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Il ragazzo e la piazza, piccola storia d'amore

La piazza cittadina del tutto deserta sotto un sole battente. Non è possibile nemmeno fissare il bianco orologio della torre. La luce lo rende abbacinante. Pochi passanti sfilano nell'ombra dei portici, non camminano ma avanzano quel tanto che basta per non affaticarsi alla canicola. Cangianti come tende beduine nel deserto, sono stesi ed immobili dei teli color canapa, a protezione dei tavolini di un bar. Non c'è alcuno seduto, non una tazza o un bicchiere sui ripiani. Già immagino di sentire il calore alzarsi dall'alluminio delle seggioline vuote. Non un alito di vento, un refolo che possa far dondolare appena i rami dei lecci silenziosi, che si serrano attorno alla parete in mattoni del duomo. Un'ora ferma, come se il sole avesse deciso di arrestarsi in cielo ed ignorare la sua naturale parabola.
Ecco che in tanto silenzio ed assenza, arriva un ragazzo. Attraversa veloce la piazza, si butta nell'impatto di quel pavimento che scotta. È lunga la piazza, dal duomo alla torre. Il ragazzo arranca, la maglietta bagnata di sudore gli sta incollata al petto e quando mi passa davanti vedo la sua fronte madida e gocciole abbondanti lungo le guance. C'è un particolare: il ragazzo non corre. Le sue gambe sono le braccia abbronzate con le quali spinge le ruote della sua carrozzina. Le mani hanno una presa forte sui tubolari delle ruote e le fanno girare con forza. Corre il ragazzo, come fosse in una gara, contro il sole, contro la calura. Frena appena arrivato al primo triangolo d'ombra. Ha un bel viso, spalle forti e braccia che non hanno paura. Dopo una corsa così, t'aspetteresti che s'alzasse dalla sua carrozzina, quasi fosse perfetto. Ed infatti lo è, anche senza le gambe che si intuiscono esili, nascoste dentro ai pantaloni svuotati. È la forza del ragazzo ad averlo reso perfetto. Ora s'è fermato e respira affannato. Un sorriso gli illumina il volto. Verso una ragazza bionda che gli si fa incontro con aria divertita e gli dice a voce alta e chiara, in quella piazza morente: " Mario ti xè mato" e lo bacia.

 

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3 recensioni:

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  • frivolous b. il 08/01/2014 08:39
    ottima come sempre... racconto breve e prezioso... completamente privo di retorica e ipocrisia!!!
  • Rocco Michele LETTINI il 05/01/2014 17:47
    PIACEVOLE PER SCORREVOLEZZA E PER TEMA ELABORATO...
  • Caterina Russotti il 05/01/2014 17:38
    Piacevole racconto, dove l'amore vince contro ogni ostacolo, compreso il caldo sole. Complimenti

2 commenti:

  • Ellebi il 19/04/2014 02:09
    Molto bello, complimenti e saluti.
  • Anonimo il 06/01/2014 19:52
    Bello e convolgente Mariateresa, raccontato molto bene. Bello il finale! È una storia vera?

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