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Inverso
È iniziato tutto ieri sera, almeno credo, o me ne sono accorto solo ieri e in realtà è iniziato tutto molto prima. Ieri notte ho chiesto una 0, 20 bionda al bancone di un bar, e la cameriera mi ha portato una 0, 50 rossa. Naturalmente le ho detto che non l'avevo ordinata io, e lei ha replicato bruscamente che era proprio quello il mio ordine, io continuavo a dire che avevo chiesto una 0, 20 bionda, e lei mi diceva che era esattamente quello che mi aveva portato, abbiamo iniziato a discutere animatamente tanto che si è avvicinato un uomo, credo il proprietario che mi ha chiesto se c'era qualche problema, e io ho nuovamente ripetuto che desideravo una 0, 20 bionda, non una 0, 50 rossa. Il proprietario mi guarda un attimo in silenzio, mi chiede se avevo già bevuto, io mi alzo, prendo la mia giacca ed esco dal locale.
Ho pensato che forse ero stanco, mi sono messo a letto ed eccomi qua, a fissarmi allo specchio, con la faccia stravolta dalla notte, credo di aver fatto un incubo, non so.
Esco di casa per andare in ufficio, sono distratto e non ho voglia di concentrarmi sulla gente che mi passa vicino sul marciapiede, né di vedere chi mi schiaccia il piede in metropolitana, nei miei timpani vibrano una marea di suoni, ma non lascio che vengano tradotti dal mio cervello, preferisco lasciarli all'estremità dei miei sensi come fossero un ronzio, senza concentrarmi su di essi, comunque non avrebbero alcunché di interessante. Sono stanco.
In ufficio scorgo alcuni colleghi alla macchinetta delle bibite calde, mi avvicino e saluto, e infilo 50 centesimi alla macchinetta, segna che mancano ancora 20 centesimi, è impossibile, ma non ho alcuna voglia di bisticciare con la macchina, alcuna voglia, perciò mi frugo nelle tasche in cerca di 20 centesimi, ma ovviamente non ho altre monete, alzo gli occhi al cielo a faccio per andarmene, ma un mio collega mi porge 10 centesimi, io gli dico che mi servono 20 centesimi ma lui continua a porgermi la moneta, io la prendo stancamente e la inserisco, ora il distributore segna che c'è un euro utilizzabile, ma che cazz.. non faccio storie e premo il tasto per un espresso, prendo il bicchiere e sorseggio, è uno stramaledetto the. Ok, credo che sarà una giornata di merda. È chiaro e lampante. Mi dirigo verso la mia scrivania e inizio a leggere la posta, una mia collega si avvicina e mi chiede come sta mia moglie, io la guardo stupito, e poi capisco che scherza, io le dico che sta bene e che è in forma come al solito, poi sorrido scuotendo la testa, lei si allontana guardandomi stranamente. Ma che vuole, prima scherza e poi si stupisce che sto al gioco?! Sa benissimo che sono single. Bah la gente è proprio strana. Devo discutere con il responsabile del mio reparto su un progetto a cui stiamo lavorando, e lo cerco per l'ufficio, chiedo alla segretaria dove posso trovarlo, e lei mi risponde che non verrà a lavoro oggi, io mi irrito, mi ha costretto a fare gli straordinari e lui può permettersi il lusso di non andare a lavoro, ma d'altronde è il capo, torno alla mia scrivania e lo vedo seduto sul bordo del tavolo, mi avvicino con un sorriso di circostanza, lui invece è serio. Il mio sorriso di circostanza si scioglie, che può essere successo? Gli chiedo se c'è qualcosa che non và, lui mi risponde di seguirlo nel suo ufficio, ci dirigiamo, la segretaria lo saluta raggiante, bella stronza, le devo chiedere perché mi ha detto che non sarebbe venuto. Ci sediamo nelle rispettive sedie, modelli capo e sottoposto, mi chiede serio e apparentemente calmo se và tutto bene, posso scorgere chiaramente la vena sulla sua tempia pulsare freneticamente, io rispondo che si, và tutto bene, come al solito, allora lui mi dice che ho bisogno di una vacanza, che sono sicuramente stressato, fa una pausa e mi dice che il progetto che gli ho lasciato sulla scrivania l'altro ieri è una presa per il culo, che i clienti non avevano richiesto un progetto del genere e che sperava fosse uno scherzo e che avessi lasciato il progetto vero nel mio tavolo, ma non c'era niente. Io rispondo che il progetto è quello che gli ho lasciato, non capisco. Lui mi guarda e sorride