username: password: dati dimenticati?   |   crea nuovo account

L uomo del mare

Era un giorno d inverno e il cielo era ostile ad un tratto ho intravisto una luce che mi illuminava l animo, come prigioniera di una forza celestiale mi incamminai verso di lei ed ad un certo punto mi colpisse vedere che proveniva da uno spazio tra le nuvole li il mio sguardo si incontra ad un punto di incontro e mi soppressi vedendo che ero arrivata alla scogliera, li vidi un uomo che stava seduto sugli scogli con lo sguardo fisso verso il mare mi avvicinai verso di lui come un'autonoma e li notai che era un tipo dalla corporatura robusta con larghe spalle aveva capelli neri come carbone con riflessi bianchi il suo viso non era rasato di chi aveva trascorso una notte insonne ad un tratto si giro e rivolse il suo sguardo verso me rimasi folgorata dai suoi occhi scuri e il suo sguardo era magnetico non riuscivo a non fissarlo sentivo vampire il mio corpo le gambe mi tremavano il mio viso era in fiamme non so cosa mi stava accadendo ero avvolta da una strana sensazione ad un tratto lui mi rivolse la parola dicendomi: ciao? Con una voce dolce e soave ma io non riuscivo a pronunciare niente ero come paralizzato dal suo sguardo come in un incantesimo quel tipo di stato confusionale al quale di solito si da il nome di colpo di fulmine. Ad un tratto vidi che lui si alzo e si avvicinò verso me arrivato da me mi allungo una mano sulla mia e la prese tra le sue accarezzandola mi disse. come ti chiami? Gli risposi stella! e tu? Michele. piacere continuavo a fissare il suo volto fino a che una gocciolina di pioggia mi distrasse da lui alzai lo sguardo verso il cielo e capi che stava per arrivare un temporale non feci neanche in tempo a pensare dove rifugiarmi che si scateno l inferno una pioggia intensa comincio a cadere fitta lui mi disse: che dietro la scogliera cera un capanno di pescatori mi afferro per un braccio e mi fece strada di seguirlo. arrivati al capanno dei pescatori completamente fradici di pioggia io tremavo dal freddo ma nonostante mi guardai intorno era una piccola grotta scavata in una montagna alzai lo sguardo al soffitto e notai che aveva delle fessure che facevano penetrare delle goccioline di pioggia poi mi guardai intorno e li vicino cera una piccola barca da pesca color cielo mentre ero intenta a visionare quel posto ad un tratto starnuti e lui si giro eravamo solo un paio di centimetri lontani l uno dal altro i nostri sguardi si incontrarono leggevo nei suoi occhi un certo imbarazzo e soprattutto una tristezza che conoscevo bene lui ad un tratto si tolse il giubbotto e lo mise sulle mie spalle e disse :volevo chiederti cosa facevi li alla scogliera? io gli spiegai della stana attrazione che mi a fatto giungere li. Ed io li chiesi. Che cosa faceva lì seduto sulla scogliera? a un tratto mentre ognuno di noi due si giustificava la terra, comincio a tremare non capimmo cosa stesse succedendo era un'oscillazione cosi forte che fece cadere delle pietre di roccia Michele si avvicinò a me e strinse a se dicendomi: e un terremoto stai calma sta passando. Io ero terrorizzata non sapevo cosa fare poi a un tratto la terra smise di tremare tutto era ritornato calmo riuscivo a sentire il rumore del mare che si scagliava contro la scogliera e la pioggia che continuava a cadere fitta. michele sciolse il suo abbraccio da me e mi disse: dai vieni sediamoci in quella barca fino che non smettera di piovere. Io obbedii. Eravamo lì ormai da UN paio di ore a fissare fuori la pioggia che cadeva, sembrava che non volesse più smettere. Eravamo seduti sul fondo della piccola barca color cielo ha poggiati uno a l atro sentivo il calore del suo corpo al mio. mentre