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Critica a Carlos Castaneda

Carlos Castaneda è stato un mistificatore che, più volente che nolente, ha trasformato il pesante e leggero riflesso del mistero che chiamiamo "vita", in un sistema di pensiero il quale, dietro un'accattivante apparenza magica, di magico ha solo la capacità di dare forma e peso a ciò che non ne può avere costruendo, in questo modo, caricature per ingenui che sono parodia della Verità. Castaneda ha voluto dare una fisicità a ciò che immagine fisica non può essere, perché appartenente a quella sottilissima sfera che si esprime solo all'intuire superiore, rivolto all'Intelligenza universale, perché questo costituisce la prima manifestazione dell'universalità intellettiva nella sfera individuale. L'intuire superiore si esprime nell'individuo con la visione del reale per ciò che il reale è, il quale non si esprime per questo in immagini fisiche, ma in una superiore certezza che solo come conseguenza si evidenzierà agli occhi della mente, ma non con contorni e forme visibili in uno stato di seconda consapevolezza. I contorni e le forme della vita, precedenti all'apertura dello sguardo spirituale, sussisteranno e persisteranno ancora, dopo l'apertura interiore, ma s'illumineranno in una visione superiore che non avrà più necessità di interpretare quella che costituisce la velatura del reale per occhi solo rivolti all'esteriore. La certezza che "Vede" lo fa nella piena consapevolezza, attraverso il dono di comprendere le connessioni dei minutissimi elementi, non percepibili dall'occhio esterno, che danno vita e senso al reale. Normalmente le persone, non avendo consapevolezza dei principi universali, non sono nemmeno in grado di riferirsi alla loro stringente logica consequenziale, la quale ordina gli elementi, grandi o piccolissimi di cui è formata la realtà, che necessariamente sfuggono alla valutazione dell'interpretazione individuale priva della capacità data dall'osservazione che procede dal Centro dal quale proviene tutto ciò che è.
È l'osservazione della realtà, attraverso i Principi che costituiscono il "Senso dell'Eterno", che conferisce la vista del Vero universale, senza la falsificazione operata dalla mediazione individuale. In altre parole... non è l'individuo che "Vede", ma il Centro che, esprimendosi nell'individuo consapevole, riconosce la Verità perché l'individuo si scansa dall'interpretarla a proprio uso e consumo. Questo volersi scansare è il solo "merito" dell'individuo che comunica col proprio Centro universale. Quando questo individuo deciderà di identificarsi a questa centralità... sceglierà, decidendo in quel modo, la possibilità di divenire libero.

 

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6 commenti:

  • massimo vaj il 26/05/2014 13:49
    Mi piacciono le critiche circostanziate, attraverso le quali sono descritte, con dovizia di dettagli, tutte le ragioni di principio dalle quali si possono dedurre contraddizioni, paradossi, e anche tutte le illusioni che intasano la mente di chi è stato criticato. Quando, poi, tutto questo è espresso in sole sei parole... la sintesi che ne esce pare innalzare al Cielo la melodia intonata di un'intelligenza che si sta grattando le palle dalla soddisfazione esagerata che l'ha circonfusa, o forse solo confusa, di piacere
  • nirvana il 26/05/2014 13:24
    Secondo me non hai capito niente.
  • massimo vaj il 26/05/2014 11:44
    Il mio "vedere" è l'unico che c'è. Castaneda ne aveva sentito parlare perché è la vista del terzo occhio che hanno le persone illuminate. Chi "vede" conosce la stessa e unica Verità che permea e motiva tutto l'esistente e anche ciò che non ha forma e non è visibile. Non parlo per convincere, tranquillizzati, non sono Castaneda
  • nirvana il 26/05/2014 11:39
    La lezione dello stregone la si comprende, paradossalmete, solo alla fine. Don Juan direbbe: "il mio lignaggio è dannato, come tutti gli insegnamenti che ti ho trasmesso, per questo ho posto termine ad esso". Non potrai mai sapere cosa intendevano quelli lì, per "vedere". Il tuo "vedere" non lo hai appreso da loro.
  • massimo vaj il 26/05/2014 09:10
    A scuola dallo stregone è stato certamente il più bello. Lettura superficiale? Conosco gli scritti di Castaneda da quando ero un ragazzo e riconosco la sua arte nel raccontare bugie. Ero un suo ammiratore, ma incredibilmente e attraverso accadimenti da non raccontare e una donna che mi ha trasmesso questa capacità da me sviluppata attraverso più di trenta anni si fatiche, Io "vedo", ed è per questo che posso dire che Castaneda è stato un imbroglione che non vedeva ciò che diceva di conoscere per sperimentazione personale. Tu continua pure a credere, ma il conoscere è infinitamente superiore sia al credere che al non credere, ma quel conoscere non è questione riservata alla mente. Si "vede" attraverso la propria centralità e le verità viste non sono filamenti luminosi, quella è roba per divertire i bambini al capodanno della propria inadeguatezza al comprendere i princìpi essenziali del vedere.
  • nirvana il 26/05/2014 06:28
    Lettura superficiale dei libri di Carlos. Ma li hai mai letti tutti?
    Il più importante è paradossalmte il primo.

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