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La lunga notte

Ci sono notti più lunghe delle altre. È una lunga notte quella di chi aspetta il ritorno a casa
dei figli che sono andati in discoteca. Sono lunghe notti quelle di chi veglia un malato terminale. Lo sono anche quelle di chi ha gravi preoccupazioni e non riesce ad abbandonarsi
al sollievo del sonno.

Ci sono notti più lunghe delle altre. È una lunga notte quella di chi aspetta il ritorno a casa dei figli che sono andati in discoteca. Sono lunghe notti quelle di chi veglia un malato terminale. Lo sono anche quelle di chi ha gravi preoccupazioni e non riesce ad abbandonarsi al sollievo del sonno.
Quella di Margareth fu una lunga notte particolare. Le avevano ucciso un figlio, un ragazzo di 25 anni che lavorava in una stazione di servizio.
Un coetaneo, fermatosi al suo distributore, prima della chiusura, gli aveva puntato addosso la pistola, intimandogli di consegnare tutto l'incasso. Robert aveva reagito: era un cultore di karatè ed aveva sperato di disarmarlo con una mossa a sorpresa. Ma David era stato più svelto.
Sorpreso dalla reazione di Robert, aveva premuto il grilletto, freddando il ragazzo con due colpi. Poi, arraffato quanto più denaro poteva, aveva tentato la fuga, ma era stato fermato dalla polizia. Colto praticamente in flagrante, a poca distanza dalla stazione di servizio dove Robert giaceva esanime, accanto alla pistola gettata dal suo aggressore, al processo non aveva avuto alcuna possibilità di scampo. Condannato alla pena capitale, era stato 15 anni nel braccio della morte. L'esecuzione della sentenza era stata fissata per la mezzanotte di un freddissimo giorno del dicembre texano. Margareth aveva atteso a lungo quel giorno in cui finalmente sarebbe stata fatta giustizia ed aveva deciso, a processo concluso, di andare ad assistere all'esecuzione, insieme al marito.
Ma da un po' di tempo l'idea di assistere alla morte di un uomo aveva cominciato a ripugnarle. Ne aveva parlato con il marito, sorprendendolo negativamente. " Margareth - le aveva detto - l'uomo che non ti senti di veder morire ha ucciso nostro figlio e sulla sua colpevolezza non ci sono dubbi" Ma la donna non riusciva ad accettare l'idea di veder morire un uomo, anche se era l'assassino di suo figlio.
" Vederlo morire, - si chiedeva - mi restituirà mio figlio?" E poi pensava alla madre di David il cui dolore nessuno, forse, aveva preso in considerazione. Il giorno stabilito per l'esecuzione, Margareth che, da molti anni, non aveva smesso di riflettere non solo sul suo problema personale ma anche sul tema più generale della liceità o meno della pena di morte. disse, decisa, al marito: " Io non vengo. Non cercare di convincermi, ti prego. Ho preso la mia decisione che non è stata facile. Ma ora è irrevocabile. Sono convinta, nella mente e nel cuore, che non sarebbe giusto" . Albert, il marito, tacque per qualche istante. poi disse, pacatamente: " Va bene. Fai come ti sembra giusto. Io vado Credo di doverlo a nostro figlio" "Non credo che nostro figlio lo voglia, dovunque si trovi. E se non si trovasse da nessuna parte - disse Margareth con un singhiozzo - credo che da vivo sarebbe stato contrario a questa macabra rappresentazione". Ci penserò, Margareth - disse Albert - È appena il crepuscolo. Abbiamo ancora molte ore per pensarci". "Ancora molte ore per pensarci" - ripetè fra sé Margareth.

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