username: password: dati dimenticati?   |   crea nuovo account

Determinismo teologico, elezione divina e libero arbitrio

Il determinismo teologico sostiene che la volontà umana è circoscritta al volere divino e che quindi la libertà è sotto il controllo e la custodia di Dio. Spesso si associa il determinismo teologico con la prescienza divina, cioè la capacità infallibile di Dio di conoscere con largo anticipo le vicende e le scelte umane.
Il dono della prescienza non cambia la natura dei nostri atti, non riduce il libero arbitrio, né rende obbligati i nostri comportamenti. In sostanza Dio non determina i nostri liberi atti, ma più semplicemente li prevede. Un esempio: il tradimento di Giuda si concretizza non perché viene profetizzato da Gesù nell'ultima cena, ma per via che l'Apostolo lo aveva già deciso.
Gesù stesso pur avendo la prescienza della sua morte, non interviene per modificare la successione degli eventi. Egli farà la morte più umiliante, quella riservata ai reietti. E qui ci viene in aiuto il pensiero di Sant'Agostino: "Dio ha la prescienza di tutte le cose di cui è autore, ma non è autore di tutte le cose di cui ha la prescienza".
Forse possiamo parlare di determinismo teologico quando ci riferiamo all'irrevocabilità della volontà divina ed all'immutabilità delle sue leggi. In Dio non esiste il principio di contraddizione e tutto ciò che compie risponde ad un'armonia assoluta.
L'uomo investito dalla grazia divina, diventa l'Eletto colui che liberamente e umilmente aderisce al progetto divino. Così egli guadagnerà la salvezza! D'altra parte il dono dell'elezione viene accordato sul fondamento della prescienza divina che con infallibilità prevede che il predestinato agirà secondo giustizia e rettitudine. E dal Padre riceverà il giusto soccorso.
Nei Testi sacri ogni Personaggio che si avvicenda nel vecchio Testamento come nel nuovo sono Eletti dalla Grazia e dalla Misericordia: dai Patriarchi ai Discepoli; dai Profeti ai Martiri ed ai Santi, di cui il Cristo e Sua madre sono gli emblemi più mirabili e perfetti.
In Efesini 1: 4-5 leggiamo: "In lui ci ha eletti prima della creazione del mondo perché fossimo santi e irreprensibili dinanzi a lui, avendoci predestinati nel suo amore a essere adottati per mezzo di Gesù Cristo come suoi figli, secondo il disegno benevolo della sua volontà." L'elezione dunque, conduce l'uomo alla figliolanza divina.
Un certo determinismo teologico collegato alla predestinazione alla santità o alla dannazione dell'uomo, si denota nel pensiero di Enrico di Gand che usa la metafora del mattone quale immagine dell'uomo. Egli afferma che un mattone sarà destinato per la costruzione di un altare, mentre un secondo sarà impiegato per la costruzione di una cloaca. Come dire che il bene ed il male rispondono a diverse funzionalità nelle mani del Dio - architetto.
Davvero il Dio buono e misericordioso che conosciamo, permette il peccato con l'intenzione di punire l'uomo che lo ha commesso? Fino a che punto Colui che concede che si compia il male è estraneo al male? Dov'è la divina misericordia?

12

un altro testo di questo autore   un'altro testo casuale

0 recensioni:

  • Per poter lasciare un commento devi essere un utente registrato.
    Effettua il login o registrati

12 commenti:

