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Disciolta solitudine

Un dì, se io non mi fossi ritrovata in una sorta di intrigante silenzio, non sarei rimasta lì ferma in un punto ad aspettare che il mio cuore mi parlasse, che il mio cuore mi dicesse di andare avanti. Nonostante le mie forze, ero incapace di scacciare uno stato di mortificante avarizia contraddittoria che mi aveva travolto da capo a piedi, non potevo fare altro che attendere, ovvero di trovare in quel mio voluto silenzio un punto fattibile che mi desse la forza di andare avanti, fino in fondo in quel sentiero che mi sembrava che non avesse mai termine. In quel momento mi sentivo travolgere da un'implacabile agonia silenziosa, mi sentivo come se avessi compiuto un atto pregiudizievole, ma io mi continuavo a domandare, in quale colpe ero precipitata? Di cosa ero artefice? Ad un tratto il sentiero si è dissolto e mi sentivo fluttuare nell'aria, ero sola senza alcun presentimento. Nonostante mi sembrasse che il mio comportamento in quel preciso istante risultasse "iniquo", non potevo fare altro che osservare in quale sorta di inferno fossi capitata. L'inferno della solitudine, l'inferno di avere un cuore gelido, l'inferno di non essere in grado di ritrovarmi quella motivazione che non aveva neanche il diritto di chiamarsi orgoglio.
Continuai a camminare lottando con tutte le mie forze nella speranza che ritrovassi la terra ferma sotto i miei piedi. Continuai a camminare, cominciai a sudare freddo al sentire i lamenti delle strambe creature che mi circondavano, cominciarono a toccarmi, sentivo il loro respiro sulla pelle; mi sentivo abbandonare a quei respiri, non potevo precipitare proprio ora. Cominciai a correre senza scampo, correvo attraverso le fiamme, nella speranza che trovassi una via d'uscita, corsi fino allo stremo. Ad un tratto le mie forze giunsero ad un limite e non potetti altro che arrendermi e chinarmi su quella sottospecie di pavimento infuocato e cominciare a piangere. Ero sola, senza alcuna forza cosa potevo fare? Ma proprio quando sembrava che la mia vita fosse finita, che non sarei riuscita sfuggire alla minaccia della mia solitudine che mi perseguitava senza scampo, mi sentii sollevata. Alzai lo sguardo e mi ritrovai vicino a sei angeli. Dentro di me sentivo il sussurro di un lamentio presente nel mio cuore in un dolce e rapido sollievo. Erano di una bellezza celestiale, con le loro aureole di un argento brillante; occhi azzurri, capelli biondi e lunghe e delicate ali che sembrava che man mano andassero più in alto, si dissolvessero nell'aria. Dopo un lungo volo gli angeli toccarono terra e mi stesero in un enorme letto, mi guardarono per un lungo istante e delicatamente cominciarono ad innalzare le loro ali e volare via a lasciarmi vagare nei miei sogni, in quel momento sentivo che il mio cuore stava sorridendo, un sorriso che mi ha dato un dolce ed imponente sollievo.

 

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5 commenti:

  • Dilaila Bella il 15/10/2011 12:02
    Davvero gentile, mille grazie
  • sara zucchetti il 14/10/2011 23:31
    Capisco bene il tuo modo di esprimere le tue emozioni, la vita è difficile ma con questi racconti a lieto fine ci si sente meglio e soddisfatti. Per me è così! Molto bello anche questo
  • Angel Bruna il 05/10/2011 10:56
    bravissima, si evince una tua intima inquietudine ma la forza con cui ne esci è davvero magnifica: "sentivo che il mio cuore mi stava sorridendo", stupenda!
  • Dilaila Bella il 03/10/2011 21:05
    In quei momenti, nonostante io mi senta sola, riesco sempre a scacciare i miei sentimenti più profondi tramite la scrittura... Grazie
  • Anonimo il 03/10/2011 20:04
    Sei davvero brava a descrivere le tue emozioni sottoforma di racconto fantastico. Qualcosa ti spaventa e ti blocca ma alla fine trovi il coraggio di spiccare il volo e fidarti degli altri...

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