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Vecchiaia 2

Oggi vado a trovare la mia amica Sandrina, poetessa e pittrice, all'ospizio dei vecchi.
L'Ospizio dei vecchi, la Casa di riposo, l'Inferno dei vivi. Tutte le volte che entro lì dentro provo un profondo malessere e senso di depressione. Eppure devo entrare, perché qui c'è la vita, la vita sacra, la vita vera.
Oltre il cancello e le vetrate, ci sono corpi esili, bianchi, deformi e doloranti; sono seduti nelle sale e aspettano Qui dentro, in queste stanze lucidate, refrigerate in estate, profumate di disinfettanti, le infermiere con i guanti spostano i vecchietti sulle sedie a rotelle.
L'incontro con Sandrina è straziante. Faccio fatica a riconoscerla. È grassa e deforme, incinghiata su una sedia. Piange, ride, dice frasi senza senso. Io non posso trattenere le lacrime. Vorrei che ci fosse lì un prete a parlarmi di un Dio buono, giusto, pietoso e onnipotente. Gli sputerei in faccia.
Qui, fra queste larve umane, incoscienti, tremolanti, borbottanti, crollano le religioni, cadono in frantumi tutte le filosofie, e la Vita si rivela quello che è: una merda puzzolente!
Intorno a me c'è un uomo che continua a muovere il braccio, c'è una donna che ride sempre, c'è un uomo contorto che si lamenta in continuazione
Qui i minuti sono secoli, e i secondi durano millenni. Qui la morte appare come una cosa sublime, misericordiosa e meravigliosa.
Triste e impotente mi alzo e mi incammino verso l'uscita.
Passando fra sale e corridoi vedo l'uomo che perde saliva dalla bocca, la donna che parla da sola, l'uomo che guarda il soffitto

Agosto 2002

 

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13 commenti:

  • Raffaele Giugliano il 28/11/2006 12:08
    Un racconto molto forte. Mi ha colpito soprattutto la frase "Qui la morte appare come una cosa sublime, misericordiosa e meravigliosa ". Mi chiedo perché la dolce morte in Italia non sia ancora un diritto riconosciuto.

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