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LA FUGA : i brani più toccanti

Propongo alcuni brani del mio primo romanzo LA FUGA che ora è giunto alla seconda edizione:
Quell’appartamento era proprio il mio nido. Mi muovevo a piedi nudi sul parquet tra vecchi mobili presi al mercatino dell'usato, ricordi di viaggi, cuscini cangianti, candele e foto in bianco e nero sulle pareti coloratissime. Dalla cucina arrivava un buon odore di biscotti alla cannella appena sfornati e una sinfonia di Beethoven si diffondeva ovunque, era una musica piena, limpida, a tratti intensa, quasi violenta e, subito dopo, lieve, delicata come un soffio.
Mi sdraiai tra i cuscini sul grande divano rosso, mangiavo biscotti e leggevo la biografia di Evita Perón, che tanto mi coinvolgeva. Era un momento perfetto, pur nella sua semplicità.
Avevo dato forma, colore e odore a quelle stanze; erano il mio rifugio quando cercavo riparo e intimità dalle urla della città che si agitava fuori.
Durante la mia convivenza con Alex non ero mai riuscita a crearmi un posto che mi aderisse perfettamente, nel nostro appartamento scolorito regnava il disordine, la musica era sempre troppo alta, i libri sparpagliati ovunque e le valige pronte per le previste fughe del mio uomo.
Di ritorno da quei viaggi solitari portava sempre con sé qualche novità, nuova energia, una rinnovata sensibilità, e allora, mi scaldava, mi nutriva e mi amava disperatamente, fino poi ad avere ancora bisogno di quel caos interno e cercare nuove strade tra i fili taglienti della sua inquietudine.
Dal computer arrivò l'avviso che stavo ricevendo della posta elettronica, pigramente mi alzai, certa che si trattasse di lavoro, aspettavo giusto delle comunicazioni dall'ufficio.
Lessi chi era il mittente e tutto si fermò, una feroce nostalgia mi graffiò dentro.

«Elena,
come si spiegano a parole le emozioni?
Come si traduce lo sguardo rassegnato e dignitoso di questa gente? E i colori di un tramonto? L' odore della terra dopo un temporale? L'emozione che dà il languido lamento di una canzone messicana?
Il libro l'ho iniziato da poco, c'è un universo da scrivere, ma prima devo assorbirlo, viverlo dentro.
Starò per qualche periodo qui nel Chiapas, poi tornerò nello Yucátan e raggiungerò la costa.
Dimmi che stai bene, bambina. Ero fermo al corso di yoga e a quello di fotografia ma credo che nel frattempo avrai già creato e disfatto tante altre passioni.
La tua idea di cambiare lavoro l'hai realizzata? Sei sempre stata più coraggiosa e decisa di me nell'affrontare la vita.
Mi manchi Elena... cazzo se mi manchi, ma non potevo trascinarti in questa mia avventura, farti vivere i miei bisogni.
Questo pezzo di strada la facciamo separati, ma è inutile dirti quanto profondamente tu faccia parte di me.
Dammi presto tue notizie.
Alex.»

Rilessi tutto velocemente, poi parola per parola, mentre forti emozioni salivano rapidamente fino a soffocarmi.
Si faceva vivo dopo mesi per scrivere “Non potevo trascinarti in questa mia avventura …”
Risposi.
«Vaffanculo Alex! Sono stanca di tenere sempre in tensione la mia mente, i miei sentimenti, di cercare di non alterare il mio equilibrio per riuscire a capirti, e starti dietro anche quando allunghi il passo o ti fermi bruscamente, e quando sparisci e ti devo venire a prendere in qualche bivio dove non riesci più a trovare l'uscita.
Vuoi mie notizie?

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5 commenti:

  • Ivan il 07/10/2007 08:58
    Sei davvero brava, devo assolutamente leggere La fuga, poi ti dico...
  • Maria Lupo il 06/10/2007 00:55
    sarei curiosa di leggere il seguito... l'inizio è interessante
  • Ivan Benassi il 07/09/2007 11:34
    Bella l'idea delle lettere, anche l'approccio di lei non é male. Che colore hai scelto per le pareti? Semplice, scorrevole, davvero niente male.
  • simona bertocchi il 05/09/2007 21:29
    È vero Sara, ci metteranno sette anni prima di ammetterlo e ognuno prenderà percorsi diversi.
    A presto
    Simona
  • sara rota il 05/09/2007 17:53
    Sembra due lettere scritte da persone che in realtà si amano ma nessuna delle due lo vuole ammettere. Mi sbaglio? Bell'inizio comunque.

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