  • Fabio Mancini il 15/12/2011 21:45
    Ciao, Giulio. Hai ragione quando dici che le nostre azioni sono oggetto della prescienza divina, ma tale conoscenza non limita la libertà di Dio. In sostanza: al libero arbitrio dell'uomo si affianca il disegno divino; al peccato di ciascuno, subentra l'azione salvifica di Dio che può essere chiamata come la divina "provvidenza" che sovrasta l'intera umanità. Nel nostro modo di pensare spesso la libertà di un soggetto limita quella di un altro, oppure genera un danno alla controparte. Quando invece due o più soggetti rivendicano la propria parte di libertà (là dove fosse possibile) allora nasce il caos, la divisione, il conflitto. Dio, invece riesce a gestire in modo indipendente la sua volontà con quella dell'uomo, senza che nessuna delle due entri in conflitto con l'altra, ma talvolta a distanza di tempo ed in modo inatteso stravolge gli effetti del male dell'uomo, portando una Luce insperata. L'esempio della vita di San Francesco che da giovane benestante si fece il più povero tra i poveri, oppure quella di Sant'agostino che da uomo di mondo diviso tra i piaceri del sesso e le ambizioni del successo, scelse poi la castità ed il nascondimento, concretizzano al meglio il mio pensiero tra la libertà dell'uomo che ad un certo punto viene stravolta dalla "provvidenza" o se preferisci dalla volontà divina. Spero di essere stato chiaro, anche se l'argomento non è molto facile da trattare. Un saluto gentile, Fabio.
  • giulio costantini il 15/12/2011 12:10
    Caro Fabio. premetto che non sono un dotto su questi argomenti ma mi interessano moltissimo.. Mi chiedo spesso come si concilia l'Infinito Divino con il libero arbitrio. Se le ns azioni dettate dal libero arbitrio sono oggetto de la Prescienza Divina ma non del Suo disegno allora come si può parlare di Infinito? Messa così sembrerebbe che l'azione dell'Uomo è creazione dell'Uomo stesso e non frutto del volere Divino.. quindi, alla fine, manca qualcosa nell'Atto creativo Divino e manca qualcosa nel suo Infinito chè messa così la cosa, Infinito non potrebbe essere.. o no?
  • Fabio Mancini il 23/11/2011 12:49
    Dio rivela la Verità ai suoi Eletti, perché questi poi la trasmettano agli altri fratelli nella fede. In sostanza nella grande famiglia del nostro Cristo abbiamo tanti fratelli maggiori che guidano il nostro percorso terreno. Ai dotti ed ai sapienti del mondo, le verità teologiche e spirituali sono nascoste perché sono pieni del loro sapere e credono che la conoscenza umana e non quella rivelata, li condurrà alla pienezza di vita. Noi però sappiamo, che siamo stati giustificati grazie al sangue di Cristo versato per noi e che non c'è altra Verità al di fuori di Cristo. In bocca al lupo per i tuoi studi. Un bacio gentile, Fabio.
  • mariateresa morry il 23/11/2011 10:36
    Caro Fabio, io la mia età l'ho sempre dichiarata e la trovi anche nel mio profilo, sono prossima ai 58 anni e direi che me la cavo bene. Non ho proprio nulla da nascondere perchè sono una donna che ha fatto la sua esperienza di vita e lavorativa e pertanto suddetti anni sono anche la mia persona. In merito a quanto da me scritto nel precdente post, vorrei completare che io non ho sospeso i miei interessi in teologia, perchè non portata, anzi qualcuno ironicamente mi chiedeva se studiavo da Vescovo, solo che li ho un po'ridotti perchè man mano che mi addentravo nein testi e nei commenti dei biblisti mi veniva alla mente il versetto evangelico per cui sono ritenuti beati coloro cui il Signore ha rivelato determinate cose , tenendole nascoste a dotti e ai sapienti. Ho voluto un po' ,, come dire.. alleggerire... ho una formazione umanistica classica abbastanza solida, dalla quale si impara che è bene ogni tanto " macinare " le cose apprese e rifletterci sopra. Un caro saluto a te
  • Fabio Mancini il 23/11/2011 08:40
    Cara, Mariateresa, mi fa piacere averti in questo spazio. Non capita mica tutti i giorni di ricevere un commento da parte di una persona così competente! Perciò umilmente ti ringrazio della tua disponbilità. Sul discorso degli studi, ciascuno deve trovare la giusta collocazione sulla base delle proprie caratteristiche intellettive e dei propri interessi. Così credo che sia inutile, o poco produttivo, insistere sulla strada intrapresa se poi non ci si è naturalmente portati. Questa pubblicazione, ad esempio, non mi è stata commissionata come le altre, ma è il frutto di una piccola ricerca personale, dettata da una (sana) curiosità. Riguardo agli esercizi di abilità intellettuale, credo che ne esistano di varie forme: una bella poesia, un racconto trascinante, un saggio e via dicendo. Forse in tutto ciò, il mio è stato un volermi mettere