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Renaio: undici chilometri (seconda parte)

La tombola era un altro dei divertimenti quando c'era abbastanza gente e ci si accordava prima della cena per essere in tanti, il più possibile.
"Allora stasera si gioca, mi raccomando venite!".
Si sistemava per il gioco preparando un tavolo unico nella parte dell'entrata della locanda; in quel caso erano essenziali le candele perché quando andava via anche la miserrima luce era necessario concludere la partita. La vecchia matrona Eva, madre di Giovanni ed Enrico, era l'organizzatrice delle tombole e quando si facevano non c'erano storie: la stanza di ingresso era per la tombola; quelli che volevano giocare a carte dovevano andare in cucina, nella stanza del caminetto o nella adiacente stanza del bar. Per chi non giocava rimanevano comunque le chiacchiere all'aperto.

Quella delle discussioni politiche era un'altra maniera per passare le serate. Le più spettacolari erano annunciate dalla presenza del "Notarone", un notaio di Barga, parente acquisito della famiglia; il Notarone era un liberale che affrontava le discussioni con i comunisti di montagna tra i quali mio padre, i socialisti di passaggio ed il prete: il Peppe poi dava il suo contributo, non di grande spessore, ma condiva la discussione con le sue infinite bestemmie che facevano arrabbiare il prete: quando c'erano tutti lo spettacolo era assicurato.
Nelle sere d'estate, quando era possibile, la piazza o terrazza era il luogo ideale per le discussioni che "sapevan di vino e di scienza": stavamo sdraiati sulle sdraio nel buio rischiarato solo dalla luna, o seduti sulle sedie o sulla panca che cingeva lo spiazzo; le discussioni, alla fine di agosto per l'inizio dell'autunno di montagna, si spostavano attorno al camino; si poteva partire dall'universale (il comunismo, la socialdemocrazia, il cristianesimo, i valdesi) giù fino al particolare o viceversa.
"Perché il comune di Barga non ci fa arrivare la corrente?"
"Perché la comunità montana non si muove per questa cosa."
"Ma come comunisti cosa pensate di.."
"Certo che la chiesa..."
Sempre riprendendo poi i soliti temi.
Accanto al camino si ascoltavano anche i racconti della montagna narranti di incontri con qualche animale o situazioni pericolose, concluse nel migliore dei modi, con la matrona seduta sulla sua poltrona e Giovanni, il figlio più grande, nella poltrona di fronte, di fianco al camino che provvedeva a ravvivare; il resto dei famigliari e affiliati come noi seduti sulle sedie e sugli sgabelli intorno al fuoco.
Erano tre stanze dove si viveva la vita del paese: Bar, stanza di ingresso, e la cucina con il camino.

Il ballo ha fatto la sua comparsa dopo l'arrivo della luce o forse poco prima, grazie ad un generatore di corrente a motore diesel che integrava la scarsa energia proveniente dalla rete elettrica; andavano di moda le mazurche, i fox-trot, i valzer e non poteva mancare il "casachok", il ballo della steppa nella versione di Dori Ghezzi che una sera vide uniti nel ballo il Peppe ed il Notarone, finiti per terra cercando di ballarlo insieme in un cerchio che si era fatto intorno a loro. Era una occasione di grande divertimento per tutti, assicurato da un juke-box vecchissimo fornito col repertorio di una quarantina di 45 giri azionato da Vinicio, figlio di Giovanni; non c'era neanche la possibilità di fare le combinazioni di lettere e numeri come negli apparecchi più moderni, ma solo un pulsante per ogni disco.

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l'autore Glauco Ballantini ha riportato queste note sull'opera

Un ringraziamento speciale a Valentina ed Alessandra.


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4 commenti     2 recensioni    

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2 recensioni:

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  • Anonimo il 31/07/2013 13:55
    Una degna continuazione della prima parte, anche più interessante e scritta altrettanto bene, pure meglio.
    La chiusa è davvero notevole e concordo con la recensione di LIAN99 che ci ha visto un po' di Spoon River... efficace l'elenco dei nomi, dalla Skoda Rossa alle pecore e al formaggio. Per ultimo la nota dei secolari castani che rimangono imperterrite sentinelle dello scandire del tempo. Un saluto.
  • LIAN99 il 20/06/2013 20:35
    La seconda parte a felice coronamento della prima! Con un finale da "Spoon River" conclude questa bellissima narrazione che con tocco sapiente ci presenta vivo e palpitante un quadretto di vita dei bei tempi andati. Quanta nostalgia per un mondo in cui il Tempo scorreva ancora a misura d'uomo ed i legami di sangue e d'amicizia avevano ancora la loro sacralita'. Complimenti, Glauco, mi e' piaciuto tutto di questo tuo lavoro!

4 commenti:

  • stella luce il 21/06/2013 17:56
    alcuni dei luoghi di cui parli li conosco al lago Santo e sul Monte Giovo ho fatto diverse gite... un racconto davvero bello... denso di un passato genuino fatto di sentimenti veri che tu narri e fai sognare... complimenti davvero
  • Glauco Ballantini il 20/06/2013 13:10
    Stella luce, hai avuto ragione, ho rimandato il testo ed ora ci sono tutte e due le parti, grazie del consiglio!
  • stella luce il 19/06/2013 16:48
    ops allora meglio attendere la prima per non creare confuzione, se vuoi un consiglio se non ti viene pubblicata prova a toglierla ed a ripostarla ho sentito da altri autori che in tale modo hanno risolto...
  • Glauco Ballantini il 18/06/2013 13:47
    La prima parte è ancora in attesa di pubblicazione.

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