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Una botta e forse... via!
Quando Salvo fermò la macchina nel vialetto sotto casa e rimase fermo al suo posto, il mio unico desiderio era quello di essere baciata. Costatando il rimanere immobile del mio accompagnatore, pensai che andasse un pochino incoraggiato, per cui misi in atto le mie armi di seduzione.
Iniziai a fissarlo prima negli occhi, poi spostai lo sguardo sulla bocca, mentre nel frattempo mi umettai le labbra con la lingua, tirai il petto in fuori e cercando di fare l'indifferente mi arricciai con le dita una ciocca di capelli.
"Vorrei tanto baciarti" disse finalmente Salvo.
"Strano questo proclama, in genere si dovrebbe andare al sodo" pensai.
"Solo che se ti bacio..."
Immaginavo che c'era un "solo che" di troppo tra me e il sospirato bacio.
"... finiremmo a letto insieme e tu non sei quel tipo di ragazza da una botta e via, o meglio da una relazione di sesso senza impegno che del resto è proprio ciò che voglio io..."
Mi inalberai leggermente nel sentire l'opinione che aveva su di me.
"Perché pensi che io voglia una storia seria?" replicai con tono stizzito.
"Tutte le donne vogliono una storia seria."
"Fai del qualunquismo, io non sono "tutte-le-donne."
"Davvero saresti disponibile a fare del sesso e poi arrivederci e grazie?"
"I tempi sono cambiati da quando Penelope tesseva la tela aspettando il ritorno di Ulisse."
A quel punto mi aspettavo una risata per la mia simpatia mentre pensavo che lo stavo già facendo innamorare e sospirare, altro che una botta e via! Sesso sfrenato e battute irresistibili, chi mai avrebbe potuto resistermi?
"Chi diavolo è 'sta Penelope? Una tua amica?"
"Ops... Ulisse, l'Odissea, ehm.. lasciamo perdere."
"Allora ti bacio."
"Ancora un proclama" pensai affranta "parliamo troppo e i discorsi non sono nemmeno tanto piacevoli, per lo meno dal mio punto di vista."
Tuttavia finalmente ci baciammo, finimmo a letto e furono scintille. Dopo aver ripreso fiato Salvo si accoccolò sulla mia spalla, vi posò un ulteriore tenero bacio ed io pensai soddisfatta che mi ci era voluto davvero poco per farlo capitolare.
Forse gli uomini a parole affermano di non volere una relazione, ma ciò che conta sono i fatti. Anche nella giurisprudenza oltre alle leggi scritte ci sono i fatti concludenti che creano il diritto!
"Bè, io andrei... si è fatto tardi."
Salvo balzò bruscamente dal letto interrompendo il flusso dei miei pensieri.
"È stato bello" disse mandandomi un bacio con la punta delle dita "a presto piccola."
Dopo aver sentito la slam della porta rimasi un tantino sconcertata. Perché aveva detto "a presto" e non mi aveva chiesto direttamente di fissare un altro appuntamento? Una storia di sesso senza impegno non poteva cominciare col sesso per poi sfociare nell'innamoramento?"
"Innamoramento di che? Di uno che non capisce le tue battute? Di uno che scambia Penelope, la moglie di Ulisse, per una tua vecchia amica?"
Oddio! La mia coscienza aveva iniziato a rispondermi, segno evidente che ero immersa nei guai sino al collo. Il peggio era che il dialogo tra me e lei era soltanto all'inizio e i nostri discorsi non erano mai piacevoli.
"Anche se non capisce le mie battute, se a scuola era un po' somaro, a letto si fa scintille" risposi.
"Quali scintille? L'orgasmo che hai simulato?"
"Dai! Un po' ho simulato, ma su... chi è la donna che viene così su due piedi? Comunque bacia benissimo, magari la prossima volta si pomicia un po' di più..."
"Non ci sarà una prossima volta. Ti ha detto che non vuole una storia e glielo hai replicato anche tu. Solo che lui, a differenza di te, ti ha preso in parola."
"Parole, parole, ma non contavano i fatti?"
"Quali sarebbero i fatti? Un bacio sulla spalla prima di scappare come un ladro dal tuo letto?"
"Mi ha mandato un bacio sulla punta delle dita, non dimenticare quello! E mi ha chiamato piccola, un po' è come chiamarmi amore."
"Forse ti ha chiamato piccola, perché non si ricorda nemmeno il tuo vero nome."
"Questo è troppo maledetta voce, ti faccio vedere io chi ha ragione."
Afferrai il cellulare e digitai un sms, cercando di usare un tono spigliato per non dargli ad intendere che lo stavo assillando nel caso si spaventasse.
"Ma si spaventi di che?"
"Oh no! Hai ripreso a parlare maledetta?"
"Dovresti spaventarti tu al pensiero di spaventarlo con un sms, nemmeno fossi il mostro a tre facce."
"Adesso ti metti a fare anche i giri di parole?"
Intanto scrissi l'sms: "ciao, che metto ciao bello, ciao aspè come si chiama?"
"Dramma in arrivo!" continuò la mia coscienza "nemmeno tu ricordi il suo nome! Come farai a scrivere la sua iniziale accanto alla tua e con il cuore infranto dalla freccia di Cupido?"
"Spiritosa... anzi idiota! La colpa è tua che con tutto 'sto chiacchiericcio mi hai fatto scordare come si chiama! Allora ricominciamo daccapo. Ciao caro, ciao Salvo, finalmente mi sono ricordata! Ciao Salvo, la prima partita l'hai vinta decisamente tu... a quando la rivincita ed eventualmente la bella?"
Inviai l'sms e rimasi stupita nel costatare che la voce maledetta era rimasta zitta.
"Ehi voce, non parli più?"
"Preferisco tacere, mi sa che ci hai pensato tu a parlare per venti."
Intanto l'inebriante jingle del cellulare mi segnalò l'arrivo di un sms.
Era arrivata la risposta di Salvo! Ed ecco spiegato il tacere della voce maledetta. Era rimasta spiazzata.
"Ciao piccola, mi dispiace tanto per la rivincita, ma non mi interessa il calcio, per la "bella" invece sono d'accordo eccome! Quando me la presenti questa tua bella amica, magari si può fare anche una cosa a tre..."
Fui io a rimanere senza parole; chi poteva scambiare la bella, il match decisivo, per una bella donna? Stavo sul punto di sentirmi male e invocai la coscienza.
"Ho bisogno di te maledetta voce! Avevi ragione. Come ho potuto pensare di imbastire una cosa seria con uno con cui non solo non ho niente in comune, ma che è un emerito idiota?"
"Anche stavolta ti sbagli, qualcosa in comune ce l'avete!"
"Maledetta voce, ti ho appena dato ragione su tutta la linea e tu riprendi a contraddirmi? Allora lo fai apposta?"
"Rifletti bene... ti ha chiesto una cosa a tre, vuol dire che entrambi sapete contare."
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