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A mia figlia

Ho riempito album di foto che la ritraggono dal suo primo giorno di vita sino all'adolescenza
ero presente al suo primo vagito, stringevo forte la mano della sua giovane madre.
Non avevo piena consapevolezza di quanto era accaduto. Forse la profonda ora notturna che aveva scelto per nascere, oppure lo stordimento che si prova quando si diventa padre. Uscii in strada che neppure un bar aveva aperto, non avevo chiamato nessuno per festeggiare. Volevo assaporare nell'aurora l'intimo sentire che la mia vita non sarebbe mai più stata come prima.
Infatti passarono 2 mesi, nei quali cercai di vincere la diffidenza di una giovane madre che non mi perdonava la colpa di averla, a suo dire, tradita
Desideravo costruirmi una famiglia più di ogni altra cosa, penso volessi rimediare per averne avuta una natia colma di troppo dolore. Due mesi... prima di essere abbandonato!!! La casa di lei, la madre, con nonna e bisnonna, pareva offrire maggior sicuezza e protezione. Nel frattempo il mio ''Vecchio''venne operato per un tumore. Dopo una lunga degenza fece ritorno alla sua casa. neppure per lui la vita sarebbe mai più stata come prima.
La gioventu'all'improvviso chiuse le sue porte innanzi al mio sguardo da ebete impietrito. I sogni, cullati sino a quel novembre 91, si schiantarono al suolo. Capii che dovevo essere forte, molto forte. Essere figli unici e con la madre a far compagnia agli angeli da 13 anni, implicava doverlo essere! Cercai con le mie forze di riconquistare la madre di mia figlia, che disperatamente amavo. Fiumi di parole lasciate in biglietti. sul lavoro, sotto casa, nell'auto. Non riuscivo ad accettare che un'ingiustizia potesse distruggere cio' che era stato tra noi. Per 2 anni, senza soste, piegando il mio orgoglio, maledicendo e pregando Dio. Tutto inutile! le mie giornate si trasformarono in un continuo dovere. Lavoro, cura del padre che lentamente si stava riprendendo ed una piccola, meravigliosa creatura che mi donava il suo sorriso e la sua totale fiducia. Ma in fondo al cuore un'amarezza cosi'grande da soffocarmi!.. Gli amici non potevano comprendere, fui il primo della compagnia a diventare padre. Si era ancora troppo giovani per rinunciare alle futilita' del piacere.
Mi annullai. Se non potevo avere una mia famiglia, volevo almeno essere un buon padre e, se possibile, un miglior figlio
Come capita a chi si obbliga e non trova ristoro, dopo 13 anni cosi' vissuti... crollai
Persi la fiducia di mia figlia che lasciai mi fosse sottratta da una madre fattasi donna.
Non sentivo più alcun dolore, forse perche' ne ero immerso da troppo tempo
Mi allontanai anche da quei pochi che mi erano rimasti accanto, sfidando il mio carattere non propriamente facile
Mi rimaneva mio padre. Il tempo ed un altro intervento, questa volta ad un polmone, lo stava sfidando a vivere
Dopo un'agonia troppo lunga, si spense un attimo prima che potessi giungere all'ospedale
Arrivai che era ancora caldo. Chiesi di rimanere solo con lui. E gli parlai come mai avevo fatto prima

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