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Il vecchietto, il gatto e la ragazzina

Bianco che sembrava nevicato, lo Zio Antonio il Vecchietto, lisciava il pelo a Rosso, il suo Gatto dai colori accesi come i primi raggi del Sole.
Sembravano dipinti su quel balcone a Milimarina davanti al Mare e non c'era un figlio del Signore, indaffarati come erano, che si prendeva la briga di fermarsi e accertarsi se erano morti o vivi e chiedere se avevano bisogno di qualcosa ma, non era così per la Ragazzina.
Serena, si chiamava.
Quando sua Madre, al mattino, Le dava un panino di Giovanni il panettiere ne levava un pezzo per lo Zio Antonio e lo metteva nella tasca del grembiule che le avevano regalato per farla sembrare più grande di quello che era.
Appena poteva glielo avrebbe portato.
Eh sì, era giovane ma aiutava in casa, lavava piatti, posate, pentole quelle piccole però, aveva solo sei anni, a Scuola andava bene e i suoi voti erano tutti sopra il sette.
Quando sua Madre la mandava a comprare la frutta al Mercato del Paese al ritorno passava sempre da loro e gli lasciava un frutto o un grappolo d'uva per rinfrescargli l'anima.
Quella mattina, stava andando a Scuola, era in ritardo ma volle passare
da loro per lasciargli il pezzo del panino.
Miagolava Rosso, scendeva e risaliva dal piccolo balcone.
Si tolse la giacchetta cucita da suo Padre che era sarto, e la agitò per aria.
-Hey... Zio Antonioooo... mi senti?-
Non capiva, allora salì di corsa i cinque scalini.
Lo Zio Antonio era seduto con la testa piegata in avanti, sembrava stesse dormendo.
Non capiva, allora si mise a chiamare la vicina, una brava Signora tutta casa e famiglia.
-Signora Rosariaaa potete venire qui un momento? Lo Zio Antonio non risponde-
La Signora Rosaria, una delle poche che ogni tanto gli dava una occhiata per vedere se aveva bisogno di qualcosa, si rese conto della situazione e mentì.
-Cara Ragazzina, mi stavo dimenticando ma, lo Zio ieri sera mi ha detto che aveva tanto sonno e, mi ha pregato di lasciarlo dormire-
-Ma, Signora Rosaria, e per quanto deve dormire?-
-Credo per tanto tempo Serena, era molto stanco. Ieri sera prima di addormentarsi mi ha detto che puoi prendere Rosso e portarlo con te, fallo giocare, lisciagli il pelo e, qualche pezzo di pane dallo anche a lui.
-Ah và bene Signora però, domani posso tornare per vedere se si è svegliato?-
-Certo che sì, Serena. Domani, ti faccio vedere dove lo mettiamo a dormire-
Serena, dimentica della Scuola...
-Oh, grazie Signora... vieni Rosso, andiamo a casa che ti faccio conoscere la mia Mamma-
Si sa, il tempo oltre ad essere tiranno scorre. Passò, e adesso che la Ragazzina è diventata Donna, con Lei, ha sempre Rosso e, tutti i santi giorni che il Signore manda sulla Terra, vanno a vedere dove dorme lo Zio Antonio...

 

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2 commenti     1 recensioni    

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1 recensioni:

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  • LIAN99 il 29/08/2013 17:39
    Molto bello e tenero questo racconto, anche se un po' triste. Ma estremamente realistico. Nella sua brevità riesce a condensare efficacemente tutta una serie di problematiche e di sentimenti dalle mille sfumature. La solitudine, l'abbandono in cui versano tanti anziani - che dovrebbero essere un vero patrimonio cui attingere, per una società troppo superfioiale e troppo distratta dall'inutile corsa ai beni nateriali e contingenti -, la cura per gli animali domestici - che talora sono l'unico affetto rimasto a chi non ha altro -, l'ingenuità dell'infanzia. I bambini hanno tanto da insegnare a noi "adulti" che spesso crescendo perdiamo la nostra umanità e la capacità di amare davvero. Bravissimo.

2 commenti:

  • Anonimo il 05/09/2013 19:45
    bello delicato... arriva al lettore questo racconto... pregno di sensibilita bravo come sempre ignazio...
  • Anonimo il 01/09/2013 19:50
    un frutto o un grappolo d'uva... frutta è!
    direi da sviluppare con parentesi ironiche per spezzare la tristezza concentrata nel tempo dell'invecchiare che arricchisce non muore nel ricordo!

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