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Un generale morto da soldato semplice

Per te, la vita era un'arena e nell'arena sei stato toro e torero. La politica era la tua vita. Come personaggio, saresti sicuramente piaciuto a Hemingway. Le tue contraddizioni avrebbero arricchito la trama dei suoi racconti.
Non mi sono mai pentito di averti conosciuto, di averti seguito. Certo cambierei molte cose, ma questo è il senno di poi...

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7 Agosto 2001, ore 7. 43.

Lo squillo del cellulare mi sveglia. Guardo l'orologio, so che non sarà una bella notizia, sono in ferie, e nessuno, chiama a quest'ora. È Sandra: È MORTO ZAPPATERRA. NOI STIAMO RIENTRANDO DALLA PUGLIA. CIAO.

Resto immobile, non so cosa sto provando, dolore, rabbia, una profonda tristezza.

Da qualche tempo, eravamo stati informati della gravità della malattia, ma è lo stesso difficile da credere.

Mi sforzo di non pensare, vent'anni di vita sono tanti, e ripercorsi in questi momenti, troppo dolorosi.

Domani forse, tra una settimana, tra un mese.

Mi stendo sul divano, meccanicamente accendo la televisione, sul terzo canale stanno trasmettendo un vecchio programma in bianco e nero, Guccini intona...

Mio vecchio amico di giorni e pensieri,
da quanto tempo che ci conosciamo,
venticinque anni sono tanti e diciamo,
un po' retorici, che sembra ieri.

Invece io so che è diverso e tu sai
quello che il tempo ci ha preso e ci ha dato,
io appena giovane sono invecchiato,
tu forse giovane non sei stato mai.

Sembra fatto apposta. Spengo.

Stare fermo mi costa fatica, prendo a camminare per la stanza, tento di ripassare mentalmente le persone che devo avvisare. Prendo il telefono, faccio scorrere la rubrica, ma cambio subito idea.

Mi ficco sotto la doccia, non provo dolore, ma il senso di vuoto è insopportabile, le lacrime scendono insieme agli spruzzi.

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8 commenti:

  • Anonimo il 04/07/2008 23:15
    sai dalle prime righe mi aspettavo di leggere tristezza invece nell'evoluzione del racconto tutto c'ho visto fuorchè quella. L'entusiasmo (spero che non ti offenderai) con cui racconti di questo tuo amico e di ciò fatto, delle sue speranze e sentimenti e come se la vita non lo avesse abbandonato ed è così che bisogna ricordare SENZA MORTE!!!
  • Maria Lupo il 04/11/2007 19:54
    Grazie anche di aver citato la "Canzone per Piero", uno dei testi che amo di più
  • Maria Lupo il 04/11/2007 19:43
    Ti avevo appena chiesto un altro racconto, non pensavo che fosse già qui. Bello come sempre sul piano narrativo, mi ha colpita soprattutto(forse anche più del precedente) perchè parla di valori, affetti, storie e perdite di compagni di strada o punti di riferimento in cui non solo io, ma molti possono ricooscersi. Autobiografico sì ma anche molto di più.
  • Ugo Mastrogiovanni il 04/11/2007 17:47
    Affetti, convinzioni, valori ineguagliabili quelli di Ivan Bui, così come il suo modo di tessere artisticamente questo testo, affascinante in ogni sua parte.
  • Anna G. Mormina il 04/11/2007 16:26
    Comè difficile accettare di non poter più vedere, parlare con qualcuno con cui si è condiviso esperienze, positive o negative che siano, ma che comunque han fatto parte della nostra vita...
    Inizialmente ci si sente soli. Si pensa: "la vita continua, la gente dimenticherà"...
    ... poi però ci si accorge, che colui che fisicamente non c'è più, ci è vicino invece,... col suo ricordo... e tu, Ivan, non lo hai dimenticato!... sei bravo a trasmettere i tuoi sentimenti!
    Un abbraccio!*

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