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Questi ultimi vent'anni

Sfogliando un album, trovo una vecchia foto di vent'anni fa. Siamo io e mia madre sorridenti e felici in un paesaggio meraviglioso e vibrante di colori, sembra un quadro di Matisse: da un lato i colori giallo-ocra della palazzina cinese, dall'altro un paradiso di fiori e alberi tropicali da togliere il fiato.
Lei, a sessant'anni è ancora una donna bellissima, indossa una gonna a fiori e una camicetta turchese.

Un'immagine: io, chino sulle sue parti intime, intento a mantenere il grado di elasticità della sua pelle necessario a sconfiggere un nemico silenzioso e vorace chiamato "piaga da decubito". Il suo nome innocente riesce quasi a passare inosservato, ma è un mostro terribile in grado di divorare da un giorno all'altro i tessuti molli di un essere umano, per poi passare alle ossa.

Chiudo gli occhi: (lei non è più di questo mondo).
Mi avvicino sul bordo di una voragine e senza esitare, salto giù.
È una caduta che non lascia spazio alla speranza, sono minuti interminabili e riesco a percepire dal fondo dell'abisso il gelo dell'inferno, una piaga di dolore che conduce al centro della terra.
Poi, la mia caduta sembra rallentare, riprendo coraggio. Improvvisamente volo. Riesco a scorgere un paesaggio sereno, punteggiato di piccole case con chiese e campanili, alberi e fienili. Uno stormo di rondini mi accompagna per un po'.
Non so dove mi condurrà questo volo ma ora so che la morte non è un salto nell'abisso ma un volo verso la libertà.

Riapro gli occhi: la foto, con i suoi colori saturi e vibranti, è ancora nello stesso posto ma il sorriso di mia madre adesso riesce a superare lo spazio immenso che ci separa da questi ultimi vent'anni.

 

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5 commenti     3 recensioni    

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3 recensioni:

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  • Marysol il 30/05/2015 00:36
    Eccomi Vincent, ho letto. Ho letto del tuo dolore per un'assenza troppo grande. Ho letto del tuo amore per una persona indimenticabile, che, in quella foto a te così cara e che a te e solo a te sa parlare, ti appare così unica e bella. Lei è al tuo fianco. Si nutre del tuo ricordo e vive in te..
  • silvia leuzzi il 22/10/2012 12:35
    Il potere delle immagini caro Vincenzo diventa prepotente quando il tempo trascorso ha nel suo seno nascosti i nostri affetti più cari... i genitori rappresentano il nostro inizio e la loro fine rappresenta per noi la consapevolezza della nostra fine... ma è una sensazione dolce, come se la morte ci atterrisse meno, come se inconsciamente fossimo certi di trovare i volti amati oltre il buio. Ciao
  • rescaldani franco il 22/10/2012 08:01
    Sono ritornato indietro di vent'anni ed ho ritrovato le stesse tue emozioni.

5 commenti:

  • Massimo Bianco il 28/10/2012 16:29
    Un racconto essenziale nella sua brevità che inquadra alla perfezione il tema dell'inesorabile scorrere del tempo. Ma, come si spiega nel finale, bisogna saper sempre guardare innanzi. Piaciuto
  • Anonimo il 26/10/2012 13:57
    Avevo appena finito di commentare un tuo aforisma un po' pessimista dicendoti che io di te avevo un'idea diversa, positiva, quando ho deciso di leggere qualche altra cosa tua per conoscerti meglio... Avevo visto giusto, Vincenzo e questo tuo racconto me lo conferma: no, tu non sei pessimista, sai "volare alto", come tutte le persone capaci, tra l'altro, di tenerezza.
  • Anonimo il 22/10/2012 12:20
    Tornare indietro, a volte, ci aiuta ad andare avanti, a comprendere cose non comprese prima, a riflettere anche su noi stessi, a non sentirci desolati e sperduti.
    Racconto molto bello e profondo. Bravo Vincé!

    Pensa a cento anni, quando vedrai una tua foto di vent'anni prima!
  • Anonimo il 22/10/2012 08:47
    Racconto poetico, molto tenero, emozionante. Complimenti Vicenzo, Molto bello.
  • roberto caterina il 22/10/2012 08:11
    È un sogno più che un racconto in grado di suscitare tante emozioni...

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