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Lo Spettatore

La villa era nera, circondata da un paesaggio deserto e senza traccia di vegetazione. Persino il tempo sembrava complice dell'aria spettrale che pervadeva sul luogo: il cielo era coperto di nuvole scure e verdi. Il giovane sacerdote Curtis era sicuro che quello fosse il posto in cui era stato convocato. Di solito lui non ricordava i sogni che faceva di notte, né gli importava granché di loro... ma la notte precedente aveva sognato qualcosa che lo aveva portato d'istinto in quel luogo dall'aria ostile. Al suo risveglio, Curtis aveva già dimenticato il sogno, ma qualcosa molto simile ad un'ossessione lo spinse a prendere la sua macchina e a mettersi in viaggio per raggiungere un luogo che neanche conosceva. Era diventato come un uccello migratore... era guidato da un radar che gli avrebbe consentito di raggiungere la zona calda. Aveva anche trascurato i suoi doveri da uomo di chiesa che aveva sempre messo al primo posto. Viaggiò diversi chilometri per raggiungere la sua meta, e quando fermò la macchina, l'aveva fatto meccanicamente e senza rendersene conto.
Curtis non aveva paura, era sempre stato un uomo impavido, e se era stata una forza demoniaca a guidarlo, di sicuro l'avrebbe sopraffatta. Nel circondario non si udivano rumori: il vento era nullo, e solo alcuni grossi corvi appollaiati su del filo spinato gracchiavano contro di lui. Si portò all'ingresso dell'enorme villa e sollevò la mano per bussare, ma prima che le nocche urtassero la porta, questa si aprì lentamente con un fastidioso cigolio. Curtis non provò il minimo timore ed entrò, sicuro della protezione che Dio gli aveva concesso, e si lasciò la porta alle spalle che si richiuse, lentamente così come si era aperta. Era in uno stretto corridoio ornato di quadri antichi: ritratti di persone nobili e dall'aria superba. Nel silenzio tombale, una voce sussurrò nell'orecchio destro di Curtis <<vieni avanti>>, e quest'ultimo capì che doveva attraversare la prima porta a destra. Quando la aprì, si trovò in un accogliente soggiorno illuminato esclusivamente dal fuoco acceso di un camino, vicino al quale c'erano due poltrone dall'aria molto comoda. Su una di esse era seduto un uomo vestito di nero apparentemente di mezza età, che lo guardava con interesse. <<Buongiorno Curtis>> lo salutò gentilmente, e con un gesto cortese gli intimò di sedersi sulla poltrona di fronte a lui. Curtis non ricambiò il saluto... era rimasto colpito da quell'uomo che conosceva il suo nome e che trasudava garbo da tutti i pori, ma proprio per questo il suo istinto da sacerdote gli imponeva di stare in guardia. Prese posto sulla poltrona libera ed attese: gli avevano insegnato che era più prudente ascoltare prima di parlare quando si aveva a che fare con persone sconosciute. <<Allora Curtis, cosa ti ha portato in questo posto desolato?>> Gli domandò l'uomo, come se fosse un suo amico di vecchia data, e Curtis un po' sorpreso ribatté <<non credo che tu non lo sappia... non sei rimasto sorpreso quando mi hai visto, e inoltre conosci il mio nome>> e l'uomo sorrise benevolo, come un adulto che guarda un disegno ben fatto di un bambino <<naturalmente hai ragione Curtis. Il fatto è che sono diventato particolarmente modesto di questi tempi, quindi preferisco che siano i miei ospiti ad assumere la parte della conoscenza... ma alcuni di vasto intelletto come te, tendono a sentirsi presi in giro, e ne sono dispiaciuto.>> Curtis notò del sincero rammarico sul volto dell'uomo, e prese a parlare <<Non ne ho idea del perché sono venuto qua... ho sognato qualcosa stanotte, ma non ricordo cosa. So solo che, appena mi sono svegliato, ho vagato alla cieca per arrivare in questo luogo che mi è del tutto estraneo.>> L'uomo annuì comprensivo, e gli rispose <<la sicurezza che hai di te stesso ti permette di esplorare l'ignoto senza alcun timore... per un sacerdote è un pregio che offre un grande vantaggio.>> <<La mia sicurezza deriva dalla vicinanza di Dio.>> Lo corresse Curtis, il quale era sempre più convinto di avere a che fare con un entità malevola, e quindi studiò la sua reazione quando pronunciò il nome di Dio... non ci furono segni di insofferenza, l'uomo era sempre garbato. <<Sei modesto quasi quanto me. Non cercherò di scoraggiare la tua fede, ma non dovresti attribuire tutti i tuoi meriti alla forza del tuo Signore>> Curtis ascoltò quelle parole e decise di attendere ulteriormente. <<Sei un giovane sacerdote di sani principi: regali il pane a chi è tanto povero da sentirne la mancanza; esegui dei doveri straordinari affinché anime in difficoltà trovino la via della pace; hai sempre condiviso i tuoi beni con il prossimo, da quando eri un adolescente... ed io so, che in quel periodo, la malizia prende il sopravvento anche sull'anima più generosa. Sei l'eccezione Curtis, e in molti temono colui che combatte per i propri ideali.>> Curtis rimase in silenzio ancora per alcuni secondi, poi disse pacato <<tu sei un demone>>.

