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Quel tipo era così timido che mi attizzava Ultima Parte
Penso a volte di avere uno spirito da crocerossina oltre che un'insaziabile voglia di fare sesso; dal momento che se fosse per quest'ultimo non avrei che l'imbarazzo della scelta.
La situazione sembra essere arrivata ad un punto morto. Lorenzo cammina ma sembra un fantasma e io che sembro na matta che gli ballonzola intorno e parla a ruota libera.
Non si può fare, non fa parte del mio carattere sedimentare nei punti morti della vita; piuttosto sfascio quel poco che ho costruito ma l'attesa mi manda al manicomio, così esordisco piuttosto acida:
" Senti visto che hai da raccontarmi tante cose interessanti, io mi dileguo e tolgo il disturbo, sono stata un'invadente è nella mia natura. Ciao "
Quasi non prendo fiato e credo che il tono della mia voce sia sufficientemente perentorio. Del resto ho cercato di essere deliziosa o almeno questo sembra a me. Ho messo in campo tutta la mia arte di sedurre gli uomini e per tutta risposta cosa ho ricevuto? Qualche rossore e tanto silenzio, dai non se po fa! Me ne vado vuol dire che morto un papa se ne fa sempre 'n antro, come si dice dalle mie parti.
A quella mia voce non più melodiosa e canterina, a cui forse le orecchie di Lorenzo si erano adagiate, si desta e mi guarda come stupito e spaventato.
( - Dio che cucciolotto mo lo sdraio - mi corre un desiderio pazzesco di farci l'amore lì dietro ad una siepe dei giardini, ma ovviamente mantengo il punto della sostenuta.)
Faccio per andare via ma, come speravo, mi afferra il braccio e con voce ferma:
" Resta ti prego, ti stavo ascoltando "
" Davvero? Sembrava che avessi chiuso i ricettori uditivi... " sono deliberatamente imbronciata. Sono due ore che gli faccio la gattina e lui che mi sembra un palo della luce.
" Perdonami! Vedi sono una frana. Faccio bene a chiudermi in casa. "
" Ti chiudi in casa e che fai la muffa? Ma per piacere c'è tanto da fare fuori. Io pure quando devo studiare preferisco i giardini comunali. "
" Beata te hai una forza che ti invidio. Io mi sento già decrepito. Questa vita mi grava come un macigno sulla schiena "
lo guardo e vedo che i suoi occhi sono vagamente umidi. Un uomo che piange. Mi sciolgo in una pozzanghera di dolcezza ma per natura sono contraria a sembrare troppo tenera; ho sperimentato a mie spese che la tenerezza spesso è usata dagli altri come un fazzoletto da naso, ma il mio cuore non è di carta.
" Ma che beata, chi io? Ma va là i beati stanno in cielo. Falla finita con questa lagna, lasciamola ai poeti vetusti tanto belli da studiare. A proposito ti faccio ridere: lo sai che la poesia mi eccita da morire e a te? " ho l'arte di scioccare la gente con le mie espressioni salaci. Lorenzo non vi dico che fiamma aveva dipinta sul viso ma si tramutò in un bianco tipo foglio A4, quando si trovò la mia lingua che esplorava la sua cavità orale.
E daje non ce la facevo più con tutti sti discorsi. Gli andava terribilmente anche a lui di baciarmi ma credo che non si sarebbe mai deciso.
Quel che mi attizza di questi timidoni è proprio il fatto di dover prendere l'iniziativa.
Lo sento docile e continuo ad avvinghiarmi a lui, che mi abbraccia, finalmente: ammazza che fatica!
Rimaniamo fino a che non fa buio a baciarci. Come pensavo: i timidoni una volta che aprono la loro porta sanno regalare emozioni fortissime.
Con Lorenzo per quasi quindici giorni i nostri incontri non andavano al di là di casti baci.
Vedevo i suoi occhi entrare tra le mie tette e mi veniva voglia di mettergliele in mano una buona volta.
Finalmente i miei vanno fuori per qualche giorno e mi lasciano casa libera. Ovviamente la prima sera mi vedo con i miei amici e facciamo baldoria fino a mattina.
Lorenzo sono quasi tre giorni che non si fa vedere. Al telefono mi chiede di perdonarlo ma deve studiare e non può stare fuori casa fino a che non ha passato l'esame.
