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Maledetto Jock

“Allora? Dai, andiamo…. che altro vuoi fare in un venerdì sera così sfigato?”.
“Ma non esiste, lo sai bene quanto mi stanno sulle palle queste serate, un sacco di fighetti col vestitino nuovo e coperti da una cortina di Drakkar Noire che abbatterebbe uno stormo di fenicotteri, i quali dopo tre secondi netti dal mio arrivo saranno intenti a squadrarmi come se fossi un marziano. Di solito lo trovo quasi divertente, ma stasera no, non me la sento proprio, restiamo qui”.
“Ma a fare che? A continuare a tracannare Chimay Blu fino a quando non ci esce dalle orecchie? Magari là incontriamo qualcuna che ci sta e passiamo la serata”:
“Ma quando mai abbiamo incontrato qualcuna che ci sta ad una festa? Ma dove sono queste che ci stanno? Secondo me è una leggenda metropolitana messa in giro da qualche sfigato come noi per darsi un tono. E comunque guarda…. davvero…. non è roba per me”.
Rimaniamo così per alcuni secondi io e Valerio, una pausa per ricaricare le armi del convincimento e decidere che fare in questa cazzo di serata inutile, ed a me viene di pensare ancora una volta a che caspita di coppia scombinata di amici siamo.
A vederci camminare per strada sembra impossibile che due tipi così stiano volontariamente camminando assieme, e ci si aspetta sempre di scorgere un paio di manette o qualche altra forma di costrizione che ci obblighi a farlo.
Valerio è alto, longilineo, lineamenti regolari, di quelli che piacciono alle donne, sempre ben pettinato, ben vestito, misurato nei movimenti e nelle reazioni, e sempre con qualche soldo in tasca.
Io, bè…. un po’ più basso, più muscoloso, (altri tempi), lineamenti di quelli che alle donne non fanno né caldo né freddo, (nella migliore delle ipotesi), capelli fin quasi alla cintola, vestito sempre nello stesso modo, ossia: Jeans logori e scoloriti, T-shirt nera di un qualche gruppo tipo Black Sabbath, Megadeth, Metallica, Metal Church, Witchfinder General o qualcuno del genere, ed immancabilmente un chiodo nero. In quanto alle reazioni, sono sempre stato un logorroico da competizione.
Circa i soldi…. sorvoliamo.
La verità è che sono due i motivi per cui non voglio andare né a quella né a nessuna altra festa, la prima l’ho già detta, non mi va affatto di farmi osservare come una bestia da circo da gente che in vita sua ha avuto come problema più grande quanto chiedere a Papi per portare fuori un tipa che, a sua volta, ha la sua più grande preoccupazione nella scelta del trucco per la medesima serata, non troppo leggero per non dare l’impressione della santarellina, non troppo pesante per non comunicare qualcosa tipo: “prendimi qui e subito”.
La seconda, anche se può sembrare strano, è la musica.
Si, la musica, quella insopportabile, maledetta, inutile, immonda musica che fa da sfondo a tutte le feste per bene, quella musica da discoteca che ha il nefasto potere di scatenare in me una specie di reazione allergica immediata, violentissima, che mi cambia immediatamente l’umore, mi innervosisce, mi rende aggressivo.

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8 commenti:

  • francesco gallina il 16/09/2007 17:34
    Credo sia uno stimato geologo
  • Anonimo il 16/09/2007 01:24
    Ah dimenticavo... maledetto Jock, dov'è andato a finire?!!
  • Anonimo il 16/09/2007 01:21
    Questa è una delle situazioni in cui mi chiedo "sarà stato il caso o il destino?" Ma così, giusto per contraddirmi un po' perchè di solito non credo al destino! Sporadicamente e per pigrizia lo faccio esistere! Bel racconto autobiografico...
  • francesco gallina il 02/07/2007 12:04
    Due sono le premesse per "vivere" una storia altrui: o la completa estreneità che trasporta in altre realtà, o la condivisione di quella realtà stessa. Anche Valerio oggi è sposato, ha un figlio, una moglie che mi raccontano essere terribile, e non ci vediamo più da quell'epoca, di Jock non so più niente, sarà la vita...
  • Umberto Briacco il 02/07/2007 11:49
    Si pensa che la propria vita sia originalissima e invece va a finire che altri hanno proprio le stesse esperienze. Io sono il tuo Valerio e tutto ciò che hai scritto io l'ho vissuto, master of puppets a tutto volume compreso. Mi mancano solo i "vent'anni dopo" e i figli, perchè vengo una mezza generazione dopo.
    Scritto bene, godibile, anche se il flip di trovarmi dentro la tua storia non mi ha permeso un giudizio più approfondito. sette
  • Stella La Rosa il 01/07/2007 09:49
    Ho detto dubbio, ma potevo dire il sospetto... adesso confermato dalle tue parole! In ogni caso il giudizio non cambia: mi è piaciuto molto!
  • francesco gallina il 30/06/2007 22:21
    In che senso un dubbio? Dubiti che sia andata così? Invece è vero, parola x parola, figlio e litigi compresi
  • Stella La Rosa il 30/06/2007 19:33
    un dubbio che possa essere autobiografico... ma aparte il dubbio a me è piaciuto!

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