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l'autore Raffaele De Masi ha riportato queste note sull'opera

Lo Spettatore è un personaggio che ho creato per gioco, ma si è rivelata la mia seconda creazione più ambiziosa. Di sicuro farà la sua comparsa in altre mie opere future.


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2 recensioni:

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  • Don Pompeo Mongiello il 20/12/2014 18:05
    Molto interessante e ben scritto.
  • Lele M. il 10/05/2012 23:55
    Il dialogo tra i due protagonisti è costruito abbastanza bene: mantiene una sua fluidità e plausibilità in ogni suo passaggio, rendendone la lettura piacevole e a modo suo avvincente. Fortunatamente, per quanto trito possa essere il concetto dell'ambiguità di fondo tra bene e male, la figura dello Spettatore, come lo definisci, non è banale, per quanto abbia un sapore familiare, forse meno fuori dalle righe di quanto si possa credere. Il "nemico" ha sempre, sia nelle pagine bibliche che nella narrativa di genere, l'obbiettivo ultimo di sovvertire i confini del bene e del male, convincendo l'uomo dell'inesistenza di un vero indirizzo morale. Lo Spettatore verrebbe ad essere così un demonio in piena regola, per quanto emerga dalla massa informe della "malvagità", intesa come come forza distruttrice indefinita, per darsi forma e contenuto intellettualmente attraenti. Ho ritenuto, per un po', che l'attributo di Spettatore non gli fosse poi del tutto adatto: egli induce in tentazione, e quindi agisce con scopo ben preciso e influenza il corso degli eventi su cui posa lo sguardo. Tuttavia, penso che questo aspetto possa essere archiviato, in favore della suggestione più ampia suscitata da un "demonio che non si schiera".
    Tornando al discorso puramente narrativo, non mi ha convinto il modo in cui il prete giunge presso la casa dello Spettatore: l'invito tramite sogno ( anche se da un lato potremmo interpretarlo, correndo il rischio di indulgere nei piaceri stessi dell'interpretazione, come l'emergere dall'inconscio del prete dell'esigenza di confrontarsi con il dubbio latente nella sua anima [dopo tutto, lo Spettatore insiste nel sostenere che la tentazione risiede nell'uomo prima che l'occasione tentatrice gli si presenti] ( ok, è una pippa un po' troppo freudiana, ma mi piace immaginarla) ) sospende tutto l'incontro in una zona grigia di realtà, quando poi l'intero incontro è di per sè molto concreto, molto "reale". Che dirti, mi sarei aspettato più di incontrare lo Spettatore su una panca nella chiesa del prete, magari mentre questo sistemava le cose dopo una messa...
    La scena finale, nella stanza con la spirale di sangue, tradisce un po' lo spirito del demone-scettico: il mondo che egli prospetta al prete è un mondo malvagio, e come tale lo definisce quando sottolinea che è difficile cogliere la positività in quel frastuono negativo: più che scettico dunque è un demone ignavo? Ma se Dante ha dedicato un intero girone agli ignavi, c'è tanto spazio per gli ignavi anche nei racconti demoniaci, allora.
    Ultimo commento tecnico: c'è qualche incongruenza di verbi, qua e là. Mi permetto di sottolineartelo perchè per il resto ho apprezzato lo stile, che si mantiene scorrevole, ma ben studiato per gran parte del testo.

