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Virtuosismi sulle note degli iron butterfly

Scendi le scale, lasciati andare, senti la pelle che frigge sotto le mie mani, il suono stridulo di questa chitarra, viene da qui sotto, sotto dove sono i nostri amici che ancora ballano. Che ora è? Il tempo si è dilatato e ha preso la forma di un bicchiere, quello pieno ancora di birra, mi piace la birra, gonfia ma ne berrei a litri, cade giù ghiacciata lungo la gola e la musica si prende gioco delle bollicine e chiudo gli occhi, perché mi piace esserci senza che la vista mi ottunda il pensiero. Parole, parole che scorrono come il liquido gelato, si adagiano sui suoni primordiali di una batteria, entrano nel circuito viola della nostra essenza quella buia del nulla. Ci sono, vi ho chiamato più volte, eravamo tutti giù, dentro la buca del suono e aspettavamo la vostra chiamata per risalire alla luce, la luce lattea dell'alba, quando ancora il freddo buca il viso.
Il lago questa notte è nero, camminiamo avanti e indietro, sono ore che camminiamo, la testa sembra esserci ma è solo un'immagine virtuale. Siamo persi, uno nella testa sua e camminiamo lungo questo bosco illuminato da lucciole, punti bianchi fosforescenti, gli stessi che ora il buon Andrea prende a prestito al cosmo per i suoi quadri non quadri, finestre, lenzuoli di colori e di dissolte emozioni.
Il tempo è andato, quel lago è stato circondato, chi può essere più libero di assaporare il gusto della terra, di vivere su una spiaggia in una grande comune di gente che vuole giocare, si giocare in questa eterna infanzia, che non vogliamo abbandonare, perché non è esistito nulla che non sia stato già scritto o detto, dipinto o suonato.
Adagiamoci su questo prato di stoffa, afferrami la bocca e rotoliamoci fino a perdere i sensi, nel deliquio dell'amore, solo quello è l'antidoto per non impazzire.
Gli anni aumentano l'ingordigia e ti afferro per rapirti in quell'inferno di sensi, nel quale mi hai plasmato, nel quale sono cresciuta e di cui ci gustiamo golosi il maturo frutto.

 

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7 commenti     1 recensioni    

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1 recensioni:

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  • Anonimo il 05/05/2013 17:38
    davvero bello questo tuo racconto... c'è la musica di quegl'anni, un po' di bukowski, e ci sei tu più nuda che mai... e forse in tutti i sensi...

7 commenti:

  • silvia leuzzi il 07/05/2013 21:19
    Grande Charles B. ti ringrazio invece, finalmente qualcuno con cui condividere un brano. Hai ragione da vendere sulla punteggiatura, ci lavoro sai? ma è dura sbaglio ancora. Ti sono grata se vorrai perdere un po' di tempo sulla mia prosa e se vorrai segnalarmi, bontà tua, le stonature. Grazie, grazie infinitamente per tutto ciò che mi potrai donare per migliorare un po' Ciaooooooooooooooooo
  • Anonimo il 07/05/2013 19:32
    Un modo originale di scrivere, niente male direi, anche se non mancano le dolenti note come qualche refuso e la punteggiatura, che non corrisponde alle regole canoniche di una buona lettura.
    Buona invece l'idea e la scelta delle parole più appropriate per coinvolgere il lettore facendogli sentire le sensazioni e perfino i suoni ( In-A-Gadda-Da-Vida? )
    Che dire di più? Un buon correttore di bozze riuscirebbe a rendere questo brano scevro da critiche, anche le più puntigliose, come la mia. Chiedo venia per la sincerità.
  • silvia leuzzi il 07/05/2013 11:58
    Grazie a te mio buon Salvo, grazie di avermi letto un baciotto
  • Anonimo il 07/05/2013 11:15
    Ho colto l'eleganza delle parole, il senso di rapimento creato per esaltare il sapore di quel frutto. Grazie
  • silvia leuzzi il 05/05/2013 21:30
    Grazie Loretta per la tua attenzione
  • silvia leuzzi il 05/05/2013 19:01
    Si caro il mio bel Frivolus è un'elaborazione di ieri che si interseca con l'oggi in cui si apprezza meglio il gusto di quel frutto goloso che è l'amore
  • loretta margherita citarei il 05/05/2013 17:29
    molto sensuale apprezzatissimo

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