Si rallentano i pensieri, quasi pronti ad arrestarsi.
Cigolante è la sedia dove passo il tempo ogni mio giorno.
Vuoto è l'altare del mondo al mio arrivo, nulla trovo per me e in silenzio lascio che il mio corpo si fermi a terra alla ricerca di lacrime che non arriveranno.
Abbandonate le luci fastose, gli abiti della festa e le ricercatezze di un prima che non abita più qui, resta il buio straziante negli occhi. L'amaro boccone che non riesco ad ingoiare.
L'estenuante fatica di stare al mondo è tornata. È una forza irruente, è incontenibile dolore, è il padre è il suo bastone ed è l'incapacità mia più grande a cui non so reagire.
Il paesaggio non è neve ma arida terra consumata come fosse brace.
Notte fonda in questo lugubre luogo interiore. Nessun cammino che necessita di luna e stelle. Solo sonno profondo senza rugiada al risveglio tanto odiato.