- Suonaci qualcosa.-
Chiede uno degli amici.
Sfilo l’armonica dalla tasca dei jeans e ci sediamo sul muretto, la ragazzetta
spinge, si fa posto e viene a sedersi vicino a me.
Attacco Tom Dooley, suono stringendo le labbra, le note escono tirate e lamentose come si conviene alla tragica ballata.
Inspirando mi giunge l’odore di vento dei capelli della ragazza che si mescola col sapore di metallo dello strumento.