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3 - Il buio e la luce. Domenica.

Insomma sembrava mi stessi avvicinando ad un punto di non ritorno. Quello che avevo fatto fino ad ora sembrava volesse andare via allontanarsi. Era così tutto assurdo, una cosa del genere mi era già capitata con gli amici, con quelli con cui avevo diviso le esperienze adolescenziali. Ad uno ad uno avevamo preso delle strade, ci eravamo allontanati ed era sorta anche una certa “invidia” per le diverse vite che conducevamo. Si sapeva tutto degli altri e gli altri sapevano di me. Poi, quando ci incontravamo si rimaneva sul vago o iniziavamo a ricordare i bei tempi delle cazzate fatte insieme. Ogni tanto ci pensavo. Pensavo a quello che ero e a quello che sono oggi: niente di più che un semplice autista di linea, penso alle persone che conosco, che contornano la mia giornata. Credo che la vita di un uomo sia anche fatta così: ti vedi in relazione agl’altri, gl’altri sono come satelliti che girano intorno a te e ai quali fai riferimento. Tutti questi pensieri per fortuna, non rimanevano chiusi in qualche cassetto della mia testa. Per fortuna conoscevo qualcuno più grande di me, con cui condividerli. Era Guido. Lui è un uomo maturo sposato, con figli. Nonostante la sua vita sia quasi satura è bravissimo, riesce a ritagliarsi degli spazi, a trovarsi delle nicchie solo sue, dei territori dove ci incontriamo. Di solito succede un paio di volte al mese, la Domenica pomeriggio, ci diamo appuntamento per un caffè verso le 14 e poi facciamo un giro al mare o in uno dei paesini verso i monti dell’Appennino. Il caffè è la scusa ovviamente: quelle mezze giornate servono per riquadrare, per riallineare, per ricollocare i suoi ed i miei pensieri e perché no fare anche dei progetti. Da quando un po’ di anni fa l’ho conosciuto, mi ci sono sempre rivisto, un po’ pensavo, immaginavo che alla sua età avrei voluto essere un po’ come lui. Sai quando nutri stima ed ammirazione per qualcuno? Qualcuno normale, (il tuo collega di lavoro, la commessa al banco carne), qualcuno che vive la sua vita nell’anonimato del mondo, ma che comunque fa del suo meglio per stare bene con se stesso. Così è Guido, fiero di esserci. E poi l’equilibrio, quello a cui tutti aspiriamo, quello di cui tutti abbiamo bisogno, quello che non ti fa rimare al buio. Quante volte ci sono rimasto!
Appuntamento oggi alle pomeriggio alle 3, al nostro solito bar. Guido è già arrivato. Entriamo solito caffè per lui, io prendo un marocchino.
- Ehi, ma dimmi un po' la ragazza nuova tutta riccia, ha fatto colpo? Non dirmi che non me ne sono accorto. Quando sale alla fermata ospedale, i medici del secondo piano hanno un improvviso bagliore dovuto al tuo sorriso a 32 denti!
- Chi Gabriella?

Nel frattempo c’eravamo alzati dal bar e passeggiavamo sul lungo mare. La spiaggia era deserta, tranne per qualcuno a spasso con il cane. Quanto avrei dato per essere lì con Gabriella. Guido aveva centrato, e così il pomeriggio è passato con l’aggiornamento dei miei dissapori con i miei, le mie pseudo preoccupazioni lavorative e la Gabri, che a dire il vero mi piaceva sempre più e il mio “Guru” mi dava buone possibilità.

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2 commenti:

  • Emilio C. il 24/05/2008 13:29
    Si l'avevo già pubblicato questo capitolo, ho fatto un'aggiunta nella parte finale che non riuscivo ad inserire. Ho inviato da pubblicare anche il 4°, aspettiamo che venga messo on line. Ciao!

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