nervosamente asciugandosi il sudore, mi dice che ha investito tanto su di me, che ha creduto in me come mai ha fatto con qualcun altro, perciò non si capacita del fatto che io ho fatto un progetto di una centrale nucleare invece che di una palazzina di 30 piani. Io lo guardo sbalordito e apro la bocca ma senza dire niente, lui continua dicendo che inoltre gli sono arrivate stamattina più di 20 lamentele su di me, che ho insultato clienti, sbagliato resoconti dell'azienda, sfottuto il portiere e utilizzato il computer dell'ufficio per scaricare materiale pornografico. Io spalanco gli occhi, lo fisso ammutolito e incredulo, poi capisco e inizio a ridere, come non ridevo da tempo. Gli dico che è uno scherzo magnifico, davvero bellissimo, e gli chiedo se è un primo d'aprile in ritardo. Lui stringe il pugno violentemente e alza la voce, senti qua.. e si ricompone subito dopo, qua abbiamo perso più di 500. 000 euro per colpa tua. E tu non puoi permetterti di metterti a piangere davanti a me, hai capito o no che sei nella merda? Io mi sento gelare, cosa sta dicendo, sono impazzito io o è lui che non sta molto bene? L'unica cosa che riesco a dire è che non credo di capire. Lui si alza di scatto e cercando di controllarsi, senza molto successo mi dice che è costretto a promuovermi, se non gli do una spiegazione valida. Io trattengo a stento una risata isterica, è tutto abbastanza ridicolo, io gli dico, ascoltami oltre che il mio capo per me sei un amico e perciò ... lui diventa interamente rosso come se avessi detto chissà quale oscenità sulla madre e mi grida di andarmene subito, immediatamente, che non vuole più vedermi! Io non riesco a muovermi e lui mi prende per un braccio e mi scaraventa fuori dall'ufficio sbattendo la porta. Sono allibito. In sala tutti mi guardano, io mi dirigo stordito verso la mia scrivania, e un collega con cui ho stretto amicizia mi chiede che è successo, che ho combinato per essere promosso, io lo guardo... forse mi prende in giro, non è proprio il caso... e gli rispondo quello che mi ha detto quel pazzo, che ho fatto un progetto di una centrale nucleare al posto di una palazzina di trenta piani, e lui mi chiede perché l'ho fatto.. io mi giro e gli grido contro dicendogli che era ovvio che non l'avevo fatto, era ovvio che avevo progettato un palazzo e non una centrale nucleare, che io non ne capisco niente, non sono un'ingegnere nucleare, e che cazzo! Lui arretra e mi dice che sono fuori di testa, e se ne và. Non voglio stare qua dentro un minuto di più, raccatto le mie cose velocemente, dato che non sono tantissime, anzi davvero poche nonostante lavori qua da cinque anni, e scappo fuori, il portiere non mi saluta, si volta e mi ignora, cosa gli ho detto per averlo offeso non ne ho idea. Fuori l'aria è tiepida, e io sono in piedi fermo nella strada con una scatola in mano, perché mi hanno appena promosso per aver progettato una centrale nucleare... Rido, rido e rido, talmente tanto che sono costretto a chinarmi a terra e poggiare la scatola, e mentre scoppio dalle risate sento qualcosa che cade dentro la scatola, una moneta da due euro, mi alzo per vedere chi l'ha lanciata, o magari gli è caduta, che ne so, e davanti a me un barbone mi guarda impietosito, e mi augura una buona giornata, non ho parole, poi una signora con una bambina si avvicinano e la bambina mi porge cinque euro dicendomi, tieni signore però non piangere più ora, la signora mi chiede se ho dove dormire, io mi alzo e mi incammino sempre più stordito verso casa mia, non rido più. Ma cosa succede. In metro la gente sembra gridare, siamo insopportabilmente accalcati, è strano a quest'ora la gente non dovrebbe stare tutta dentro la metro, la voce annuncia la mia fermata, e riesco a scendere, dopo un'immensa fatica a causa della scatola ingombrante che ho appresso. Ma non è la mia fermata, cerco di risalire ma è già ripartito. Sempre più nervoso, e con un'enorme stanchezza addosso, aspetto la prossima metro, mi immergo in una folla più ammassata di prima e questa volta guardo i cartelli, ma la voce indica una fermata diversa, comunque sia io scendo, dev 'esserci un guasto. Arrivo a casa e mi stendo sul letto e sprofondo in un sonno agitato.
