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Il femminicidio

Il femminicidio, argomento in auge in questi ultimi tempi, tratta di uno dei più violenti ed efferati crimini ai danni di un essere umano: atteggiamento spregevole, vile e certamente condannabile senza riduzioni di colpa.
È sufficiente farsi un giro virtuale sui maggiori social network che ahimè, pur di stare in linea con questo pensiero vanno, come dire... leggermente fuori tema. Immagini e didascalie riportano sì, frasi anche di molto effetto circa la bassezza morale di compie l'atto, ma, di contro, altro non fanno che calcare la mano sulla 'debolezza/inferiorità fisica' della donna rispetto all'uomo. In buona sostanza, didascalie create da femministe solo di nome e non di fatto, rimandano un messaggio nascosto tra le righe : 'non toccare la donna perché non può difendersi'. Non voglio schierarmi né dalla parte della donna né da quella dell'uomo, piuttosto mi schiero dalla parte 'dell'essere umano'. È un dato incontrovertibile, matematicamente parlando, che il numero dei 'femminicidi' sia di gran lunga maggiore rispetto agli...'omicidi' (uso questo termine in maniera impropria intendendo che è maggiore il numero di uomini che uccidono la propria donna che non viceversa). Forse, in quelle stesse didascalie, sarebbe da sottolineare, più che la forza, la debolezza emotiva maschile, e vi assicuro che non sono femminista nel termine più esasperato della parola. Anzi, ho provato a schierarmi idealmente dalla parte di un uomo e a tentar di capire perché succede, o meglio, perché la mente non riesce a fermare la mano assassina.
Per farlo non potevo confrontarmi con il mondo degli umani, e quindi ho dovuto ricorrere a quel buco nella serratura di Alice nel paese delle Meraviglie, sì proprio quel foro dove 'tutto è passabile e nulla è impossibile'... facendomi guidare e fluttuare dal solo filo del sentimento che adorna il giardino di rose di Alice.
Se uno riesce a passare quel buco nella serratura, non trova certezze assolute (magari così fosse) ma tenta di capire cose che nella realtà non possono trovare riscontro alcuno, perlomeno di fronte a tale violenza.

Dicevamo quindi... il filo del sentimento (e non della ragione perché in questo caso mi son guardata bene dal farla passare per la serratura) mi ha suggerito questo pensiero che forse è folle quanto il femminicidio. Praticamente da tale confronto è venuto fuori un paragone : cosa accade a una persona che consuma un pranzo luculliano e subito dopo si tuffa in mare? Possono accadere due cose: se gli va bene se la passa con una fortissima congestione, se gli va male... amen e pace all'anima sua. Questo succede perché il corpo, sazio di cibo, non può sostenere uno choc termico di così grande impatto e in modo così repentino. Discorso diverso sarebbe se lo stesso individuo si immergesse in una vasca con acqua tiepida e che, con il passare del tempo, diventasse sempre meno tiepida fino a raggiungere temperatura ambiente. Probabilmente non accadrebbe nulla o tutt'al più, solo qualche leggero disagio di tipo gastrico.
In buona sostanza, questo più o meno dovrebb' essere quello che accade quando si conclama un femminicidio. Cuore e ragione viaggiano da sempre su binari diversi, ma comunque collegati e quando il cuore subisce uno choc violento, la ragione va in corto circuito. Si innesca una sorta di pazzia temporanea perché il cuore si ribella e a nulla vale se il soggetto era uno stimato e tranquillo professionista che 'mai e poi mai aveva dato segni di squilibrio'.

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4 recensioni:

