casello, telepass, autostrada. Il traffico del Venerdì estivo non ha nulla a che fare con il resto della settimana: è scorrevole, è pure piacevole guidare. Certe volte con la mente inizio a spaziare e immagino di portare in gita nella città eterna una 5a elementare. Il mio collega è il professore, sì Giovanni ce l’ha faccia da insegnante; uno di quelli con la valigetta in pelle marroncino, sulla cinquantina, occhiali con cordoncino e microfono alla mano. I passeggeri dell’autobus sono gli alunni. Ovviamente i più indisciplinati sistemati agl’ultimi posti per far casino. Guido invece nell’immaginario da classe elementare è al primo posto. Seduto in silenzio scambia solo qualche parola con il maestro. La cosa più indisciplinata è fare a gara con il suo compagno di posto ad indovinare le targhe delle macchine:
- PE?
- è Pescara ovvio!
- FI?
- Firenze!
- PT?
- Potenza?
- No!
- Pistoia!
- Bravo Guido!, be adesso state tranquilli che tra poco l’autista si fermerà all’area di servizio.
Era vero!
“Signori faremo una sosta di 10 minuti, siete pregati di non tardare”. Era la consueta sosta c

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   2 commenti     di: Emilio C.


L'Italia

Basta parole buttate al vento per avere l'applauso del popolo Italiano.
Quì non stiamo giocando una partita di calcio dove ci sfottiamo e Rosichiamo se la nostra squadra del cuore perde. Quì c'e' in gioco il futuro delle persone; dei giovani, dei meno giovani e degli anziani! un popolo intero che si trova nelle mani di questi personaggi che come nel poker, barano, facendoci credere di avere una scala reale quando in verità hanno solo una carta isolata.
Cari partiti è ora di fermarsi e riflettere, è ora che vi fate un esame di coscienza per capire cosa sta succedendo.
Tantissimi voti di protesta; ma voi vi state chiedendo il perchè?
vi siete accorti che c'e' stato un grande fallimento?
la gente è stanca di questa spazzatura che ogni giorno ci viene propinata, la gente vuole iniziare a respirare aria pulita, vuole poter credere, vuole poter tornare ad avere una speranza nel cuore.
L'Italia ha bisogno di rinascere, di spazzare via tutta questa corruzione, tutti questi ladri che hanno mangiato a nostre spese, che si sono permessi di Infangare e Umiliare una Nazione come la nostra, fregandosene di guardare verso il popolo, verso coloro che hanno la dignità di soffrire e guadagnarsi onestamente il pane.
È ora di cambiare, è ora di ridare a questa Italia la propria dignità, il proprio rispetto, è ora che quella poltrona non sia solo un trofeo, ma un ideale!
Non mi vergogno di essere Italiana, perché la mia terra non ha colpe, lei ha solo bellezze da scoprire, lei ci regala le meraviglie e ci mette a disposizione tutti i mezzi per realizzare i nostri sogni.
Gli errori sono stati fatti dal potere, da coloro che ci hanno violentati, strappandoci ogni diritto di esseri umani. Ma oggi dico Basta! È ora di cambiare, è ora di far emozionare questa Italia, che silenziosa aspetta in disparte qualcuno che la sappia amare.
Ora Basta!

   5 commenti     di: laura


Crete d'autunno

È un autunno pigro, dal fascino dorato e molle, e’ sole tiepido che filtra dalle persiane abbassate, sono fiori che sbiadiscono sui terrazzi perdendo petali e colore. È autunno di creta, ha l’anima calda, l’ombra di un uomo schiacciata sul muro, senza spessore, nè dolore. Ha tramonti di resa, lo sguardo profondo dell’amore nel suo cammino senza fine, il desiderio appoggiato alle spalle e il mistero di foglie ingiallite alla deriva sul cuore.
Ed è sogno a finestre socchiuse, strada da percorrere, sorridente agli specchi e alla vita, ha occhi che parlano di niente alla luna, ed è invadente il suo vento, fa alzare la gonna e abbandonare all’istinto, dischiude le gambe all’amore, è stagione che gioca col fuoco, che ha bisogno di andare, che bagna poi asciuga la mente e i ricordi.
È carne cruda, linfa vitale,è forza che annienta, un angelo nero incontrato di sera, seduto ai bordi del tempo a modellare le stelle e a trattenere la voglia.
È coda tesa e febbre calda, accattivante e indiscreto con quel cielo violaceo che ti scivola addosso e possiede.
Ha voce di sirena quest’autunno, inciso nella pietra, con case di calce bianca e sentieri sterrati, vie che si moltiplicano in labirinti di nebbia, uno stordimento leggero come la vita, giorni scanditi velati di grigio, formule magice e lingue oscure per fare l’amore durante la notte, per sentire il latrato dei lupi fra i lampioni di strada.
E in quel giardino di rose sfiorite, sotto la pioggia che cola, in ogni respiro ci sento il tuo cuore che divide il buio in diamanti neri dalle cornici d’argento.

   8 commenti     di: Tiziana Monari


I teoremi di Euclide non servono a nulla

" Ma prof a cosa servono i teoremi di Euclide?"
Mi volto e ti guardo: Marco il mio alunno migliore, studioso, curioso, dotato di quella logica che ogni insegnante sogna... Marco già uomo di casa con una madre da proteggere e un fratellino da accudire...
Rivediamo le applicazioni ma, scuotendo i riccioli con quel tuo sorriso disarmante mi chiedi :
"ma nella vita a cosa mai serviranno?"
Ammutolisco come la classe che incantata aspetta che il suo capitano abbia la risposta..
Diviene la nostra battuta..." i due teoremi di Euclide valgono quanto il solo di Pitagora? " e come due complici ridiamo.. fino all'esame.
A settembre la notizia agghiacciante: leucemia linfoblastica acuta
Inizia quel calvario che affronti giorno per giorno sempre a ancora con quel tuo sorriso e quella battuta che mi ripeterai tante e tante altre volte ancora sempre uguale..
Accanto al tuo letto ti spiego la dimostrazione.. quella che i tuoi coetanei stanno ascoltando in un'aula e le applicazioni che vedrai nella geometria piana, che sicuramente vedrai nella geometria solida, che sicuramente vedrai...
poi... il buio.
Sono trascorsi tanti anni da allora... i programmi ministeriali non li hanno ancora cancellati... devo spiegarli.. ad alunni ogni volta diversi ma.. una improvvisa crisi allergica o una ciglia negli occhi giustifica sempre quella lacrima che proprio non vuole saperne di non scendere..
Girata verso la lavagna rivedo il tuo sorriso lontano e poi voltandomi lentamente con timore attendo...

   12 commenti     di: alice costa



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