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Il bosco incantato

Ho accettato l'incarico di riordinare la biblioteca nella villa della marchesa Dionisis.
La marchesa è vecchia e non la vedo quasi mai. Una cameriera vecchissima mi prepara da mangiare e a volte resto qui anche a dormire. Nelle ore di libertà scendo giù nell'orto per fare una passeggiata.
I libri sono centinaia. Tutte rare edizioni in pergamena, alcuni con serratura in rame e punte di ferro. Gli autori: Eliphas Levi, Crowley, Kremmerz, Barret, Papus, Kardec, Gardner, Blackwood, Frank Graegorius, trattano spiritismo, magia e stregoneria.
Un pomeriggio di maggio, stanco di catalogare libri, esco per fare una passeggiata.
Il giardiniere, che è anche guardiano, è un vecchietto rustico con berretto e un paio di stivali pieni di pezze. Lo guardo mentre zappa le cipolle con incredibile lentezza fischiettando un motivo. Le aiole sono piene di erbacce e sulla ghiaia crescono le ortiche. Quell'uomo è troppo vecchio e non riesce a badare a tutto.
L'orto è chiuso sul fondo da un cancello altissimo che lo divide da un bosco di alberi secolari. Già da alcune settimane provo il desiderio di entrare nel bosco ma il giardiniere trova mille pretesti per rimandare. Oggi, per esempio, mi dice che non può aprirmi perché non trova più la chiave.
Così gironzolo un po' a caso finché trovo una apertura nell'alta siepe di caprifoglio. Aspetto che l'uomo mi volti le spalle per entrare nel bosco.
Corro su una grande radura con al centro frassini secolari. Arrivo a un varco tra gli alberi, come una specie di porta. La attraverso e sono accolto da una pioggia di aghi di pino.
Ci sono alberi grotteschi che assomigliano a ragni velenosi. Seguo un sentiero che passa vicino a un canneto. Poi il sentiero discende fino a costeggiare un laghetto.
Mi siedo sulla riva e guardo le grandi ninfee bianche sull'acqua scura. Al centro c'è un'isola con i ruderi di un tempietto coperto di erba. Lancio alcune pietre nell'acqua e guardo i cerchi che si formano e si espandono. I cerchi d'acqua danno vita a ondine fluide ed effimere.
Con la coda dell'occhio mi pare di scorgere delle persone vicino a me. Mi giro, ma non c'è nessuno. Questo succede due o tre volte. Così mi impongo la immobilità più assoluta e mi sforzo di osservare senza girare la testa.
Dopo un po' rimango allibito per la sorpresa. Vedo ragazze nude che ridono e si tengono per mano. Sono al limite del mio campo di visuale. Quando mi pare che stiano per allontanarsi mi muovo appena e tutto scompare.
Resto ancora immobile finché intravedo di fianco a me una ragazza nuda con i lunghi capelli verdi. Il volto bellissimo mi guarda con una espressione perfida. Mi giro e lei con uno scatto si ritira. Di sicuro sulla riva c'è solo il gioco di luce ed ombre delle fronde mosse dal vento.
Mi rimetto in cammino. Il sentiero prosegue in mezzo a gelsi vecchissimi con tronchi tozzi di dimensioni colossali. I raggi di sole entrano a fatica, obliquamente e creano bizzarri chiaroscuri.

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