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  • Nicola Lo Conte il 02/12/2013 21:30
    Come non essere d'accordo con te... delicatezza e intelligenza nell'allontanarsi, senza deliberatamente ferire. Incomprensibile, per me, il voler "possedere" chi più non vuole essere l'altra metà della mela. Che senso avrebbe, del resto, avere un corpo senza averne l'anima!
  • Anonimo il 10/09/2013 20:44
    Beh, un bel ragionamento che analizza i vari risvolti psicologico-esistenziali delle vicende d'amore che riguardano l'abbandono. Sì, questo discorso dell'abbandono traumatico è una variabile che può giocare molto... chiaro che il delitto è talmente condannabile da non concedere attenuanti effettive, anche se la moderazione in entrambi i sensi( abbandono meno traumatico e di contro accettazione anche per gradi) è auspicabile. per ultimo vorrei anche segnalare che il fenomeno è trasversale nelle diverse fasce sociali... epperò è tipico di alcuni paesi, purtroppo ancora i mediterranei la fanno da padroni... un saluto, e brava.
  • Raffaele Arena il 08/09/2013 01:45
    L'uomo di un certo stampo, di una certa tradizione, di una certa ottusità, persi i punti di riferimento. Senza lavoro, uso di sostanze stupefacenti, costi legati al divorzio che di solito sono gli uomini ad andare sul lastrico, abbassamento del livello morale e del senso che una vita ha. Questi altri elementi che tendono ad analizzare questo terribile fenomeno. Mettiamoci anche certa letteratura scandinava, poi italiana, questo gusto strisciante, tra uomini e donne, di trasgressioni segrete. Poi, analizzando in modo freddo ma necessario, il caso, statisticamente le donne sono molto più degli uomini. Poi la donna oggi si sente al pari di un uomo senza esserlo. Le considerazioni che tu fai le condivido in pieno, siamo tornati a un regresso pazzesco. E non va dimenticato che nell'antichità, tra i nobili, le donne non potevano decidere l'uomo a cui sposarsi, salvo rari casi. E questo retaggio culturale, insieme a troppe immagini violente in film e romanzi, quindi a una cultura dominante e una fragilità sia dell'uomo che della donna: il drammatico risultato è questo. Senza considerare gli infanticidi, e le efferratezze che tante donne, con l'aiuto di amanti, compiono all'uomo che hanno spremuto cinicamente.
  • LIAN99 il 08/09/2013 01:09
    Davvero molto aprezzato questo testo, per forma e contenuti. Sottile l'indagine psicologica dell'animo maschile e delle sue reazioni; e condiviso l'appello a trovare un po' di civiltà e di tatto anche nel momento dell'"addio", fosse solo per rispetto del passato Amore che, purtroppo, spesso si trasforma in odio. Complimenti all'Autrice.

10 commenti:

