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Viola

Viola.
Il colore che preferisco in tutte le sue sfumature.
Calcando il palcoscenico so che il minimo accessorio che faccia ricordare il periodo della quaresima è out.
Porta sfiga!
Mi chiedo allora a cosa serve la sera dello spettacolo ricercare, come un tesoro, la mia giacca preferita nascosta nell'angolo dell'armadio, per poi riporla subito dopo, o indossare il prezioso anello di ametista che mi ha sconvolto gli occhi e il portafoglio, e il trucco lilla deve lasciare il posto al bianco e al nero. L'ombretto del colore delle mammole mi ha sempre affascinato. Con i miei occhi verdi crea un velo di magia: sicuramente sono una strega mancata. Per il mio compleanno, un'amica mi ha regalato una boccetta racchiusa in un cofanetto prezioso. Quando ho aperto il tappo, si è sprigionata una fragranza che, come un bisturi ha inciso gli orli di un ricordo.

Ho cinque anni e sto per uscire dal collegio che frequento tutti i giorni fino alle quattro del pomeriggio. Oggi è un giorno speciale.
Vedere mia madre arrivare il sabato pomeriggio, anziché la domestica, mi colma di felicità. Lei non è giovane e bella come le mamme delle mie compagne. Non porta gioielli costosi ma è fiera come una leonessa che avanza sicura nella savana. Io sono troppo piccola per rendermi conto dei pettegolezzi che accompagnano il nostro passare. Sorrido orgogliosa del mio "generale". Il nomignolo le è stato dato dai miei fratelli per il carattere energico in casa e per il suo ruolo nel lavoro.
" Mamma... " le sussurro.
È sufficiente chiamarla per farle capire che ha un debito nei miei confronti.
"Va bene." risponde lei.
E mi lascia correre da sola nella pasticceria all'angolo. Non arrivo nemmeno al bancone.
Il commesso prende il barattolo delle mie caramelle preferite e ne posa alcune sul piatto della bilancia e poi ne riempie un sacchettino trasparente chiudendolo con un nastro viola.
Non sono mai riuscita a urlare che lo deve lasciare aperto: sciogliere il nodo con le mie piccole mani è un'impresa: se non ci riesco devo mangiare le caramelle a casa.
Tenendo il mio tesoro stretto tra le dita guardo mia madre con gli occhi supplichevoli.
Il mio sguardo conduce il generale alla resa.
"Solo due prima di cena, poi si vedrà."
La forma e il sapore sono ancora impressi nella mente.
Guardo la caramella e ne odoro il profumo che mi entra nelle narici e arriva dritto al cuore.
Osservo la violetta di zucchero in trasparenza per scoprirne i segreti. Le parole delle mie amiche mi rimbalzano nella mente: " C'è il fiore all'interno!".
Ma più la osservo più capisco che mi hanno burlato. Non riesco a masticarla con avidità. Mi sono sfilata il guanto e tenendola con due dita la lecco a lungo, mentre mia madre mi trascina via, intimandomi di camminare veloce perché fa freddo.
Mentre la assaporo la mente corre all'estate, ai prati verdi seminati di piccoli spilli profumatissimi che spuntano come gli occhi di Liz Taylor. Corro felice, fermandomi a raccogliere i fiori in un mazzetto: il mio regalo prezioso per chi, nella breve vacanza estiva, sarà finalmente tutta per me.

 

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2 commenti:

  • Giacomo Scimonelli il 16/12/2011 16:12
    invidio chi scrive racconti.. invidio la tua bravura amica mia..
  • Anonimo il 12/12/2011 13:42
    bel racconto... un bel modo di scrivere. Piaciuto. Oltretutto il viola è anche il mio colore, in tutte le sue sfumature, anche quelle che ricordano il rosa... buone anche le caramelle, ho sentito il loro gusto, quindi brava, anzi bravissima. Ti aspetto con un racconto più corposo... magari sempre autobiografico... ma questo l'ho letto nel tempo di bermi un grappino... ahahah... troppo poco. ciaociao