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Il Mago dell'eterno

Tutto cominciò in un maledetto giorno di Ottobre, quando la ditta per cui lavoravo mi mandò a smontare alcuni stands fieristici in Inghilterra e precisamente a Birmingham. Saremmo dovuti andare io e Carlo, ma lui ebbe la bella idea di ammalarsi solo poche ore prima della partenza.
Così mi ritrovai solo in una città di cui non conoscevo neppure la lingua

La prima sera in cui presi camera al Pinguin hotel, in una via centrale di Birmingam, tutto filò liscio e tranquillo in una strana atmosfera di personale disagio straniero. Fu la sera seguente quando tornavo a piedi dal non lontano Centro Esposizione che la mia vita fu segnata... da un grido...

Sentii una donna urlare, un urlo di paura e terrore, di un altezza vocale tale che non si poteva che pensare ad un atto grave, mortale.
Il grido proveniva dal primo piano di una stanza dell'hotel Florence. Poi la finestra che dava sulla
strada si aprì di colpo sbattendo contro il muro esterno della facciata, e una donna sporse la testa fuori e gridò di nuovo
Non ci pensai due volte, entrai di corsa nella hall dell'hotel, con l'intento di avvertire il personale o qualcun altro presente nell'entrata. Stranamente non c'era nessuno, nemmeno un misero facchino,
non mi fermai corsi all'impazzata sulle rampe del piccolo hotel, vidi una porta spalancata del primo piano, vi entrai, e li la vidi... una donna dai capelli chiari e mossi e il viso da bambola.

Indossava un vestito da sera attillato di un rosso sfavillante, un rosso che si scuriva all'altezza dell'addome dove si vedevano chiaramente inferte almeno un paio coltellate. Il sangue aveva raggiunto ormai il tappeto e il pavimento circostante. Si era formata una pozza ricolma di sangue che si allungava sempre più attraverso rigagnoli di morte. La scossi spaventato ed in preda al panico... non si mosse... era morta ormai
La paura mi assalì, non so perché ma fuggii via. Ad un tratto il non sapere l'inglese mi sembrò un
ostacolo troppo grande per poter spiegare a qualcuno cos'era successo, cosa avevo visto.
Ripercorsi le rampe al contrario, non vidi nessuno e non cercai nessuno, volevo solo uscire da li dimenticando quello che avevo visto e sentito
In men che non si dica tornai al Pinguin hotel e mi rinchiusi nella mia stanza.
Non so per quanto vaneggiai, per quanto la mia mente si occluse di paura e di colpe. Decisi di accendere la televisione e vedere i notiziari, anche se non capivo le parole ero sicuro che avrei visto qualche immagine dell'omicidio al telegiornale locale.
Quella sera non trasmisero nulla sull'accaduto. Pensai che era ancora troppo presto... Non ce la facevo più, trangugiai una porzione folle di gocce per dormire e crollai quasi all'istante sul letto

Il giorno seguente mi alzai con molta fatica, fu il telefono a svegliarmi, era il mio capo che mi telefonò dall'Italia chiedendomi come andava. Non saprei dire cosa gli risposi la mia mente era annebbiata prima dall'immagine dell'omicidio e poi dal sonnifero. Fortunatamente la linea cadde e io non risposi più alle successive telefonate.

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5 commenti     1 recensioni    

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1 recensioni:

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  • Massimo Bianco il 08/01/2012 10:51
    Racconto dotato di un certo fascino. È effettivamente presente un certo senso del mistero e la storia suscita una certa inquitudine. Cosa significa tutto ciò che accade? in buona parte resta inspiegato e per come è sviluppato il racconto è senz'altro giusto che il tutto sia lasciaot all'immaginazione dell'autore. C'è qualche refuso qua e là (schiaffo con l'accento, ad esempio) e la punteggiatura non è sempre puntuale, ad esempio nella frase "ci fece paura mio padre mi prese in braccio e mi portò fuori" sarebeb opportuna una virgola dopo padre. Ma le virgole mancanti sono tante e le virgole in un racconto sono assai più importanti di quello che un'autore può credere. Il giudizio sulla storia comuqnue è più che positivo.

5 commenti:

  • Massimo Bianco il 08/01/2012 12:53
    Tra parentesi vedo ora che ho scritto dell'autore. Volevo dire che il significato va lasciato all'imaginanzione del lettore, naturalmente, oggi non è proprio giornata
  • luigi granito il 08/01/2012 12:32
    Si la grammatica è decisamente il mio punto debole, mi concentro troppo sui contenuti e non su come li espongo. Ci farò più attenzine ( la grammatica italiana è piena di regole... difficile ) grazie per il tuo commento. Spero che mi vengano in mente altre trame Gialle e come si dice adesso Noir
    Grazie Massimo
  • Massimo Bianco il 08/01/2012 10:52
    Scusa per la ripetizione ma prima ho sbagliato, ho erroneamente cliccato la recensione come semplice commento e così ho dovuto rimetterla alla voce giusta. I miei saluti
  • Massimo Bianco il 08/01/2012 10:50
    Racconto dotato di un certo fascino. È effettivamente presente un certo senso del mistero e la storia suscita una certa inquitudine. Cosa significa tutto ciò che accade? in buona parte resta inspiegato e per come è sviluppato il racconto è senz'altro giusto che il tutto sia lasciaot all'immaginazione dell'autore. C'è qualche refuso qua e là (schiaffo con l'accento, ad esempio) e la punteggiatura non è sempre puntuale, ad esempio nella frase "ci fece paura mio padre mi prese in braccio e mi portò fuori" sarebeb opportuna una virgola dopo padre. Ma le virgole mancanti sono tante e le virgole uin un racconto sono assai più importanti di quello che un'autore può credere. Il giudizio sulla storia comunque è più che positivo
  • gina il 02/01/2012 19:03
    Leggermente inquietante... bel racconto!

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