  • Ely xx il 03/12/2013 07:43
    @NICOLA LO CONTE: esatto Nicola, un corpo senza la sua anima è una specie di mummia, un feticcio. Credo che la violenza sia scatenata essenzialmente dall'ignoranza e della scarsissima educazione all'affettività, materia che dovrebbe divenire obbligatoria sui banchi di scuola, insieme a matematica, diritto, economia, lingua straniera e chi più ne ha più ne metta...
  • Ely xx il 10/09/2013 08:49
    @NUNZIO CAMPANELLI: a volte i messaggi partono in bianco... disfunzioni del sito. Ci riprovo: sì, il testo parla di una parte del problema. L'altra... boh non so, forse non è nemmeno femminicidio è pura e vera e spietata violenza dettata dall'ignoranza o da altri fattori. Prendiamo l'ultimo caso di Lodi, lui 41nne lei 18nne che si conoscono su internet, si incontrano, stabiliscono un 'prezzo' , si trovano in un motel, iniziano i giochi erotici e lei ci resta strangolata. Femminicidio? Mah, lo catalogherei su altre fasce. Oppure le reiterate violenze domestiche provenienti appunto da ignoranza, abuso di alcool, di sostanze stupefacenti, miseria, cultura diversa dove la donna è un oggetto. Femminicidio? Sì, ma causato da motivi che andrebbero risolti a monte, molto, molto a monte. Io sto parlando di un'altra tipologia di uomo. Quello che uccide perchè è sgomento, quello che si trasforma in mostro quando mostro non è.
    IL SENTIMENTO NON SI DILUISCE A COMANDO: sante parole. Proprio per questo bisognerebbe avere la delicatezza di comunicare all'altra parte che qualcosa sta cambiando. O forse bisognerebbe averne il coraggio di farlo. Perchè trovarlo solo all'epilogo questo coraggio, mettendo la parola FINE di punto in bianco... fa 'sbarellare'... e trasforma in mostro chi non lo è. Ciao e grazie dell'intervento
  • Ely xx il 09/09/2013 17:06
    @NUNZIO : concordo che il pezzo tratta solo una parte del problema, invero quello che più mi sta a cuore. D'accordo, l'amore non si diluisce piano piano e spessissimo non ribatte con i tempi di entrambi. Un po' pi? di tatto e soprattutto un po' pi? di rispetto verso la persona che non si ama più, forse, e dico forse, farebbe metabolizzare alla parte 'offesa' la questione che buttata là in maniera repentina e soprattutto inaspettata trasforma in mostri chi mostro non lo è.
  • augusta il 09/09/2013 16:01
    non sono d'accordo con nunzio... non è vero che con una telefonata una parola... fanno miracoli.. magari fosse così il meccanismo della mente umana e così complicato e inaspettato... che non puoi prevedere.. nessuno finora è in grado di capire... ci stanno provando e studiando.. i grandi scienziati della mente.. ma capire il perchè.. è ancora molto lontana.. 1 beso
  • Nunzio Campanelli il 09/09/2013 15:46
    La tua proposta, che potremmo definire "della giusta misura", tratta solo una parte (piccola o grande, non so) di uccisioni, quelle che avvengono al momento della comunicazione della volontà del distacco. Proposta suggestiva, ma credo, irrealizzabile. Il sentimento non si diluisce a comando. Non funziona così, a mio parere. Io comunque rimango dell'idea che questa società, così come l'abbiamo costruita, funzionerebbe infinitamente meglio con qualche poliziotto in meno e parecchi assistenti sociali in più. A volte una parola giusta, un gesto, un numero di telefono da chiamare nella solitudine fanno miracoli. Saluti.
  • Raffaele Arena il 08/09/2013 12:44
    Hai ragione Ely, mi sono spiegato male, l'uomo non accetta l'emancipazione della donna. È più semplice e fragile forse, meno macchiavellico, come si dice la donna ne sa una più del diavolo. E quando dal diavolo se ne vuole andare, questo st... non sente ragioni, pensa di possederla come un oggetto.
  • Ely xx il 08/09/2013 11:04
    Ringrazio a tutti coloro che mi hanno letto per i loro interventi.
    @RAFFAELE ARENA: 'poi la donna oggi si sente al pari di un uomo senza esserlo'... direi che è un'affermazione un po' troppo forte. Io credo che non esista superiorità o inferiorità ma solo, essenzialmente e stupendamente l'essere diversi. Altrimenti il buon Dio o chi per Lui ci avrebbe creato tutti maschi o tutti femmine o tutti angeli. Siamo uomini e donne che svolgono ruoli diversi e che si completano a vicenda. Siamo diversi nel fisico, nella struttura e forse anche nella mente.
    @LIAN 99: hai centrato il nocciolo della questione. Ci vuole RISPETTO. È quello che manca in qualsiasi relazione amorosa e sociale
    @AUGUSTA: speriamo che cambi, ma dev'essere sostanzialmente la persona a voler cambiare. La legge puo' tanto ma non tutto. È un mezzo, non il fine. Il 'fine' siamo noi.
    @ELLEBI: i dati certi non li so. Mi limito a riportare quanto sento e leggo dai mass-media. Il contesto comunque non verte sulla quantità quanto sulla qualità. E il femminicidio ha una qualità decisamente scadente. Un saluto.
  • augusta il 08/09/2013 08:17
    condivido il commento di arena e lian99...è un testo scritto bene... e analizza i vari aspetti.. 1 beso... p. s... speriamo che cambi qualcosa... ma anche stamane hanno ucciso un'altra donna...
  • Anonimo il 08/09/2013 01:17
    Intervento anonimo di Ellebi. Ripetuti saluti
  • Anonimo il 08/09/2013 01:14
    Ora, bisognerebbe partire con dati certi e da quali fonti provenienti, difficile altrimenti giudicare, e fino a questo momento io non ho visto questi dati. Detto ciò esiste il delitto di omicidio, che comprende uomini e donne, e i vari gradi di efferatezza sono giudicati in quanto tali dalle leggi (sempre imperfette) e dai giudici (altrettanto imperfetti) E allora che cosa è il femminicidio? Si tratta forse di un delitto che travalica ogni efferatezza immaginabile?, la cui mostruosità è impossibile da raggiungere ammazzando semplicemente un maschio? Qualcosa non torna evidentemente. Comunque forse sentiremo parlare in un prossimo futuro di femminiccidio e ancora un po' più avanti di maschiccidio e la cosa mi pare quantomeno stravagante. Un saluto

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