Mi sveglio ricoperto di sudore, come se mi avessero fatto un gavettone, mi spoglio ed entro in doccia immediatamente. Sotto l'acqua cerco di riordinare le idee, ma c'è ben poco da riordinare, non ho fatto niente di male, si devono essere sbagliati, e di certo mi chiameranno per scusarsi, non trovo niente di meglio per tranquillizzarmi. Mi preparo la colazione e accendo la televisione, metto il tg della mattina, non ascolto in realtà, sorseggio il caffè e solo dopo che ho finito sento la cronista al tg che dice, duecento persone morte per avvelenamento..., alzo lo sguardo e vedo il video che stanno mandando, fanno vedere delle vacche di un allevamento stese a terra, io aspetto che cambino il video, forse è il servizio precedente, invece passano il microfono a un fattore con la faccia cupa, e dice che è stata la fabbrica vicino ad inquinare le falde da cui trae l'acqua per le sue persone, e che quindi li ha denunciati, e che lui non ha più un lavoro ora. Guardo lo schermo, e non capisco se sono io che continuo a capire male, o se è una razza di vacca di cui non avevo mai sentito parlare, cambio canale e mi accendo una sigaretta, è una commedia, un uomo dice ad una donna, le tue gambe sono più brutte di un cavallo, ma comunque io ti voglio divorziare perché ci sono tante donne più brutte di te, la donna si commuove e si getta tra le sue braccia ridendo, io sghignazzo e mi verso un bicchiere d'acqua, entra in scena un bambino che dice ai due, mamma io non voglio coniglio a colazione, tu non mi hai comprato il gatto, e piange, la mamma gli risponde, sgorbio il gatto te l'ho comprato l'anno scorso, ora bevi il tuo coniglio e non fare storie! Non riesco a capire il senso di questo programma, mi sono stancato, spengo. Fuori il sole non sembra proprio in forma, decido comunque di uscire, e da un po' che non faccio una passeggiata, ma in questo momento voglio solo un po' di pace. Mi dirigo verso una piazza alberata vicino casa mia, dove c'è anche una piccola aerea gioco per bambini. Mi siedo in una panchina come uno di quei vecchi che fissano in terra sembrando delle statue, o dei ricordi dimenticati, e mi rendo conto che sto invecchiando anche io, me ne rendo conto da tante piccole cose, i capelli prima di tutto. Una signora si siede alla mia destra, e richiama a se i piccioni lanciandoli pezzi di pane secco, poi arriva una sua comare che le dice, Cara che schifo vederti qua, ma dove eri andata a involarti in questi mesi? Sai che a mia nipote è nato un carciofino stupendo, ha due zampine meravigliose, anche se non l'hanno cucinato subito ma dopo tre giorni che non respirava bene! , l'altra le risponde, Non mi ero involata, piuttosto stavo nuotando in montagna, c'era un bruttissimo ciclone, perciò credo che tornerò l'altro ieri con l'amante di mia figlia... Io sento questo discorso allucinante, e inizio a credere di stare impazzendo. Forse ho qualche problema e non me n'ero mai accorto, forse non capisco più, qualche neurone del mio cervello è saltato, bruciato, fuso. Decido di accertarmi della mia pazzia. Attraverso la strada ed entro da un tabaccaio, Salve uno da venti di malboro, l'uomo di porge un pacchetto da dieci di camel, io non replico, allora dico, mi può dare anche uno da dieci di camel? E mi passa uno da venti di malboro, pago ed esco, che cazzo succede?! Entro agitato in un altro tabacchino, e chiedo nuovamente un pacchetto da dieci di camel, e mi dà una confezione di tabacco, io pago anche quello ed esco sempre più sconvolto. Riattraverso la strada e fermo un ragazzo con uno zaino in spalla e gli chiedo che ore sono, mi dice che sono le ventitre e quaranta, lo ringrazio e quello mi spintona dicendomi, a grazie vacci tu, io lo fisso con gli occhi spalancati mentre se ne và offeso. Fermo una signora e le dico, Cara trota mi può cantare una strofa