ero assolta da quella atmosfera lui mi disse:fuori e quasi buio se non smette di piovere saremo costretti a passare la notte qui? io non avevo al cuna intenzione di passare la notte in quel posto con uno sconosciuto e mi alzai di colpo ascendo dalla barca. lui mi disse :guada che mica ti violento? e sorrise. io li dissi. Non penso per niente che tu mi faccia del male ma... m'interrompi girandomi verso l uscita no pensai non posso restare qui devo tornare a casa presi la mia decisione e senza troppi preamboli mi tolsi il giubbotto e lo porsi a lui cerco di ribattere ma io scappai via sotto la pioggia sentivo che mi chiamava ma non mi girai corsi più che potevo con tutto il fiato che avevo in corpo e arrivai in strada dove ero prima di incamminarmi verso quella luce lì a pochi passi avevo parcheggiato la mia macchina ero affannata e infreddolita ma mi davo forza dicendo tra me e me che fra un Po sarei giunta a casa e li avrei fatto un bagno caldo ero li seduta davanti alla mia scrivania a fissare il mio pc ascoltavo della musica di un cantante da me amato ma tanto i miei pensieri erano al trove ripensando al giorno prima quel incontro inaspettato agli eventi che lo hanno creato e soprattutto a lui mickele. chissa se un giorno lo rivedrò , Be e stato bellissimo stare li in quel rifugio di pescatori. ad un tratto un suono mi distolse dai miei pensieri era il mio cellulare. risp era la voce di mery una mia amica di lavoro che m'invitava sabato sera in un localino sul mare a pranzare insieme per fare due chiacchiere tra di noi. si ok ci vediamo li direttamente so dove, gli risposi,, ora ti saluto o una montagna di lavoro da finire. E riattaccai il cellulare. posai il cellulare sulla scrivania la scrivania era di fronte la finestra che dava sul mare un panorama ad effetto il colore del cielo era uguale a quello del mare un azzurro limpido il sole rifletteva in tutto il suo splendore il mare era calmo giusto per una gita in barca, era una giornata di fine primavera e fra non meno sarebbe arrivata l estate. Solo il pensiero mi rendeva felice finalmente un po' di riposo. passai la giornata con la testa tra le nuvole anche se in cielo non cera neanche l ombra mi sentivo leggera come una piuma era una sensazione che non provavo da tanto bo pensai forse e la primavera be se non mi metto a lavorare seriamente non finiro mai la relazione in tempo per venerdi. Cosi mi misi subito a lavoro cercando di concentrarmi al massimo di me. ore 20 00 fissai l orologio a parete che era nella mia camera sa letto era tardissimo mery mi aspettava di gia presi in fretta la mia borsetta e mi diressi verso la porta d ingresso ero vestita con una gonna si seta nera di media lunghezza avevo indossato un corpetto di merletto nero molto scolato di dietro e avanti avevo una collana di cristalli svaroschi di due colori nera e bianca gli orecchini uguali alla collana molto lunghi che toccavano le mie spalle avevo raccolto i capelli stie prof e mi ero truccata molto leggera e per finire mi ero spruzzata due gocce di scianel un profumo francese che mi piaceva molto. Arrivai al locale be era carino ed era non molto affollato di quei tempi mentre entrai, mi vidi riflessa nel vetro della porta d ingresso be, dissi tra me e mi ero perfetta alta con i capelli platino occhi celesti come il cielo figura snella be piacente. Entrai nel locale e con lo sguardo cercavo mery ma trovai lui si lui Michele l uomo dei miei sogni l uomo che era li sulla scogliera a fissare il mare be lui, mi diressi verso lui che era al bancone del bar. ciaoo gli dissi e lui si volto e capii dal suo sguardo che era molto contento di rivedermi si alzo e mi diede un bacio sugli scogli con lo sguardo fisso verso