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L'italiano

In varie zone della mia città sono apparsi dei negozietti squallidi guarniti di macchinette aperti ventiquattrore al giorno dove ognuno può ristorarsi con un caffè o un succo alla pesca, una barretta di cioccolato alle arachidi o una semplice acqua minerale. Hanno preso il posto di veri negozi falliti a causa della pesantissima crisi economica che ha investito tutto e tutti. Dove c'era il negozio delle bomboniere adesso troneggia il buco delle macchinette mangiasoldi, dove scintillava una media gioielleria ora c'è il punto di ristoro-fantasma.


Alla luce del giorno passano inosservati e forse riescono anche a trasmettere un lieve senso di sicurezza perchè se, per caso, ci viene sete o voglia di qualcosa di dolce-salato, allora basta avere qualche monetina in tasca e il gioco è fatto. Voilà! In men che non si dica stiamo sgranocchiando qualcosa mentre siamo a passeggio in mezzo a una marea di immigrati d'ogni nazionalità.


Ma al tramonto questi luoghi illuminati e spogli, si trasformano in loculi inquietanti che emanano una luce sinistra e abbagliante. Nel cuore della notte non è raro intravedere all'interno zombies e loschi figuri che sorridono malefici. Sono solo apparizioni della notte, inutili proiezioni della nostra mente enfatizzate dal quel piccolo buco luminoso pieno di snack e patatine.


Alle tre della notte (o del mattino) immagino di trovarmi in giro alla ricerca disperata di un cappuccino e imbattermi in uno di questi 24 hours saturi di luce fluorescente in un contesto buio e denso di spettri. M'infilo dentro e circondato di una voglia innaturale faccio per inserire la moneta quando, all'improvviso vedo sbucare da fuori un immigrato di Accra in cerca di qualcuno che gli paghi il primo caffè del mattino. Al mio diniego (anch'io sono un poveraccio senza più monete) l'immigrato con un cenno chiama i suoi compagni che mi circondano e cominciano a cantare canzoni ossessive dell'Africa occidentale. Al che, per istinto di difesa (e non per altro) mi metto ad intonare la canzone-vessillo di Toto Cutugno: " Lasciatemi cantare, con la chitarra in mano, lasciatemi cantare una canzone piano piano. Lasciatemi cantare perchè ne sono fiero, io sono un italiano, un italiano vero."

 

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1 recensioni:

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  • Nicola Lo Conte il 16/12/2017 10:42
    Per motivi, forse sovranazionali, i nostri governanti stanno procedendo ad una sostituzione etnica. La nostra identità è sempre più in pericolo. I nostri nonni, che hanno dato la vita per la nostra libertà e per la patria, si staranno rivoltando nelle tombe.

2 commenti:

  • Angelica il 14/12/2017 14:13
    Molto bella, uno spaccato di cio6 che viviamo, una intensa riflessione
  • Ellebi il 06/12/2017 21:37
    Un patriota insomma... solo che il termine è squalificato da tempo, ma non importa il piccolo brano è splendido, un saluto

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