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L'amore cieco.

Scende le scale e si guarda intorno, senza capire dove sia finito. Brutta bestia, l’alcol. Il mondo si trastulla coi suoi passatempi, e intanto lui non sa più dove si trova. Illusione di solitudine, spazi indefiniti che sembrano immensi, un cielo stellato da togliere il respiro. Dove sono andati tutti? Possibile che sia rimasto solo? No. Non può nemmeno pensarci, qualcuno deve pur esserci. Uomo animale egoista, ma che si nutre di compagnia. Cammina per qualche metro, scegliendo di vedere solo ciò che gli va. I dettagli che possono aiutarlo a ricordare se ne stanno lì sfuocati, come avvolti da una nebbia misteriosa sbucata da chissà dove. Cammina ancora, faccia stranita, occhi bassi, OFF, pensieri spenti e cervello disattivato.

Poi si sveglia. Chissà come ha fatto a tornare a casa. Fuori un’alba banale, uguale a chissà quante altre. Mal di testa, fotogrammi di eventi vissuti e recenti ricordi. La festa, l’alcol, le risate, la paura di morire. Classica sbronza, niente di male, anche per lui che è un uomo onesto e benvoluto da tutti. Acqua fredda, caffè forte e via, un colpo di spugna su una serata un po’ ardita. L’uomo mediocre mette in soffitta gli eccessi.

Lavoro, giornata come le altre. Cena da solo, TV, scatola magica per imbrogliare chi è solo, solo da troppo, solo nel letto, solo dovunque. Mattina, lavoro, giornata come le altre, costellata da minime differenze che non cambiano il risultato. Altra cena per uno, illuminata dalla luce di plastica della scatola magica. Troppo spazio nel letto.

Poi, lei. La vede passare, le parla, la invita a cena. Cena. In due, illuminati dalla luce fioca&romantica di un’abat-jour. Sperando magari di non essere solo nel letto. Lui comincia a innamorarsi. Altra cena e la linea che sale verso l’amore più folle. Quello vero, quello crudo, viscerale e pazzesco. Mai provato. Quello per cui fai tutto, quello per cui superi le prove.

-È lui. Fallo sparire. Non lo amo più da anni, forse non l’ho mai amato. Fallo sparire, la prendo come una prova.-

Ecco. Ci siamo, è il momento di dimostrare. Morte regalata come un mazzo di fiori, la testa dell’uomo è una scatola di cioccolatini. OFF. Pensieri di nuovo spenti, il cuore ti dice che fare. L’amore, quello vero, quello crudo, viscerale e pazzesco... quello cieco.

La mano guantata, tremante. Buio di una notte senza luna, buio che fa da complice perfetto oscurando il mondo e i suoi avvenimenti. Colpo secco, lama che taglia il cappotto e va giù, penetra sicura, affonda dove fa male. Un uomo resta lì, morto, in uno specchio di sangue scuro, l’altro corre alla vita, porta la buona notizia, la prova è superata. Immagina i sorrisi, i baci, i corpi finalmente distesi in un letto che sembrerà più piccolo. Corre con il cuore che batte all’impazzata. Nel sangue, qualche metro più indietro, un battito si ferma sconfitto.

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9 commenti:

  • simona bertocchi il 26/01/2007 23:06
    Duccio non se se è stato "il poeta" Faber a dare magia alla tua penna ma è bellissima. Lo stile, la disperazione della gente fragile e randagia che ogni giorno incontriamo e giudichiamo senza sapere, il ritmo crescente, le parole impregnate e appiccicate di sangue e di passione. Sei bravissimo.
    tua assidua lettrice
  • Antonello Gualano il 25/01/2007 12:08
    ciao Duccio, ho letto il tuo nome e sono corso a leggerti. Ennesima, scontata ottima prova. Stile di alto livello, racconto dal grande impatto emotivo. Bravo davvero
  • Antonello Gualano il 25/01/2007 12:07
    ciao Duccio, ho letto il tuo nome e sono corso a leggerti. Ennesima, scontata ottima prova. Stile di alto livello, racconto dal grande impatto emotivo. Bravo davvero
  • alberto accorsi il 25/01/2007 10:27
    Non è il mio genere;comunque lo trovo scritto bene e apprezzo pure l'onestà della citazione della fonte(una grande fonte!)

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