il mare mi avvicinai verso di lui come un'autonoma e li notai che era un tipo dalla corporatura robusta con larghe spalle aveva capelli neri come carbone con riflessi bianchi il suo viso non era rasato di chi aveva trascorso una notte insonne ad un tratto si giro e rivolse il suo sguardo verso me rimasi folgorata dai suoi occhi scuri e il suo sguardo era magnetico non riuscivo a non fissarlo sentivo vampire il mio corpo le gambe mi tremavano il mio viso era in fiamme non so cosa mi stava accadendo ero avvolta da una strana sensazione ad un tratto lui mi rivolse la parola dicendomi: ciao? Con una voce dolce e soave ma io non riuscivo a pronunciare niente ero come paralizzato dal suo sguardo come in un incantesimo quel tipo di stato confusionale al quale di solito si da il nome di colpo di fulmine. Ad un tratto vidi che lui si alzo e si avvicinò verso me arrivato da me mi allungo una mano sulla mia e la prese tra le sue accarezzandola mi disse. come ti chiami? Gli risposi stella! e tu? Michele. piacere continuavo a fissare il suo volto fino a che una gocciolina di pioggia mi distrasse da lui alzai lo sguardo verso il cielo e capi che stava per arrivare un temporale non feci neanche in tempo a pensare dove rifugiarmi che si scateno l inferno una pioggia intensa comincio a cadere fitta lui mi disse: che dietro la scogliera cera un capanno di pescatori mi afferro per un braccio e mi fece strada di seguirlo. arrivati al capanno dei pescatori completamente fradici di pioggia io tremavo dal freddo ma nonostante mi guardai intorno era una piccola grotta scavata in una montagna alzai lo sguardo al soffitto e notai che aveva delle fessure che facevano penetrare delle goccioline di pioggia poi mi guardai intorno e li vicino cera una piccola barca da pesca color cielo mentre ero intenta a visionare quel posto ad un tratto starnuti e lui si giro eravamo solo un paio di centimetri lontani l uno dal altro i nostri sguardi si incontrarono leggevo nei suoi occhi un certo imbarazzo e soprattutto una tristezza che conoscevo bene lui ad un tratto si tolse il giubbotto e lo mise sulle mie spalle e disse :volevo chiederti cosa facevi li alla scogliera? io gli spiegai della stana attrazione che mi a fatto giungere li. Ed io li chiesi. Che cosa faceva lì seduto sulla scogliera? a un tratto mentre ognuno di noi due si giustificava la terra, comincio a tremare non capimmo cosa stesse succedendo era un'oscillazione cosi forte che fece cadere delle pietre di roccia Michele si avvicinò a me e strinse a se dicendomi: e un terremoto stai calma sta passando. Io ero terrorizzata non sapevo cosa fare poi a un tratto la terra smise di tremare tutto era ritornato calmo riuscivo a sentire il rumore del mare che si scagliava contro la scogliera e la pioggia che continuava a cadere fitta. michele sciolse il suo abbraccio da me e mi disse: dai vieni sediamoci in quella barca fino che non smettera di piovere. Io obbedii. Eravamo lì ormai da UN paio di ore a fissare fuori la pioggia che cadeva, sembrava che non volesse più smettere. Eravamo seduti sul fondo della piccola barca color cielo ha poggiati uno a l atro sentivo il calore del suo corpo al mio. mentre ero assolta da quella atmosfera lui mi disse:fuori e quasi buio se non smette di piovere saremo costretti a passare la notte qui? io non avevo al cuna intenzione di passare la notte in quel posto con uno sconosciuto e mi alzai di colpo ascendo dalla barca. lui mi disse :guada che mica ti violento? e sorrise. io li dissi. Non penso per niente che tu mi faccia del male ma... m'interrompi girandomi verso l uscita no pensai non posso restare qui devo tornare a casa presi la mia decisione e senza troppi preamboli mi tolsi