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Dialogo tra Nino e Francesco

Alla stazione di Catania, quella fredda sera d'inverno, che in tenui tonalità di rosso riverberava lasciando dell'ultimo timido sorriso del sole piccole lingue di fuoco sulla scura ferrugine dei binari, la gente, a gruppi di tre o quattro, si riuniva a chiacchierare chiassosamente, e dinanzi al tabellone luminoso che indicava gli orari di partenza e di arrivo dei convogli ferroviari commentava stizzita le traversie del giorno appena trascorso, mentre, ciascuno guardato a vista dalla madre, qualche bambino dal volto paffuto e roseo come un cielo di primavera, di ritorno da scuola, con la sua incantevole corsetta spensierata lanciava al flebile vento di maestrale l'azzurra armonia del proprio canto di libertà e innocenza.
Tra la folla spazientita due ragazzi, sui vent'anni, piccolo zainetto sulle spalle, benché non si conoscessero, si cercavano con la coda dell'occhio come avessero desiderio di raccontarsi a vicenda le piccole, amate storie di cui soltanto i viaggiatori custodiscono il segreto, di tanto in tanto lucendo sul volto in rapidi sorrisi per assottigliare quel cono ostile di ombra che ancora li divideva a causa della loro muta timidezza. Con un ritardo di circa dieci minuti, il regionale che i due ragazzi stavano aspettando emise il suo ecoico fischio di arrivo. Si sedettero uno di fronte all'altro appena saliti sul treno. Poi, dopo un silenzio di qualche attimo, si presentarono e iniziarono a dialogare.




Francesco: "Certo che dovevo venire fin qui, in Sicilia, per trovare un lettore di Busi...".
Nino: "In realtà non è tra i miei autori preferiti, però a volte penso sia necessario immergersi nella scrittura degli autori di cui non condividiamo quasi niente per maturare in noi una sensibilità completa, a 360 gradi".
Francesco: "Interessante! Pensa, invece, che io di Busi condivido quasi tutto..."
Nino: "Ad esempio?".
Francesco: "Stai leggendo "Un cuore di troppo", giusto? Ecco io, di quel libro, condivido la reticenza, la difficoltà di linguaggio, che poi è semplicemente la difficoltà da parte di un uomo di confessare a un altro uomo di essersi innamorato di uno che appartiene al loro stesso sesso...".
Nino: "Tu sei gay, vero?".
Francesco: "Sì! Ma questo... a prescindere da Busi. E tu?".
Nino: "No, fisicamente, sono sempre stato attratto dalle donne, benché esse siano state per me, da quando ho compiuto quattrodici anni ad oggi, fonte d'inesauribile sofferenza...".
Francesco: " Ammazza! Potrei dire io la stessa cosa dei maschietti...".
Nino: "Eppure non si direbbe. Dai tuoi occhi pare sprigionarsi ogni volta che muovi le labbra un'energia positiva che, almeno per me, è molto rassicurante. Ecco, io sono triste, credo che tu possa leggermelo in ogni parola che ti dico, in ogni sorriso accennato, in ogni ruga di dolore, per questo, per quanto possibile, mi piacerebbe circondarmi di gente spensierata. E tu... tu lo sembravi maledettamente...".

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l'autore frivolous b. ha riportato queste note sull'opera

scritto con un ex-autore, nonchè mio carissimo amico, di questo sito, ovvero: Antonino Raffaele giuffrè! Tvb;)


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3 commenti     2 recensioni    

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2 recensioni:

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  • silvia leuzzi il 23/04/2014 21:42
    Racconto divertente, ben scritto e scorrevole, da cui emergono due belle e giovani personalità. Attendo un seguito
  • vincent corbo il 23/04/2014 10:40
    Una bella idea questa vostra... anche se avrei voluto leggerci anche una feroce ironia, qualcosa di più forte, per intenderci. Ad esempio, dialoghi più taglienti. Comunque bravi e belli... un saluto ad Antonino (ritornerà?)...

3 commenti:

  • Vincenzo Capitanucci il 23/04/2014 12:37
    della roccia... un saluto ad Antonino...
  • Vincenzo Capitanucci il 23/04/2014 12:36
    bravi molto bello... l'acqua sarà sempre più forte della riccia... solo il gelo può inchiodarla...
  • gianni castagneri il 19/04/2014 17:13
    che bello!... fuggire insieme, tentare la sorte! bella questa ipotesi per due giovani... e bello anche il racconto! fa quasi sognare e pensare che tutto puo' succedere!

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