alla prova, volendo toccare con mano i miei limiti comprensivi, perché come tu sai la filosofia e la teologia vanno a braccetto, e non sono materie del tutto facili. Anzi... Ma anche scrivere e farsi capire dagli altri non è cosa così istintiva. Cara, Mariateresa, la scelta che hai fatto sicuramente ti porterà ad una maggiore serenità, non devi prenderla come una sconfitta personale. La Parola, come tu sai, oltre a dare la Conoscenza è fonte di benessere psicologico e spirituale. Riguardo alle donne che dichiarano un'età diversa rispetto a quella anagrafica, sono piuttosto tollerante. Talvolta amo persino le piccole bugie! Facendo un'ipotesi, quando tu arriverai a toccare gli "anta" e dirai che ne hai "enta" con un sorriso fingerò di crederti. In fondo... cos'è una bugia? Un bacio gentile, sotto la tua velina. Fabio.
  • mariateresa morry il 22/11/2011 23:32
    L'argomento da te trattato è interessante.. anch'io per diversi anni mi sono interessata di teologia in sedi deputate, ovvero non con il " fai da te", ma seguendo corsi di studio regolari. Ultimamente però mi sono un po' fermata perchè volevo tornare con una mente più semplice alla lettura delle Sacre Scritture, preoccupata che un troppo approfondire diventasse un poco un esercizio di abilità intellettuale e sentendo in me un maggior bisogno di umiltà nello studio della Parola. Questo lo dico a me stessa, ovviamente. Sono molto d'accordo sul tuo distinguo in merito alle verità e alla loro " suddivisione".
    Altra cosa sulla quale concordo con te è il " sospetto" che Mara Zanetti non sia affatto una semplice ventenne come dice. Ricordiamoci sempre che in rete tutto è possibile e quindi è bene rispondere alle persone, se si vuole rispondere, non in base alla età che dicono di avere ma in base a quello che scrivono. Grazie ancora per questo tuo saggio.
  • Fabio Mancini il 22/11/2011 22:16
    Cara, Anna, quelle domande sono un poco provocatorie e spero che Dio perdoni la mia sfacciataggine. La seconda poi, è persino inquietante. Un bacio gentile, Fabio.
  • Anna Rossi il 22/11/2011 13:48
    le ultime domande sono molto difficili. tutto il testo ben argomenta su verità/analisi complicate quanto interessanti. per gli affamati di verità c'è di che nutrire l'anima. ancor di più in periodi critici come quelli che stiamo vivendo..
  • Fabio Mancini il 21/11/2011 22:41
    Io invece ho capito che non tutte le verità sono utili e ci fanno crescere allo stesso modo. Le verità scientifiche meritano il nostro rispetto sono sono il frutto dello studio e della sperimentazione; le verità storiche non sono sempre attendibili, perché la storia la scrivono i vincitori; le verità ideologiche o politiche sono quelle che più delle altre mi fanno rabbrividire, perchè sono quelle strumentali, false e manipolatrici della massa; le verità teologiche sono quelle che portano alla piena realizzazione della persona e danno il senso autentico della vita. Mi piacerebbe se anche tu facessi la mia scelta... Un bacio dolce, Fabio.
  • Anonimo il 21/11/2011 13:19
    No, non sono matura, sono solo anch'io affamata di verità, intrinseche, fallaci, deboli, forti, 'false' che siano, ma pur sempre di verità. Capito per Sant'Agostino e ritengo giusto scrivere anche di questi temi molto complessi in modo da poter scaturire la propria opinione.
  • Fabio Mancini il 21/11/2011 00:25
    Perdonami, Mara, ma tu hai solo vent'anni? Dal tuo commento sembra che sei molto più grande! Per la maturità che dimostri, i miei complimenti. No, non ho letto il De Civitas Dei, su Sant'Agostino ho letto La vita di Sant'Agostino di Alberto Pincherle e Agostino di Rodolfo Doni. La presente pubblicazione è invece una sintesi del libro: La dottrina delle predestinazione di Duns Scoto, scritto da Wolfhart Pannenberg, alla quale ho aggiunto altre informazioni colte qua e là, arricchite da qualche riflessione personale. Leggerò il libro che mi consigli. Hai ragione: il libero arbitrio è folle, paradossale, incredibile, come solo qualche volta è l'Amore! Ciò che scrivo è cibo per la mia Anima affamata di Verità e spero che serva da alimento per gli altri miei simili. Un bacio gentile, Fabio.
  • Anonimo il 20/11/2011 18:39
    Per Sant'Agostino ti sei informato sul "De Civitate Dei"? Consiglierei di leggere "Il Concetto di Dio dopo Auschwitz" di Hans Jonas, per quanto riguarda al libero arbitrio, perché, a mio avviso poi ognuno trae le conclusioni, è paradossale... È un bel costrutto quello che hai scritto, formalmente non c'è nulla da dire, d'altro canto è un saggio e serve per informare i lettori, oltre che suscitare ulteriori dibattiti...

Licenza Creative Commons
Opera pubblicata sotto una licenza Creative Commons 3.0