    Mi sono dilungato nell'esprimerti i miei pensieri per ripagarti dell'occasione che mi hai offerto di confrontarmi con un genere che apprezzo, e, nello specifico, con un racconto che mi è piaciuto.

12 commenti:

  • Kloomb il 29/05/2014 19:38
    Complimenti, non l'ho trovato per nulla pesante. E non si tratta di un genere di racconto che apprezzo particolarmente...
  • Raffaele De Masi il 16/04/2013 12:58
    Ci sono, ti ho scritto in privato Italo.
  • Italo il 12/04/2013 19:58
    Ciao Raffaele mi piacerebbe parlare con te...
  • Raffaele De Masi il 12/05/2012 09:49
    L'umiltà esiste nella non perfezione e ammetterlo. Fidati se ti dico che ho conosciuto dei personaggi che credono di essere perfetti in tutto... io fortunatamente non sono uno di loro, e quindi mi ritengo umile.
    La tua libera espressione riguardo il mio racconto mi è piaciuta, e l'ho trovata una buona recensione, per essere stata scritta da un ragazzo di 23 anni, mio coetaneo.
    Ogni cosa possiede il suo nome, e la tua opinione è più che degna di essere chiamata recensione.
    Alla prossima Lele.
  • Lele M. il 12/05/2012 08:54
    Non far troppo voto di "umiltà": se tu sei un umile scrittore io sono un umile "opinionista", perchè anche il solo definirmi recensore è ben oltre le mie capacità e i miei interessi. Ho dato libera espressione a ciò che ho pensato leggendo il racconto, visto che, in generale, mi accosto alle opere di questo sito con la curiosità di scoprire, riflettere e commentare qualcosa di interessante e amo provare a riflettere sulla tecnica narrativa.
    Alla prossima lettura, magari.
  • Raffaele De Masi il 11/05/2012 14:55
    Ciao Lele, La tua recensione mi rende felice, vuol dire molto per me.
    Ho creato lo Spettatore per gioco, come affermo anche nelle note dell'autore. Ma nel momento in cui donavo vita alla personalità di questo personaggio, compresi subito di aver appena conosciuto la mia invenzione più ambiziosa, la cui presenza era sprecata in una fan-fiction. Questo è il primo racconto serio dove ho inserito la sua figura.
    Il sacerdote Curtis veniva attirato nel luogo in cui risiede lo Spettatore pur sospettando della presenza di qualche attività demoniaca, perchè si sentiva sicuro della sua appartenenza a Dio, e quindi credeva di essere immune... perchè avrebbe dovuto scomodarsi lo Spettatore? La sua abitudine è sempre stata quella di fare agire le sue "vittime", secondo il loro libero arbitrio, e la loro volontà di scoprire.
    Non ho mai letto Dante Alighieri, non sono a conoscenza dei significati delle sue opere.
    In molti si sono chiesti del motivo per cui questo demone si fa chiamare "Lo Spettatore"... l'unica cosa che posso dire, è che un demone non va mai preso sul serio... lui afferma di far parte del pubblico di un grande teatro che è la Terra, ma la sua veduta agisce indirettamente su ciò che lo circonda, assumendo quindi un ruolo ben più ampio di un semplice spettatore... il suo nome è il suo inganno.
    Sicuramente ci saranno errori, ma penso di continuare a migliorare perseverando nello scrivere... non sono altro che un umile scrittore emergente.
    Ripeto, la tua recensione mi ha fatto immensamente piacere, spero che leggerai altre mie opere future.