del cantico dei cantici? Lei mi guarda perplessa e mi risponde che non può cantare ma al massimo strisciare una strofa, ma che comunque aveva perso la sua gola e non poteva aiutarmi in nessun modo. Me ne vado senza ringraziarla, me ne vado con la nausea, e inizio a sudare fastidiosamente. Sono pazzo, alla fine sono impazzito, non ho mai voluto sforzarmi di capire gli altri effettivamente, perché non avevo mai trovato interessante farlo, perché non ho mai avuto una cosa in comune con nessuno, sono sempre rimasto ai limitare della società perché non mi interessava perdermi nell'inutilità dei rapporti formali, e superficiali, ed ora sono pazzo, sono impazzito, gli altri si capiscono e a me sembra tutto assurdo, totalmente ridicolo. Non so se ridere o piangere effettivamente, ma sento che sto iniziando a perdere il controllo. Decido di andare in una piazza affollata, a vedere se la mia pazzia è definitiva. Cammino per dieci minuti a passo spedito e arrivo al centro di una piazza dove ci sono delle bancarelle, è colma di gente che parla, compra, vende, cammina, suona, e ho quasi paura di permettere ai rumori di trasformarsi in parole nel mio cervello, ma lo faccio, devo sapere, Signora vendo cavalli di prima coscia, glie ne taglio un petalo, no la ringrazio ho già assaggiato questo tipo di pesce, un altro, Formiche, formiche calde appena impastate, mi sposto più in là, Piccolo inutile mio allontanati più che puoi così la mamma non ti può più frustare, il bambino correndo mi urta e dispiaciuto mi dice, Mi renda conto signore, io gli sorrido, credo di avere una faccia spaventosa e sussurro, certo certo. Mi squilla il telefono, e sobbalzo, guardo chi mi chiama ed è un mio caro amico, che vive a 500 km da qua, credo di non avergli mai voluto così bene come in questo momento, con il cuore più leggero gli rispondo, Ciao!! Mi fa un piacere immenso sentirti, come và? , Scusa non ho capito bene, il mio sorriso si spegne, e allontano il telefono dall'orecchio mentre continua a dirmi delle cose senza alcun senso, totalmente senza alcun senso, io chiudo la chiamata mentre inizio a piangere dall'esasperazione. Il mio cervello è bombardato da frasi impossibili, senza alcuna logica, qualcuno mi parla, almeno credo, io sento ma non rispondo, non saprei come rispondere, o meglio non saprei come farmi capire. Mi dirigo verso le strisce pedonali stordito, non ho una meta precisa, sono momentaneamente senza bussola, mi sembra di essere in un pianeta alieno, mi sento un estraneo, mentre io non capisco assolutamente niente, gli altri si orientano in questo non senso generale. Sono io fuori di testa o è impazzito il mondo? Molto probabilmente sono io che sono scoppiato, me l'aspettavo comunque, me l'aspettavo ma non volevo che accadesse, pensavo di essermi inserito, inserito il tanto necessario per essere compreso e per comprendere. Mentre attendo il verde per i pedoni, dall'altra parte della strada scorgo una mia ex, non siamo proprio rimasti amici, ma è come un nord nella mia bussola sfasata, una certezza di un qualcosa di reale della mia esistenza, della mia sanità mentale, lei è reale, io sono reale, devo parlarle, devo parlarle o potrei veramente sentirmi perso, attendo spasmodicamente il verde dell'omino che sembra non avere alcuna intenzione di scattare, poi finalmente cambia colore e io mi butto in strada quasi correndo, in quel momento vedo sfrecciare una macchina alla mia sinistra, che cazzo fa, poi vedo tutti i pedoni fermi che mi guardano con gli occhi spalancati. Non ho capito un cazzo neanche ora, la macchina non fa in tempo a frenare.
Il telegiornale delle 12 trasmette un servizio, un uomo sui trent'anni è stato operato in Piazza Grande, ha vogato col verde ed è nato sul colpo, ma ora passiamo al prossimo...
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