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Vuoti

"Sei ancora lì?" Chiede lei, io cerco di non voltarmi a guardarla, cerco di non voltarmi per non ritrovarmi inchiodato dal suo sguardo di sufficienza, lo stesso che anni fa mi fece innamorare, ma che ora odio con tutto il cuore, con tutta l'anima. Come se l'amore si fosse, nel tempo, prima cristallizzato, poi avesse cominciato a regredire fino a diventare il suo opposto, la sua immagine riflessa nello specchio. Ed il suo atteggiamento degli ultimi tempi non aiuta di certo.
"Sei ancora lì?" Chiede di nuovo, nonostante non possa vederla, me la immagino torreggiante alle mie spalle, con i pugni serrati attorno alla vita stretta, la testa inclinata e gli occhi duri, come una mamma che ha sorpreso il figlio con le mani infilate nella torta. Alzo lo sguardo dalla tastiera alla pagina sul monitor, vuota, sempre vuota, ostinatamente vuota nonostante tutti i miei sforzi. Alla fine mi accorgo che la visione dello schermo bianco mi provoca più dolore di qualsiasi altra cosa, faccio ruotare la sedia quasi con sollievo, perché so che qualunque cosa vedrò sarà più sopportabile della vista del monitor vuoto. E me la ritrovo davanti, bellissima e freddissima, dolcissima e crudele.
La mia espressione deve essere veramente sconsolata, perché persino sul suo volto truce vedo passare per un istante un'ombra di compassione, che lei si affretta a far sparire subito, probabilmente per paura che io la interpreti come una minima forma di incoraggiamento. "Senti," Comincia a dire, so già quello che dirà, mi preparo a sentire le sue parole come potrei prepararmi a ricevere un proiettile in fronte guardandolo arrivare al rallentatore. "mi dispiace che debba essere proprio io a dirtelo, ma è stato un bel sogno, solo un bel sogno, e come tutti i bei sogni è svanito nel nulla con l'arrivo dell'alba."
"Sei quasi più brava di me con le parole." Dico, cerco di sorridere, ma come risposta lei indurisce ulteriormente lo sguardo, per non concedermi nessun appiglio, nessun'ancora di salvezza, nessun filo d'erba cui appendermi per non cadere nel precipizio. Quello sguardo è troppo per me, faccio ruotare la sedia e le do le spalle. Mi ritrovo nuovamente davanti lo schermo vuoto del computer: la mia maledizione del momento, la mia croce e la mia delizia. In realtà è un po' più di una maledizione del momento. Sono ormai mesi che non riesco a scrivere una frase di senso compiuto, ad intessere una trama accattivante, a concepire personaggi con mordente e personalità. Già, perchè alla fine l'incubo peggiore di ogni romanziere si è avverato: la crisi creativa, il blocco dello scrittore ha contagiato anche me. Anche se in realtà ho scritto solo un romanzo, anzi, solo un racconto. Ma i numerosi premi e riconoscimenti di cui ha fatto incetta hanno fatto gridare più di un critico al miracolo. La mia unica opera pubblicata è stata inserita in una raccolta di racconti dei più famosi scrittori del paese. Il racconto di un dilettante compreso tra altri di professionisti, non era mai successo. Si era gridato al miracolo, al caso letterario dell'anno, forse del decennio, e da allora sono fioccate le proposte di contratto da parte di diverse case editrici per opzionare i diritti del mio primo romanzo, con tanto di clausola per l'eventuale sfruttamento cinematografico del materiale.

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3 commenti     2 recensioni    

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2 recensioni:

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  • Stanislao Mounlisky il 28/04/2015 07:07
    racconto ben ideato, dalla struttura circolare tendente... all'infinito
  • Glauco Ballantini il 02/10/2014 10:13
    La verità nascosta, io so, che tu sai, che io so. Ognuno parla di se. E stavolta l'assassino è lo scrittore.

3 commenti:

  • Stanislao Mounlisky il 28/04/2015 07:30
    Scrivi bene, complimenti. Dovresti fare qualche piccola correzione qua e là, in questo come negli altri racconti che ho letto: gli accenti talvolta... rimangono attaccati alla tastiera... più frequentemente nel sì (affermazione) che non è un si (riflessivo)
  • fabrizio costa il 09/12/2014 13:55
    trovo che l'architettura narrativa di questo racconto, che descrive il pathos di uno scrittore alle prese con una crisi di mancanza di ispirazione, sia davvero ottima anche se, puramente a titolo pesonale, affermo che ci sarebbe stato bene un finale positivo
  • Ellebi il 02/10/2014 10:51
    La trama di questo racconto non è così scontata come potrebbe lasciar pensare la lettura della prima parte del brano, sebbene fin dal principio l'autore ci da le informazioni che rivelano come la storia andrà a finire. È questo fatto che rende verosimile questo racconto, e i personaggi che lo interpretano. Particolarmente curata e ben approfondita la figura dello scrittore, che diventa folle di rabbia verso la moglie - che da tempo non ama più - quando lei gli rivela i suoi inganni e la sua pochezza, che inevitabilmente lo inducono al delitto. Si tratta di cronaca di tutti i giorni che l'autore assimila per poter creare i suoi personaggi, come appunto questo scrittore pazzo. Questo racconto risente anche l'influenza di un celeberrimo scrittore pazzo, quello creato da Stephen King. Un saluto.

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