" Bene, hai ragione un esame di merda vale più di me, hai ragione farai strada amico. Studia, studia. E io che ti volevo invitare a cena da me " un silenzio glaciale e poi una voce sottile e spaventata:
" Non mi dire così. L'università è un impegno serio che devo portare a termine, i miei non hanno soldi da spendere inutilmente. Poi non mi prendere in giro io... io non esco mai la sera "
" Che cosa? Non esci mai la sera? " mentre pronuncio queste parole assumo il tono di voce, che credo si abbia quando si parla di storie di marziani
" Io sono strano Silvia. Tu hai la tua vita piena di amici, di avventure e magari disavventure. Io mi lascio vivere la vita. Sono forse l'unico spettatore di me stesso "
" Tu sei un cazzaro, ecco che sei, fidate te lo dice un'amica. Senti dimmi qual'è il problema senza tanta letteratura che è meglio " un'altra cosa che ho raffinato con il tempo è stata la schiettezza e l'immediatezza nei rapporti con il mondo intero.
" I miei mi farebbero storie. Soprattutto mia madre sai è anziana ed è molto apprensiva "
" E tu per non far stare in ansia tua madre non vivi la tua vita? " silenzio assoluto e poi schiarita la voce Lorenzo trova un compromesso tra me e la sua famiglia: " Potremmo vederci di giorno, magari in tarda mattinata? Del resto potremmo studiare insieme no? "
meno male ha trovato una scusa da imbastire a sua madre - penso tra me
" Allora facciamo così vieni domani quando ti pare. Io non credo che vado in facoltà. Tu mi dai buca stasera e io non posso certo stare tutta la serata da sola. La solitudine mi mette cattivi
pensieri "
" Se li mette a te che sei un vulcano con tanto di lapilli, figurati a me che rasento l'accidia! "
Quando chiudo la telefonata l'unico pensiero che mi balla in testa e mi fa ridere è: accidioso sta ceppa, vedi dopo che ti ho fatto un trattamento con i miei filtri d'amore come ridi.
Appurato che il coglionazzo non viene mi metto al telefono a sentire cosa c'è da vedere e sentire in giro per la city. Mi accodo a due amici Claudio e Luigi che vanno al cinema. Sono ragazzi simpatici e niente affatto brutti e Luigi so per certo che sta sempre in agguato per dispensarmi il suo ardore. Adesso però sono presa da quel babbeo di Lorenzo, tanto più che mi sembra completamente inesperto e gentile, come se non appartenesse a questo tempo apparentemente sfacciato.
Gli amici sono stupiti di vedermi rincasare relativamente presto. Avevo quel tipo nella testa e ce l'avevo così tanto dentro da sentire la necessità di masturbarmi e per quella sera finì così con qualche lacrima e tante speranze.
Verso le dodici sento suonare al citofono. Stavo ancora a rigirarmi tra le lenzuola. Una pigrizia mortale non mi invogliava a vestirmi. Al sentire il rumore metallico del campanello mi sono ricordata che avevo detto a Lorenzo di venire a casa mia. Certo in magliettone e senza mutande non è certo un buon modo per ricevere un ragazzo. Conoscendo poi che ragazzo era Lorenzo!
Mentre vado ad aprire raccatto un paio di fuseaux che indosso al volo. È vero ci volevano le mutande, sti cavoli posso farne a meno. Afferro al volo una camicia tutta pizzi con una generosa scollatura, sotto la quale ovviamente non metto reggiseno: le mie meline si reggono bene anche senza, certo il push up me le sbatte sotto il mento e sembra che ho un balcone per i fiori, ma anche senza va bene.
" Posso entrare? " ecco la voce delicata di Lorenzo
" Entra ci mancherebbe. Attappati gli occhi che c'è un disordine pazzesco, se lo vedesse mia madre! Domani mi tocca un'ammazzata " avanza con circospezione. Si è curato, lo vedo, ha fatto la barba ed tutto profumato; sghignazzo tra me e me ma sono determinata a lasciare fare al caso.
Gli vado incontro e lo bacio avidamente sulla bocca. Vedo il suo sguardo tra la meraviglia e il terrore e così fingendo di non accorgermi di nulla mi allontano; allora prende coraggio:
" Ti ho svegliata? Era mezzogiorno ho creduto che... " mi guarda con un misto di avido piacere mentre cerco di domare la mia chioma sempre ribelle alle regole.
