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In cerca di me

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Troppe volte nel corso di ogni giorno la mia insoddisfazione mi portava a fare viaggi voluminosi con l'aiuto della mente, mosso a sognare mi fingevo di visitare mondi misteriosi, strade che facevano da percorso a troppi niente che erano di sicuro migliori di ciò che solitamente il mio tempo mi concedeva per vivere uno a uno tutti gli istanti designati dal mio destino.
Così che un giorno, non so se maledetto o benedetto, mi trovai a intraprendere un viaggio insolito, come era insolito il mio stato di veglia. Spesso i sogni hanno bisogno del sonno per rendersi tali, l'inconscio è il mondo sotterrato in noi che si apre mentre il nostro corpo si riposa a riparo dallo scenario quotidiano, stavolta invece tutto si svolse a occhi troppo aperti tanto da sembrare il sogno dei miei sogni, partorito da sveglio. Mentre percorrevo il solito sentiero di ritorno verso casa mi ritrovai in un luogo scuro come se all'improvviso tutte le luci del mondo si fossero spente in pieno giorno. Pensai a una eclissi solare ma della luna nessuna traccia, notai soltanto il suono di uno sfregolio pungente che faceva da colonna sonora alla ramificazione di quelle erbe e sterpaglie che si ammassavano in tutti i punti del cielo coprendo quel sentiero in meno che si possa mai pensare. Rimasi sbalordito dalla velocità di creazione di quel tunnel naturale ma restai impavido consapevole che oltre un sogno non poteva esser ma continuai nella mia passeggiata incurane della situazione che cominciava a sembrare pericolosa.

Camminavo con il solito passo, in quel luogo che si faceva sempre più ignoto a ogni metro, calpestando il fango e le foglie marce che spesso emanavano un odore sgradevole quasi da avvelenare anche quel poco di aria che le narici inspiravano per la mia sopravvivenza. Mi facevo strada senza alcun timore, in quel buio diurno, creato da alberi e arbusti abbracciati come se messi insieme in un grande ballo di gala. La musica, lasciata a sottofondo di quello scenario da incubo data dal sibilo del vento che cercava di asciugare la brina da ogni cosa, mi celava i rumori fastidiosi di quelle piccole creature che in file indiane spuntavano da ogni luogo proseguendo la propria vita incuranti della mia presenza, mentre il mio pensiero non riusciva a non turbarmi della loro. Solo un momento dopo cominciai a destare preoccupazione per la decisione affrettata all'azzardo di intraprendere la passeggiata in quel pezzo di mondo incerto, quando, voltatomi, non riuscii più a distinguere il posto che solo un minuto prima faceva da ingresso a quel luogo. Niente, scomparso, come quasi cancellato e sostituito da oscurità morbosa. A pochi metri da me, uno spiraglio di luce filtrava facendosi posto tra gli arbusti e non nego che riscaldava il mio cuore con la speranza di un punto di uscita da quel corridoio d'ingresso a un inferno certo. La speranza mi incitava a non cedere e il coraggio, che in quell'istante era una sensazione solo di copertura stampata per fingermi ancora vivo e dare un immagine forte di me alle circostanze, in quell'istante ricominciava a farsi sentire vero, il sangue ricominciava a riscaldare le vene e il cuore perdeva lentamente il tonfo ritmico e affannato dei battiti resi quasi a un solo suono per la frequenza altissima delle pulsazioni. Ero lì, ancora vivo. Sentivo una salvezza vicina, più vicina a ogni passo. Camminavo, correvo, facevo di tutto per assicurarmi salvezza, ma intanto quella luce non dava cenno di vicinanza, eppure di percorso ne facevo lasciandomi metri di sentiero alle spalle. Inutile dire che stanco dalla fatica nel trascinarmi in avanti, spesso pensavo a un miraggio creato dalla mia mente per sollevarmi dal timore di quell'istante interminabile. Ma la decisione di imboccare quel sentiero non era stata del mio istinto, era solo il ritorno solito verso casa ma intanto il peggio era appena cominciato e serviva solo una soluzione al problema che era solo mio. Respirai profondamente, chiusi gli occhi e il buio fatto dentro me mi sollevò dalla realtà che stavo vivendo, pensando a una soluzione, mi assalì l'immagine di come sarebbe stato restarmene tranquillo al sole, seduto su una panchina, al centro di un mondo, tra verde e azzurro, come solitamente usavo fare per staccare la spina, ma intanto, certi viaggi sono da avere almeno una volta nella vita quando si cerca di incontrare un mondo nuovo. Che tempo beato quello, mentre il peggio era fuori portata della mente e il corpo spento, ma un attimo dopo un soffio d'aria gelida mi abbracciò, svegliandomi dal sogno, quasi a comandarmi di proseguire. Ma verso dove, se tutta la strada percorsa non mi aveva condotto nemmeno a un centimetro dal punto che mi trovavo da dove l'avevo imboccata e da quell'ingresso che appena un attimo dopo non esisteva più nessuna traccia. Di sicuro stavo sognando, strana la sensazione, come sognare un sogno nel sogno e se era davvero così, era il sogno più bizzarro che il mio inconscio aveva partorito fino ad allora. Cosa buona era assecondare l'attimo, tanto nei sogni ogni cosa è permessa senza effetti collaterali alla realtà, così che al mio risveglio tutto sarebbe ripiombato nella normalità quotidiana, che pensandoci bene, tanta differenza non mostrava da quel sogno velenoso. Trovare lo spazio per una vera vita da vivere in un mondo chiuso a prigione, dove il canone quotidiano ha la vinta sulla spontaneità, dove l'eccesso di felicità è punito dai dogmi, dove un vero pensiero e un vero desiderio hanno bisogno di celarsi alle apparenza dei dotti, è di sicuro un impresa per i soli folli, per gli assetati di vita vera che saranno sempre evitati come lebbrosi in un ghetto. Così è il posto in cui si svolge la mia vita, lo chiamano mondo, mi ha reso asilo da quando il mio primo respiro ha conosciuto il sapore dell'aria, unica fonte di sopravvivenza, ed ora, in questo percorso affollato di cose apparentemente diverse ma di contenuto simile, mi rendo conto che è inutile cercare un uscita che mi porta fuori da un sogno sognato dentro il mio sogno e ritrovarmi in una realtà che da vera non ha nulla di meglio di quello.

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2 commenti:

  • Anonimo il 07/11/2012 10:22
    Quando si comincia a cercare davvero se stessi, non si sa mai dove si va a finire... Ma una cosa tu avresti dovuto senz'altro scoprire: la tua attitudine a comporre romanzi. Una fantasia la tua davvero eccezionale.
  • angelo il 03/09/2012 06:03
    complimenti!!!!!! aspetto il seguito