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La corsa con le macchinine a propellente umano

La corsa con le macchinine con le ruote fatte utilizzando i cuscinetti a sfera metallici, chi non ricorda, quei mezzi? le macchinine fatte artigianalmente da noi ragazzi utilizzando le sotto misure di scarto nei lavori di carpenteria dell'edilizia? la prima cosa che facevamo, era andare in cerca presso le varie officine, dei cuscinetti metallici di grosso calibro sostituiti ai mezzi pesanti, si prendevano due cuscinetti grandi e due piccoli uguali, i grandi andavano nel posteriore i piccoli nell'anteriore e fungevano anche da sterzo, si fa per dire, poi tutti i gruppi dei competitori si riunivano nei garages di famiglia, per chi lo aveva, oppure nelle immediate vicinanze di casa.
Iniziavano le prime discussioni, per la realizzazione dei mezzi, chi la voleva corta e larga chi lunga e stretta, ognuno aveva la sua teoria, alla fine dopo varie discussioni, nasceva l'oggetto del desiderio i go-cart da corsa a propellente umano, un compromesso tra le due teorie, non troppo lungo non troppo largo, comunque simile alle auto da corsa, dietro largo davanti più stretto.
La furbata consisteva nel farli guidare ai ragazzi più leggeri, quindi per ragioni di logica, i più piccoli concorrevano per il posto pilota e i ragazzi più grandi e forti da propellente umano, (spingevano).
Appena finite, si facevano le prove di scorrimento sulla strada, poi le prime vere prove con il conducente, in paese c'erano delle lunghe discese, per non affaticarci molto, e capire come uno sapesse guidare si lanciavano in queste discese, il suolo non era regolare il fondo era fatto con i sanpietrini, l'unico sistema di frenata era costituito da due leve di legno, posizionate ai lati e funzionava mediante azionamento manuale tirando dal basso verso l'alto, la parte opposta andava ad impattare sulla superfice della strada e frenava??? a volte questo sistema era utile anche per curvare, come freno era poco affidabile ma era l'unica soluzione.
Con l'inizio dei tentativi arrivavano i primi problemi, si cadeva facilmente.
Le cadute, procuravano delle escoriazioni da pronto soccorso, ed erano frequenti, per forza di inerzia si scivolava per diversi metri, con il rapporto pelle/terra/sanpietrini, con risultati quando andava bene, di piccole escoriazioni e quando andava male di veri e propri prelievi di cute, ma nessuno voleva cedere e quindi, anche tutti incerottati si rimaneva lì, nella speranza di essere scelti dai grandi per guidare.
Quando si rientrava in casa, i nostri genitori erano già pronti per le vere medicazioni, sapevano che non sarebbero riusciti a farci desistere, alcuni padri all'insaputa delle mamme, davano consigli su come guidare, su come lubrificare i cuscinetti, per fare andare meglio il mezzo.
Nei giorni successivi era tutto un via vai di prove e di medicazioni.
Finalmente uscivano i primi verdetti, la scelta dei conducenti, i ragazzi più grandi si riunivano separatamente e dopo discussioni spesso animate davano il loro responso.
Noi più piccoli attendevamo in religioso silenzio, nella speranza di sentire il proprio nome, una volta fatta la scelta, veniva fissato il giorno per la gara, di solito lasciavano una settimana di tempo per gli allenamenti, adesso entravano in scena i motori, in quel lasso di tempo non esisteva nulla, niente compiti, niente scuola, nessun argomento poteva distrarre i ragazzi.
Finalmente arrivava il fatidico giorno, le sfide!!
Queste avvenivano con il sistema dell'uno contro uno, ad eliminazione diretta, la fatica era tanta per i motori ma anche i piloti sacrificavano alla gara la loro pelle, in tutti sensi, chi alla fine risultava vincitore veniva portato in trionfo.
Si tornava a casa sodisfatti, stavolta erano le mamme a prendersi cura dei piloti, da parte loro, nessun lamento, esibivano le escoriazioni come trofei, la testa era già pronta per la gara successiva.

 

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4 commenti:

  • mariateresa morry il 07/02/2012 16:35
    Ciao Alta, hai una freschezza descrittiva assoluta.. tu racconti con grande immediatezza, in un bell'italiano che ti è naturale. Non solo descrivi il vivace e incontenibile mondo infantile dei tuoi tempi, ma anchela partecipazione dei genitori a quei giochi di strada semplici, diverttenti e per nulla costosi. Proprio come adesso che se i figli non sono campioncini di sci o di calcio, manco li seguono!!! bravissimo!!
  • Anonimo il 07/02/2012 14:53
    Mauri... grande idea... carrettini per adulti... io sono un mago nella lavorazione del legno... che idea. scrittori e poeti che si sfidano a suon di spintoni di carretti... alla guida qualche donna in minigonna... ahahah... ciaociao, sono felice di averti trovato su questo bel racconto.
  • mauri huis il 07/02/2012 14:40
    Maschiacci! Io invece giovavo sempre con le bambole e le pentole e le macchine da cucire. L'unica volta che mi hanno messo sul carrettino sono quasi morto di paura!
    Scherzi a parte, Alta, o Alto, bel racconto. Anch'io ho lasciato un bel po' di pelle su quegli asfalti.
    Guardate che non sarebbe mica da escludere una rentreè con carretti fabbricati cone allora. Io mi offro come collaudatore.
  • Anonimo il 06/02/2012 15:10
    cavoli... mi hai rubato un'idea per un racconto geniale dei miei tempi. ma la colpa non è tua, sono stato io a dimenticarmi di quelli che noi chiamavamo "carretti".
    Bravissimo... hai dipinto atmosfera, emozioni e pure il mezzo in maniera davvero coinvolgente. Mi pare ancora di vedere le gare... e poi c'erano quelli che anzichè usare i piedi per sterzare si buttavano a testa in avanti, con grave rischio, e guidavano con le mani. I carretti corti andavano bene da seduti, i lunghi da sdraiati in avanti... certe escoriazioni! e le vibrazioni su quelle strade battute!... bravo alta marea... mi hai fatto rivivere un episodio dimenticato. ciaociao

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