" Ma scherzi? Stavo a letto per pigrizia. Dai vieni in soggiorno, ci mettiamo comodi per studiare "
Il viso a tratti gli avvampa e poi sbianca sembra un semaforo, mi sciolgo in un mare di tenerezza. Per quanto mi dica di avere quasi ventisei anni mi sembra un bimbo. Gli sguscio intorno come un anguilla e accendo il mio computer.
Devo dire sinceramente ho imparato più oggi a sentire Lorenzo con la sua voce delicata ma molto profonda, la quale mi accende tutte le fantasie del mondo, che in tante lezioni terribilmente barbose.
Certo che tra un'analisi di un testo e la lettura di brani critici, ho cura di far scivolare le mie mani casualmente tra le sue gambe. Lo ascolto e come una gattina innamorata lascio che le mie tette si strusciano sul suo bel braccio elegante. Mantiene un controllo che mi stupisce ma non mi demoralizza.
Infatti dopo due ore di strusciamenti e soffusi sguardi si è completamente rilassato e delicatamente mi accarezza i capelli. Mi lascio andare sulle sue gambe e lo ascolto. La cultura ha uno strano effetto su di me: mi eccita terribilmente.
Lorenzo non è stupido ha capito tutto ma lo vedo che non sa decidersi a far altro che deboli e tenere carezze. Allora visto che la lezione me l'aveva ripetuta e per me sapeva tutto, penso bene di slacciare la patta dei pantaloni. Lo sento trasalire. Con una mano gli accarezzo il viso mentre armeggio per tirare fuori il suo gioiello.
Mi diletto con enorme piacere a suonare il flauto degli uomini che mi piacciono. Sentire la loro eccitazione e sapere di esserne io la causa mi eccita da pazzi.
Lorenzo non muove un muscolo. Lo guardo e vedo che ha gli occhi chiusi e la bocca leggermente rilasciata e aspetto che da un momento all'altro spezzi il filo della sua paura.
Perché la passione spezza tutte le catene della paura e del dolore.
Ad un tratto mi sento prendere la testa tra le mani e mi sollevo dal mio fiero pasto. Come direbbe l'amato padre Dante, il quale se sapesse che pasto sto facendo mi sputerebbe in un occhio, di averlo citato.
Ci perdiamo in un vortice di baci e le sue mani a quel punto viaggiano su tutto il mio corpo facendomi fremere e ho voglia di urlare ma mi limito a mugolare.
Ci prendiamo uno nell'altra e mi lascio travolgere dalla sua passione, che ormai non ha più freni e si fa rabbiosa e delicata al tempo stesso.
Mentre mi abbandono alla spossatezza dell'amore, sorrido pensando a quanto ho ragione quando dico che i tipi come Lorenzo, timidi e magari pure imbranatelli, quando riesci a sintonizzarli sul canale della passione, tirano fuori una carica, una fantasia fuori del comune.
La fantasia è una qualità fondamentale per l'orgasmo femminile, che non ha nulla di meccanico e scontato, come quello maschile.
Lorenzo ha labbra di velluto sotto le quali la mia arpa vibra, suonando una melodia di sussurri inesprimibile. Tra flauti e arpe componiamo una musica che solo i fiati liberi di esprimersi sanno esaltare, nella meravigliosa sinfonia dell'amore.
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0 recensioni:
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- Non avessi letto tra i commenti che è un opera di fantasia, avrei detto certamente che si trattasse di un racconto di storia vissuta... e questo già di per se è un complimento.
Proprio brava.
- Giuseppe caro grazie per il commento. Intanto la protagonista non c'entra molto con me ahahhah sembra autobiografico ma è un'invenzione. Ovviamente i nostri personaggi hanno qualcosa di noi è ovvio, a me piacciono i timidi in generale ma questa è una storia di fantasia. Io non sono meridionale sono romana semi doc ahahhahh trovi inflessioni dialettali? forse romane comunque ti ringrazio di aver notato anche i particolari. Un salutone Silvia
- Ciao Silvia! È un racconto molto divertente, ne esce fuori il tuo bel caratterino. Un po' acidella, un po' comprensiva, un po' dura. Mi ha fatto pensare ad una canzone dei Blu Vertigo che dice : " Ho sempre rifiutato, io, di essere compreso
perchè essere compreso vuol dir prostituirsi
preferisco essere preso, io, molto seriamente
per quello che non sono, io, ignorato umanamente". Ha il suo stile, anche se nei dialoghi mi sembra di scorgere un po' di sintassi dialettale. Sei meridionale vero?
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