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Una partita astrale

Mancavano pochi minuti al tramonto e i colori del pomeriggio sfumavano seriosi in quelli della sera. "Sono stanco - esclamò il sole - ho deciso di prendermi qualche giorno di ferie". "Ma davvero?" Rispose meravigliata la luna. "Esiste da qualche parte un altro sole che possa prendere il tuo posto?" "No - rispose il sole - ma la mia amica Grande Nuvola Grigia starà al mio posto fino a quando mi sarò riposato".
"Che peccato!" Rispose la luna. "Proprio domani ci sarà un grande incontro di calcio. Sai, nel quartiere povero della città bambini italiani assieme ad extracomunitari di colore e musulmani giunti dalle terre d'Oriente hanno organizzato una partita. Solo i bambini possono riuscire in queste cose. I grandi non l'avrebbero neppure saputa pensare".

"Ma io non posso badare mica alle partite di calcio di tutti i bambini della terra... e poi sono stanco!" Replicò il sole.

"Questa partita è davvero speciale - riprese la luna - perché per la prima volta hanno deciso di passare la giornata assieme un gruppo di bambini che le geografie e le politiche del mondo hanno sempre schierato in contrapposizione."

"Io non me ne intendo di politica, né la geografia è stato mai il mio punto di forza e poi ho deciso di riposarmi per qualche giorno. Ciao sorella luna".

"Pazienza - replicò la luna - ma un'occasione così non deve essere perduta. Parlerò a Grande Nuvola Grigia sperando che almeno lei comprenda".

Grande Nuvola Grigia ascoltò le parole della luna e le garantì che avrebbe fatto il possibile per trattenersi. Ma il mattino seguente Grande Nuvola Grigia era diventata grassoccia e paonazza e, non avvezza a trattenere tutta quella massa d'acqua, scoppiò in un pianto dirotto ed allagò tutto il campo di gioco. I bambini con grande eccitazione s'erano recati al campo, ma ben presto la delusione si materializzò sul volto di tutti data l'impossibilità di disputare quella partita. Il sole, che il giorno prima era sembrato determinato nelle sue decisioni, in realtà cominciò a sbirciare tra qualche pertugio che silenziosamente s'era aperto tra le maglie di Grande Nuvola Grigia. Ad un certo punto vide i lacrimoni che rigavano il viso color cioccolato di qualche bambino, poi gli occhi umidi di altri bambini dall'espressione apparentemente monella

"Finché ci sarà un sole per questa terra - esclamò - nessun bambino dovrà piangere, soffrire o restare deluso. Non c'è niente di più prezioso al mondo che i sogni dei bambini". Il tempo di una telefonata ad un amico

Grande Vento Caldo sopraggiunse immediatamente e, indossato il grembiule, cominciò a spazzare il cielo che era una meraviglia vederlo all'opera e poi cominciò a spostare l'acqua dal campo di calcio. A quello spettacolo i ragazzi restarono attoniti e in men che non si dica il campo di calcio era bello e asciutto. La partita pertanto ebbe inizio senza che una fine fossa stata stabilita. S'era fatto tardi e la luna compiaciuta osservava interessata le fasi di gioco Finalmente l'ultimo calcio arrivò e fu rete L'aveva segnato il più piccolo della truppa, Sohel, che veniva dal lontano Mozambico e nella traversata marina i suoi genitori a seguito di una notturna mareggiata erano scivolati in mare senza speranza. A quell'ultimo calcio qualcuno di lassù gridò goool. Qualche giorno dopo, al cambio di consegne, il sole e la luna s'incrociarono: "Sai comunque è stata una bella partita, peccato che tu non l'abbia vista" - sorniona disse la luna -. "Si me l'hanno riferito" replicò indifferente il sole e tirò dritto per la sua strada. "Comunque io tifavo per Sohel -disse sorridendo la luna - magnifico gol il suo. Sei d'accordo?"

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