il giubbotto e lo porsi a lui cerco di ribattere ma io scappai via sotto la pioggia sentivo che mi chiamava ma non mi girai corsi più che potevo con tutto il fiato che avevo in corpo e arrivai in strada dove ero prima di incamminarmi verso quella luce lì a pochi passi avevo parcheggiato la mia macchina ero affannata e infreddolita ma mi davo forza dicendo tra me e me che fra un Po sarei giunta a casa e li avrei fatto un bagno caldo ero li seduta davanti alla mia scrivania a fissare il mio pc ascoltavo della musica di un cantante da me amato ma tanto i miei pensieri erano al trove ripensando al giorno prima quel incontro inaspettato agli eventi che lo hanno creato e soprattutto a lui mickele. chissa se un giorno lo rivedrò , Be e stato bellissimo stare li in quel rifugio di pescatori. ad un tratto un suono mi distolse dai miei pensieri era il mio cellulare. risp era la voce di mery una mia amica di lavoro che m'invitava sabato sera in un localino sul mare a pranzare insieme per fare due chiacchiere tra di noi. si ok ci vediamo li direttamente so dove, gli risposi,, ora ti saluto o una montagna di lavoro da finire. E riattaccai il cellulare. posai il cellulare sulla scrivania la scrivania era di fronte la finestra che dava sul mare un panorama ad effetto il colore del cielo era uguale a quello del mare un azzurro limpido il sole rifletteva in tutto il suo splendore il mare era calmo giusto per una gita in barca, era una giornata di fine primavera e fra non meno sarebbe arrivata l estate. Solo il pensiero mi rendeva felice finalmente un po' di riposo. passai la giornata con la testa tra le nuvole anche se in cielo non cera neanche l ombra mi sentivo leggera come una piuma era una sensazione che non provavo da tanto bo pensai forse e la primavera be se non mi metto a lavorare seriamente non finiro mai la relazione in tempo per venerdi. Cosi mi misi subito a lavoro cercando di concentrarmi al massimo di me. ore 20 00 fissai l orologio a parete che era nella mia camera sa letto era tardissimo mery mi aspettava di gia presi in fretta la mia borsetta e mi diressi verso la porta d ingresso ero vestita con una gonna si seta nera di media lunghezza avevo indossato un corpetto di merletto nero molto scolato di dietro e avanti avevo una collana di cristalli svaroschi di due colori nera e bianca gli orecchini uguali alla collana molto lunghi che toccavano le mie spalle avevo raccolto i capelli stie prof e mi ero truccata molto leggera e per finire mi ero spruzzata due gocce di scianel un profumo francese che mi piaceva molto. Arrivai al locale be era carino ed era non molto affollato di quei tempi mentre entrai, mi vidi riflessa nel vetro della porta d ingresso be, dissi tra me e mi ero perfetta alta con i capelli platino occhi celesti come il cielo figura snella be piacente. Entrai nel locale e con lo sguardo cercavo mery ma trovai lui si lui Michele l uomo dei miei sogni l uomo che era li sulla scogliera a fissare il mare be lui, mi diressi verso lui che era al bancone del bar. ciaoo gli dissi e lui si volto e capii dal suo sguardo che era molto contento di rivedermi si alzo e mi diede un bacio sulla guancia. Le sue labbra erano morbide come un cuscino di piume il suo corpo emanava un dolce profumo, un profumo che mi faceva perdere i sensi. lui mi chiese cosa fai qui? IL tempo della domanda che mi sentii chiamare da mary sara sono qui mi girai e vidi mery che avanzava verso me. E in quel preciso momento Michele parlo. Allora ti chiami sara io risp si bello aggiunse lui bello come te lo fissai fino alla rivo della mia amica aveva sempre lo stesso carisma i suoi occhi erano sempre belli di uno splendore ferfetto. Allora sara cosa fai non mi