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La dignità della goccia minore

Cadde dall’alto sentendo l’aria diventare sempre più calda, mentre intorno a lei il cielo si faceva sempre più chiaro, pur essendo grigio. La sua paura crebbe in prossimità del suolo, ma il vento la volle cadere altrove: una foglia infatti la accolse, come accolse altre come lei.
Non ebbe il tempo di rendersi conto di cosa fosse successo: la foglia, pur restando immobile, la spinse in basso. Più in basso ella trovò il rametto che sosteneva la foglia e le dava la vita, ma anche il rametto non poté trattenere il nuovo ospite: la spinse ancor più giù, al cospetto di un ramo più grande.
- Perchè? - si chiese, - Sono tutti così impassibili? Dove sono le mie sorelle? -
Sentendosi finalmente ferma, volse lo sguardo e vide una di loro. La stava raggiungendo, e mentre le si avvicinava, pareva sorriderle. Non ebbe il tempo di ricambiare il sorriso che la sorella si sdoppiò in due, e poi in tre.
Alla fine erano decine di sorelle, che la travolsero portandosela con loro lungo il ramo, verso il basso. Quando cominciarono a prendere forte velocità erano già sul tronco, che si andava a conficcare sicuro nella terra. Mentre scendevano, lei si voltò, e si sentì parte di qualcosa. Quando capì che la sua breve esistenza sarebbe finita al termine della corsa, era già troppo tardi. Forse ebbe il tempo di capire che era sempre stato tardi per lei, dopotutto.
L’albero sapeva, ma era costretto a tacere. Non era colpa sua se il destino delle gocce era segnato fin dall’inizio. Tutte avrebbero avuto il medesimo destino, anzi forse quelle che cadevano su di lui avrebbero perlomeno avuto il tempo di sentire l’aria, di immaginare il sole, nascosto dietro alle nuvole. Chissà se era un bene, per le gocce, assaporare il profumo del mondo, odorare il gusto dell’attesa in mezzo alle radici, inesorabili ragni per piccole mosche d’acqua. Dalla loro fine l’albero traeva la vita, in fin dei conti, e la vita non ha alcun senso senza la morte, dopotutto.
E se in questo teatrino dolce amaro le gocce sono uomini, e l’albero la società, chissà se il sacrificio ultimo alle radici dona la consapevolezza delle nuvole, il limbo di tutte le gocce...

 

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9 commenti:

  • Anonimo il 25/05/2011 23:26
    molto bella e scritta in forma chiara..
  • Anonimo il 05/08/2009 12:28
    si avverte una profonda spiritualità ... complimenti!!!
  • Andrea Pinto il 09/05/2009 01:17
    Bella!
  • carlo degli andreasi il 16/11/2008 18:54
    immedesimarsi è essere? a volte...
  • Ada FIRINO il 10/09/2008 09:19
    Bella questa analisi dettagliata della vita di una goccia, paragonata alla vita umana. Quale la fine? Non è dato a noi saperlo.
  • francesco gallina il 29/06/2007 12:27
    Lo trovo di buon livello.
  • Margherita Ghirardi il 18/05/2007 13:35
    Scritto bene. Bella la metafora... fa pensare.

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