Anche oggi traffico!
La musica a palla. Di lato mi vedo superare anche dai pedoni che avevo superato circa dieci minuti fa.
Il caldo che filtra dal parabrezza sembra aumentare d’intensità. I finestrini aperti non fanno circolare l’aria.
Vedo avvicinarsi un camion, sulla corsia opposta, uno di quelli che ad ogni cambio marcia fanno una fumata nera di lato. Mi si avvicina minaccioso e non faccio in tempo a rialzare i finestrini che “wram” mi sgasa proprio all’altezza del viso.
Mi viene da sorridere perché sapevo che sarebbe toccato a me.
Inalo quel gas di scarico che non è poi tanto male anzi mi prende alla testa e mi viene alla mente la morte per inalazione di monossido di carbonio, gas di scarico.
Dicono che sia una morte dolce.
Ti prende alla testa, le cose a te attorno diventano dai contorni mobili ed i rumori sono echi lontani. Perdi il senso dell’orientamento e del tempo. Rimani imbambolato a fissare il nulla. Non controlli più i movimenti del tuo corpo. La saliva inizia a riempirti la bocca e poi a sgorgare in un rivolo. Gli occhi fissi mentre vedi scene di vita passata ripetersi e credi che sia il futuro.
Finalmente la fila davanti cammina. Ingrani la marcia e ritorni al pensare al traffico finchè non si ferma di nuovo.
L’odore dello smog ti prende di nuovo.
Una morte dolce! Ma chi è che l’ha provata per dirlo?
T’immagini qualcuno che fa da cavia e uno con un block notes in mano che scrive le tue reazioni. Indossa un camicie bianco ed un paio di occhiali spessi.
Tornando al rivolo di bava che ti sgorga dalla bocca.
Aspiri profondamente il gas che ti prende ora alla gola, sembra quasi bruciartela, ma è una cosa gradevole. L’odore penetra nei polmoni e te li rende pesanti… affaticati.
Ed intanto sto stronzo che continua a scrivere proprio di fronte al parabrezza.
La testa ormai vacilla non ci sono più forme definite anzi si muove tutto. Dal ciondolo appeso allo specchietto retrovisore al portadocumenti incollato al parabrezza che mostra la tua assicurazione.
I rumori sono diventati una musica ridicola e assurda che ti mette una stupita ilarità addosso.
Le membra si rilassano senza forza.
Vedi solo un qualcosa di bianco di fronte a te.
Ti ricordi in un ultimo lampo di lucidità che è quello stronzo del medico e alzi il dito medio nella sua direzione.
Un “Ma vacce te!” ti riporta alla realtà.
Sei nel traffico e finalmente vedi il semaforo verde e tutta strada libera.
Evvai!!!!!