presenti il tuo amico certo risp io lui e miohele sara piacere risp mery io ero di nuovo in quella atmosfera di fantasia. Le parole della mia amica rimbombavano come un'eco sara mi chiamo? dai andiamo abbiamo prenotato ed io o fame se ti va puoi invitare anche lui. vidi che miele aveva fatto astrazione anche a sara il suoi carisma era.. mery disse dai micelle vieni a cenare con noi? sara propose a mickele di cenare con noi lui disse. no preferisco non disturbare ma no risp io istintivamente ma lui non accetto dicendo ora non posso sara per la prossima, ero venuto solo per bere un aperitivo. Cosi mise dei soldi sul bancone e ci saluto affettuosamente e andò via. Ma disse mery dimmi come lai conosciuto dove come e io dissi calma ti spigo.. e in un attimo metrecenammo gli spiegai dove e in che circostanza lo avevo conosciuto. lei rimase sorpresa e aggiunse e il destino, sara finimmo di cenare e andammo via uscimmo dal locale e mery mi propose di fare due passi sul molo. Ed io accettai. Li notai che la luna spendeva maestosa in quel cielo pieno di stelle: mi appoggiai alla ringhiera del pontile e dissi a mery; che bella serata vero? Mery rispose si bellissima ma ora io andrei sono un po' stanca, io risp no dai resta ancora un po' e cosi bello questo posto ma lei annui sono veramente stanca se vuoi tu rimani pure. Io risp ok allora buona notte, la vidi mentre si avviava verso la sua auto e sparire. Mi sedetti su una panchina che dava verso il mare, la serata era calma tirava un venticello caldo che annunciava pioggia, ma non mi scompose più di tanto ro lì seduta su quella panchina di marmo e guardavo la luna che si rifletteva dell'oceano, era uno spettacolo molto romantico. I miei pensieri fecero spazio alle mie fantasie ritornarono a michele mi toccavo la guancia dove lui mi aveva baciato e ripensavo alle sue labbra morbide e il suo dolce profumo ad un tratto risenti quel profumo e mi girai era lui che avanzava verso me, ad un tratto il mio respiro si fermo quando lui giunse verso me eravamo cosi vicini che sentivo il suo respiro poi accade che lui mi prese tra le sue braccia e mi bacio. Erano i primi di giugno dell'hanno 2000 io ero nella mia auto e giravo in città faceva un caldo papesco ed ero imbottigliata dal traffico ad un tratto vidi un'auto che mi suonava e con grande meraviglia nel girare il mio sguardo lo vidi era lui Michele alla guida dell'a sua auto sportiva era bellissimo aveva una camicia a righe bianche e blu ed era sbottonata fino al torace e che torace lui mi saluto e io feci lo stesso con un ceno che volesse significare che ero ben lieta di rivederlo non sapevo spiegarmi quel mio comportamento quando lo rivedevo il mio cuore pulsava a mille il mio viso diventava rosso fuoco era una sensazione bella, dal primo giorno che lo vidi il mio cuore e il mio cervello non facevano altro che pensare a lui era diventato una parte di me.

1234

0
3 commenti     0 recensioni    

un altro testo di questo autore   un'altro testo casuale

0 recensioni:

  • Per poter lasciare un commento devi essere un utente registrato.
    Effettua il login o registrati

3 commenti:

  • Anonimo il 30/05/2010 11:55
    Cattura dalla prima frase. Purtroppo ed è un consiglio che hanno detto anche a me, devi usare la punteggiatura. Mancano molti punti e molte virgole
  • Alessio magnaguagno il 17/04/2009 09:30
    Peccato qualche errore di battitura e qualche refuso, in ogni caso è leggibilissimo, grazie per avermi regalato qualche minuto di avvincente lettura, Alessio
  • chiarastella motta il 19/05/2008 18:40
    bellissimo intrigante legendolo ti immaggini in questo libro

Licenza Creative Commons
Opera pubblicata sotto una licenza Creative Commons 3.0