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Una lettera per te

Era una calda sera di maggio, l'unica luce presente nella mia stanza era l'illuminazione flebile dei lampioni sempre accesi sulla strada principale del paese e il chiarore della luna piena.
La sedia che scostai per sedermi comodamente vicino alla scrivania, fu l'unico rumore che echeggiò nell'ora tarda, mentre il resto della casa dormiva beatamente.
Aprii la finestra al mio fianco cercando le stelle offuscate dallo smog, per poi piegare la testa sulla lettera che non avrei mai spedito, iniziando a scrivere:

"È passata poco più di una settimana, da quando il nostro rapporto è degenerato.
Quando sei tornato ancora, siamo usciti nel solito locale, come nell'ultimo nostro periodo usavamo fare.
Tu hai preso la solita crépes alla nutella, dopo aver analizzato a lungo la lista, mentre io senza nemmeno aprirla, ho preso il mio classico calice di prosecco.
Quella sera sorridevo, voltavo lo sguardo distratta, finché terminate le nostre consumazioni, ho acceso una sigaretta che non volevi che fumassi.

Come ricatto, hai preso il mio telefono, contro il mio volere, guardando i miei messaggi.
Inizialmente ebbi la presunzione di non avere niente da nasconderti, ma in realtà già nascondevo qualcosa da tempo, qualcosa che non dovevi assolutamente sapere.
Sei il primo ragazzo di cui ho ammesso la mancanza e sai che sono sempre stata troppo orgogliosa anche solo per chiedere scusa e tornare da chi non c'era più, per quanto ci tenessi.
Con gli uomini sai bene da quando mi conosci, che non ho mai aspettato, e anzi ho sempre fatto aspettare, perché a volte sono fin troppo sicura di me.

Hai letto un messaggio dove parlavo di te, mentre ero arrabbiata e di conseguenza ti sei arrabbiato anche tu.
Non mi hai rivolto parola, hai premuto sull'accelleratore per portarmi a casa, ma non potevo lasciarti andare così.
Ho insistito per poterti parlare al parchetto dove ti ho baciato qualche mese prima, avevo dato la colpa al prosecco, ma era colpa mia.
Ho rifiutato i tuoi abbracci, le tue battute maliziose e le tue proposte, perché dove c'è malizia non può esserci solamente un'amicizia.

Tu non hai capito niente, ti ho detto, la lettera, la sorpresa che ti ho fatto al tuo compleanno, i cioccolatini e i discorsi che abbiamo fatto quella sera stessa.
Ti avevo confessato di avere il timore di affezionarmi, tu mi avevi risposto che se non mi fossi già legata dopo tutto il tempo che avevamo passato insieme, avrei potuto stare tranquilla che non sarebbe accaduto più, ma ti sbagliavi.

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1 commenti     2 recensioni    

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2 recensioni:

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  • stella luce il 21/10/2013 17:20
    Bellissimo racconto... ci si crede forti solo per nascondere le nostre fragilità... leggerti mi ha portato a ricordi belli ma dolorosi... in fondo le promesse fatte quando si è innamorati poi non vengono spesso mai mantenute, ... verrò a cercati, non me ne andrò mai, sarà per sempre, ti ritroverò e poi invece... invece se non era amore lascia solo dolore e nulla di vero di quelle promesse...
  • Caterina Russotti il 21/10/2013 16:39
    Quando ci mostriamo forti per nascondere le nostre fragilità, non ci rendiamo conto di quel che veramente desideriamo. E così rischiamo di perdere qualcuno a cui inconsciamente teniamo e rimaniamo soli... nei nostri se è perché... Bel racconto scorrevole e piacevole da leggere.

1 commenti:

  • augusta il 23/10/2013 11:49
    d'accordo con caterina.. piacevole lettura... 1 beso

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