    Raffaele De masi (Per qualche assurda ragione, è uscita in anonimo la mia risposta)
  • Anonimo il 11/05/2012 14:54
    Ciao Lele, La tua recensione mi rende felice, vuol dire molto per me.
    Ho creato lo Spettatore per gioco, come affermo anche nelle note dell'autore. Ma nel momento in cui donavo vita alla personalità di questo personaggio, compresi subito di aver appena conosciuto la mia invenzione più ambiziosa, la cui presenza era sprecata in una fan-fiction. Questo è il primo racconto serio dove ho inserito la sua figura.
    Il sacerdote Curtis veniva attirato nel luogo in cui risiede lo Spettatore pur sospettando della presenza di qualche attività demoniaca, perchè si sentiva sicuro della sua appartenenza a Dio, e quindi credeva di essere immune... perchè avrebbe dovuto scomodarsi lo Spettatore? La sua abitudine è sempre stata quella di fare agire le sue "vittime", secondo il loro libero arbitrio, e la loro volontà di scoprire.
    Non ho mai letto Dante Alighieri, non sono a conoscenza dei significati delle sue opere.
    In molti si sono chiesti del motivo per cui questo demone si fa chiamare "Lo Spettatore"... l'unica cosa che posso dire, è che un demone non va mai preso sul serio... lui afferma di far parte del pubblico di un grande teatro che è la Terra, ma la sua veduta agisce indirettamente su ciò che lo circonda, assumendo quindi un ruolo ben più ampio di un semplice spettatore... il suo nome è il suo inganno.
    Sicuramente ci saranno errori, ma penso di continuare a migliorare perseverando nello scrivere... non sono altro che un umile scrittore emergente.
    Ripeto, la tua recensione mi ha fatto immensamente piacere, spero che leggerai altre mie opere future.
  • Raffaele De Masi il 06/05/2012 12:37
    Grazie Marla, sono felice che tu abbia apprezzato.
  • Anonimo il 05/05/2012 15:26
    Interessante... l'antitesi bene- male merita molte osservazioni e riflessioni. Racconto suggestivo!
  • Raffaele De Masi il 12/04/2012 13:00
    Ti ringrazio Stella, sono felice che tu abbia apprezzato. La relatività del bene e del male ci porta a dubitare della loro esistenza, e da qui nasce lo Spettatore, ovvero colui che assiste senza prendere le parti di nessuno. È la tentazione più potente e incontestabile.
    Lo Spettatore farà sempre sentire la sua inquietante presenza in altre mie opere future.
    Sono onorato del tuo gradimento.
  • stella luce il 12/04/2012 12:46
    <<Per l'ennesima volta: il bene e il male sono opposti relativi, creati dalla razza umana... ma di sicuro il vostro concetto del bene sfumerebbe nel male, se perseverate ad aiutare apparenti bisognosi che non conoscono il vero dolore...
    Raffaele bellissimo racconto che porta molto a riflettere sulle parole che qui ho riportato... il bene il male dipende da noi in base a come lo vadiamo...
    sono stata rapita alla lettura davvero un racconto stupendo...
    certo così ho potuto leggere anche la fine del tuo precedente racconto...
    BRAVISSIMO...
  • Raffaele De Masi il 12/04/2012 11:57
    È mia abitudine inserire collegamenti nei miei racconti che portano ad altre mie precedenti opere, perchè il mio è un unico mondo demoniaco e personale.

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