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Dialogo tra una donna e la genialità
La Donna sdraiata su una chaise-longue vestita solo con un abito nero di velo trasparente e paillettes.
La Genialità in piedi cammina su e giù per la stanza.
D. : Lascia stare, oggi non ho voglia di parlare.
G.: Perché? Sei un genio non lo vedi? Non la senti la tua incontrollabile forza? Dove è finita la donna che ho conosciuto tanti anni fa e che cambia ogni giorno continuamente?
D. : È finita dove è finita io non lo so, almeno non oggi, non questo pomeriggio sai com'è la vita, sai com'è anche un genio si spaventa, si sotterra per poi rinascere più forte, più bello, più grande. Anche un genio può morire a volte. Anche un genio può sentire il bisogno di sparire, di annullarsi per poi riprendere il volo, il cammino, il percorso un po' più forte. Tu che sei la genialità sai bene quanto sia difficile vivere in questo mondo con persone che hanno poco di geniale.
G.: Ma non è solo questo, dai, non mentire, non amo la banalità dei futili discorsi, non amo le lusinghe fatte tra le righe. Tu oggi vuoi essere lasciata in pace e basta. Ma, se arrivasse qui un uomo, adesso, e si mostrasse interessato a te, alla tua testa. Alla tua bellezza estrema che faresti? Lo cacceresti via, dicendogli che non è giornata?
D.: Che domanda? Se arrivasse qui un uomo intelligente, sicuro di sé e capace di capire chi sono, di capire la mia forza e il mio genio, come potei mandarlo via? Che domande!
G.: Sai che ho il potere di far realizzare i tuoi desideri, i tuoi sogni più reconditi?
D.: Lo so.
G.: E quindi chiedi, pensa e apparirà quello che vuoi.
D.: Quello voglio sei tu, è parlare con te, sentire il tuo afflato, la tua passione per la vita e la tua forza, quasi pari alla mia, di cambiare il mondo! Non voglio altro!
G.: Si, e io ci devo credere?! Facciamo che io ci credo, ma sono certa che tra poco mi chiederai di trasformarmi in qualcun altro. Ho il potere di leggerti dentro e oggi sei un po' giù ma la tua bellezza parla e il tuo corpo grida! Urla parole d'amore, urla passionalità, abbandono. Ha voglia di essere amata e di amare ma io ti capisco, comprendo il vuoto che esige di essere riempito. Ma è la prima congiura di un vero genio questa, nessuno mai colmerà il tuo bisogno di Amore, la tua voglia di passare dal vuoto al pieno e dal pieno al vuoto. I tuoi giri concentrici sono belli, affascinanti ma spaventosi, se un solo uomo o una donna li percepisse, anche in minima parte, scapperebbe da te terrorizzato, credimi!
D.: E che saranno i miei giri concentrici? Davanti agli occhi è come se avessi pianure sconfinate, vuote e io potrei riempirle tutte con tutto quello che voglio, con tutto quello che mi viene in mente. E ne avrei di cose in mente! In fondo ci metterei delle montagne alte, piene di ghiacciai invalicabili, che nascondono profondi crepacci. Molti uomini vorrebbero salire per conquistarne la vetta, e molti uomini perderebbero la vita. Poi abbandono l'idea di riempirle e le lascio vuote, fino a che ne ho voglia, fino a che mi pare e piace!
G.: Ma le calpesteresti? Ci correresti sopra?
D.: Certo, farei tutte le corse che voglio, vedo cavalli allo stato brado che si nutrono solo della loro libertà. Vedo solo il colore del fiume e sento lo scrosciare delle sue acque, fredde, tempestose e violente. Sulla riva i miei piedi vengono bagnati con ferocia e mille spilli mi pungono l'anima che parte dal basso del mio corpo nudo. Odore di erba bruciata dal sole, di spighe e di papaveri cresciti da soli e che soli morranno il giorno in cui qui non pioverà più! Lascio questi spazi e mi ritrovo in posti più piccoli ma pieni di vita. Pieni di forti odori provenienti da oggetti che ormai sembravano avessero lasciato tutto il loro essere dentro di loro. La libertà è questo, prendere e lasciare andare, è questo gironzolare da soli in tutti i nostri pensieri più nascosti. Più scavi e più sei libero e più ti liberi dalle schiavitù delle catene che noi stessi abbiamo messo alla nostra anima che soffoca senza averne colpa. Ti basta o devo continuare?
G.: Fai tu, ma data la domanda sarai stanca e stufa di pensare. Ti lascio da sol ad accarezzare ogni tuo più intimo sussulto e ritornerò quando vuoi, quando mi richiamerai.
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